venerdì 29 agosto 2014

Poi io vivo di osmosi

Scopro per caso un nuovo blog, leggo le prime righe e penso: "Toh come scrive bene questo, vorrei scrivere così bene anche io". E siccome io vivo di osmosi, anche questo post che sto scrivendo un po' è contagiato da questo stile in cui sono scritte queste prime righe che mi sono piaciute tanto.

Poi leggo le seconde righe e penso che no, non vorrei scrivere così bene anche io, io non sono così e scrivo diverso. Anche le storie di vitavera che sono raccontate in queste seconde righe, storie di ragazzi ed ex ragazzi, amici ed ex amici, parenti ed ex parenti non sono le mie; sono di sicuro storie di vitavera ma io una vitavera così non l'ho avuta, io ho avuto una vita strana, e in parte ancora la sto avendo anche se da lontano forse non sembra (peraltro come della mia vita strana mi vergognavo in gioventù, così ne vado fierissima adesso. Deve essere la maturità della maturità).

Giro di link in link, di blog in blog: chi scrive da una parte poi commenta dall'altra e viceversa. Mi sono fatta l'idea che il mare magnum del mondo blog sia in effetti costituito da tanti arcipelaghi, in cui i vari blogger si conoscono e commentano tutti tra di loro, e raramente sconfinano. Noto anche uno stile comune, un mood comune, che non so descrivere meglio di "guardo all'ambiente sociale disagiato che mi circonda con virtuosa melanconia e malcelata superiorità intellettuale". 
Non è un mood che mi si addica, io la superiorità intellettuale non la celo affatto, anche perché di mio sono incapace di celare alcunché (torniamo alla vita strana di cui sopra).

Poi, oh, questa è la mia impressione e si sa che io sono malpensante oltre che intellettualmente superiore. Comunque abbandono l'arcipelago straniero e torno a pagaiare nel mio. 

A proposito: o voi blogger del mio arcipelago, com'è che sembrate esservi estinti tutti (quasi) contemporaneamente? Com'è che l'avviso dell'estinzione a me non è arrivato?

martedì 19 agosto 2014

E la chiamano estate

A un certo punto, sul cruscotto dell'auto si è accesa una spia che non avevamo mai visto prima.
A me l'ansia già monta quando si accendono spie note, figuriamoci quelle ignote. Figuriamoci poi quando l'amore mio, che dio lo benedica non è ansioso, commenta: "Uhm. Strano. Prendi un po' il manuale delle istruzioni e vedi a cosa corrisponde". E figuriamoci quando siamo a 1000 km da casa.

Bene, la spia indicava "Attenzione! Temperature inferiori a 4°C e possibile formazione di ghiaccio".
Il 15 agosto.

No, non eravamo in Lapponia ma in Valgardena.
E devo dire che il Natale in Trentino è bello. Bello, eh.
Tra pioggia, nebbia, ancora pioggia, nevischio e grandine (per chiudere col botto) siamo anche riusciti a fare i nostri bei giretti.
Disgraziatamente siamo anche riusciti a mangiare da far schifo: la mia idea masochisticgeniale di rivedere, al ritorno, le foto delle vacanze dell'anno scorso - quando l'amore mio era reduce da intervento quasi mortale e io da annessa angoscia - mi ha ulteriormente rafforzato nei miei propositi di dieta drastica & ginnastica (motivo per cui sono qui sul divano a scrivere questo post).

Si è peraltro rinnovato il curioso fenomeno per cui ogni volta che la sottoscritta mette piede entro i confini del Trentino diventa incontinente. Orologio alla mano, la mia autonomia prima di dover correre (letteralmente) alla ricerca di un bagno per fare plin plin è di mezz'ora scarsa.
Sarà l'aria pura, boh.

Tra i casi umani incontrati in vacanza, menzione d'onore alla tipa che in albergo è riuscita a non mangiare che insalata perché nulla le piaceva e a tutto era allergica (OK, è anche l'invidia che parla) e alla signora sapientina che sapeva tutto di tutto, ogni sera sceglieva una bottiglia di vino diversa diffondendosi sulle rispettive qualità di vigneti vitigni e cantine, una volta ci ha deliziato concionando di "piccola era glaciale" e "nell'età classica faceva più caldo di adesso, ecco perché andavano vestiti così; invece nel Rinascimento faceva più freddo" (Medioevo saltato a pie' pari, del resto quelli erano i secoli bui), le rare volte che il cielo era sgombro si premurava di informarci che "oggi si vede l'Orsa Maggiore", quando ho accennato al fatto che dalle nostre parti sono passati bizantini arabi normanni svevi angioini aragonesi e scusate se ho scordato qualcuno, ha ribattuto piccata "beh, sono passati anche dal Nord, eh!" e alla fine, quando stavamo partendo e l'ho salutata con un "arrivederci", ci ha tenuto a puntualizzare "beh non credo, siete in partenza!"
Difatti 5 minuti dopo ci siamo incontrati di nuovo nel parcheggio. Ma sono stata brava e non ho detto niente, mi sono limitata a guardarla col sopracciglio alzato.

(A domanda, l'amore mio che dio lo benedica mi ha assicurato che no, io non sono così sapientina.)