lunedì 30 marzo 2009

Marco on air / 41

passaparola
Marco Travaglio a Bari: mercoledì 8 aprile, ore 21.30,
Libreria Laterza

Lo strano caso della lavatrice vagabonda

Era una bella mattina di sole e vento. "Giornata ideale per fare il bucato!" si disse la ragazza, che senza por tempo in mezzo prese copripiumini e asciugamani e caricò la nuova lavatrice. Poi rientrò in casa tutta soddisfatta dicendo all'amore suo: "Amore mio, sei stato proprio bravo a installare la nuova lavatrice!".
Mentre però stavano sul divano in soggiorno a darsi tanti bacetti, alla ragazza parve di sentire uno strano rumore. Tornò fuori e vide che la lavatrice stava allegramente scorrazzando sul balcone.

L'amore suo, prontamente accorso, rimase perplesso: "Forse è perchè le abbiamo messo le rotelle..." Allora tolsero faticosamente le rotelle (per fortuna la lavatrice vagabonda era piena di panni bagnati, ma aveva scaricato l'acqua). Anche senza le rotelle, però, la lavatrice continuava a vagabondare minacciando di buttarsi di sotto. "Sarà la pendenza del balcone... proviamo a portarla dentro" disse l'amore suo, sempre propositivo, mentre la ragazza in preda a una crisi isterica prendeva a calci tutto quello che aveva a portata di piede.
Così i due malcapitati smontarono la lavapiatti che era in cucina, portarono dentro la lavatrice e provarono a riavviarla. Macchè: la lavatrice continuava imperterrita a passeggiare in lungo e in largo. 

Ormai privo di risorse, l'amore suo disse alla ragazza: "Chiamiamo l'assistenza." Allora la ragazza prese il libretto delle istruzioni, ma prima di chiamare provò a leggere la pagina "Inconvenienti frequenti". E qui trovò scritto: "Se la lavatrice vibra troppo, assicuratevi di aver sbloccato il cestello".
E così la ragazza e l'amore suo, dopo aver faticato per due ore spostando elettrodomestici, staccando e riattaccando tubi e sporcando tutto il pavimento che era stato lavato appena la sera prima, scoprirono che sul retro della lavatrice c'erano tre lunghe viti birichine che tenevano bloccato il cestello e che, una volta tolte quelle, la lavatrice rimaneva fermissima.
Fine della triste storia.

venerdì 27 marzo 2009

La Pravda era il Washington Post in confronto

Cito da un articolo di Repubblica.it sul prossimo congresso del PdL e la discesa in campo di Berlusconi:
L'ormai famoso avviso di garanzia durante il vertice di Napoli fa cadere il governo.
Ora, questa è una balla. Ma di fandonie, disinvolti giri di parole e gigantesche omissioni l'articolo è pieno. Esempio: a cosa si riferiva questo "ormai famoso avviso di garanzia"? Non vogliamo ricordarlo ai lettori, così, tanto per fare un po' di giornalismo una tantum?

In compenso, però, se dei guai con la giustizia del Cavaliere e delle leggi ad personam non si fa parola (si parla di "guerra contro la magistratura"; sì, ma perchè?), non ci facciamo mancare una fighissima gallery con "tutte le donne del Cavaliere".

Continuiamo così. Facciamoci del male. 

giovedì 26 marzo 2009

Obbedisco

Cosa aveva detto Napolitano, che ci voleva una legge sul testamento biologico?
Detto fatto: la legge è quasi pronta, e stabilisce che il testamento biologico non serve a una beneamata cippa.

Questo triste mondo malato

Notate come dell'entusiasmo generato da Debora Serracchiani non si abbia notizia se non in Rete.
E così ci spieghiamo come mai si eviti di cablare il territorio nazionale, cercando allo stesso tempo in tutti i modi di censurare il web.

mercoledì 25 marzo 2009

Obiezione di cervello

Credete di vivere in un Paese civile? Vi scagliate contro il fanatismo talebano, cullandovi nella fallace convinzione che "tanto certe cose qui da noi non possono succedere"? Beccatevi questa.

In un ospedale romano (non so di preciso quale, ho reperito la notizia qui) a una donna è stata rifiutata la visita di controllo ginecologica con annesso pap-test perchè aveva l'inguine depilato, e quindi i medici (tutti quelli di turno, a quanto posso capire) si sono dichiarati obiettori di coscienza contro le "scelte di vita" della signora, per loro "inaccettabili".

Devo commentare?
No, aggiungo solo che la notizia è confermata e garantita come vera.

Update 31/03/09: il mio post è citato qui.

Cambia il tempo

Questa mattina mi sono svegliata. Che detta così sembra l'inizio di una canzone partigiana (e comunque, ora e sempre Resistenza).

Fatto sta che stamattina mi sono svegliata e pioveva a dirotto. Di nuovo. Ieri timido sole primaverile. Oggi pioggia (a zuffunn', si dice da queste parti) e cielo grigio tipicamente invernale. 
Il diluvio ha trasformato le strade in ruscelli ed ha abbassato la temperatura. Di nuovo. Comincio a stancarmi di questa altalena meteorologica.

Se non altro, l'acquazzone è finito prima che uscissi di casa, così ho dovuto preoccuparmi soltanto di non farmi inondare dalle auto in aquaplaning.

martedì 24 marzo 2009

Beata solitudo...

Mentre ero in varie faccende affaccendata, pensavo a quante cose hanno da fare gli adulti: finito il lavoro c'è la casa a cui badare, la spesa da fare, le bollette da pagare...
A quel punto ho avuto un'illuminazione: finito il lavoro ho la casa a cui badare, la spesa da fare... Sono diventata adulta anche io.

Come mai non me ne ero accorta prima? Beh, forse perchè identifico l'adultità con l'avere una famiglia, un marito, dei figli e con il dover gestire anche le loro esigenze, magari prima delle mie.
D'altra parte, se non devo preoccuparmi di altri al di fuori di me stessa (almeno in teoria), non c'è nemmeno nessuno che divida con me le incombenze quotidiane: la fila alla Posta, per dire, me la devo sciroppare sempre io.

Poi però posso tornare a casa, infilarmi la tuta, decidere che non ho voglia di pensare a cosa fare per cena e sdraiarmi scomposta sul divano a mangiare biscotti e guardare Law & Order. A conti fatti, direi che il bilancio è in attivo.

venerdì 20 marzo 2009

I soliti sospetti

Mi diverto molto nel leggere i blog in cui baristi, commessi, impiegati in genere raccontano dei loro tragicomici rapporti con la clientela. La clientela infatti (categoria in cui rientro a pieno titolo) è strana assai, e ne combina di tutti i colori.
Anche baristi, commessi, impiegati in genere nel loro piccolo, però, non scherzano.

Questa mattina l'amore mio mi ha offerto la colazione al bar sotto l'ufficio, dove vado con i colleghi, dove mi vedono ogni giorno e sanno che pago sempre, subito, fino all'ultimo spicciolo.

Allora perchè, quando il cassiere ha sbagliato il conto facendoci pagare 2 caffè invece di 2 cappuccini, e il barista se n'è accorto, ce l'ha fatto notare con aria sospettosa come se l'avessimo fatto apposta, e non ci ha dato i cappuccini finchè l'amore mio non ha saldato, e ci ha squadrato con aria torva per tutto il tempo in cui siamo rimasti al bar?

giovedì 19 marzo 2009

Tu come la vedi?

Francia, Germania, l'intera UE protestano contro l'uscita anti-condom del papa. La Spagna (viva Zapatero!) senza parole, invia in Africa un milione di preservativi.
Il Vaticano insiste: "L'unica risposta è nella Chiesa".

E però, è sbagliata.

(Quelo, ci manchi.)

mercoledì 18 marzo 2009

Critica letteraria

Da qualche settimana non riesco a staccarmi da Emma. Quando sono stata costretta a leggerlo all'Università l'ho odiato, trovandolo confuso e inconcludente. Adesso invece mi piace moltissimo, in alcune parti addirittura più di Orgoglio e pregiudizio.

A volte penso che quello scolastico sia il sistema migliore per fare odiare la cultura.

martedì 17 marzo 2009

Trovato per caso

 
Questo bassorilievo è stato appena rinvenuto a Ercolano, durante lavori di manutenzione ordinaria.
Come dire che a Ercolano, ordinariamente, si inciampa in cose del genere.

Io che ci sono stata lo confermo: è proprio così. A Ercolano, a Pompei e zone limitrofe come sollevi un sasso salta fuori questo e altro. Una volta ho rimosso una palata di terra e ho scoperto una manciata di vasetti miniaturistici* immersi nella cenere. Che ricordi... (sospiro.)

Tutta la mia invidia ai fortunati scopritori.

*Vasi miniaturistici: sono vasi che riproducono in versione "ridotta" le forme di recipienti d'uso comune, e sono destinati a funzioni rituali o votive. Fine della puntata di Quark.

lunedì 16 marzo 2009

Marco on air / 39

passaparola

Ricordi

I meccanismi della memoria sono strani. Ieri, mentre mi cimentavo nella confezione del mio primo tiramisù, mi è tornato in mente come un lampo il contenitore che usava mia mamma. Era una vaschetta per il gelato, riciclata, di plastica trasparente color oro.

Per inciso, il tiramisù è venuto benissimo. Yum yum. Oggi palestra.

mercoledì 11 marzo 2009

Disavventure

Perdonare i negazionisti proprio quando questi riaffermavano le loro tesi è stata, per il papa, "una disavventura imprevedibile".

Cito il Dizionario Treccani on line: disavventura è "avvenimento spiacevole, contrarietà, sfortuna".

Perdere l'autobus quando piove a dirotto è una disavventura. Venire scippato (e magari cadere a terra e farsi male) è una disavventura. Forare uno pneumatico dell'auto è una disavventura. Perdere lo zucchetto per il forte vento è una disavventura.

Apprendiamo che per il papa è una disavventura pure perdonare "preti" che negano l'Olocausto, sapendo che lo negano (le posizioni negazioniste dei lefebvriani non sono una novità). Che dire: di questi tempi essere cattolici è una soddisfazione.

In compenso i medici che fanno abortire una bimba violentata e messa incinta sono scomunicati. Per loro, una bella disavventura.

martedì 10 marzo 2009

Conferme

Stavo quasi cominciando a pensare "Beh, in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo in fondo Gianfranco Fini non è poi così male..." E mi dispiaceva di pensarlo.

Poi, per fortuna, oggi se ne esce con questa dichiarazione possibilista sul Berluska al Quirinale. Così posso tranquillamente tornare a considerarlo poco più di un'ameba.

"Non sono il delfino di Silvio", dice lui. Giusto. I delfini sono animali intelligenti.

domenica 8 marzo 2009

Breve bestiario del bus (11 e 11/)

Prendendo l'autobus tutti i giorni alla stessa ora (compatibilmente con gli orari aleatori della Municipalizzata), si incontrano sempre le stesse persone. Ecco a voi gli esemplari più notevoli.

La piccola vedetta lombarda: non si piazza alla fermata, ma all'angolo, sul lato opposto della strada, da dove può scorgere in lontananza l'autobus in arrivo. Utile, tutto sommato, dati gli orari aleatori di cui sopra (NB: la Municipalizzata ha piazzato da circa un anno e mezzo, a tutte le fermate, pannelli elettronici che però sono, da un anno e mezzo appunto, in fase di "prove tecniche", pertanto inattendibili).

Romeo & Giulietta: di loro ho già parlato. Lui ha 22 anni, lei 17, e si amano. Si baciano, scherzano, litigano (per finta), si ribaciano con tanto di lingua in bocca, parlano al telefono, giocano con la Playstation. Il tutto molto rumorosamente. Persi nel loro amore, non si accorgono del mondo. Purtroppo gli altri non possono evitare di accorgersi di loro.

Le oche del Campidoglio: un gruppo di 5-6 ragazzine dirette a scuola. Un paio di elementi sono fissi, gli altri variano ma il prodotto non cambia: si vestono, si pettinano, parlano e schiamazzano tutte allo stesso modo. Non portano mai una cartella, al massimo una micro-borsetta con cellulare e sigarette. Zero libri e zero biglietto del bus: le incontro tutti i giorni e non lo fanno mai. E no, non hanno neppure l'abbonamento.

Il re del mondo: va all'edicola di fronte alla fermata, sfoglia a sbafo 5-6 quotidiani, ne compra 2 o 3 (penso sia per questo che l'edicolante lo tollera), quindi si dirige alla fermata e passeggia nervosamente su e giù. Quando il bus arriva è il primo a salire; se non è il primo, ne è visibilmente irritato; se piove, entra nel bus con l'ombrello aperto e lo chiude, a bus in movimento, ovviamente inzuppando chi gli sta intorno. Quindi si fa strada verso l'obliteratrice, rovista nelle tasche alla ricerca del biglietto (va detto che fa sempre il biglietto), posa dove può il malloppo di giornali, timbra il biglietto, recupera il malloppo di giornali e si fa strada verso la testa del bus. Intanto dietro di lui si è formato un nodo gordiano di passeggeri in attesa di poter timbrare.

Il matto: credo almeno sia matto, e non che abbia un opinabile sense of humor. Quando il bus si avvicina alla fermata, se vede gente in attesa comincia a bussare contro il finestrino (porta un anello, quindi fa parecchio rumore: prima o poi beccherà il punto di rottura del vetro, e ci sarà di che ridere). Quando le persone per strada si voltano verso di lui, comincia a gridare: "Morite! Morite! Dovete morire!" Per il resto è innocuo (spero).

La bella addormentata: quando salgo sul bus è già lì, seduta, e dorme. Dorme profondamente nonostante la calca, gli scossoni, le frenate brusche, le grida (a Bari non si parla: si grida). Si sveglia giusto prima della sua fermata. Mi domando come faccia.

Il conferenziere (o la conferenziera): ne capita sempre almeno uno su ogni bus. Le persone cambiano spesso, gli argomenti della conferenza meno: si parla di politici che fanno schifo, o di programmi televisivi che fanno schifo, o dei giovani che fanno schifo, o del tempo che fa schifo, o dei prezzi che sono troppo alti. E quindi fanno schifo.

venerdì 6 marzo 2009

Madre Chiesa

In Brasile, una bimba di 9 anni è incinta. E' stata violentata dal patrigno fin da quando aveva 6 anni, e ora aspetta due gemelli.
La bimba viene fatta abortire. Secondo la legge brasiliana, infatti, l'aborto è legale in caso di stupro o di rischi per la salute della madre. La bimba, data l'età immatura, rientra in entrambi i casi.

Ora i medici che hanno praticato l'aborto sono stati scomunicati dalla Chiesa cattolica brasiliana. L'arcivescovo di Recife ha a quanto pare affermato: "La legge di Dio è superiore a qualunque legge umana. Quindi se la legge umana, cioè una legge promulgata dagli uomini, è contraria alla legge di Dio, questa legge umana non ha alcun valore."

Durissima la replica del Ministro della Sanità brasiliano, secondo cui la posizione della Chiesa è "estremista, radicale e inopportuna".
Vi figurate cosa avrebbe risposto il nostro Ministro della Sanità, se la vicenda si fosse svolta in Italia?

giovedì 5 marzo 2009

mercoledì 4 marzo 2009

Sono una reazionaria?

Brandelli di conversazione carpiti sull'autobus. Oddio, più che una conversazione era un monologo:
- Che poi, se questi giovani di oggi si comportano male, è perchè non sono seguiti dai genitori. Se io mi permettevo di dire una parolaccia, mio padre mi dava un bel ceffone... I genitori di oggi sono iperprotettivi: poi per forza i ragazzi si suicidano per una brutta pagella. Non sono più abituati a sentirsi dire di no... I genitori non educano i figli, si aspettano che sia la scuola a educarli...

Guardo di sottecchi la conferenziera: cappellino di lana, trecciona bionda, occhiali. Capisco, dal seguito del predicozzo, che insegna alle elementari. Mi verrebbe di chiederle se ha figli, ma preferisco evitare. In fondo siamo quasi arrivati alla mia fermata.

Lei scende prima di me. Noto che porta uno zainetto con un piccolo peluche attaccato (nulla quaestio, una maestra giovanile, bene) e indossa una minigonna jeans.

Intendiamoci: minigonna portata con calze nere ultracoprenti e stivali neri. Decentissima. Non sto dicendo che le maestre dovrebbero portare tutte un tailleur alla signorina Rottenmaier, con annessa penna rossa.
Però io ho sempre sostenuto che a scuola, o sul lavoro, c'è un abbigliamento consono e uno non consono. Secondo me a scuola si dovrebbe andare con ombelichi coperti, scollature non abissali, pantaloni non strappati, gonne non mini. E se questo vale per gli studenti, a maggior ragione per i docenti. E' una questione di rispetto degli altri, del ruolo, del luogo.

Ditemi pure che sono una sporca reazionaria, ma io la penso così.

martedì 3 marzo 2009

Desaparecidos

Solo ieri mi sono accorta che era sparito. Volevo rileggere la ricetta della mia Premiata Pastiera (una tradizione di famiglia), e il ricettario era scomparso. Non al solito posto, non in nessun altro posto a cui riuscivo a pensare.

Panico. Quella della Premiata Pastiera non è una ricetta, è LA ricetta. La ricetta dell'unico dolce che riesco a fare, che mi diverto a fare, che è un imperativo morale per me fare a Pasqua. Ci metto due giorni, ma il risultato li vale.

Ho cercato il ricettario ovunque. Anche in bagno. Perché mi conosco, e so che avrebbe potuto essere anche lì.
Prima di cominciare a cercare nella scarpiera, mi sono fatta forza e ho mandato una mail alla sorella spagnola per chiederle se, per caso, avesse lei il ricettario.

La risposta, fra l'infastidito e il rassegnato (anche mia sorella mi conosce), è stata "Certo che ce l'ho io, l'ho portato via dopo Natale, ti ho detto quattro volte che me lo portavo via..."
Whew. La Premiata Pastiera è salva.

domenica 1 marzo 2009

Parola del giorno: Arnia


àr|nia
s.f.
CO
1 cavità di un tronco o di una roccia in cui si annidano le colonie di api allo stato naturale

2 cassetta di legno per l’allevamento delle api

(Provided by Dizionario DeMauro Paravia on line)

Esempio: "E poi Grissom e Sarah sono davanti a un'arnia..."

[Dedicato a Enrica]

Bucoliche

Approfittando di una giornata di sole primaverile, ieri abbiamo fatto una passeggiata nel Parco dell'Alta Murgia. Non c'ero mai stata e mi è sembrato bellissimo.

Abbiamo assistito al rientro dal pascolo di un gregge di pecore, con il loro bravo campanello al collo. Nella stalla le aspettavano gli agnellini appena nati: le mamme pecore si sono precipitate da loro, con tanta foga che alcune sono finite col muso contro il recinto (ho scoperto che quando una pecora sbatte contro un recinto fa "sdrenng!").

A quel punto, in un concerto di belati, ogni agnellino è andato alla ricerca della sua mamma, e viceversa. Si riconoscevano al fiuto, e quando si trovavano l'agnellino iniziava a poppare con la codina che vorticava a velocità folle.