Sono vergognosamente in ritardo con le mie preparazioni natalizie.
Di solito, a quest'ora, ho già comprato tutti i regali; quest'anno, invece, all'appello me ne mancano un bel po'. E sì che mi ero avviata per tempo, anzi con largo anticipo, avendo acquistato il primo intorno alla metà di settembre: il che faceva ben presagire.
Il fatto è che lo scorso Natale a New York mi ha rovinato: là c'erano segni festivi e ghirlande ovunque, persino sulle autopompe dei vigili del fuoco e sulle impalcature dei palazzi. Logico che adesso qui mi sembri tutto grigio e scialbo, e mi faccia perdere l'entusiasmo.
(Va anche detto che, obiettivamente, nei negozi non c'è nulla che valga la pena comprare: sempre le solite cose, un anno dopo l'altro, senza un minimo di fantasia e originalità. Che barba, che noia.)
(E comprare regali per gli uomini è 'na traggedia.)
In compenso, ho già iniziato ad addobbare casa. Lo so, ho interrotto la tradizione - che per me finora era stata ferrea - di addobbare l'8 dicembre e "sdobbare" il 7 gennaio. Ma mi sono resa conto che in un giorno solo mi è ormai impossibile addobbare tutta casa: c'è voluto un intero pomeriggio solo per una stanza!
(Purtroppo nel mio entusiasmo ho scaraventato il piatto del pandoro da un capo all'altro della stanza, distruggendolo: toccherà comprarne uno nuovo. Ma questa è un'altra storia.)
Del resto, lo sapete, per me l'addobbo natalizio è un affare di Stato: con tempo e fondi (e spazio per l'immagazzinamento) illimitati, sostituirei ogni cosa - tende, paralumi, cuscini etc. - con il suo omologo "a tema" (o quantomeno lo coprirei con una foderina). L'amore mio, che mantiene una facciata di mezzo divertita, mezzo esasperata tolleranza, in realtà mi asseconda più che volentieri e spesso è il primo a comprare nuovi gadget e a suggerire nuove decorazioni. Il che, in parole povere, significa che ci sono negozi di oggettistica meno forniti di casa mia.
(Diciamo che l'amore mio ha un approccio più scientifico, complementare al mio più entusiastico e frantumapiatti, il che ci ha portati l'anno scorso ad acquistare appositi ganci per appendere le palle all'albero - sì, detta così sembra una cosa sconcia ma non lo è.)
Siccome Dio li fa e poi li accoppia, mentre la mia ambizione è quella di riempire casa di carabattole natalizie, l'ambizione dell'amore mio è quella di riempirla con il presepe. Per il momento siamo limitati a un angolo del salotto, ma alcune propaggini già minacciano l'adiacente macchina da cucire d'epoca (che, mi si dice, sarebbe un'ottima collina). Il polistirolo è ovunque, per tacere del glitter dorato che è finito, non chiedetevi come, anche in cucina.
E sempre per la teoria dell'accoppio di cui sopra, il momento che entrambi aspettiamo con ansia - non ce lo diciamo, ma è così - è subito dopo Capodanno, quando gli ipermercati metteranno in svendita gli addobbi natalizi e noi ci piomberemo sopra come falchi. L'anno scorso fu la nostra prima tappa post New York. Siamo un tantinello fissati.