giovedì 29 dicembre 2011

Graziata

Questa mattina, verso le 10, sono uscita a prendere l'autobus. Il quale è passato non appena sono arrivata alla fermata, per cui sono salita, ho timbrato il nuovo abbonamento - quello vecchio era scaduto ieri - e mi sono seduta.

Ero mezza addormentata: all'alba ero andata ad accompagnare mia sorella all'aeroporto e, sì, tornata a casa ero collassata di nuovo nel letto, ma lo stesso mi sentivo abbastanza rintronata. Per cui, quando a 50 metri dal capolinea tre controllori sono saliti sul bus, ci ho messo un po' a realizzare che:
1) dovevo tirare fuori l'abbonamento;
2) l'abbonamento essendo a fascia oraria, alle 10 - ossia quando avevo preso l'autobus - non era valido; e quindi
3) mi avrebbero sicuramente fatto la multa.

Mentre il mio cervello intorpidito stava mormorando "Merda", uno dei controllori mi si è avvicinato, ha visto che stavo trafficando con il borsellino per recuperare l'abbonamento (meditavo di mostrarlo, sostenere l'errore in buona fede e implorare pietà), mi ha fatto segno di lasciar stare ed è passato oltre.
Deo gratias.

lunedì 12 dicembre 2011

Missing in action

Qui in ufficio si sta scatenando l'inferno, con tanto di crisi isteriche e minacce di omicidio/suicidio, per via di alcuni pacchi perduti.
Mi spiego meglio: la nostra azienda ha due sedi, in due città diverse, e siccome gli uffici di produzione sono sparsi tra le due, c'è un continuo andirivieni di pacchi tra l'una e l'altra. Perché, purtroppo, continuiamo a lavorare al 90% su cartaceo.
(Io lo dico sempre, di passare al digitale e nella cloud, ma nessuno mi dà retta.)

Per farla breve, la scorsa settimana dall'altra sede ci hanno mandato un paio di plichi, che come sempre avviene dovevano transitare da noi per essere inoltrati a un nostro fornitore. Della cosa mi occupo io: ricevo il plico e all'istante - per esser certa di non dimenticarmelo - lo metto in partenza, via fattorino, verso il fornitore.
Di solito tutto procede senza intoppi.
Venerdì, invece, i plichi - che manco a dirlo erano originali, unica copia, importantissimi - sono scomparsi.
Della cosa il fornitore ci ha informato solo il mercoledì successivo.

La mia memoria è tale che non ricordo cosa ho mangiato ieri sera a cena, figurarsi se mi ricordo cosa mi è arrivato in ufficio venerdì scorso. Però il corriere ha la mia firma sulla ricevuta di consegna, ergo i plichi ci sono effettivamente arrivati da Roma. E quindi al 99% (non dico 100% per scrupolo, perché non ho memoria del fatto) li ho istantaneamente messi in partenza per il fornitore. Che ha mosso mari e monti, ma non se li ritrova.
L'ipotesi più probabile, a questo punto, è che il fattorino - non famoso per la sua affidabilità - li abbia persi da qualche parte. Quello che non ci spieghiamo è come mai i plichi - corredati da mio nome, nome del fornitore originale destinatario, indicazione del contenuto - non siano almeno tornati indietro.

Assisto allo sviluppo della vicenda con una sorta di interessato distacco perché, obiettivamente, non posso fare nulla. Qua, però, c'è gente che si sta strappando i capelli - e non esagero.

sabato 10 dicembre 2011

Esagerata!

Quando il tuo fidanzato, che non parla una parola di inglese, capisce che la frase in inglese che gli hai appena trionfalmente citato è una ripresa dall'ultima puntata del tuo telefilm preferito, allora realizzi che l'hai guardata un po' troppe volte di seguito (e in lingua originale), l'ultima puntata del tuo telefilm preferito.

venerdì 9 dicembre 2011

Troppo buoni

Il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, risponde sulla questione dell'applicazione dell'Ici agli immobili della Chiesa: "Se ci sono punti della legge da rivedere o da discutere, non ci sono pregiudiziali da parte nostra", ha detto il cardinale.
Ah, beh, grazie mille (poi dice che una diventa atea).

mercoledì 7 dicembre 2011

Datemi pure della qualunquista

Ma io, al posto di Monti, avrei preparato una manovra con tagli drastici agli emolumenti dei parlamentari (solo ieri ho scoperto dell'esistenza dell'assegno di fine mandato, con conseguente travaso di bile) per non dire del numero degli stessi; tagli drasticissimi alle spese per la Difesa (metti caso la Svizzera decidesse di invaderci, e così volesse Iddio, che ci difendiamo a fare?); eliminazione di ogni sgravio fiscale finora esistente a favore del Vaticano (se sono cittadini italiani quando si tratta di dirci se e come votare ai referendum, sono cittadini italiani anche quando si tratta di pagare le tasse).

Dopo di che, e solo se ce ne fosse stato ancora bisogno, avrei pensato a metter mano a pensioni etc.

A questo punto sarei andata in TV (con un bel messaggio a reti unificate, NON da Vespa) e avrei detto: cari Italiani, ecco come ho pensato di fare la manovra per salvarci le chiappe. Io la presento al Parlamento. Se poi i parlamentari non la votano, perché non vogliono tagliarsi gli stipendi, vorrà dire che per recuperare i soldi non avrò altra scelta che aumentarvi le tasse e tagliarvi le pensioni. Vedete voi.

(Stamattina su questi temi prima ho fatto tutto un comizio urlato al povero amore mio, poi ho replicato in pausa caffè con un malcapitato collega. Ora tocca a voi. Non bastava la manovra, pure questo.)

domenica 4 dicembre 2011

Mi preparo per tempo / 3


Uhm. Un po' troppo sobrie, per i miei gusti, ma possono andar bene per cominciare.


[Update: questo post così non ha senso, ma ab origine conteneva un'immagine che avevo tratto dal web (credo fossero decorazioni natalizie) e che mi è stato intimato di rimuovere, causa copyright infringement, pena oscure quanto temibili conseguenze. Perciò tenetevelo così.]

venerdì 2 dicembre 2011

Sono una persona orribile

A parte quelli nel blogroll, c'è una manciata di altri siti che lurko periodicamente. (- E perché non li linki nel blogroll? - Ehi, stiamo parlando di me. Davvero vi aspettate che io segua una qualche logica nella gestione del mio blog, e soprattutto che lo tenga in ordine?)

Dicevamo dei siti che lurko, e dicevamo che non sono normale. Perché le persone normali seguono siti che riflettono i loro interessi, o che li tengono informati su cose utili, o che sono tenuti da gente a loro affine.
(Almeno, credo. Non posso dire di avere esperienza su come si comportino le persone normali.)

Io faccio così nel 90% circa dei casi. Poi c'è un 10% di siti tenuti da gente che mi sta visceralmente antipatica, roba che se li incontrassi nella vita reale li guarderei con malcelato disgusto e senza rivolgere loro uno straccio di parola.
Difatti, leggo il loro blog per il solo, sadomasochistico piacere di poter commentare tra me e me, a ogni nuovo post: "Ma guarda questo/a, e le scrive pure certe cose! Che pezzo di m..."

Uno dei suddetti blog è su Splinder. Orbene, credetemi, da quando ho saputo che Splinder stava per chiudere ho cominciato a stalkerarlo di brutto, questo blog, per il gusto di vedere la faccia che avrebbe fatto l'odioso in questione trovandosi privo di piattaforma.

(Essendo odioso, nella mia immaginazione è anche tanto insipiente di informatica quanto convinto di essere Steve Jobs redivivo, nonché del tutto ignaro della prossima chiusura di Splinder)

Adesso quello che mi chiedo è: quanti dei miei lettori mi leggono perché gli sto antipatica?
(No, non sto dicendo che siete anormali. Beh, giusto un po')

Sono sempre i migliori...

Arigato, Araki-san.


"What's wrong with you?"

A volte essere stupidi e infantili aiuta. Stamattina, per esempio, sono arrivata in ufficio incavolatissima dopo aver perso inutilmente un sacco di tempo in banca. Per fortuna nella notte hanno rilasciato un nuovo sneak-peek di Glee.


Ora sto bene :)



martedì 29 novembre 2011

Ulteriori prove a conforto

Avete presente Valentina Vezzali, la campionessa del mondo nonché olimpionica di fioretto? Quella del "Da lei, Presidente, mi farei toccare" a Berlusconi?
Beh, ha avuto un incidente d'auto (senza gravi conseguenze, per fortuna, perché su certe cose non si scherza) ed ora è in ospedale con tanto di collare ortopedico.

Porta sfiga, come ve lo devo dire?

lunedì 28 novembre 2011

Congelata, o ustionata, o entrambe

Al mattino, quando arrivo in ufficio, sembra di essere ai Caraibi: termosifoni a palla (e finestre chiuse).
E badate che io sono freddolosa. Ma Caraibi, davvero.
Poi, verso metà mattina, i termosifoni si spengono. La temperatura cala drasticamente. Io comincio ad avere i brividi (sono freddolosa, non dicevo per dire).

Per fortuna, l'azienda mi ha munificamente dotato di una stufetta del '15-'18. Quando l'accendi sprigiona un sospetto odor di bruciato, ma sprigiona anche un discreto calore. E tanto basta.
Giusto per stare sul sicuro, ogni tot minuti controllo che dal cavo elettrico non vengan fuori (troppe) scintille.

venerdì 25 novembre 2011

Amo il mio lavoro!

Dato che, al telefono, non sono in grado di riconoscere nemmeno la voce dei miei più stretti consanguinei, sul lavoro mi farebbe molto comodo un apparecchio dotato di identificazione del chiamante. Mi eviterebbe varie figuracce (come, ad esempio, chiedere al Capo: "scusi, ma chi parla?"), non poche seccature, e forse pure qualche mezzo infarto.

Anche l'identificazione del chiamante non mi avrebbe però risparmiato lo shock di poco fa, quando alzata la cornetta mi sono sentita così apostrofare: "Buongiorno. Qui è la Presidenza del Consiglio."

Ora, io giuro: i pensieri che mi sono sfrecciati in testa nei successivi 1,3 secondi sono stati, nell'ordine:
1) Oddio!
2) Oddio, il nano!
3) ...Ah, no :D
4) ...Ma che vogliono da me?
5) Oddio, non vorranno tassarmi per telefono?

Fortunatamente, a quanto pare la Presidenza del Consiglio non ha ancora attivato una procedura telefonica di recupero crediti a tappeto: la gentile (ed efficiente, incredibile!) funzionaria che mi ha contattato voleva solo - come era prevedibile - chiarimenti su una questione di lavoro.
Eh sì, perché noi (detto con il naso in su e aria di profonda superiorità) lavoriamo anche con la Presidenza del Consiglio: cosa che già darebbe soddisfazione di per sé, non ne parliamo poi adesso che non c'è più voi-sapete-chi.

Non mi gasavo così tanto da quella volta in cui mi hanno chiesto di scrivere una mail a Lady Gaga.

giovedì 24 novembre 2011

Mi preparo per tempo / 2


Se imparo a farli, è la fine.

Se non altro siamo preparati psicologicamente

Dialogo di cinque minuti fa tra me e l'amore mio.

- ...Non è che poi, per caso, hai potuto verificare quella cosa in Internet?
- Sì, tranquillo, tutto a posto.
- Ah, grazie, amore.
- Sì, "Grazie, grazie"... Qui non si fa che lavorare gratis!
- Chissà come mai quando le cose le facciamo noi, le facciamo gratis; e quando ce le fanno gli altri, dobbiamo pagare, e non ci fanno manco lo sconto...
- Che dire, amore, magari saremo ricompensati post mortem...
- Come no?! Già me lo vedo San Pietro davanti alle porte del paradiso: "Eh no, mi spiace ma proprio la settimana scorsa è entrata in vigore la nuova normativa; innanzitutto dovete fare domanda in carta da bollo..."

(Io comunque, quando l'amore mio ha di queste uscite, lo amo ancora di più. Ci tenevo a dirlo.)

mercoledì 23 novembre 2011

Marte e Venere

Lui: Sai amore, oggi nella vetrina del tuo negozio preferito ho visto una giacca che ti starebbe molto bene!
Lei: Ah sì? E com'è?
Lui: ...
Lei: Beh?
Lui: ...E' una giacca.
Lei: Ho capito, ma com'è fatta?
Lui: E che ne so?
Lei: Di che colore è?
Lui: ...
Lei: ...Amore?
Lui: ...Non me lo ricordo più...

Lei: Ho capito, passo dal negozio e vedo io.
Lui: Ma ti serve una giacca nuova?
Lei: Dipende. Se mi piace, allora mi serve.

martedì 22 novembre 2011

Non si può combattere il destino

Per anni e annorum sono stata convinta di essere totalmente negata per la cucina. Segnatamente, per i dolci.
E' venuto fuori che non è vero, ahimè. Sono bravissima.
Così adesso brucio dalla voglia di provare a fare i miei dolci preferiti (che, non so perché, sono tutti americani: cheesecake, pancakes, cupcakes, e qualsivoglia finisca in -cake - sì beh, questa detta così suona male ma ha il suo fondo di verità, comunque).

L'anno scorso mi ha frenato il fatto che l'amore mio si sia messo a dieta. E pareva brutto tirare fuori i muffin(-cakes) dal forno e mangiarli caldi davanti al suo naso, no? Quest'anno, in previsione del prossimo Natale, mi sono messa a dieta io.

E naturalmente il mese scorso, a due passi dal mio ufficio, ha aperto una pasticceria specializzata in cupcakes. La mattina i maledetti fanno l'american breakfast, completo di sciroppo d'acero. 

lunedì 21 novembre 2011

Simpatiche usanze indigene

Immaginate di parcheggiare l'auto, una sera, nel piazzale di fronte casa, come fate sempre. Immaginate, la mattina dopo, di uscire di casa per prendere l'auto, come fate sempre, e andare al lavoro. E immaginate di trovare l'auto poggiata in equilibrio più che precario sopra due blocchi di tufo, e priva di tutte e quattro le ruote. Non i cerchioni. Non gli pneumatici. Le ruote sane sane.

Furto su commissione, ovviamente. E no, non era la mia macchina ma quella di qualche altro povero malcapitato. (Sono occasioni come queste che mi fanno rallegrare di possedere un catorcio e convincermi ulteriormente a non comprare un'auto nuova.)

Update: il giorno dopo, secondo round, questa volta ai danni di una Fiat Panda...

venerdì 18 novembre 2011

Irrequieta

Deve essere una pulsione inconscia dovuta al fatto che il mio trasferimento alla casa nuova si fa attendere, e aspettare è forse la cosa che odio di più al mondo. Ma sono giorni che fremo, letteralmente, per cambiare qualcosa al blog. Sto addirittura pensando di spostarmi completamente su Tumblr; non lo faccio perché non so ancora bene come si usa, mi sembra meno versatile e flessibile di Blogger (almeno per me, che con l'HTML ci smanetto a fatica) e mi pare di capire che per gli utenti italiani sia ancora abbastanza terra incognita.

E poi Tumblr lo sto usando soprattutto per sfogare le mie pulsioni infantili, qui cerco di mantenere un profilo più o meno serio (beh, non sembra, ma ci sto davvero provando); mi sembra strano autocensurarmi, in un certo senso, ma d'altro canto mi rendo conto che se non pongo un freno a me stessa rischio seriamente di scivolare nella pazzia.

giovedì 17 novembre 2011

Fascisti in pubblico e antifascisti in privato

"Servizio pubblico" sta trasmettendo le scene di esultanza per le dimissioni di Berlusconi.
Mi dispiace, ma non riesco proprio ad entusiasmarmi. Anzi, provo non poco fastidio.

Perché tanta esultanza, a mio modo di vedere, non è giustificata. Fossimo scesi in piazza, tutti, ogni giorno, per mesi ed anni, fino a provocare le dimissioni, l'avrei capito. Ma in questo caso Berlusconi è stato costretto a dimettersi dalla situazione economica: non da noi. Che cosa c'era, allora, da festeggiare? Quanti, mi domando, tra quelli che esultavano in piazza, negli anni passati hanno votato per Berlusconi?

E' tipico degli italiani prostrarsi davanti al potente di turno ed esaltarlo in pubblico, e poi un microsecondo dopo la sua caduta proclamare di non averlo mai sostenuto, anzi, di averlo sempre aspramente combattuto.

Sono sempre scettica, ma bisogna ammettere che

c'è una qual certa differenza...



Musica, maestro

A proposito di cose irrilevanti, questi sono attualmente i miei cantanti/gruppi preferiti (in ordine sparso, perché in realtà non è che io abbia un cantante/gruppo preferito, ma piuttosto canzoni che mi - guardunpò - ossessionano in certi momenti. E in questo momento, capita che siano quasi tutte degli stessi cantanti/gruppi):
- Train
- Maroon V
- Adele
- P!nk
- Coldplay (non tuttissimo, però)
- Amy Winehouse (requiescat, porella)

(OT: ho aperto la pagina di gestione per scrivere questo post e mi è venuto un colpo: sembrava che Blogger avesse di nuovo rivoluzionato il layout! Poi mi sono resa conto che, per errore, avevo selezionato la visualizzazione in HTML. Riflessi lenti, stamattina. Vado a prendermi un caffè.)

mercoledì 16 novembre 2011

Ipotesi d'arredo


Un altro pezzo della mia vita che se ne va

E' morto il professore di archeologia con il quale ho fatto il mio primo scavo.
Avevo 18 anni. Mi ero appena diplomata.
Ero una bambina.

Grazie a quello scavo ho avuto la conferma che sì, l'archeologia era effettivamente quello che avrei voluto fare "da grande".
Posso usare una frase iper-retorica? Avevo tutta la vita davanti a me.
E avevo la mia mamma, grazie alla quale avevo conosciuto il professore, e che mi aspettava ogni pomeriggio con il pranzo pronto.

Una delle cose più brutte del crescere (e invecchiare) è che, a poco a poco, scompaiono tutti quelli con i quali potevi condividere i tuoi ricordi.
Per fortuna c'è tempo per costruirsene di nuovi.

martedì 15 novembre 2011

Cambiamenti possibili eventuali

L'attuale layout del blog mi sta venendo a noia. E' su da tanto tempo, e Blogger ha attivato nuove visualizzazioni ("dinamiche", le chiama). Non mi paiono molto adatte al mio blog, ma aumentano la voglia di cambiare le cose.

Fatto sta che, avendo io personalizzato il layout, se adesso lo cambiassi perderei parecchie cose (molte di queste neanche mi paiono più utili, vedi il link ad aNobii che non apro da due vite, ma altre mi dispiacerebbe se scomparissero). Insomma, devo mettermici con un po' di pazienza e riprendere in mano il codice HTML, e fare un po' di pasticci (mi sono tra l'altro appena ricordata di avere aperto un blog apposta per le prove, posso pasticciare su quello! come sono intelligente).

Un giorno vi sveglierete, e troverete tutto cambiato. In meglio o in peggio, starà a voi dirlo.
(E magari così riuscirò ad avere un po' di commenti. Tra parentesi, nessuno commenta più sul blog da quando ho dedicato un post a Kurt e Blaine. Sto cominciando a pensare male, sappiatelo.)

Pensando a quello che voglio cambiare sul blog, mi sono venute in mente tante cose che vorrei cominciare a fare nella mia vita. Sono sempre le solite, in effetti: ogni tanto mi dico "Ah, però, mi piacerebbe..." e niente, morta lì. (Prima cosa della lista: scrivere un libro.)

In gran parte, a ben vedere, sono cose banali e anche poco impegnative, ma richiedono un minimo di applicazione (quindi, non fanno per me).
Per esempio:
- riprendere a lavorare a maglia
- imparare a confezionare i quilt
- seguire un corso di teatro
- seguire un corso di dizione
- prendere l'abitudine di fare jogging (o andare in bicicletta regolarmente)
- mettere in ordine i miei libri (così riprendo anche a usare aNobii)

Sto rimandando il tutto a quando mi trasferirò alla casa nuova: un nuovo inizio, come si dice.
Per come si mettono le cose, il nuovo inizio si farà attendere ancora a lungo (*sigh*).


Con destrezza

Quando abbiamo iniziato il corso di inglese in ufficio, l'insegnante ha fornito a ciascuno di noi un blocco per appunti e una penna.
Mi hanno rubato la penna.

lunedì 14 novembre 2011

Unpopular opinions

(Ispirate dal formando Governo)

Non sono d'accordo sull'idea delle "quote rosa". Secondo me, se una persona è competente deve essere valorizzata indipendentemente dal suo sesso. Mi pare stupido, soprattutto in un momento in cui abbiamo estremamente bisogno di competenze, tirar fuori nomi di donne solo perché c'è da raggiungere una quota, e magari così lasciando fuori persone meritevoli.
(Stessa cosa per l'età: uno può essere "passatello" ma in gamba, Margherita Hack e Rita Levi Montalcini su tutti - due donne, così rispetto le "quote rosa"! - anche se, in effetti, l'idea che su piazza siano disponibili solo over 65 un po' di impressione la fa.)

Sono invece d'accordo sull'idea del Governo tecnico. Anzi, per me ogni Governo dovrebbe essere tecnico, ossia formato da persone effettivamente competenti nel merito del ministero che vanno ad occupare. In altri termini, secondo me dovrebbe funzionare così: un partito, o una coalizione, si mette d'accordo su un determinato programma, e questa è la parte "politica" della faccenda. Per mettere in pratica il programma, il partito (o la coalizione) individua una squadra "tecnica" di governo, e con programma e squadra di governo ben definiti si presenta al voto degli elettori.

sabato 12 novembre 2011

'na tazzulell' 'e caffè

E' un sabato strano, abbastanza inconcludente. Fino a mezz'ora fa cascavo dal sonno, poi si vede che il caffè del dopopranzo è finalmente entrato in circolo.

Tempo pessimo, per la cronaca. Cielo viola, almeno fino alle 16 quando si è fatto buio. Urgh. Odio quando fa buio alle quattro del pomeriggio (e soprattutto odio entrare al supermarket con la luce e uscire che è già buio, mi sembra di esserci stata dentro per mesi).

Per la serie "Facciamoci del male", sto seguendo la diretta del TG sulle dimissioni del Governo.
Io, comunque, finché non le vedo non ci credo.

Cose che dico qui, in tempi non sospetti:
1) tutto questo giubilo sulla "fine del berlusconismo" mi sembra quanto meno prematuro. Mica è la prima volta che si dimette. Mica è la prima volta (e nemmeno la seconda) che è dato per morto. Ricordiamoci che Berlusconi ha due alleati preziosissimi: il primo è il carattere degli italiani; il secondo è il PD.
2) più vedo l'entusiasmo per un presunto prossimo futuro Governo Monti, e più aumenta il mio scetticismo. Per non dire diffidenza. Per non dire preoccupazione. Per non dire ansia.

Nel frattempo, il caffè del dopopranzo ha esaurito il suo effetto. Casco dal sonno, di nuovo.

mercoledì 9 novembre 2011

E mi sto contenendo

Non riesco a decidere se è più meraviglioso questo


o questo.


(In effetti, credo che il mio preferito sia questo.)


Scenari

Posso essere d'accordo sul fatto che, al momento, la priorità è far passare la finanziaria per (cercare di) rassicurare, per quanto possibile, i mercati e recuperare, per quanto possibile, un minimo di credibilità. Ma un altro mese - quanto meno - di questo Governo, a mio giudizio, è un'eventualità preoccupante (tutto può fare tranne che rassicurare i mercati e recuperare credibilità).

Che poi, dato che è (forse) l'ultima cosa che fanno, ci infileranno di tutto, nella finanziaria. Tutte le porcate che non hanno avuto modo di far passare finora. Più qualcuna in più. E gli altri, per liberare il campo alla svelta, le faranno passare senza batter ciglio.

Fosse per me, io sarei per il Governo tecnico. Nel senso che un Parlamento responsabile dovrebbe, a questo punto, riunirsi, guardarsi negli occhi e dirsi: "OK, siamo nella m***a. Tiriamo fuori un pugno di nomi di persone serie, competenti, possibilmente oneste che possano proporsi di fronte all'Europa senza farsi ridere appresso, e impegniamoci a sostenerle mentre fanno le riforme fiscali, amministrative, elettorali e quant'altro ci serve a raddrizzare la barca. Dopo di che dimissioni, elezioni, ognuno per sé e Dio per tutti".
Ma dato il Parlamento che ci ritroviamo, immagino non solo che questo discorso sia fuori dal mondo, ma anche che non troveranno la quadra per un nuovo Governo, e che quindi si andrà a elezioni anticipate.
Con questa legge elettorale.

Mi preoccupavo di essermi talmente assuefatta allo schifo, da non rivoltarmi al pensiero di un Governo capitanato da Berlusconi. O da Gianni Letta.
Poi hanno menzionato Alfano.

No, Alfano no.

Immagino l'arrivo dei commissari UE. E il loro dialogo con i nostri esimi rappresentanti.
- Well, la situazione economica in effetti non è rosea. Per far quadrare i conti suggeriamo, innanzitutto, di tagliare le spese della politica, gli emolumenti dei parlam...
- AH NO, non se ne parla nemmeno!
- ...Right. Grazie, arrivederci.
[segue default]

In conclusione, l'ipotesi a mio giudizio più favorevole è che la Svizzera (o l'Austria: una delle due, non ho preferenza) si stanchi del bordello che riusciamo a combinare ai suoi confini e si decida ad invaderci. Con un paio di secoli di dominazione e pugno di ferro da parte di un Paese civile forse - e dico forse - riusciremmo a venire a capo di qualcosa.

martedì 8 novembre 2011

Come eravamo

...scemi, bisogna aggiungere.
(Plurale majestatis, ragazzi: tranquilli, sto parlando di me.)

Uno degli innumeri svantaggi dell'essere facile preda di ossessioni è che, quando queste ossessioni svaniscono, si guarda indietro e si pensa: "Certo che ero veramente cretina, all'epoca".
Appunto.

Quando poi si apre un blog e lo si tiene, per opera e virtù dello Spirito Santo (non ho altre spiegazioni per il fenomeno) aperto per oltre quattro anni, è ancora più facile guardarsi indietro.
Uno dei giochini che mi piace fare, difatti, è andare a rileggere cosa scrivevo oggi, X anni fa (tipo, per esempio, l'8 novembre del 2007). Sono autoreferenziale. E masochista.

Perché i miei post del passato sono, ovviamente, infarciti di allusioni per niente velate all'ossessione di turno.
In tutto ciò, naturalmente, il dramma vero è che, nel rileggermi, non mi viene mai fatto di pensare "certo che ero proprio scema, all'epoca".
Tutt'al più mi vien voglia di rimetter su il DVD dei Pirati dei Caraibi.
(Per non dire di quando, in un post di X anni fa, trovo un riferimento all'ossessione attuale. Allora divento pericolosa.)

Sono senza speranza.

(E a proposito, torno ad avvisarvi: domani è il giorno X. Girate al largo.)

lunedì 7 novembre 2011

Carriere alternative

Ho sbagliato tutto, nella vita. Se rinasco, faccio l'operatore di borsa.

Anni fa, quando la Lazio si quotò in borsa, un giorno sentii al TG che le azioni si erano abbassate e commentai: "Sarebbe il momento di comprarle".
Due settimane dopo, la Lazio vinceva lo scudetto.

Oggi, quando ho letto di possibili dimissioni del Governo, ho pensato: "Vedrai che adesso la Borsa risale".
Anni di letture di storie di Zio Paperone non sono trascorsi invano.

(Possiamo considerare anche queste voci di dimissioni come spoiler?)

Excusatio non petita

A proposito di spoiler. In questi giorni mi sto domandando a quali livelli di pazzia sarei potuta giungere se, mentre stavano girando The Lord of the Rings, io avessi avuto una connessione Internet decente e accesso a blog, forum, social network in genere. Per fortuna i tempi non erano maturi. Altrimenti la mia famiglia mi avrebbe fatto ricoverare. 
(Come biasimarli? Per capirci, io sono quella che ha letto L'Hobbit a 13 anni, Il Signore degli Anelli a 16 - mentendo a sua madre sul prezzo del libro perché era il seguito de L'Hobbit e io dovevo averlo -, che quando per la prima volta in vita sua ha messo piede in un paese anglofono - il Canada - si è precipitata in libreria a comprare The Lord of the Rings, che possiede il film in versione theatrical ed extended, in lingua originale e italiana, e che ha imparato a memoria interi brani della versione inglese, preferibilmente le battute di Legolas *ahem*. Per tacer della community che ho estensivamente frequentato fin da quando si è cominciato a vociferare del film de L'Hobbit. Per capirci.)

Ovviamente, con il mio carattere (curiosa come una scimmia e totalmente incapace di portare pazienza) ça va sans dire che mi è impossibile resistere a uno spoiler. Del resto, io sono quella - sì, sempre io! - che prima di andare al cinema a vedere un film ne legge ogni sinossi, commento e recensione disponibile su piazza, per cui vede il film conoscendone a perfezione trama, sequenza delle scene, ordine di comparizione degli attori, battute principali e via andando.

D'altro canto, uno dei film che più mi è piaciuto e che ricordo con più affetto è Le ali della libertà, che mi trovai a vedere con la mia migliore amica per puro caso (era l'unico film che cominciava a un orario per noi fattibile); ergo non ne conoscevo la trama, se non per sommi capi, e quindi il colpo di scena finale mi trovò del tutto impreparata - e deliziata.

Da cui si potrebbe trarre la lezione che uno spettacolo unspoilered è senz'altro meglio. Si potrebbe. Perché, per mio conto, il senso di oddio-adesso-sta-per-succedere-questo, è eccitante quanto e più dell'oddio-cosa-succederà-adesso.
Sarà perché, oltre che curiosa e impaziente, sono assai ansiosa e l'oddio-cosa-succederà-adesso dell'ultima scena di Salvate il soldato Ryan non mi ha fatto dormire per due giorni.

domenica 6 novembre 2011

Avviso

Mi sembra doveroso avvisarvi che mercoledì prossimo 9 novembre posterò qualcosa di delirante relativo a Glee.
Non vogliatemene.

(Come lo so con tanto anticipo? Perché sono entrata nel vortice degli spoiler.)

venerdì 4 novembre 2011

Cronaca vera

Per una volta che qualcosa succede in questo buco nero di città, tanto vale raccontarlo. Peraltro il qualcosa è successo proprio sotto le finestre del mio ufficio: ho le prove fotografiche di quanto affermo (e le pubblicherò non appena mi riuscirà di connettere il telefonino con il computer. Perché il mio portatile non ha il bluetooth e il mio telefonino ha un sistema complicatissimo di connessione via USB? Mistero).

giovedì 3 novembre 2011

Senza filtro

- Ehi, Angelica, sei dimagrita!
- Sì, grazie!

(Come le penso, così le dico)

martedì 1 novembre 2011

NaNoWriMo

Ricordate le mie velleità letterarie? Sì, effettivamente sono non più che un lontano ricordo: ogni tanto mi salta il ticchio di scrivere un libro, e ogni volta non ne faccio niente perché - banale ma vero - non mi viene in mente niente da scrivere.

Nel caso in cui voi pure aveste velleità letterarie, e foste più portati di me (meno portati pare difficile), vi segnalo questa iniziativa di cui non sapevo nulla fino a 10 minuti fa, e che nel giro di 10 minuti è riuscita a entusiasmarmi. Si tratta del National Novel Writing Month (o NaNoWriMo), un concorso non competitivo (nel senso che non si vince nulla, se non la soddisfazione decoubertiniana di aver partecipato) in cui bisogna scrivere un romanzo di almeno 50mila parole in un mese, a partire dalla mezzanotte del 1° novembre.

A me questa idea della restrizione di tempo piace assai, probabilmente perché ormai mi sono abituata a lavorare sotto scadenza, e quindi penso che sia un incentivo efficace. Se intendete partecipare al NaNo, magari lasciate un commento qui per farmelo sapere, così posso fare il tifo.

(Sì, sto meditando di iscrivermi. Ma so già che abbandonerei ancor prima di iniziare.)

Cotta

Oggi l'amore mio mi ha fatto una sorpresa e mi ha portato i dolcetti. E siccome sa che mi piace la panna cotta, mi ha comprato questo.


(E adesso è imbarazzato perché ho subito pubblicato tutto qui e su Facebook "e adesso lo sa tutta l'Italia".
(Esagerato, mica mi legge tutta l'Italia)

lunedì 31 ottobre 2011

Happy Hallowe'en!

Devo dire che sono contraria a questo contagio di festività straniere, non per "purismo" (amo le contaminazioni e gli scambi culturali) ma perché ritengo sia in qualche modo sbagliato appropriarsi di una tradizione solo per "moda", e senza averla effettivamente compresa.
Per cui mi hanno sempre dato fastidio i festeggiamenti di Hallowe'en in Italia; se proprio vogliamo vestirci in maschera, mi dicevo, abbiamo tanto bene il Carnevale!

Beh, oggi al TG (tutto serve almeno una volta nella vita) ho sentito un bambino spiegare che "il Carnevale è per il divertimento, Hallowe'en è per la paura".
Mi ha convinto.

domenica 30 ottobre 2011

Servizio pubblico

Presa da Diaspora*, non mi sono resa conto di avere il TV sintonizzato sul TG1. Ho così potuto assistere a un servizio su Hallowe'en infarcito di castronerie. La giornalista (???) inviata a Washington (con i soldi nostri! a meno che non abbia semplicemente riciclato immagini d'agenzia...) è riuscita a dire, nello spazio di due minuti scarsi, che:
- alcuni dei bambini in visita alla Casa Bianca per Hallowe'en hanno voluto vestirsi in maschera;
- gli è andata bene, perché Obama ha dato loro tanti "dolcetti" e nessuno "scherzetto".
Ora dico io, ma pezzo di cretina, sono anni che i telefilm americani ci hanno istruito sulle dinamiche della festa di Hallowe'en, tanto che con il nostro solito complesso di inferiorità l'abbiamo importata e anche da noi adesso i bambini vanno in giro in maschera importunandoci con "dolcetto o scherzetto". Che significa, emerita imbecille, che i bambini ci faranno, loro, uno scherzetto se non gli diamo i dolcetti. Non dico assai, ma un giretto su Wikipedia per rendersi conto di quello che si sta dicendo no, eh?

... E come se non bastasse, ecco la marchetta sull'ultimo libro di Vespa. Cito testualmente: "E' un Vespa che non ti aspetti..."
Me lo aspetto sì me lo aspetto, il Vespa stagionale, puntuale e atteso con trepidazione come una cambiale scaduta...

venerdì 28 ottobre 2011

Invidiatemi

Sarete tutti felici (?) di sapere che casa mia è di nuovo connessa a Internet. L'amore mio, di sua spontanea iniziativa (davvero, non sono ironica):
- ha preso il mio vecchio router;
- l'ha portato da un tecnico per verificare quale fosse il problema;
- appurato che il router era rotto, ne ha comprato uno nuovo;
- ha scelto un modello con il tasto di spegnimento, perché gli avevo detto che lo volevo così;
- lo ha fatto configurare dal tecnico con le specifiche del mio PC e del mio provider;
- me l'ha portato a casa, lo ha montato e ha verificato che il PC si connettesse regolarmente.

Lo amo.
(Non che io sia proprio del tutto incapace, eh? Dopo tutto, l'altra volta il router me lo sono pur sempre installata da sola. E' che sono pigra. E tendo alla crisi isterica quando qualcosa non funziona al primo colpo.)


(Comunicazione di servizio: sono felicemente sbarcata su Diaspora*. Se ci siete anche voi, magari ci becchiamo.)

Pro e contro

Sono sempre senza connessione Internet a casa. E ciò è male.
Ma stamattina, dopo almeno tre anni, sono riuscita a infilarmi quel paio di pantaloni che mi sono sempre rifiutata di buttare, nella speranza di riuscire prima o poi a rientrarci. E ciò è definitivamente bene.

(Quesito esistenziale: ma se io volessi fare l'anglofona a tutti i costi - e quindi a sproposito - e scrivessi proS, poi dovrei scrivere anche controS?)

giovedì 27 ottobre 2011

Del perché non mi fido (troppo) dei tecnici

Ovvero: quando 2+2 fa 4, ma anche 3,91. Ma anche 75.
Ovvero: “Qualunque tecnologia sufficientemente progredita è indistinguibile dalla magia” (Arthur C. Clarke)

Aggiornamenti sullo stato del mio router. Sotto il "continua a leggere" vi scrivo tutta la triste storia, che potete tranquillamente non leggere, ma che spero leggiate soprattutto per aiutarmi a capirci qualcosa.

Consulenza (gratuita)

Murphy colpisce ancora, come sempre alla vigilia di un lungo ponte festivo: ieri il mio router ha esalato l'ultimo respiro. Requiescat, etc. etc. Il risultato è che sono priva di Internet.

Poteva andare peggio: poteva defungere la scheda di rete (e non è detto che prossimamente non succeda, dato che il computer è da lunga pezza fuori garanzia e al momento non ho i soldi per comprarmene uno nuovo). E non credo che un modem/router costi poi troppo, probabilmente con un cinquantone posso anche cavarmela. Quello che mi terrorizza alquanto è la lotta che dovrò sostenere per configurarlo.
(Non c'è nulla che mi irriti più del seguire alla lettera una procedura di configurazione, e vederla fallire.)

Quindi chiedo a voi, miei pochi ma buoni lettori che sicuramente ne capite più di me: potete consigliarmi nell'acquisto? C'è un modem affidabile e configurabile anche da un'insipiente mia pari? (E magari con un tasto di spegnimento, perché secondo me il router è morto a furia di spegnere/riaccendere la ciabatta.)

(Una domanda tecnica: perché il mio PC, che monta Vista - lo so, lo so, non ho potuto farci niente - quando va in "trasferta" non riesce a connettersi a eventuali reti wi-fi libere? Dipende dal fatto che, all'epoca, ho configurato IP e DNS e non ho selezionato l'opzione "ottieni automaticamente IP"?)

martedì 25 ottobre 2011

Idiosincrasie

Odio, letteralmente, quanti mi chiamano al telefono e non dicono chi sono. Presumendo che io riconosca la loro voce all'istante, cosa che non è perché sono incapace di riconoscere anche la voce delle mie strette consanguinee (peraltro io e le mie sorelle, al telefono, abbiamo la stessa identica voce: aneddoti su aneddoti esilaranti di quando vivevamo nella stessa casa). E comunque, potrei - si fa per dire, eh! - essere distratta da altro e non prestare sufficiente attenzione per riconoscere una voce al telefono.

Quando la mia "compagna di stanza" in ufficio è andata in pensione, ho subdolamente requisito il suo telefono dotato di indicatore del chiamante. E per breve tempo ho raggiunto la pace dei sensi (va da sé che l'indicatore del chiamante è utile anche e soprattutto per evitare di rispondere a persone indesiderate...); poi purtroppo, uno dei dirigenti, indignato del fatto che una bieca manovale come me potesse godere di un tale benefit, ha reclamato il telefono ripiombandomi nella più crassa ignoranza (del chiamante, ovvio).

Voi mi direte: scusa, ma non puoi semplicemente chiedere chi è al telefono?
L'ho fatto, una volta. Era il Presidente della ditta.

sabato 22 ottobre 2011

Parola del giorno: illazione

Trionfale ritorno di una rubrica da molti (= mia zia) rimpianta!

illazióne [illa'tsjone]
s.f.
convinzione o giudizio ricavato logicamente da alcune premesse

Io: ... faccio un'illazione...
Lui: No, amore, non illare!

(Sto ridendo da mezz'ora, compatitemi)

venerdì 21 ottobre 2011

Bandiera bianca

Quando pensi "OK, adesso però diamoci un taglio, hai 38 anni suonati, dovresti essere adulta da lunga pezza e comportarti come tale, e invece continui ad eccitarti stupidamente per romanzi fantasy e cartoni animati e telefilm espressamente concepiti per adolescenti; recupera la padronanza di te stessa e sii responsabile" e allora decidi, per soverchio senso di responsabilità, visto che hai 10 minuti di tempo, di controllare delle bozze che non spetterebbe a te leggere, ma sono urgenti e un controllo in più fa sempre comodo quando si ha fretta, e quindi le controlli, sentendoti molto adulta e responsabile e seria e compresa del tuo lavoro, e trovi una citazione di Harry Potter in cui hanno sbagliato a scrivere il nome di Lord Voldemort (e te ne accorgi all'istante come all'istante ti sei accorta che hanno scritto ex-equo), e mandi una mail al collega responsabile scrivendogli nero su bianco "ti mando le mie correzioni, occhio perché è sbagliato il nome di Tu-Sai-Chi", e neanche ti vergogni ma ne sei fiera, allora capisci che è meglio arrendersi all'evidenza che non sei mai stata, non sei e non sarai mai normale.

Cose che mi fanno innervosire

Beh, per la verità sarebbero tante... Ma restiamo nel contingente.

Un amico mi ha chiesto di passare da casa oggi pomeriggio, per un saluto. Gli ho dovuto dire di no, perché forse nel pomeriggio ho un appuntamento importante e impossibile da rimandare. Ovviamente l'appuntamento salterà, e avrò dato inutilmente buca al mio amico.

Un'amica mi ha invitato in pizzeria sabato sera. Le ho dovuto dire di no, perché per questo weekend io e l'amore mio stiamo faticosamente organizzando (da circa due settimane!) una gita fuori porta con altri amici. Ovviamente la gita fuori porta salterà, e avrò dato inutilmente buca alla mia amica.

E la cosa che mi irrita, ovviamente, è dover constatare che non sono padrona della mia vita.

venerdì 14 ottobre 2011

Mi preparo per tempo

Non per scatenare il panico, ma sappiate che questo diventa per me, da adesso in poi, il record da battere.


(Oltre, ovviamente, alle renne vive.)

giovedì 13 ottobre 2011

Avevo detto "basta sfoghi"? Mentivo

Mi sono ufficialmente stancata di essere malata. E "stancata" è la parola giusta, perché da almeno due giorni (o meglio, due notti) dormo malissimo e mi sveglio più confusa di quando sono andata a letto. Tra l'altro, mi fosse almeno venuta una febbre degna di tal nome: tre giorni di riposo a casa, certificato medico e via andare. Macché, non ho nulla che giustifichi un'assenza dal lavoro per malattia, quindi sono andata stoicamente in ufficio (anche se onestamente non so con quali risultati, visto che mi sentivo la testa immersa nella nebbia). Adesso, se non altro, la confusione mentale è passata (quella indotta dall'influenza, perché quella indotta dai colleghi purtroppo è lungi dal passare, per non parlare della confusione mentale congenita che, ahimé, no-no-non passa). In compenso, c'è questo simpatico pizzicor di gola che mi ha reso parzialmente afona. Per cui, stop alle aspirine e si parte con gli antiinfiammatori. Per i brividi assortiti che mi assalgono random non ho ancora immaginato alcun antidoto (se il clima la smettesse di oscillare tra estate e inverno, anche lui random, sarebbe già qualcosa).

mercoledì 12 ottobre 2011

Agggiornamenti, o presunti tali

Volevo scrivere un altro post sul mio lavoro, e in particolare su una collega che manderei tanto, ma oh tanto volentieri a quel paese, ma mentre lo scrivevo mi sono resa conto che stavo diventando estremamente lagnosa. E seccante. E petulante. Per cui ho cancellato tutto.
(Della serie: perché un blog è più efficace di un diario su carta.)

No, sul serio: sfogarsi ogni tanto è una cosa sana, sfogarsi fa bene, ma dopo un po' bisogna piantarla e rimboccarsi le maniche e trovare una soluzione.
Nel caso in ispecie, l'unica soluzione praticabile è quella di evitare la collega come la peste (ché quella ci manca, già l'influenza mi ha reso afona per la gioia di molti), anche se questo comporta l'accollarsi alcune scartoffie che spetterebbero a lei. Pazienza. (Nella realtà dei fatti, non è che sia roba complicata. Con i miei capi ho protestato, naturalmente, ma per un fatto di principio. Io, paladina della giustizia.)

E dunque, basta con gli sfoghi. Il problema è che, per il resto, non è che mi venga in mente molto altro da dire. Dopo qualche giorno di iperattività bloggatoria, pare che la marea sia cambiata.
Purtroppo questo è un brutto periodo. La salute vacilla, amici/parenti/conoscenti latitano - e fanno bene, come minimo sono contagiosa -, i lavori di casa sono in stallo, e Glee non riprenderà fino a novembre. Mondo crudele.

Update: e tutto quanto scritto sopra sembra ancora più stupido e meschino quando un'amica ti telefona e ti racconta i suoi problemi che sono molto molto più seri dei tuoi. E dovevo chiamarla io, e da lunga pezza.

venerdì 7 ottobre 2011

Sfogo post-lavorativo

Il 90% delle volte adoro il mio lavoro. Cosa che, ne sono consapevole, è più di quanto molti possano dire.
Poi, ovviamente, c'è il restante 10%.

Quando non sono capace di fare una cosa, o non sono abbastanza competente per farlo, lo dico subito a scanso di equivoci. Non per mettere le mani avanti, ma - in coscienza - perché i miei superiori siano in condizione di affidare il lavoro alla persona più adatta.
Per il resto, faccio tutto quello che posso. E lo faccio di buon grado. E lo faccio presto e bene, se posso vantarmi. E a dirla tutta, faccio anche cose che non sarebbero di mia competenza, ma siccome sono intelligente e mi piace imparare cose nuove, mi rimbocco le maniche e studio un po', e faccio quello che serve. 
E a dirla tutta tutta, faccio anche cose al di sotto delle mie competenze. Ma i tempi sono quelli che sono, e la baracca bisogna menarla, e mi pare francamente idiota assumere arie da Bartleby lo scrivano (che, sia detto per inciso, personalmente avrei licenziato, in tronco, al primo "I prefer not to").
(Sono favorita dal fatto che la mia capufficio si rende perfettamente conto di chiedermi, a volte, cose al di sotto delle mie competenze, e ne tiene buona nota.)
Se poi commetto un errore, per quanto mi pesi, sono la prima a riconoscerlo e ad assumermi le mie responsabilità.

Ne deriva che detesto gli incompetenti, e soprattutto gli incompetenti che negano i propri sbagli scaricando la colpa su qualcun altro, anche contro ogni evidenza. Ora, io non sono esattamente una persona diplomatica e di sicuro non sono una persona paziente, quindi quando mi capita di imbattermi in un incompetente, la mia reazione istintiva è quella di gridargli in faccia: "Ma sei stupido o che?" e quindi di cominciare a tirargli addosso oggetti contundenti. Purtroppo sul lavoro questo non sempre è possibile, soprattutto quando l'incompetente in questione occupa una posizione dirigenziale (ahia). Di qui la mia frustrazione, che non è mai una bella cosa, soprattutto di venerdì.

giovedì 6 ottobre 2011

It's all over

I protagonisti del mio telefilm preferito interpretano (alla grande) una scena da uno dei miei musical preferiti.
(Purtroppo posso linkarvi solo alla pagina di Wikipedia.en dedicata a Dreamgirls, dato che Wikipedia.it si è autooscurata in protesta contro la prossima legge anti-informazione. Intanto è morto Steve Jobs: come dire, tutto sembra andare nella stessa direzione, quella opposta al progresso. Vabbeh, per quel che possiamo consoliamoci così.)



Update: al momento in cui scrivo questo aggiornamento, Wikipedia è tornata in linea. Per quanto tempo, non si sa. Steve Jobs è sempre morto; la libertà di informazione (e con lei la libertà tout court) è lì lì per.

mercoledì 5 ottobre 2011

(Magre) consolazioni

Oggi, sul lavoro, mi hanno giustamente rimproverato per un errore che ho commesso. Niente di drammatico; non è morto nessuno e probabilmente del mio errore nessun (altro) si accorgerà. La cosa però mi ha infastidito e demoralizzato alquanto.

Si tratta di un compito che svolgo da più di un anno e quindi ormai, per me che mi vanto sempre di essere una fast learner, dovrebbe procedere in automatico; invece, nonostante in coscienza mi impegni con la massima attenzione (proprio perché so che tendo a sbagliare), inciampo sempre da qualche parte.

Beh, ormai è fatta. Andrà meglio alla prossima (spero).
Meno male che qualcuno mi supervisiona.

Se non altro, a dimostrazione del fatto che non sono del tutto da buttar via, mentre stavo scrivendo un post per il blog mi sono ricordata che della stessissima cosa avevo scritto più o meno due anni fa. Considerando che il blog vanta ormai più di 1100 post, direi che non c'è malaccio.

martedì 4 ottobre 2011

Considerazioni sparse sullo sfacelo quotidiano in cui viviamo

Questa faccenda dell'omicidio di Meredith, da qualunque parte la si guardi, secondo me lascia con l'amaro in bocca. In primo luogo, una ragazza è morta e non si sa chi l'abbia uccisa. A parte Rudy Guede, che è stato condannato per concorso in omicidio e quindi ha avuto dei complici, o è stato complice di qualcuno (dati i pasticci dei RIS, non possiamo essere sicuri che sia stato fisicamente lui, o soltanto lui, l'assassino). Se Amanda Knox e Raffaele Sollecito sono davvero innocenti, allora si sono fatti quattro anni di carcere inutilmente (anche se sono stati condannati per calunnia perché avevano diffamato un'altra persona). Se sono colpevoli, adesso sono liberi e la Knox è prontamente tornata in America. Il clamore mediatico sul caso è stato indecente, e il bello è che i telegiornali non hanno fatto che sottolinearlo: ma signori cari, chi lo solleva il clamore mediatico se non i media (cioè voi)? Intanto quei gentiluomini che stanno al governo hanno colto la palla al balzo per sostenere che l'emergenza giustizia è la priorità da affrontare in Italia, anche se le borse traballano e le banche crollano e i palazzi pure, e sotto ci rimangono quattro operaie costrette a lavorare in nero.

Ho scoperto, purtroppo in ritardo sennò nessuno mi avrebbe potuto impedire di andarci, che nei giorni scorsi qui in città si è tenuto un convegno alla prestigiosa presenza, tra gli altri, del ministro (sic) Carfagna. Titolo del convegno: "Capitane coraggiose. Donne che hanno cambiato il mondo degli uomini". E a questo punto ogni commento mi pare davvero superfluo.

domenica 2 ottobre 2011

Comma ammazza-blog. Post dedicato a Gasparri & C.

Post a reti unificate: aderisco all'iniziativa di Valigia Blu contro la proposta di legge-bavaglio

Premessa: ieri sera a PORTA A PORTA si è parlato del comma 29, il cosiddetto ammazza-blog, ma gli spettatori di certo non avranno capito di cosa si tratta. E siccome per Gasparri e dintorni Internet è uno strumento micidiale, è evidente che i nostri politici e la nostra classe dirigente 1) non sanno niente della rete e pure legiferano su di essa 2) non hanno idea del mondo che c'è qui dentro 3) hanno bisogno di un corso full immersion del comma ammazza-blog che stanno per legiferare. Bene il corso glielo offriamo noi, gratuitamente, perché caro Gasparri sì, Internet è uno strumento micidiale di libertà, di creatività, di condivisione di sapere e di conoscenza. Mondi inesplorati, capisco perfettamente (Arianna).

Probabilmente oggi stesso ricomincerà il dibattito parlamentare sul disegno di legge in materia di riforma delle intercettazioni, disegno di legge che introdurrebbe, una volta approvato, numerose modifiche al nostro ordinamento lungo tre direttrici: limitazioni alla utilizzabilità dello strumento delle intercettazioni da parte dei magistrati; divieto di pubblicazione di atti di indagine per i giornalisti, anche se si tratta di atti non più coperti da segreto; estensione di parte della normativa sulla stampa all’intera rete. Cerchiamo di chiarire sinteticamente i dubbi espressi in materia.

Il tempo è relativo

OK. Inauguro oggi ufficialmente la serie di quelle domeniche pomeriggio che sembrano estendersi all'infinito.
Mi sono alzata stamattina rimuginando dentro me la luuunga lista di cose da fare (sostanzialmente faccende di casa procrastinate fin dallo scorso lunedì), e adesso - sono da poco passate le tre - ho già finito praticamente tutto.
Direi che a questo punto maschera facciale, libro e divano sono praticamente un must.

In esterna

Ieri sono andata a un dibattito pubblico sulla legalità, con De Cataldo e Travaglio. C'era un sacco di gente, cosa che mi ha fatto piacere, e moltissimi ragazzi, cosa che mi ha fatto ancora più piacere.
(Meno piacere mi ha fatto la lungimirante organizzazione del dibattito, che lo ha collocato in una saletta da massimo 100 posti. La maggior parte della gente era in piedi.)

Che dire: Travaglio come sempre è stato brillante, e meno male perché altrimenti ci sarebbe stato da piangere per le cose che ha detto. Onestamente non so quanto il mio atteggiamento da osservatore alla finestra sia zen, o soltanto irresponsabile.

sabato 1 ottobre 2011

Ancora sull'utilità dei social network, e di Internet in genere

Ho la tendenza ad entusiasmarmi per cose da bambini. Tipo i cartoni animati. O Tolkien: la prima volta che ho letto Il Signore degli Anelli, per mesi e mesi non ho fatto che sognare elfi e draghi.
(Mi potrete dire che Tolkien non è per niente una cosa da bambini. Ahimè, coloro - parenti, amici e conoscenti - che frequentavo all'epoca non erano affatto di questo parere, e ogni volta che nominavo Frodo & Co. mi guardavano con compatimento, irritazione e malcelato senso di superiorità.)

E' pur vero che sono abbastanza categorica nei miei entusiasmi, nel senso che potrei parlare della stessa cosa senza stancarmi, 7 giorni alla settimana, 24 ore su 24. A quel punto, anche il più paziente e benevolo degli ascoltatori tenterebbe il suicidio.
(Ne sono consapevole e cerco di limitarmi. Davvero, in tutta coscienza, lo giuro.)
Ma, come si dice, in medio stat virtus e tra parlare di continuo del Signore degli Anelli, di Holly & Benji o dei Cavalieri dello Zodiaco (li amavo, letteralmente. Questo è il mio blog; magari un po' mi imbarazzo, ma non mi nascondo) e non parlarne affatto, poteva anche starci una soluzione di compromesso. Invece no.
(Questo fatto, il fatto di non conoscere nessuno che condividesse le mie passioni, qualcuno che le capisse e ne capisse la forza, con cui poter essere ossessiva e isterica senza vergogna, mi ha sempre fatto sentire sola. E stupida. E mi ha lasciato la sensazione che essere com'ero fosse sbagliato.)

Quando, tre anni fa, mi sono imbattuta in una community di fan di Tolkien, mi si è letteralmente aperto davanti un mondo. Un mondo di persone, di adulti, di gente responsabile che vive nel mondo reale e con i piedi per terra, ma che è anche disposta a perdere ore disquisendo di nani e troll e figure mitofantastiche in genere. E senza imbarazzi di sorta.
Se nel corso della mia adolescenza avessi avuto a disposizione Internet, con annessi e connessi (Facebook, Twitter, blog, forum e quant'altro) probabilmente ci sarebbe voluto l'esorcista per tirarmene fuori. Ma di sicuro mi sarei sentita meno sola. E meno strana.
(Figuriamoci poi, se all'epoca avessi scoperto pure le fanfiction.)

Meglio tardi che mai

Mi sono sempre fatta un vanto di non seguire le mode. In effetti, sono sfasata: o anticipo le tendenze (vedi, ad esempio, la mia passione per manga e anime che mi ha fatto sfottere a morte al liceo, e pochi anni dopo è diventato un trend sofisticatissimo) oppure ci arrivo secoli dopo.
Ognuno ha i suoi tempi, I suppose.

Questo per dire che, ultimamente (e anche grazie alla politica delle repliche ad libitum di Sky) non faccio che vedere e rivedere Master & Commander. Che la prima volta non mi era piaciuto per niente; OK, ero prevenuta perché Russel Crowe mi sta antipatico dai tempi del Gladiatore.
Adesso, invece, ogni volta che il film mi capita a tiro mi ipnotizza. Non so perché; l'unica spiegazione possibile è che è diretto da Peter Weir, uno dei miei registi preferiti. Per il resto, mi rendo conto che il film in sé è noiosissimo e complicato da seguire. E con tutto ciò, praticamente mi ci attacco come una cozza patella.

venerdì 30 settembre 2011

Onirico / 2

Ultimamente faccio strani sogni.

Stavolta sono a una specie di fiera. Per strada c'è moltissima gente, e io me ne vado in giro, zainetto in spalla, con un gruppo di amici. Nello zaino, non si sa perché, ho dei contanti e un sacchetto di gioielli, tra i quali il mio anello di fidanzamento, l'anello di fidanzamento di mia madre e un paio di collane d'oro.
Usciti dalla fiera arriviamo in un albergo e qui controllo lo zaino: soldi e gioielli, come era largamente prevedibile, sono scomparsi.
In preda al panico chiedo aiuto ai gestori dell'albergo, che sono quasi più preoccupati di me. A un certo punto, in strada, vediamo passare tre ragazzi: sono sicuramente loro i ladri! Li rincorriamo e li portiamo in albergo. In effetti i loro bagagli sono pieni di refurtiva (tra cui un mucchio di scarpe di mia sorella), ma delle mie cose non c'è traccia. Per fortuna, e in circostanze del tutto fortuite, riusciamo a ritrovare tutto - e in particolare i due anelli, per i quali disperavo - nella valigia di un altro, insospettabile ospite dell'hotel.

giovedì 29 settembre 2011

Mille parole

Potremmo parlare della tristezza di un ministro della Repubblica italiana che, alla domanda di un giornalista, risponde con il dito medio alzato.
Potremmo parlare della tristezza di un ministro della Repubblica italiana che, di fronte ad una pesante contestazione da parte dei cittadini, risponde "Ho visto di peggio, queste cose non mi spaventano".
Potremmo parlare della tristezza di un ministro della Repubblica italiana indagato per mafia.
E via di questo passo.

Ma forse è arrivato il momento di smettere di parlare e di fare qualcosa.
(In Grecia hanno occupato i ministeri. Just saying'.)

Amo avere ragione

Il più delle volte magari non sembra (da quanto tempo non mi faccio le unghie? Non ci pensiamo), ma sono una donna. 
Pertanto, amo avere ragione.
(Pertanto, ho sempre ragione.)

Negli ultimi giorni mi sono imbattuta in vari post e messaggi e aggiornamenti di stato su Facebook che lamentavano l'invasività dei social network nella nostra vita. Opinione alla quale mi ribello, perché - cari i miei criticoni - se gli aggiornamenti di stato bimbominkia vi danno tanto fastidio, prima di fare i saccentelli e i culturalmente superiori potreste 1 - chiedervi come mai vi ritrovate degli amici bimbominkia e 2 - cancellare il vostro account Facebook.
(Per inciso: lamentarsi dei social network scrivendo una nota su Facebook mi sembra abbastanza schizofrenico. Et de hoc satis.)
("L'invasività dei social network". Dio, come scrivo bene.)

Peraltro, dato che i social network esistono e un sacco di gente li usa, fare i puristi e ritirarsi in romitaggio reminiscendo i bei tempi in cui il calamo scorreva sulla pergamena mi pare quanto meno controproducente.
(E comunque, sono un dio della scrittura raffinata. Sulla comprensibilità della stessa, discetterò un'altra volta.)

Ora, si dà il caso che tra i miei amici in Facebook io annoveri tre o quattro archeologi militanti (beati loro), i quali utilizzano il social network per passarsi informazioni su dati di scavo, bibliografie aggiornate, attribuzione/datazione di reperti, etc. In pratica hanno costituito una comunità scientifica on line con i controfiocchi.

A dimostrazione del fatto che un mezzo di comunicazione non è buono o cattivo in sé, ma vale quanto quelli che lo adoperano.
Tanto per cambiare, avevo ragione io.

mercoledì 28 settembre 2011

Artificial Intelligence (so to speak)

Diciamo che non sono Stakanov e quindi generalmente non spasimo dalla voglia di lavorare, ma quando ho qualcosa da fare mi piace farla subito (potrei dire "presto e bene", ma non vi voglio mentire). E quindi mi dà molto fastidio il fatto che il mio PC decida di aggiornarsi, o che Outlook decida di sincronizzare le cartelle / archiviare la posta, imballando ad libitum l'intero sistema, proprio quando avrei millemila cose in sospeso.
Murphy, oh Murphy.

(Era un po' che non scrivevo titoli in inglese!)

martedì 27 settembre 2011

Onirico

Sono alla fermata dell'autobus. E aspetto.
Il cielo è ancora chiaro, ma il sole sta tramontando. La fermata è su una strada larga, sgombra, che mi permetterà di avvistare l'autobus in lontananza. So di essere nei pressi del mio ufficio, anche se in effetti i dintorni sono quelli della casa della mia infanzia, da tutt'altra parte della città.
L'autobus non si vede, e comincia a scendere la sera. Decido di prendere un altro bus, che non mi porterà proprio a casa; dovrò fare un tratto a piedi, ma sempre meglio che aspettare da sola, per strada, al buio.
Mi rendo però conto che l'autobus che ho preso segue un percorso diverso da quello che immaginavo; scendo appena possibile, ma ormai sono lontana da casa, nelle vicinanze del porto. E' notte inoltrata, ma le strade sono illuminate dalla luce gialla dei lampioni. Sono sola, e cammino in un totale silenzio e nell'aria fresca del mare. Sto andando a casa.


lunedì 26 settembre 2011

Lo so, lo so, sono ridicola

Ma il blog è mio, e se non posso usarlo per uno sfogo futile, allora che lo tengo a fare? (- Beh, per esempio potresti scrivere un diario, tenerlo chiuso a chiave sotto il cuscino, e non pubblicarlo su Internet per annoiare la gente Urbi et orbi. - Ehi, nessuno ti obbliga a leggere alcunché, OK? - Infatti non ti legge nessuno. - E che parli a fare, allora?)

Per cui, lo sfogo. Personalmente credo che una delle cose più divertenti nel seguire fedelmente (sc. nell'essere ossessionati da) una serie televisiva sia la capacità di cogliere gli elementi di continuity che gli sceneggiatori (se sono bravi e ci tengono a gratificare i fan) inseriscono nel corso delle puntate. Cose come giochi di parole e gag ricorrenti, o personaggi che tornano in scena dopo tanto tempo, o storyline che rimangono sospese e poi riprendono. Mia cugina, che cita le battute di Friends a memoria, sicuramente concorderà con me. Io mi ricordo epici momenti di continuity in E.R., roba che i neofiti rimanevano a bocca aperta mentre noi, saccenti spettatori della prim'ora, annuivamo con aria di consapevole superiorità (o superiore consapevolezza, che dir si voglia).

Per cui mi irrita non poco il fatto che la continuity di una storia sia mandata a farsi benedire dai produttori per una mera questione di calcolo economico (sc. "abbiamo inserito un personaggio che ha avuto un successo enorme quanto imprevisto, quindi lo dobbiamo tenere in ballo a tutti i costi, anche se all'inizio avevamo immaginato di salutarlo graziosamente dopo tre puntate"). Per voi sarà solo una questione di soldi, cari produttori dei miei stivali; ma noi, noi alle storie e ai personaggi ci siamo affezionati, accidenti!

(Sì, la crisi economica, e la Gelmini nel tunnel, e quello non si dimetterà manco da morto, e non ho ancora trovato la cucina per la casa nuova; i problemi sono ben altri, e sono ridicola. Lo so, lo so.)

giovedì 22 settembre 2011

Corsi e ricorsi storici

Esattamente un anno fa scrivevo questo.
Scusate, mi ritiro per piangerci su.

Coppie funzionali / 2


(Dovevo farlo, OK? Ho resistito quasi 24 ore, dopo tutto.)

(Se non lo sapete, questa è "one of the most beloved TV couples of the millennium". Parola del New York Post, non mia.)

(E per la cronaca, l'amore mio fa esattamente la stessa faccia quando io mi metto a ballare.)
(E io ballo esattamente così.)

martedì 20 settembre 2011

Coppie funzionali

Io: Ah che bello, c'è Alla ricerca di Nemo in TV!
Lui: Ma che, adesso i pesci ci dobbiamo vedere?

Crescere è un lavoro da duri

Di una cosa sono sempre stata e sempre sarò convinta: che diventare adulti non è scontato. Gli anni passano e noi invecchiamo, triste ma vero; "diventare grandi", però, è un'altra cosa. Di sicuro, tutti conosciamo un sacco di persone che, anagraficamente, dovrebbero essere adulte (e sagge) e invece si comportano peggio dei bambini (di sicuro, gran parte di queste persone sono uomini - o presunti tali. Non per niente Peter Pan è un bambino. Maschio).

Notate bene che non sto parlando di comportamenti infantili tipo guardare i cartoni animati, imparare le coreografie delle boy band, saltellare su e giù eccitati quando succede qualcosa di piacevolmente inaspettato (ogni riferimento a fatti e persone che scrivono su questo blog è puramente casuale, *cough cough*) perché sì, questi comportamenti sono infantili (sarebbe infantile da parte mia il tentare di negarlo). Ma secondo me quelle che contraddistinguono l'adulto dal bambino sono, sostanzialmente, due condizioni:
1) l'adulto non pensa che il mondo ruoti intorno a lui;
2) l'adulto sa che il nostro non è un mondo in bianco e nero, ma che ci sono molte scale di grigi.

Chiarisco il primo punto con un aneddoto che ho ripetuto fino alla noia più o meno a tutti quelli che mi conoscono (quindi, vi tocca). Quando ero piccola e l'estate traslocavamo nella casa al mare, mia sorella - più piccola di me - non si convinceva che fossimo arrivati a destinazione finché non ci fermavamo letteralmente sotto casa. Entrare in paese non le bastava, perché per lei il paese era solo casa sua.
Il giorno in cui, affacciata al balcone, ho visto una donna sconosciuta aprire la finestra di fronte e mi sono resa conto, all'improvviso, che il mondo era pieno di donne sconosciute che aprivano le finestre di casa loro, indipendentemente dal fatto che io sapessi o meno della loro esistenza, e anzi totalmente e felicemente ignare della mia esistenza, quello è stato per me il giorno in cui ho iniziato a diventare adulta.

Sul secondo punto sto ancora lavorando. Perché so, a livello teorico, che difficilmente le persone sono del tutto buone o del tutto cattive, che spesso qualcuno ci appare "buono" solo perché fa qualcosa che va a nostro vantaggio e, al contrario, appare "cattivo" quando in qualche modo (volontario o involontario, spesso non per reale malizia ma solo per noncuranza o stupidità) ci crea problemi. So quindi, a livello teorico, che è inutile ed inefficace etichettare le persone come "amici" o "nemici". Ma nella pratica, spesso e volentieri non riesco a impedirmi di essere molto più tollerante, disponibile e paziente con chi ritengo sia "dalla mia parte" e di essere acida, sbrigativa e addirittura scortese con chi invece identifico come un avversario.
L'ho detto, ci sto ancora lavorando.

(Sappiate che state leggendo il millecentesimo post di questo blog. Siate fieri di voi per essere arrivati fin qui. Io lo sono.)

sabato 17 settembre 2011

I bambini non mi piacciono

Lo premetto a scanso di equivoci, perché da quando mi sono fidanzata e ho dichiarato che sì, prima o poi mi sposerò, tutti hanno smesso di chiedermi continuamente "Quando ti trovi un ragazzo?" e "Quando ti sposi?" e hanno cominciato a chiedermi continuamente "Che aspetti a fare un figlio?"

Non è che io sia aprioristicamente contraria alla faccenda: riconosco che, in linea teorica, se non ci riproducessimo la razza umana sarebbe condannata all'estinzione (di questi tempi non mi sembra un gran danno); ammetto pure che, se un figlio capitasse, lo adorerei trasformandomi all'istante nella quintessenza della mamma italiana (ansiosa, ossessiva e lievemente paranoica, quindi madre di un figlio inevitabilmente votato all'esaurimento nervoso, se non addirittura alla schizofrenia).
Capisco infine che, nello spazio di poche righe, sono riuscita a farmi odiare da tutte le mamme italiane, in particolare da quelle che del tutto legittimamente hanno cercato / cercano per anni di avere un figlio. In bocca al lupo, di cuore; rispetto e ammiro chi è dotato di istinto materno, essendo acutamente consapevole del fatto che il mio istinto materno si è dato allegramente alla latitanza parecchi anni fa (immagino che, ora come ora, se la stia godendo alle Fiji o giù di lì, insieme al mio orologio biologico).

Il fatto è, semplicemente, che a me i bambini non piacciono. Mentre tutti si sdilinquiscono non appena vedono un neonato, io rimango semplicemente indifferente. I neonati piangono, o dormono, o sbavano (e non è vero che hanno un buon odore: odorano di latte acido; ecco, l'ho detto). Né va meglio con i bambini un po' più grandi, che sono semmai ancora più noiosi, perché richiedono continua attenzione, urlano e litigano tra di loro e se ne vanno in giro (un neonato, per lo meno, dove lo metti sta).

(Sì, sono un essere orrendo)

Il fatto strano è che, in genere, i bambini mi adorano. Davvero; due volte su tre, non appena mi vedono, tendono le manine e vogliono venirmi in braccio (e io non so nemmeno come vanno tenuti in braccio: panico) e giocare con me.
La mia teoria in merito è che, per puro istinto, si rendono conto che, mentalmente, sono in pratica una loro coetanea.
Io non ho problemi a giocare con i bambini, purché:
1 - per un tempo limitato;
2 - non mi sbavino addosso;
3 - possano essere riconsegnati ai legittimi genitori non appena cominciano a frignare.

Devo dire però che una cosa che faccio sempre, anche quando potrei evitarlo, è ricambiare il saluto di un bambino che mi fa ciao. Lo stupore negli occhi dei bambini quando un adulto sconosciuto si accorge della loro presenza, e la gioia quando questo adulto sta al gioco, credo che siano tra i sentimenti più puri che si possa mai avere la fortuna di provocare.

Addams, Inc.


venerdì 16 settembre 2011

Outing

Dio sa che sono assolutamente per la parità dei diritti tra etero e omosessuali (lo sa Dio e lo sa l'amore mio, al quale infliggo quotidiani comizi pro-diritti dei gay). E Dio sa che sono nauseata dall'ipocrisia di quanti, parlamentari in primis, cercano il consenso delle folle (degli idioti) sbandierando la propria idiota omofobia, quando nella realtà sono omosessuali, o bisessuali. 
"L'applauso per sentirsi importante, senza domandarsi per quale gente." (cit.)

Più schifo ancora mi fanno quelli che si lanciano in dichiarazioni omofobe, propugnano leggi contro il matrimonio e l'adozione gay perché la difesa della famiglia "tradizionale" (quale? quella in cui la donna sta a casa a tirare su i figli e l'uomo lavora e a stento se ne ricorda i nomi?), la religione e la morale bla bla, e poi vanno a puttane.
Ogni riferimento a onorevoli (sì, vabbeh), ministri e presidenti (pfui) del Consiglio è totalmente voluto.

Detto ciò, non sono d'accordo con l'idea di pubblicare in Internet la lista dei parlamentari omofobi in pubblico e gay in privato. Credo che la decisione di rendere pubblica la propria sessualità, qualunque essa sia, debba essere presa in totale libertà dalla singola persona. Soprattutto qui e adesso, con il clima di intolleranza che si sta tristemente diffondendo (anche e soprattutto per merito di questi inqualificabili personaggi che sobillano gli imbecilli, pur essendo gay loro stessi, così di fatto impedendo agli altri di vivere tranquillamente la propria vita).

giovedì 15 settembre 2011

Andiamo ai materassi

Dovete sapere (no, davvero, DOVETE saperlo, è una cosa vergognosa; credo di averlo anche già scritto qui sul blog, perché mi ha fatto indignare) che noi comuni mortali non possiamo più prelevare liberamente i nostri soldi in banca. Sopra i 2.500 euro ('na miseria) il cassiere è obbligato a chiederci la causale del prelievo.
Norme anti-riciclaggio, dicono.

Difatti nell'ultima mirabolante manovra economica, quella testé approvata, che dovrebbe portarci al pareggio di bilancio entro il 2013 ma che già si sa avrà bisogno di correttivi, oltre a nessun taglio per lo stipendio dei parlamentari (e come ti sbagli), si ventilava anche l'introduzione di un ennesimo scudo fiscale. Per la serie, se hai portato illegalmente miliardi all'estero, evadendo le tasse e di conseguenza facendone pagare di più a me, adesso te li puoi riportare felicemente in Italia, e nessuno ti chiederà mai niente, manco come ti chiami. Se invece io, che sono una lavoratrice dipendente e quindi anche volendo le tasse non riuscirei a evaderle, decido che sono allergica a bancomat/carte di credito e non voglio che i miei acquisti siano tracciati per ragioni di privacy, per prelevare i miei soldi che mi fatico in ufficio otto ore al giorno, devo sudare sette camicie.

In banca mi hanno detto: "Che crede, signora, pure per noi è un disagio, non è piacevole dover spiegare a tutti che non è colpa nostra, ed è imbarazzante chiedere la causale del prelievo, e così e cosà."
Ma gli allevatori hanno montato tutta una protesta sulle quote latte, e i precari della scuola giustamente protestano, e i medici si sono ribellati all'installazione di un sistema informatico per ricette/certificati; perché le banche, che pure i loro bravi strumenti di pressione mediatica/politica li avrebbero, non hanno protestato tutte insieme per il disagio arrecato ai clienti, ché clienti siamo e gli lasciamo i nostri soldi, e ricevendone in cambio interessi pietosi?

E servizi penosi: oggi per prelevare due soldi mi hanno fatto perdere un'ora. Tanto vale chiudere i conti e nascondere i soldi sotto il materasso. Poi dicono che le banche sono in crisi.

mercoledì 14 settembre 2011

Troppo controllo

Giornata frenetica sul lavoro oggi, per chiudere un progetto che avrebbe meritato tipo due mesi di ponzamenti, e che abbiamo dovuto tirare giù in due settimane. Scarse.
Io non è che sia stata coinvolta più di tanto, per la verità; diciamo che ho monitorato la situazione con una sorta di clinico distacco, pronta a intervenire a mo' di salvatrice della patria se mi rendo conto che il panico sta raggiungendo il livello di massima allerta.

(Il mio lavoro è bello perché nessuno sa che cosa io debba effettivamente fare.)

OK, sto esagerando con il sarcasmo. In realtà devo controllare che tutti si ricordino tutto e nessuno si dimentichi niente, soprattutto nei momenti di panico. Non è facile perché sono estremamente disordinata, ma dato che sono anche estremamente ansiosa controllo tutto almeno tre volte - le prime due per sicurezza, la terza perché non mi ricordo se ho controllato o no. E comunque, siamo tutti molto rigorosi (eufemismo per "paranoici") e quindi, di solito, riusciamo a prevenire le catastrofi.

Di solito. Oggi, invece, la catastrofe (relativa: non lavoro in un ospedale, per fortuna) è avvenuta, e quel che è peggio, per colpa mia.
(Colpa ovviamente prontamente ammessa e prontamente perdonata dalla mia fin troppo buona capa).
La cosa pazzesca è che ho sbagliato perché non ero sicura di un'informazione, così l'ho controllata. Non su Internet. Su un nostro documento. Che era sbagliato.
Se mi fossi fidata del mio istinto e non avessi controllato, non avrei sbagliato. Rabbia.


Priorità istituzionali

L'idea che lo trascinino in tribunale in mezzo a due carabinieri, come Pinocchio, è intrigante (peraltro, oggi una vignetta siffatta campeggiava sul Giornale, autogol o lapsus freudiano?). Ma direi che prima di tutto bisognerebbe cacciarlo a pedate da Palazzo Chigi, o comunque impedirgli di continuare a far danni (sarebbe anche ora), ché qui stiamo correndo verso il precipizio e l'unico pensiero dei nostri esimi governanti (tutti, senza eccezioni) è di salvarsi la ghirba, il portafoglio e la poltrona.

Eutanasia

Stamattina in mezzo alla strada c'era un gatto che si contorceva, moribondo. Una macchina doveva averlo appena investito.
Ho seppellito due genitori, due nonne e parenti/conoscenti in ordine sparso, quindi la cosa non avrebbe dovuto toccarmi più di tanto. Invece mi sono messa a piangere, e di brutto. 
Il mio primo pensiero è stato "speriamo che qualcun altro ci passi sopra, e presto. Speriamo che muoia subito".