venerdì 30 gennaio 2009

Imbecilli

Vi ho già detto quanto odio Facebook? Si, eh? Beh, mi ripeto. Lo odio non solo perchè all'improvviso rispunta dal nulla gente mai più sentita da anni, che ti professa sempiterna amicizia; ma anche perchè la trappola infernale in questione sta diventando il ricettacolo dei più grandi idioti che abbiano popolato il nostro ridente pianeta.

Prima i fan di Totò Riina & C.; poi quelli degli stupri di gruppo (beh, se sono così amanti del genere possiamo sempre farglielo provare in prima persona...); adesso un altro genio ha creato una pagina dedicata a coloro che vogliano uccidere Vladimir Luxuria.

Se mi serviva giusto una spintarella per cancellarmi da Facebook, bene: adesso l'ho avuta. Ma prima penso che pubblicherò a mia volta una pagina, dedicata a coloro che vogliano picchiare con una roncola tutti questi spiritosoni.
E ovviamente, questa è la scusa perfetta per giustificare le prossime venture leggi di censura della Rete.

OK, facciamo DUE roncole.

giovedì 29 gennaio 2009

Tecnologia avanzata

Sto diventando sempre più fissata con i blog, e alla continua ricerca di nuovi divertenti giochetti (OK, si dice widget) da installare.

Dato che in alcuni dei blog che seguo vengono usate emoticons all’interno dei post, volevo cercare un modo di fare lo stesso. Così mi sono imbattuta in questo programma (che non cito esplicitamente per non fare pubblicità: tra l’altro manco mi pagano…) che ho utilizzato per comporre questo post.

Che ve ne pare? So già che farò le ore piccole, questa notte, per esplorare tutte le funzionalità disponibili…

martedì 27 gennaio 2009

Tiro al piccione

In questo inizio di millennio le notizie volano e i siti web si aggiornano di continuo, a ritmi frenetici, per proporci in ogni istante i fatti e i commenti più originali ed esclusivi.

Questo titolo, ad esempio, mi ha incuriosito (vedi particolare ingrandito).

 
- Il piccione? - Mi sono detta. - Sarà un'acuta analisi sociologica sulla credulità degli elettori americani, o una previsione di "tiro al bersaglio su Obama"?
Poi ho cliccato sul link...

lunedì 26 gennaio 2009

Marco on air / 32

passaparola

Fiato sprecato

Inutile dire che, in un Paese civile, un tizio che mostra così tanto disprezzo per le donne (per tacere delle barzellette sui lager, ah ah che risate!) non sarebbe candidato neanche a un consiglio di circoscrizione comunale, e se per sbaglio ci finisse lo caccerebbero via a pedate dopo neanche 5 minuti.

Tutte le strade portano al blog

Ho installato da poco ShinyStat, ed è divertente in particolare leggere le chiavi di ricerca che hanno portato i navigatori sul mio blog.

Tra queste: "l'arte di farsi i cazzi propri" e "non farsi i cazzi propri".

Uhm... mi chiedo a quale delle due il mio blog risponda meglio!

venerdì 23 gennaio 2009

Parola del giorno: Cagionevole

Cagionévole

agg. CO (di persona)
Sinonimi: FO debole AU delicato CO malaticcio, vulnerabile
Contrari: FO forte, robusto, sano CO florido, prosperoso, vigoroso

Estens. (di aspetto)
Sinonimi: AU fragile, gracile CO malaticcio
Contrari: FO buono, sano CO florido.
(Provided by Dizionario DeMauro Paravia on line)

Esempio:
- coff coff... mi sa che dopo pranzo me ne vado a dormire...
- riguardati amore... non ti facevo così cagionevole!

A volte ritornano e nessuno glielo ha chiesto

Lo temevo fin dal primo momento, e alla fine le mie peggiori paure si sono avverate: ieri una ex-compagna di liceo mi ha contattato via Facebook.

Che poi, direte voi, Facebook è nato proprio per questo: per rimettere in contatto ex-compagni di scuola e conoscenze che non si vedono da anni e annorum.
Ma dico io, se per 18 anni (diconsi DICIOTTO: metà della mia vita) non abbiamo scambiato nemmeno non dico una telefonata, ma un SMS a Natale, neanche uno dei più squallidi e preconfezionati, un motivo ci sarà.
E allora, che mi contatti a fare? Per aumentare la collezione di amici-figurine?

Odio Facebook.

giovedì 22 gennaio 2009

Lapsus freudiani

Mi imbatto in un modello di statuto per un'associazione culturale APATICA e apolitica.

Più chiaro di così...

Alla giusta distanza

Da casa mia si vedono passare gli autobus. Il che mi permette di regolare il passo, accelerando se ne scorgo uno in avvicinamento, o rallentando se invece (come spesso capita) non si vede cielo.
L'altro giorno, per l'appunto, ho fatto uno sprint da centometrista per agguantarne uno che era quasi alla fermata. Ma voltandomi per controllare la situazione, ho visto un secondo autobus in arrivo.

Allora ho fatto sfilare il primo - stracolmo - e ho preso l'altro, semivuoto. Che è rimasto tale fino al capolinea, perchè quando due autobus si susseguono in un intervallo di tempo così breve, succedono tre cose:
1) il primo autobus ramazza tutti i passeggeri in attesa;
2) il secondo non trova più nessuno da far salire (ergo non si ferma alle fermate, ergo giunge a destinazione in tempi record);
3) chi arriva alla fermata dopo il passaggio del secondo autobus, dovrà aspettare tempi biblici per avvistarne un terzo.

Credo che il punto 3 sia un corollario della Legge di Murphy.

Passa il tempo

Ti rendi conto di non essere più giovanissima quando afferri al volo il telefonino che stava per cadere, e il primo portierone della Nazionale a cui ti viene in mente di paragonarti è Stefano Tacconi.

Update: scusate i commenti di prova, volevo controllare di non aver fatto pasticci con il codice.
Ah, e il "ti amo" anonimo è legittimo ;-)

mercoledì 21 gennaio 2009

Momenti di gloria

Secondo voi, chi è un secchione? Chi a scuola prende tutti 8 e 9, o chi si ammazza di studio?

Attenzione perchè una cosa non implica l'altra: io prendevo tutti 8 e 9, ma a casa praticamente non aprivo libro. Potevo permettermelo dato che in classe stavo ATTENTISSIMA, quasi non respiravo, e quindi arrivavo a casa con un mal di testa allucinante, ma in pratica "già studiata".
E poi, crepi la modestia: ero brava. Capivo tutto al volo.

Tranne la fisica. La fisica e io eravamo incompatibili. Arrivavo magari al concetto filosofico, ma l'applicazione pratica era roba dell'altro mondo. Gli esercizi non li facevo mai, tanto non mi riuscivano.

Una sera (caso più unico che raro, mamma pensava stessi male) rimasi col naso sul libro di testo per ore, inchiodata a una formula incomprensibile. Alla fine, l'illuminazione: l'autore - che Iddio lo rimeriti - aveva saltato un passaggio che richiamava una formula precedente.
Fiera di me, il giorno dopo andai a scuola pregando tutti i santi che la prof. mi interrogasse: per una volta che avevo studiato, volevo soddisfazione!

Invece la prof. chiamò M., la più brava della classe, che io sospettavo fieramente di imparare le lezioni a memoria. Pazienza, mi dissi: se la formula l'ho capita io, ci sarà arrivata anche lei.
Infatti M., da brava secchiona, a domanda rispose scrivendo la formula sulla lavagna.
Ma quando la prof. le chiese: "Perchè è così?" cadde nel panico.

Non lo sapeva: aveva semplicemente imparato la formula a pappagallo. Q.E.D.

Non fiatai. Non alzai la mano. Mi limitai a fissare la prof. trasmettendole telepaticamente il messaggio: "CHIEDILO A ME."

Devo essere stata efficace perché, con uno scintillio divertito negli occhi, la prof. mi chiese di spiegare la formula.
Meno efficacemente nascosi il trionfo nella mia voce, nel dare la risposta.
E per niente efficacemente nascosi il trionfo nel mio sguardo, quando la prof. - davanti a tutti e con M. ancora in piedi alla cattedra - disse: "Ecco! E' così che dovete studiare, dovete capirle le cose, non impararle a memoria!"

I miei compagni di classe mi odiavano. Pazienza.

L'erba del vicino...

Invidio l'America, oggi.

martedì 20 gennaio 2009

Brava Bari!

Incredibile ma vero, posso essere fiera della mia città, oggi.

Infatti, dei 3 (diconsi TRE) cinema italiani attrezzati per i disabili, uno è proprio a Bari.

Che figata!

lunedì 19 gennaio 2009

Marco on air / 31

passaparola

Parola del giorno: Inalberarsi

L'amore mio è meraviglioso (altrimenti non sarebbe l'amore mio!), ma difetta un po' in italiano.
Per sua fortuna io sono una piccola enciclopedia/prontuario di grammatica&sintassi ambulante, e lo correggo fino all'estenuazione (sua e di chi ci circonda).
Inoltre gli insegno un sacco di parole carine ma desuete: almeno una al giorno.

La parola di oggi è Inalberarsi:
v.pronom.intr. CO
* 1 (di cavallo)
Sinonimi: CO impennarsi.
* 2 fig. (di persona)
Sinonimi: FO arrabbiarsi, scattare CO adirarsi, impermalirsi, incazzarsi volg., irritarsi, perdere le staffe, sbottare.
Contrari: CO calmarsi, placarsi, rabbonirsi.
(provided by Dizionario DeMauro Paravia on line)
Esempio:
- Amore, ieri eri proprio carina... Ma tu sei sempre carina!
- Meno male che hai precisato, stavo già per inalberarmi...

venerdì 16 gennaio 2009

Strangolini

So di essere disordinata. Lo so perchè le mie garrule sorelle me lo dicono sempre, e in occasione della reunion per Natale non hanno fatto che ripetermelo.

Hanno ragione, e anzi le ringrazio qui pubblicamente per avermi riordinato la cucina.

Il problema è che hanno buttato un sacco di cose. E quelle che non hanno buttato, le hanno spostate. E al mattino, fino a quando il caffè non mi entra in circolo, io procedo con il pilota automatico in una sequenza di azioni puramente meccaniche. Quindi, se tu mi sposti il barattolo dello zucchero, rischio seriamente di dolcificare il suddetto caffè con l'origano.

In più sono scomparsi tutti i miei strangolini (quei laccetti di fil di ferro rivestiti di plastica), che tenevo in bella vista a portata di mano per chiudere il sacchetto del pranzo ogni mattina. Ora come lo chiudo il sacchetto?

Sono problemi, gente.

giovedì 15 gennaio 2009

God save the Boss

L'ho fatto. Ho creato un nuovo blog dedicato alle mie vicissitudini in ufficio.
Ci sto ancora lavorando, ma la struttura sostanzialmente è fatta.

Se vi va, fateci una capatina: si chiama God save the Boss.

Secondo tempo

Antefatto: alle 10.15 offro al capo di fargli assaggiare, dopo la pausa pranzo, un po' del limoncello che ho portato ai colleghi e che, a detta di tutti, è ottimo.
NB: la pausa pranzo finisce alle 13.30.

La giornata lavorativa prosegue, come sempre, tra mille e mille diverse incombenze.

Alle 14.45 il capo entra sparato nel mio ufficio e, tutto giulivo, mi fa: "Beh, vediamo se è vero!".
Alzo la testa dal PC e con aria smarrita gli chiedo: "Che cosa?"
Lui: "Come che cosa? Vengo nel tuo ufficio DOPO PRANZO, secondo te che voglio?" [vuole il limoncello offertogli circa 4 ore prima, scema io che non ci arrivo... NdA]
Io: "Capo, lei è un po' criptico ultimamente..."
Lui: "No, sei tu che perdi colpi!"

E come ti sbagli? :-(

mercoledì 14 gennaio 2009

Requisiti richiesti: lettura del pensiero

Comincio a pensare che varrebbe la pena di aprire un blog apposito per registrare i dialoghi surreali che si svolgono in ufficio.
Questo è di neanche 2 minuti fa.

Scena: Angelica sta tranquillamente smanettando al suo PC. Squilla il telefono.

Angelica: Pronto?
Il Capo: Angelica?
Angelica: Sì?
Il Capo: Che dici?
Angelica: *__*
Il Capo: [SILENZIO]
Angelica: ... ehm... a proposito di CHE?
Il Capo: Beh, di un sacco di cose!

Ah, ecco.
Non ho avuto i riflessi pronti. Dovevo rispondergli: "Beh, tutto sommato è una bella giornata, ha smesso di piovere..."

martedì 13 gennaio 2009

Così si fa!

Ieri, dopo "solo" un'ora di straordinario che sono stata costretta a fare senza preavviso, nel bel mezzo di una riunione mi sono alzata, ho salutato e dicendo educatamente "mi spiace, ma devo proprio andare" ho preso la porta.
La faccia basita del mio capo, come dice una nota pubblicità, non aveva prezzo.

In realtà non avevo impegni pressanti, a parte il corso di Pilates che - per questioni urgenti e ben motivate - avrei anche potuto saltare.
Ma non volevo far passare il concetto che si può disporre del mio tempo a proprio piacimento, senza avere l'elementare cortesia di chiedermi se restare in ufficio oltre l'orario solito può crearmi problemi.

Oggi ero pronta ad affrontare le rimostranze del capo e a ribadirgli che ho tutti i diritti di organizzarmi una vita fuori dall'ufficio fuori dall'orario d'ufficio. Immaginavo che al mio arrivo mi avrebbe investito con i soliti "bla bla senso di responsabilità bla bla riunione importante [balle, NdA] bla bla lealtà all'Azienza bla bla e ancora BLA", a cui avevo deciso di replicare ricordandogli tutte le volte in cui sono rimasta in ufficio fino a sera tarda e SENZA ottenere straordinari. O le volte in cui mi ha fatto saltare la pausa pranzo (l'ho recuperata, ma a orari assurdi). O le volte in cui, pur stando male (influenza, non banale raffreddore), sono rimasta in ufficio a fronteggiare situazioni di emergenza.
Forse è proprio perchè ero impegnata a meditare questa articolata replica che questa mattina ho scordato a casa di tutto.

Beh, il capo è arrivato tutto allegro, mi ha salutato con viva cordialità e mi ha anche cortesemente lasciato in visione le bozze di un libro di cui non mi occupo io ma che "potrebbe interessarti" (in effetti mi interessa parecchio).
Morale: a volte (rare, ma ce ne sono) farsi valere rende di più che leccare il culo.
Che poi, magari il capo ha solo passato una "bella serata" con la moglie ieri. Ma conoscendo il tipo, propendo per la mia morale.

Mezzo vuoto, mezzo pieno

Non per usare un luogo comune fra i più vieti, ma nella vita non si può mai sapere (Dio, mi sento tanto Forrest Gump!) e spesso situazioni che appaiono favorevolissime ti si rivoltano contro. Per fortuna avviene anche il contrario, ossia qualcosa che vivi come una grandissima sfiga si rivela invece un colpo di fortuna.

Senza scomodare i massimi sistemi, oggi mi è successo che uscendo per andare in ufficio mi sono resa conto di aver lasciato a casa il lettore mp3. Mentre facevo questa scoperta, mi sono vista sfilare davanti il mio bus. Grrrr.

A quel punto, sapendo di avere almeno 10 minuti di tempo prima del passaggio dell'autobus successivo, sono risalita a casa per recuperare il lettore mp3. E ho realizzato di aver dimenticato anche il telefonino. Se non avessi scordato il lettore, del telefonino mi sarei accorta solo in ufficio.
Bene, prendo il telefonino, prendo il lettore, torno in strada, arrivo alla fermata ed ecco il bus! In anticipo di più di 5 minuti.

Sono arrivata in ufficio anche prima del solito.

lunedì 12 gennaio 2009

Tutti gli egocentrici si assomigliano

L'egocentrismo delle persone mi lascia sempre sbalordita. Parlo di quella peculiare caratteristica per cui certa gente presume, di default, che ciò che va bene a loro vada bene anche agli altri e che tutti siano al loro servizio, lieti di esserlo e senza altro da fare nella vita che attendere i loro ordini.

La mia vita quotidiana in ufficio (ma sospetto che tutti i luoghi di lavoro si somiglino, come nell'incipit di Anna Karenina) è una miniera di esempi di ciò che intendo.

Esempio 1: un dirigente (di altra divisione, peraltro) convoca una riunione alle 15.30 chiedendo conferma dell'orario. Rispondo segnalando che devo uscire alle 16, e propongo di anticipare la riunione alle 15.00. Nessuna replica. Alle 15.30 mi chiama la "mia" dirigente (che, non essendo egocentrica, mi rassicura: tempo 10 minuti e me ne potrò andare) e mentre sono nella sua stanza l'altro dirigente la chiama al telefono, chiede di me e mi ri-convoca per la famosa riunione.
(Ero fieramente decisa ad aspettare le 16.05 e quindi, con un bel sorriso, alzarmi e andarmene. Giuro che l'avrei fatto. Ma mi hanno fregato: la riunione è finita alle 16.02.)

Esempio 2: qui l'antefatto è che ho una riunione fissata in agenda per le 15. Una dirigente (di altra divisione, of course) mi telefona e con voce giuliva mi fa: "Allora per il progetto X ci vediamo alle 15". "Mi dispiace - replico per niente dispiaciuta - ma per le 15 oggi ho già un impegno." "Ah" è la risposta, gravida di disappunto e di stupore per il fatto che io possa avere un altro impegno, concomitante a quello che lei ha avuto la bontà di fissare per me (senza dirmelo fino a 4 ore prima, ça va sans dire).

Esempio 3: solitamente arrivo in ufficio alle 8.30, quindi contando le mie brave 8 ore da contratto + BEN mezz'ora di pausa pranzo, alle 17 posso spegnere il PC e andarmene. Questo quando il capo non decide di fissare una riunione alle 16.30, che mai, mai e poi mai finirà entro mezz'ora. Ovviamente posso fare gli straordinari, mi vengono pure pagati, ma cribbio (direbbe qualcuno), e se io avessi fissato alle 17 una visita medica, o più modestamente un appuntamento con un'amica? Cosa ti costa - dico io - alzare il telefono e chiedermi se posso trattenermi un po' di più in ufficio oggi?

Marco on air / 30

passaparola

venerdì 9 gennaio 2009

Alla ricerca dell'angora

Leggendo il giornale, oggi, ho avuto una premonizione su quella che potrebbe essere la mia fine: sepolta sotto una montagna di vestiti, uccisa dal troppo shopping.
E' pur vero che siamo in periodo di saldi, anche se le cose belle e di qualità scarseggiano (maglioni di "puro" acrilico offerti a 40 euro, per me se li tenessero pure!) e per trovare roba decente devo fare veri e propri scavi rispolverando i miei trascorsi archeologici.

Seriamente: ricordo che quando ero piccola, e fino all'adolescenza, quando andavo a far spese con la mia mamma le commesse si affrettavano a sottolineare la composizione delle stoffe, dicendo "pura lana signora!" oppure "qui c'è anche cachemire/angora/montone tibetano". Ora invece, quando chiedo la composizione, le commesse mi guardano basite: "cos'è che va cercando questa qui?!"

Ora, io vorrei un paio di pantaloni di lana, neri. E' proprio così difficile?

giovedì 8 gennaio 2009

Il peggio non ha limiti

Come se non fossimo messi già abbastanza male, domani esce il nuovo singolo di Nek.

Senza titolo

Oggi ho davvero qualcosa di cui vale la pena scrivere, ma disgraziatamente è una brutta notizia.

Questa mattina arrivando in ufficio ho visto in strada due volanti della polizia e un'ambulanza; erano lì perchè un signore si è suicidato, buttandosi dal balcone del settimo piano. Ora la Scientifica sta facendo i rilievi, se mi affacciassi alla finestra li potrei vedere.

Non riesco a immaginare di essere a un livello di disperazione tale da trovare il coraggio di uccidermi.

mercoledì 7 gennaio 2009

L'Odissea era Disneyland in confronto

Mia sorella, la spagnola, ha rischiato di non poter tornare a casa ieri (e non saprei dire chi tra lei e me fosse più sconvolta da questa tragica eventualità).

Il suo volo è stato ritardato di 7 ore, cosa che abbiamo scoperto fortuitamente dato che dalla compagnia aerea, MyAir, non ci è stato dato uno straccio di avviso, nè spiegazioni, nè niente.
In effetti MyAir non ha personale di terra, per cui non c'era nessuno a cui chiedere informazioni. Ditemi voi se è giusto che a una compagnia sia permesso di utilizzare rotte internazionali senza avere un ufficio informazioni in ogni scalo.


Inoltre le altre nazioni europee, quelle civili, non autorizzano i piloti MyAir a volare in condizioni meteo avverse; ragion per cui l'aereo che avrebbe dovuto partire da Parigi, arrivare a Bari e portare mia sorella a Madrid dal suo gatto, ieri è rimasto tristemente nella Ville Lumiére.

L'aereo, che doveva partire alle 16.10, è decollato dopo le 23.15. In tutto questo i passeggeri sono stati costretti a rimanere nel terminal, perchè il check-in era stato effettuato regolarmente alle 15.00. Altri poveri malcapitati, diretti a Parigi sempre con volo MyAir, hanno aspettato 8 ore per scoprire che il volo era cancellato. Dicesi sequestro di persona.

Chi ben comincia

L'anno comincia con un premio, il prestigioso Dardos, per il quale ringrazio Solar Time, peraltro uno dei miei blog preferiti :-)

Ecco qua il trofeo e il regolamento:
1) accettare, se vi va, e pubblicare logo e regolamento del premio
2) linkare il blog che vi ha premiato
3) premiare altri 15 blog meritevoli, avvisandoli del misfatto!
Dato che il premio va "ai blogger che hanno dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali", ecco le mie prime nominations (posto che premiare a mia volta Solar Time sarebbe troppo facile):
Vado alla ricerca di altri blog meritevoli, naturalmente ogni vostra segnalazione sarà la benvenuta!

domenica 4 gennaio 2009

Anno nuovo

Abbiamo cambiato anno (almeno formalmente, per il resto pare che vada tutto come al solito) e le feste sono agli sgoccioli.

Come sono andate per voi? Le mie sono state impegnate al limite del frenetico, tra parenti amici e fidanzati. L'importante, penso, è non perdere di vista l'essenziale e saper conservare un po' di tempo per se stessi... il pomeriggio in cui iniziano i saldi, per esempio.