mercoledì 27 novembre 2013

Troppo presto, troppo tardi

Stiamo cantando vittoria troppo presto. Troppo presto perché sono gli interessi - neanche di partito; quelli personali - a farla da padrone, e l'appartenenza a questo o quello schieramento non garantisce nulla, voto palese o segreto che sia. C'è sempre chi pagherebbe per vendersi. C'è sempre chi si crede più furbo  degli altri ed è pronto a intessere complicate e occulte strategie che alla fine peggiorano le cose per tutti - anche per lo stratega.

Troppo presto perché lo stato pietoso in cui ci troviamo (lo stato pietoso dello Stato in cui ci troviamo) non è certo conseguenza del comportamento di una sola persona; e quindi abbattere quella persona, o illudersi di averla abbattuta, non risolve proprio niente. Curare il sintomo non significa curare la malattia. Gli italiani amano essere sotto padrone perché i servi non hanno responsabilità, e nel momento in cui rinnegano il padrone gli possono attribuire tutte le colpe, assolvendosi da tutte le colpe. 

Purtroppo non è così che funziona. E vada come vada tra mezz'ora, qui se non ci diamo tutti una mossa non cambierà proprio niente.

mercoledì 13 novembre 2013

Della storia, e di come si studia a scuola

Sto leggendo un libro di storia medievale molto interessante: non racconta solo i fatti di Italia, Francia, Inghilterra e Germania ma mette in mezzo la penisola iberica, l'Irlanda, la Scadinavia di cui so poco e niente.
A me la storia piace molto, ma l'ho studiata parecchio tempo fa quando i programmi scolastici - che mi auguro nel frattempo siano cambiati - erano decisamente italocentrici. La Cina, per esempio, era menzionata di striscio a proposito di Marco Polo; poi più niente fino a Mao, e anche lì non è che ci fosse da scialare. Per fortuna, mamma mi comprò la Storia della Cina a fumetti di Enzo Biagi, che almeno qualche nozione elementare la dava (anche se molti riferimenti, testuali e iconografici, potevano essere colti solo dagli adulti; forse si presupponeva che i genitori leggessero il libro con i figli).

Una cosa che ho sempre trovato assurda nell'insegnamento della storia è il procedere per aree geografiche; ossia, si insegna prima la storia di un territorio, poi quella di un altro e così via. Il che dà l'impressione che le varie vicende siano successive; se si chiede a un alunno delle medie, ad esempio, è facile che ti dica che i Sumeri "vengono prima" degli Egiziani, e i Greci "prima" dei Romani, etc. Invece non è ovviamente così, e una prassi che dovrebbe semplificare le cose finisce per complicarle quando uno comincia a chiedersi come hanno fatto i Romani a prendere Corinto se sono venuti "dopo", o da dove è rispuntata Cartagine se i Fenici venivano "prima", vari capitoli fa, e quindi ai tempi delle guerre puniche è lecito aspettarsi che fossero tutti morti.

All'Università, dovendo sostenere gli esami di storia greca e di storia romana, mi sono costruita a mano una tavola sinottica (sono vecchia: all'epoca questo genere di giochetti non si trovava facilmente in Internet, anche perché non c'era Internet. Come diamine avremo fatto a laurearci lo stesso, lo sa solo Iddio) che mi ha fatto scoprire e capire un mare di cose. Avendone il tempo, mi piacerebbe continuare arrivando fino ai giorni nostri (ma stavolta con Wikipedia vicino); penso che soprattutto gli incroci matrimoniali fra le varie dinastie europee si rivelerebbero interessanti, meglio di una soap-opera.

Mi domando perché, dato che dalle elementari in poi si studia sempre la stessa storia (anche se ovviamente con livelli di dettaglio diversi) non si possa insegnarla dapprima da una prospettiva diacronica (come si fa adesso) e in seguito, al liceo, dato che i fatti fondamentali sono (dovrebbero essere) acquisiti, riprendere daccapo ma questa volta in modo sincronico. Trovo utile, e anche educativo, rendersi conto che mentre in Italia guelfi e ghibellini si scazzavano, nel resto del mondo succedeva qualcos'altro - e fors'anche qualcosa di più rilevante.

Questo, naturalmente, apre il capitolo delle cose che succedevano e di cui non sappiamo niente; tipo quello che succedeva ai nativi d'America, e di cui non abbiamo testimonianze scritte, o quello che succedeva nei Regni precolombiani, di cui avevamo testimonianze scritte che però i conquistadores hanno intelligentemente distrutto in gran parte. Meno male che ci sono gli archeologi (mi sia consentito un barlume di orgoglio professionale).

mercoledì 6 novembre 2013

Sui diritti umani, in primis quello a una corretta informazione

Oggi, tramite Facebook, mi è arrivato il link a questo post (purtroppo non ho modo di farvi bypassare il video pubblicitario che si apre in automatico) secondo cui l'UE vorrebbe introdurre corsi obbligatori di masturbazione per bambini in età prescolare.

Suona come una bufala, vero? Difatti lo è. L'OMS (Organizzazione mondiale per la sanità) ha diffuso in effetti un rapporto in cui afferma la necessità di dare una corretta educazione sessuale a bambini, ragazzi e adulti. In particolare, il rapporto sostiene che è importante abituare i bambini, fin da piccoli, a sentirsi a loro agio con il proprio corpo, a non provarne vergogna e a capire quando qualcuno cerca di approfittare di loro.

Difficile, a mio parere, non essere d'accordo con queste affermazioni. Ma sul web proliferano gli articoli come quello linkato sopra, che distorcono senza pudore i contenuti del rapporto. Troverete pezzi di questo stesso tenore anche su testate giornalistiche presunte autorevoli (e che come tali dovrebbero, in teoria, controllare le proprie fonti).

Ora, in molti di questi articoli viene citata anche la "Risoluzione Estrela", un documento tuttora al vaglio del Parlamento europeo, che appunto renderebbe obbligatori questi fantomatici corsi di masturbazione.

Non è ovviamente così; la Risoluzione Estrela ribadisce la necessità di una corretta educazione sessuale come descritta dal rapporto OMS, e si esprime inoltre a favore del diritto all'aborto e alla procreazione assistita (e contro l'obiezione di coscienza dei medici), nonché per l'eguaglianza dei diritti LGBT. Ragion per cui è ferocemente avversata dalle componenti "conservatrici" del Parlamento. 

Provate a cercare "Rapporto Estrela" o "Risoluzione Estrela" sul web. Troverete un mucchio di post allucinanti, nessuno dei quali riporta il testo effettivo del documento, o un link per raggiungerlo. Eppure non è difficile recuperarlo in Rete: io ci ho messo 5 secondi, e non sono una giornalista professionista con accesso privilegiato ai documenti ufficiali.

Viviamo, così ci dicono, nell'era della comunicazione diffusa. E ci dicono anche che proprio per questo il web è pericoloso, perché le notizie vengono diffuse senza criterio e senza le necessarie verifiche.

Ora, questo è vero. E' anche vero, però, che proprio via web ognuno di noi può fare le sue verifiche e capire se la notizia che ci viene messa sotto gli occhi ha fondamento o meno, e se è stata "costruita" ad arte per farci reagire in un certo modo. Non siamo obbligati a credere pedissequamente a tutto ciò che leggiamo e ascoltiamo, anzi non dovremmo farlo e men che meno dovremmo diffondere una notizia di cui  non conosciamo le fonti.
(Ricordo il mio shock quando per la prima volta mi sono resa conto che non tutto ciò che trovavo scritto nei libri era vangelo, e che per me era lecito - e auspicabile - mettere in questione quello che leggevo.)

Tra l'altro, spesso e volentieri le notizie false e tendenziose sono costruite e diffuse dalle testate giornalistiche, ossia da quegli stessi che pontificano sull'importanza di non dar retta ai blogger perché non sono "professionali". Quindi il fatto di leggere una notizia su Repubblica o sul Corriere non significa ipso facto che sia tutto vero (anzi).

Nella fattispecie, a me pare chiaro che la notizia dei "corsi di masturbazione" è stata costruita per rendere l'opinione pubblica avversa alla Risoluzione Estrela, ossia per affossare il tentativo di garantire diritti sacrosanti che dovrebbero essere pacifici in ogni Paese civile. 

La cosa mi fa alquanto incazzare.

(Strano a dirsi, uno degli articoli più equilibrati sull'argomento è questo de L'Avvenire. (Questo invece è Libero, che ancora una volta non delude.)

martedì 5 novembre 2013

Mi faccio film, tra le altre cose, sulla vita di perfetti sconosciuti

Da quando l'orario dei treni è cambiato ho perso di vista molti dei miei "soliti ignoti", ossia gli abitudinari come me che non solo prendevano il mio stesso treno ma addirittura salivano sempre sullo stesso vagone.

Oggi ne ho incontrata una che, per l'appunto, non vedevo dal cambio orario e che, d'altra parte, è difficile non notare perché è sempre vestita, pettinata e truccata alla perfezione. Secondo me si alza al mattino un'ora prima solo per prepararsi, e ogni volta che la vedo mi scatena un attacco poderoso di invidia perché io, per riuscire a uscire di casa vestita pettinata e truccata alla perfezione come lei, dovrei alzarmi due ore prima. Forse anche due e mezzo.

La signora in questione innanzitutto porta sempre la gonna. Di solito è in tailleur, più raramente ha un abito. Non credo di averla mai vista in pantaloni, men che meno in jeans. Per me, mettere la gonna significa al 90% sfilare le calze, e in più ho sempre freddo alle gambe, quindi tendo a evitare. La signora, invece, evidentemente non ha di questi problemi; peraltro usa calze lavorate, a rete o con la classica riga nera sul retro che, ça va sans dire, è perfettamente diritta (l'invidia sale di un paio di tacche).
Scarpe (rigorosamente con il tacco alto o altissimo), borsa e accessori sono ogni giorno perfettamente intonati al vestito che è ogni giorno diverso. Quanto sarà grande l'armadio di questa donna?

La pettinatura invece non cambia mai, è uno chignon stretto sul sommo della testa e fissato con un sacco di forcine; tipo la signorina Rottenmeier di heidiana memoria. Immagino che lei ci si sia abituata, ma a me fa venir mal di testa solo a vederla. Il trucco, ecco, quello non lo approvo perché secondo me è troppo pesante, soprattutto sugli occhi. La signora ha dei lineamenti molto marcati, che con quel trucco sembrano ancora più duri. Io andrei più di ombretto sfumato che di eyeliner e mascara, insomma.

Dopo lunga ed attenta riflessione, ho concluso che - pur invidiando la dedizione della signora e l'evidentemente spaziosissimo guardaroba - non sono il tipo da andarmene in giro ogni giorno così. Troppo controllata, troppo inamidata; alla fine della fiera io mi vesto per stare comoda, con buona pace dei dettami della moda, e ai tailleur proprio non sono abituata; quando me li provo mi sembra di essermi messa in maschera per Carnevale.

(La verità è che io vivrei in jeans e maglione extralarge)

La signora, comunque, mi incuriosisce; in particolare, mi piacerebbe sapere che lavoro fa (oggi, quando me la sono trovata davanti, ho fuggevolmente pensato di pedinarla). Non credo sia un'insegnante perché non la vedo mai carica di libri. Una bancaria, forse? La segretaria di un fighissimo studio legale? Per un motivo o per l'altro, nessuna di queste ipotesi mi pare calzante, e anche se so che la verità sarà di sicuro banalissima non posso fare a meno di fantasticare.

venerdì 25 ottobre 2013

Il problema è che partiamo già rassegnati

In treno mi capita di sentire i discorsi degli universitari. Non sono molto cambiati da quelli che facevo io (a parte il fatto che io sapevo chi fosse Pericle, e pure gli Iron Maiden, vivaddio).

Sentivo, però, che adesso il libretto universitario è messo in rete, nel senso che tramite il portale dell'Università gli studenti possono visualizzare esami fatti e votazioni; gli stessi dati consentono il calcolo delle tasse dovute, per cui il bollettino di pagamento viene personalizzato e pubblicato sulla pagina dello studente.

Mentre mi stavo felicitando con me stessa del fatto che un minimo di progresso tecnologico avesse permeato le sedi e le menti universitarie, ho sentito che molto spesso i dati non vengono aggiornati, per cui vengono richiesti dei pagamenti che non tengono conto della reale situazione di profitto dello studente.

La cosa veniva riferita - da ragazzi di nemmeno vent'anni - con placida rassegnazione, perché "siamo in Italia, e al Sud, e si sa che se devi fare tre cose ne fai una e mezzo, e giusto per far vedere che hai fatto qualcosa".

(x)

mercoledì 23 ottobre 2013

The Newsroom: cosa ne penso

RaiTre ha provato a mandare in onda The Newsroom, serie TV americana incentrata sulla redazione di un telegiornale (in effetti sembra più un programma di approfondimento, nel senso che l'anchorman è uno solo e non si fa mancare qualche pepato editoriale di tanto in tanto).

In patria, la serie ha mietuto larghi consensi e vinto numerosi premi. In Italia, la prima puntata ha fatto miseramente flop (è stata poi mandata in replica il sabato pomeriggio, non capisco bene perché; se era un tentativo di ramazzare audience, l'orario mi pare alquanto infelice). Al momento in cui scrivo non so se la serie continuerà ad andare in onda, sinceramente ne dubito.

Anche a me la prima puntata non è che sia piaciuta granché; troppo verbosa, con una serie di pistolotti sull'etica e la morale del giornalismo che agli yankees tanto garbano, ma da noi non fanno presa (strano, uno si domanda come mai!). Anche il montaggio era approssimativo. Per non emettere un giudizio frettoloso, tuttavia, e anche perché il panorama televisivo nostrano è più desolante del deserto del Gobi e sono sempre alla spasmodica ricerca di qualcosa di decente da vedere, mi sono "procurata" tutta la prima stagione della serie.

Di solito guardo film e telefilm in lingua originale, per fare pratica; capisco il senso generale, ma non posso dire di cogliere tutte tutte le parole, e quindi mi scarico anche i sottotitoli. Ecco, nel caso di Newsroom i sottotitoli sono davvero necessari, perché lo script è molto dialogato e infarcito di gergo tecnico e riferimenti all'attualità USA, ai meccanismi di voto, alle correnti interne ai partiti. Non si fatica, quindi, a capire come mai il pubblico americano ci si sia appassionato; ma neanche come mai per il pubblico italiano tutto ciò risulti ostico, e alla fine noioso. 

(Ad esempio, è ovvio che per un americano la puntata in cui [SPOILER] i giornalisti ricevono in anteprima la notizia della morte di Osama bin Laden, e debbano decidere di darla in anteprima o attendere una conferma, [/SPOILER] abbia un appeal superiore che per noi.)

(Comunque, va detto che pure The West Wing - stesso autore di Newsroom - era incentrata sui meccanismi più interni e farraginosi dell'amministrazione americana e suoi rapporti con i media, ma non risultava noiosa per niente. Almeno per me. Merito anche della regia, che era decisamente più creativa.)

Insomma, come già feci quando Rete4 comprò Downton Abbey io mi domando se chi fa i nostri palinsesti guardi un programma, prima di comprarlo e decidere quando metterlo in onda, o se gli basta sapere che ha vinto X premi da qualche parte nel mondo.

Peraltro, qualcuno ha pensato bene di far precedere la messa in onda della prima puntata da un pistolotto autocelebrativo in cui il direttore del TG3 (credo) spiegava quanto è importante fare un TG imparziale e cazzuto, e quanto erano fighi e cazzuti quelli di RaiTre non per fare un TG siffatto, attenzione! bensì per osare trasmettere una siffatta serie TV sul loro canale.

Grazie che poi nessuno si è visto la puntata.

lunedì 21 ottobre 2013

Cultura giovanile, nel senso di complesso di conoscenze condivise e di pubblico dominio

- ...e quindi potrei scegliere se seguire Storia greca o Storia romana... Penso di seguire Storia greca, mi sembra più interessante.
- Sì, in effetti io al liceo l'ho trovata più interessante... Almeno, la letteratura greca è più legata alla storia, sai. [? NdR]
- Ah, ecco... Ma di che parla? [??? !!! NdR]
- Beh, sai, di Pericle... Tu l'hai mai sentito nominare? [!!!!!!!!!!!! NdR]
- O_o
- Ecco... Beh, parla di Pericle.

***

- ...e poi ho preso questo mega-panino...
- Con cosa, con il bacon?
- Mah senti, non ricordo bene... Si chiama Iron... Iron... Sì, sai, come quel gruppo musicale, che poi io non l'avevo mai sentito nominare e quindi non lo sapevo pronunciare, e mi hanno tutti guardato male perché pare che sia famoso, ma io veramente non l'avevo mai sentito! Iron Ma... Iron Meid... Insomma, è un gruppo musicale!

giovedì 17 ottobre 2013

Il mattino ha l'oro in bocca

Nel libro che sto leggendo in treno, l'autore a un certo punto dice che le storie da raccontare non gli mancano mai, che riesce a tirar fuori spunti praticamente da ogni cosa. Io devo essere lo Yin al suo Yang (o viceversa), perché non riesco a tirar fuori spunti praticamente da niente. 

I corsi di scrittura creativa prescrivono, non a caso, un rigoroso allenamento; bisogna imporsi di scrivere qualcosa ogni giorno, per prendere l'abitudine. Immagino, però, che ciò che si intende davvero sia "scrivere qualcosa di decente ogni giorno". Io cancello il 90% di quello che scrivo, quando lo rileggo. Ma forse sono ipercritica: se fossi Moccia, per esempio, non avrei ancora pubblicato manco un libro.

Una cosa che mi sta frullando in capo da un po', in effetti, è scrivere un romanzo collettivo. Non intendo propriamente "a quattro mani"; intendo qualcosa simile a un gioco che forse qualcuno di voi avrà fatto. Si riunisce un gruppo di persone, una di loro comincia a raccontare una storia (può essere anche una semplice frase, tipo "C'era una volta un re") e ciascuno degli altri, a turno, deve proseguire come più gli aggrada. Non so in realtà se è questa la struttura con cui lavorano i Wu Ming, o dei vari concorsi di romanzo collettivo che sulla loro scia stanno proliferando in giro (del resto, io non sono un tipo originale: se lo fossi, i libri potrei scrivermeli da sola). Però a me interesserebbe fare così, uno comincia e gli altri proseguono.

Mi frulla l'idea perché io non sono brava a inventare storie (tendo anche a ripetermi, non so se l'avete notato) ma credo di essere brava a integrarle. Per dire, quando leggo un libro o guardo un film che mi appassiona, mi capita di infilare nella trama un altro personaggio, totalmente da me inventato e solitamente basato su come vorrei essere, e proseguire la storia per fatti miei.

(Solo di recente ho scoperto con sollievo che questa cosa si chiama fanfiction, è un vero e proprio genere letterario praticato da milioni di persone, e dunque non sono una pazza solitaria, sono soltanto pazza.)
(Peraltro, le 50 sfumature di eccheppalle nascono come fanfiction, l'autrice si è ispirata - pare - alla saga di Twilight. Il che dimostra che le fanfiction sono un vero e proprio genere letterario che, in quanto tale, contiene in sé eccelsi capolavori e boiate pazzesche.)

Quando partecipavo alla community tolkeniana, anni e anni prima che Jackson cominciasse a preparare L'Hobbit, un gruppo di iscritti - tra cui la qui presente - scrisse una sceneggiatura tratta dal libro. Iniziammo col decidere quali episodi cassare dalla trama (troppo lunga per un film, e infatti Jackson ci ha dato ragione) e quali includere (anche spuri: io ho insistito fino allo sfinimento per un cameo di Legolas, e infatti Jackson mi ha dato ragione), quindi siamo partiti a descrivere le varie scene, a definire i dialoghi, a modificare, perfezionare, limare. Ognuno contribuiva alla discussione, finché non si arrivava a una versione condivisa e approvata. E' stato divertente: inoltre, se uno di noi tendeva a scivolare nell'horror o nel romanzo rosa, gli altri erano pronti a raddrizzare la nave.

Insomma, se qualcuno volesse cominciare una storia, così senza un perché ma con la curiosità di sapere come e dove andrà a finire, ne possiamo parlare. 

martedì 15 ottobre 2013

Aspetto una riscontro con insofferenza

Non so che tempo faccia da voi. Qua sono giorni che il cielo è grigio, a tratti piove pure, ma fa caldo. Non abbastanza da girare in maniche corte, almeno per me che sono freddolosa ed esco di casa molto presto al mattino, ma abbastanza da sudare, almeno per me che dopo essermi vestita in modo adatto al fresco del mattino poi salgo su treni sovraffollati e inspiegabilmente privi di aria condizionata.

Difatti ero incerta se intitolare questo post "Non ci sono più le mezze stagioni di una volta" o "La vita di un pendolare è piena di soddisfazioni"; nel dubbio, ho optato per una delle frasi per me più esilaranti delle mail di spam che ci arrivano in ufficio. Sto pensando di scrivere le migliori da qualche parte, perché sono troppo belle per mandarle perse.

(Due aggiornamenti al giorno, tutti i giorni lavorativi che lo Spaghetto ci manda, con il computer bloccato per intere mezz'ore, e continua ad arrivarci spam. Il mondo è privo di logica.)

A proposito di nonsense: avete notato che la TV gronda di talk show politici? Seriamente, c'è n'è almeno uno ogni sera. Peggio delle partite di calcio, ed è tutto dire considerando che siamo in Italia. E il bello - si fa per dire - è che parlano del nulla. Ho concepito la teoria che ci hanno desensibilizzato apposta con anni di tronisti e grandi fratelli, per poi farci inghiottire il vuoto cosmico dei talk show senza colpo ferire. Io mi armo di portatile e cuffiette e mi dedico ai serial TV, che se non altro hanno una trama coerente, una regia e attori degni di tale nome.

(Guardo solo serial TV stranieri, ça va sans dire)

giovedì 10 ottobre 2013

La Valle della Morte

Il titolo allarmistico e tragico (sovrabbondanza di maiuscole compresa) sta solo a significare che, negli ultimi giorni, ho aperto quattro volte la pagina di draft di Blogger, ho scritto quattro post e per quattro volte li ho buttati nel cestino.
Sarebbe un classico caso di blocco dello scrittore, se io fossi uno scrittore (scrittrice, ma vabbeh).

Il punto è che la vita, in questo momento, scorre abbastanza tranquilla (il che di per sé, ne convengo, è una notizia) e quindi deficita di eventi/aneddoti interessanti da piazzare qua sul blog.

Poi avete avuto la malaugurata idea di farmi sapere che effettivamente mi leggete, e questo mi responsabilizza a scrivere qualcosa di degno. Non che io ritenga di aver scritto finora alcunché da tramandare ai posteri, ma vabbeh (2).

I quattro post abortiti, peraltro, erano altamente filosofici. Di quelli che a pensarli mi faccio pat pat sulla spalla da sola, 'anvedi che pensieri filosofici mi vengono alle volte, quanto sono ganza! Poi li rileggo e fanno veramente schifo, sembrano quegli aforismi wannabe-profondi che circolano su Facebook e che ogni volta mi provocano l'impulso di disamicare chi li condivide (sappiatelo).

Quindi, con spirito di autocritica degno di migliori comunisti, mi autocancello. Il fatto è che, oltre a non essere scrittrice, non sono manco filosofa e quindi certe cose mi vengono male. Iersera, per esempio, avevo buttato giù tutta una pippa su quanto mi sentivo adulta e matura e capace di affrontare me stessa e il mondo, ma non in senso combattivo quanto piuttosto in termini di serenità mentale e zen (mancava solo la motocicletta).

Poi mi sono resa conto che era passata la mezzanotte e quindi tutta la serenità e adultità di cui sopra si dovevano al fatto che in pratica stavo dormendo in piedi.

giovedì 26 settembre 2013

Pure Banderas ormai è invecchiato

Potevo evitare di scrivere qualcosa sull'affaire Barilla? Ma certo che no.

Doverosa premessa: non ho ascoltato la trasmissione radio da cui è nato tutto, quindi mi baso solo sui resoconti letti in Internet, e questo è sicuramente un limite. Comunque, se il signor Barilla è libero di dire la sua opinione, allo stesso modo io sono libera di dire la mia ed eventualmente di rettificarla.

E dunque:
- solo un genio del marketing può pensare di dire cose del tipo "se ai gay non piace la nostra pubblicità, possono anche fare a meno di comprare i nostri prodotti". E io che pensavo che una pubblicità dovesse essere accattivante, proprio per incentivare le vendite! Ora, invece, ho capito che le pubblicità servono per vendere prodotti solo ai consumatori che sono identici al modello presentato nello spot. Dunque possono comprare prodotti Barilla solo le famiglie composte da madre casalinga, padre lavoratore non si sa bene dove ma comunque in un posto che renda necessari completo e cravatta, figlio maschio, figlia femmina, animale domestico opzionale (preferibilmente cane) e fornaio sosia di Banderas invecchiato. Sappiatelo.

- seriamente, ognuno è libero di avere le proprie opinioni e scegliere la propria scala di valori. Ma l'idea di "famiglia tradizionale" del signor Barilla è fuori dalla realtà: la donna ad esempio, secondo lui, "è madre, nonna, amante, cura la casa, cura le persone care, oppure fa altri gesti e altre attività che comunque ne nobilitano il ruolo." Alla grazia!

- e comunque, dire che gli omosessuali "hanno il diritto di fare quello che vogliono e ci mancherebbe altro, però senza disturbare gli altri" è omofobia bella e buona, altro che diritto di opinione.

(Edit: a parte che i competitor Barilla, Buitoni in testa, si sono giustamente fiondati sulla faccenda, l'intervista a Barilla sta facendo il giro del web. Me la sono ritrovata, con tanto di commenti indignati, sulla mia dashboard di Tumblr dove seguo in pratica solo blogger americani.)

martedì 24 settembre 2013

Mi sono sposata

Dopo mesi di organizzazione, ansie, polemiche con il venditore delle bomboniere che non faceva arrivare le bomboniere, crisi isteriche dovute a defezioni dei parenti all'ultimo minuto, crisi isteriche dovute a defezione del prete officiante all'ultimo minuto (vero!), ricerca affannosa di un prete officiante all'ultimo minuto, ricerca affannosa di una truccatrice officiante all'ultimo minuto, ricerca affannosa delle fedi che il nubendo aveva (prevedibilmente) dimenticato a casa all'ultimo minuto, varie ed eventuali, dopo tutto ciò io e l'amore mio ci siamo finalmente uniti in matrimonio.

E ancora una volta la mia brevettata procedura scacciasfiga e anti-Murphy, che consiste nell'aspettarsi tutte le scalogne possibili più qualcuna in più, si è rivelata efficace; non è piovuto, la serata è stata splendida e quasi estiva, il prete officiante dell'ultimo minuto è stato egregio, il quartetto d'archi non ha steccato, l'acconciatura ha retto per tutto il tempo nonostante il prete celebrante dell'ultimo minuto abbia deciso di imporre le mani FORTISSIMO sulla mia capoccia, non sono caduta, non ho fatto cadere l'anello, non mi sono impappinata nel recitare i voti, non mi sono strozzata con la torta nuziale.

Immaginate il matrimonio perfetto: così è stato il mio.
Poi il giorno dopo eravamo due zombie, ma tanto ormai.

venerdì 20 settembre 2013

Quando il lavoro riserva soddisfazioni

Fino a qualche anno fa ci capitava spesso di lavorare con aziende alimentari, che in molti casi ci omaggiavano con alcuni loro prodotti. Poi, disgraziatamente, la crisi ha spazzato via queste buone abitudini.
Per cui, non neghiamolo, ci ha fatto molto piacere quando l'ennesimo produttore ci ha fatto arrivare in ufficio un paccone pieno di cose buone. Paccone doverosamente indirizzato al capo e che il capo, altrettanto doverosamente e  - va detto - graziosamente, ha spartito con tutti noi.

Il secondo paccone è stato accolto sempre con piacere, ma anche con un po' di imbarazzo, perché il rapporto di lavoro si era ormai concluso e non ci sembrava giusto continuare ad 'approfittare'.

Sicché, quando oggi è giunto un terzo pacco, abbiamo cominciato a guardarci negli occhi chiedendoci se sarebbe stato più inopportuno e scortese accettarlo, oppure rimandarlo indietro con un gentile ma fermo 'grazie, no'.

Per fortuna l'apertura del pacco ci ha tolto da ogni imbarazzo, perché dentro non c'erano beni deperibili, bensì degli orrendi gadget dell'azienda mittente (per farvene un'idea, pensate alla cosa più kitsch che abbiate visto in vita vostra, ed elevatela al cubo). Peraltro, una veloce ricerca in Rete - fatta per capire chi, come e perché avesse mai potuto concepire simili obbrobri - ha rilevato che le schifezze risalivano a un paio di anni fa, ed erano state realizzate all'epoca per 'celebrare' un'X ricorrenza aziendale.

Quindi non solo brutte, ma pure riciclate.

Uno dei 'gadget' era espressamente riservato al nostro AD, e non vediamo l'ora di conoscerne le reazioni.

mercoledì 28 agosto 2013

Tatto e perspicacia sono doti fondamentali per chi lavora a contatto con il pubblico

Uno degli episodi più imbarazzanti che mi sia capitato, finora, sulla strada per il matrimonio, è successo proprio all'inizio (per la serie "Il buongiorno si vede dal mattino") quando sono andata alla ricerca dell'abito da sposa perfetto.

Il primo negozio in cui ho tentato il colpaccio è stato quello di un franchising di pret-à-porter che a me piace molto e famoso, tra l'altro, per vendere anche abiti da sposa graziosi e relativamente economici. Ci sono entrata e 10 secondi dopo sono uscita perché, a quanto pare, per provare gli abiti da sposa occorreva prendere appuntamento. A me tanta cerimoniosità suona pretenziosa, e in altre circostanze avrei messo una bella croce sopra #noto_franchising, dirigendomi senza rimpianti verso altri lidi. In questo caso, tuttavia, il "relativamente economici" mi ha incoraggiato a perseverare.

Siamo giunti così alla seguente gustosa scenetta:
Io: Salve, ho appuntamento per provare gli abiti da sposa.
Commessa dalla Bocca Larga: Prego, signorina, si accomodi. Ma... è da sola?
Io: Sì.
CBL: Ah, no, chiedevo perché di solito le spose sono accompagnate dalle mamme!
Io: No, sono sola.
CBL: Ma come!? [sorride con aria indulgente e complice e passa istantaneamente al 'tu'] Devi decidere tutta da sola?
Io: Intanto sono qui a provare un po' di abiti e non è assolutamente detto che lo compri da te adesso sui due piedi, anzi con quello che costano è sicuro che non lo comprerò sui due pie Non si preoccupi, ho una certa età, posso farcela...
CBL: Ah beh, magari puoi cominciare a dare un'occhiata da sola ma vedrai che poi per decidere ripasserai con tua mamma, perché sai, il consiglio delle ma...
Io: Mia madre è morta.
CBL: Ah.

(Poi il vestito l'ho comprato, effettivamente, su due piedi. Ma non da #noto_franchising.)

martedì 27 agosto 2013

In fatto di diritti civili sono decisamente fondamentalista

Continuo ad avere riprove del fatto che, se mi lanciassi in politica, mi farebbero fuori all'istante. Metaforicamente, prima ancora che fisicamente.

L'altro giorno, per dire, leggevo di questa sindaco francese che si è rifiutata di unire in matrimonio due donne perché la cosa sarebbe contraria alla sua fede religiosa.
Notizia che ha fatto il paio, nella mia mente, con quest'altra: ci avviamo ad avere il 100% di medici "obiettori di coscienza", il che significa che se il trend continua diventerà presto impossibile effettuare un aborto in strutture pubbliche, con buona pace della legge 194.
Per non parlare dei dottori che si rifiutano di prescrivere la pillola del giorno dopo, e dei farmacisti che si rifiutano di venderla.

A mio parere, se si svolge un servizio pubblico (e a maggior ragione se si è un pubblico ufficiale) si dovrebbe essere tenuti a ottemperare alla legge; tu personalmente sei liberissimo di seguire i precetti della tua religione (ci mancherebbe altro), ma non puoi obbligare un altro a farlo. Se non intendi praticare aborti, quindi, trovati un impiego in una struttura privata.

E' una linea di ragionamento che a me sembra rasenti l'ovvietà, ma mi rendo conto che invece da un punto di vista politico non regge.

mercoledì 31 luglio 2013

Tu chiamala, se vuoi, schizofrenia

Avete presente quella gag dei cartoni animati (e qualche film) in cui sulle spalle del protagonista compaiono la buona e la cattiva coscienza?

Beh, oggi sono arrivata in stazione in lieve ritardo e il mio solito treno era partito puntualissimo; l'ho perso per un solo minuto.
Si è così scatenato il dibattito tra la mia parte "politically correct" e quella "un-un-correct" (non amo le mezze misure).
Dato che i simboli sono importanti, di seguito la parte "buona" sarà rappresentata in rosso-bandiera-soldellavvenir e quella "cattiva" in blu-savoia-forzitalia (o analoghi prossimi messi a disposizione da Blogger).

- Beh, poco male, #prossimo_treno dovrebbe passare tra pochi minuti...
- Eh, dovrebbe! Intanto è in ritardo: manco a dirlo, #solito_treno era invece puntualissimo!
- Ma è un ritardo lieve! Pensa se avessimo perso anche #prossimo_treno: #treno_successivo non passerà che tra 40  minuti!
- Pensare che ieri #solito_treno è arrivato in ritardo, e noi qui come idiote ad aspettare...
- Se non altro non faceva caldo, e nemmeno oggi: c'è un bel venticello...
- Che poi annunciano un ritardo "di 5 minuti", ma figurati se non sarà di più...
- STA ARRIVANDO #PROSSIMO_TRENO [questa sono io che penso ad alta voce per interrompere la discussione, NdA]

- Visto? Siamo sul treno, abbiamo trovato posto a sedere, c'è l'aria condizionata e pure la musica in sottofondo!
- Umpf.
- Arriveremo in ufficio con pochi minuti di ritardo, niente di grave!
- ...Intanto il treno è fermo, come mai non ripartiamo?
- Beh, magari dato il ritardo dobbiamo attendere che passi prima un treno in senso contrario...
- ...
- ...
- ...
- Niente, ancora non si parte! E noi che ci siamo scapicollate per arrivare in tempo in stazione!
- Colpa nostra: la nuova matita per le labbra potevamo pure provarla nel weekend, non era fondamentale inaugurarla oggi...
- Insomma, potrebbero pure darci qualche inform...

--- PLIN PLON! INFORMIAMO I GENTILI PASSEGGERI CHE SIAMO FERMI PERCHE' #SOLITO_TRENO HA INVESTITO UNA PERSONA. NON SAPPIAMO QUANDO POTREMO RIPARTIRE PERCHE' OCCORRERA' TEMPO PER I RILIEVI DELLA POLIZIA. STIAMO PREDISPONENDO UN SERVIZIO DI AUTOBUS SOSTITUTIVI. GRAZIE PER L'ATTENZIONE. PLIN PLON! ---

- ...
- ...
- ...Cavolo. [Sempre io, NdA]
- Visto? C'ERA un motivo per il ritardo! Speriamo che quella persona si sia salvata... Chissà se era un tentativo di suicidio... Di fronte a certe cose, un po' di disagio non è importante...
- Uhm, oggi l'amore mio doveva prendere la macchina. Ora gli telefono: se non si è ancora mosso, può darci un passaggio. [Ancora io, NdA]
- Già, la vita continua... Ehi, che ne direste di dare uno strappo anche a questa signora sconosciuta seduta qui accant...
- PIANTALA.

giovedì 25 luglio 2013

Update

Sto incasinata. Assai.

Tra pochi giorni l'ufficio chiude per ferie, e come sempre stiamo cercando di lasciare meno cose in sospeso possibile - di conseguenza è il delirio.
Più del solito.

Inoltre abbiamo un matrimonio da organizzare: e poiché, per l'appunto, da queste parti la stragrande maggioranza delle attività chiude ad agosto, anche su questo fronte stiamo cercando di concludere più faccende possibile. 
In altri termini: scappo da un ufficio delirante per andare a delirare a casa.

Non potremo finire tutto, purtroppo - un sacco di cose ci attenderanno a piè fermo al rientro dalle vacanze, sempre che noi si riesca ad andare in vacanza da qualche parte. Tra l'ordinario e lo straordinario, infatti, non abbiamo avuto tempo di guardarci in giro e fare uno straccio di prenotazione. Quindi sarà last last ma proprio last minute, o non sarà affatto.

(Mi consolo con il pensiero del viaggio di nozze, che comunque è anch'esso ben lungi dall'essere definito.)

In tutto ciò, ça va sans dire, latita anche il tempo di postare qualcosa di decente sul blog.
E non è che una volta in ferie avrò più tempo, anche perché medito seriamente di accamparmi davanti al negozio che dovrebbe fornirci le bomboniere, e che sta rimandando la consegna di settimana in settimana da più di due mesi ormai. E lì non hanno il wifi. (E nemmeno le mie bomboniere, maledizione!)

Comunque sono viva, eh.

venerdì 5 luglio 2013

Aggiornamento di status

Effetto collaterale dell'emicrania, per niente sgradito: ho il cervello completamente ottuso, come se mi avessero dato un potente sedativo (o un'ottima canna - presumo: mai fumato in vita mia), e di conseguenza fluttuo in uno stato molto zen, osservando ciò che mi circonda con estremo distacco.

mercoledì 26 giugno 2013

Stand with Wendy

La senatrice Wendy Davis durante il suo discorso-fiume
Oggi che la politica provoca conati di vomito, e i politici peggio, è bello poter condividere una storia in cui un "rappresentante del popolo" rappresenta effettivamente il popolo, si batte per una giusta causa - e vince.
Ovviamente non è una storia italiana. Viene dagli USA, precisamente dal Texas.

Il Texas è notoriamente uno degli Stati più conservatori d'America, patria dei Bush, con Governatore repubblicano e Senato a maggioranza repubblicana. Orbene, il Senato ha votato ieri per una legge che, di fatto, avrebbe vietato l'aborto sul territorio dello Stato (Tanto per far capire il clima, prima del voto il Governatore Rick Perry aveva dichiarato che avrebbe firmato la legge nell'istante in cui gli fosse arrivata sulla scrivania).

La seduta del Senato (ripresa in livestreaming su YouTube) terminava a mezzanotte, e se il voto non si fosse tenuto entro quel termine la legge sarebbe stata automaticamente bocciata. Pertanto i democratici si sono mobilitati per allungare i termini (il nostro ostruzionismo, che in USA si chiama "filibustering") e una senatrice, Wendy Davis, ha parlato ininterrottamente per 12 ore e mezzo. Le norme americane lo consentono, purché l'oratore stia in piedi senza appoggiarsi a nulla e nessuno (da cui l'hashtag di Twitter #StandwithWendy), non faccia pause (nemmeno per andare in bagno) e resti in argomento. La Davis ha parlato armata di scarpe da tennis rosa e di centinaia di testimonianze che gli attivisti le hanno mandato via Internet. Alla fine, però, i repubblicani sono riusciti a trovare un pretesto per toglierle la parola.

Mancavano circa 20 minuti alla mezzanotte: gli attivisti pro-aborto hanno iniziato ad applaudire e gridare, in modo che il caos impedisse di aprire le votazioni. I repubblicani hanno votato lo stesso, ma la mezzanotte era passata da un minuto; allora, a quanto pare, hanno manipolato il sistema di registrazione elettronico, facendo risultare che il voto era avvenuto nei tempi. Ma i democratici sono riusciti a provare che c'era stata una manipolazione.

Stamattina la notizia, che ricevo via Tumblr "in anteprima" perché ancora non è stata ripresa dai nostri media: la votazione è stata invalidata, quindi la legge non è passata. Wendy Davis, e con lei tutte le donne texane, hanno vinto. Per altri due anni, almeno, l'aborto sarà ancora praticabile in Texas.

martedì 25 giugno 2013

Non so voi, ma io noto una qual certa contraddizione

Di tutta questa faccenda della condanna del Berlusca, che poi è una condanna in primo grado e quindi c'è tutto il tempo di ribaltarla in appello e/o di farla finire in prescrizione e/o di indultarla e/o di depenalizzare il reato, grazie al governo "di pacificazione nazionale" ( = inciucio, a meno che "pacificazione" non si riferisca ai toni da coma farmacologico con cui i quotidiani c.d. di sinistra stanno scrivendo dalla nascita del governo Letta in qua), di tutta questa faccenda, dicevo, la cosa che mi pare più squallida e che comunque mi fa più schifo è che i berluscones se ne vanno in giro a dire che si tratta "di un reato senza vittima".

Questo perché Ruby era consenziente.

Ma porca puttana (appunto), anche a voler lasciar perdere ogni altra considerazione del caso (te la fai con squadroni di puttane, te le porti nelle residenze ufficiali del Presidente del Consiglio, spacci balle alla polizia per toglierle dai guai, le fai eleggere e quindi le paghi con i soldi nostri, ci fai ridere dietro da tutto il mondo civile), ci sarebbe il piccolo particolare che la suddetta consenziente era pure MINORENNE.

E ci sarebbero anche un paio di piccolezze chiamate "etica" e "morale", ma immagino siano concetti decisamente troppo difficili per il Gasparri o la Santanché di turno. Gli stessi che fanno i Family Day e si oppongono all'adozione da parte delle coppie omosessuali perché "bisogna proteggere in primo luogo gli interessi dei bambini".

martedì 18 giugno 2013

Io mi faccio troppi problemi a.k.a. alla CIA sono tutti dilettanti

Sul lavoro mi occupo tangenzialmente delle newsletter aziendali. "Tangenzialmente" nel senso che ogni tanto mi chiedono di verificare/approfondire qualche aspetto, confidando nelle mie superiori conoscenze dei meandri del web (= www.google.com).

Ebbene, dato che sono ansiosa & non capisco una cippa di risvolti giuridico-amministrativi, nella costante angoscia di provocare inavvertitamente una causa MILIARDARIA ai danni della mia azienda mi faccio continue paranoie - tra le altre cose - sulla questione della privacy.

Poi capita di ricevere telefonate come quella di tre secondi fa. E lì capisco che 1) sono troppo coscienziosa,  2) viviamo in un mondo malato e 3) passerò tutta la giornata a riflettere sui vari risvolti di questa telefonata.

Era una tipa di una società di ICT consulting, o qualcosa del genere, si è qualificata troppo velocemente perché io recepissi e ritenessi l'informazione. Costei - che, NB, ha chiamato al mio numero INTERNO DIRETTO - ha dichiarato di chiamarmi per un'indagine avendo il mio nominativo come responsabile del sito web aziendale.
- No, si sbaglia, non sono io la responsabile.
- Ah no? Perché a me hanno dato il suo riferimento.
- Le hanno dato il riferimento sbagliato (caspio, lo saprò se sono responsabile di qualcosa o meno).
- Ah ecco, comunque posso chiederle di cosa si occupa?
- Scusi, ma posso a mia volta chiederle il perché di queste domande?
- E' per aggiornare le nostre anagrafiche, perché noi abbiamo il nome del vostro responsabile IT [e qui mi cita CORRETTAMENTE nome cognome e email del malcapitato], poi abbiamo il suo indirizzo mail [e qui mi cita il mio indirizzo mail, per fortuna errato] come membro del management aziendale.
- Ecco, e ha un'informazione errata perché io NON sono parte del management aziendale.
- Ah, e quindi non vuole dirmi di che cosa si occupa?
- Guardi, non mi occupo di IT e quindi non credo che le interessi sapere quali sono le mie mansioni.
- Ah ecco, allora la cancello dall'anagrafica...

La CIA spia le persone via social network ed è una cosa grave, OK, ma guardate che la CIA è IL MENO.

lunedì 17 giugno 2013

Generazione digitale

Ti rendi conto che forse questa faccenda del digitale ti ha preso un po' troppo la mano quando, in treno, ti viene un'idea folgorante per un post, ti disperi perché non hai a disposizione un PC o un tablet per annotartela, dibatti con te stessa se sia il caso di impazzire con la tastierina dello smartphone per scriverla lì, e in tutto ciò non ti sovviene che potresti tranquillamente usare carta e penna.

venerdì 7 giugno 2013

Parto plurigemellare?

Al lavoro faccio orario continuato, e di solito mi porto il pranzo da casa. Ogni tanto, però, cedo alla tentazione di un panificio vicino all'ufficio (rima), che fa degli ottimi rustici di carne.

Oggi, subito dopo di me, nel panificio è entrata una signora incinta, al 25° mese a giudicare dalle dimensioni della pancia. Talché, da quella gentildonna che sono, le ho offerto di passarmi davanti nella fila.
La signora mi ha cortesemente ringraziato, ed ha quindi proceduto ad ordinare:
- una torta di ricotta, INTERA
- due cornetti alla crema, due al cioccolato e uno vuoto
- due basi per la pizza ("ah no scusi, intendevo due confezioni da due")
- due rotoli di pastasfoglia ripieni di wurstel
- "basta così... Ma c'è la focaccia? Allora mezza ruota, me la taglia in tre pezzi? E anche un pezzo di quella senza pomodori."

Tempo totale, 10 minuti di orologio.
Io dovevo ordinare 2 rustici, ci ho messo 1 minuto e mezzo scarso.

Il posto in fila a donne incinte, vecchie paralitiche, mutilati di guerra etc. lo cedo sempre. Però mi aspetterei che, con altrettanta civiltà, in caso di operazioni monstre loro rifiutassero la gentilezza.

martedì 4 giugno 2013

Due pesi e due misure, a.k.a. no, non è la BBC

Sono senz'altro di parte. E lo metto qui, in epigrafe, in modo che non possiate dirmi poi, alla fine del post: "Eh vabbeh, ma tu sei di parte!"

Sono di parte perché alle ultime elezioni ho votato M5S: ennesimo voto della mia vita per i (presunti) meno peggio, fatto al grido di "Almeno questi le promesse che hanno fatto non hanno avuto ancora il tempo di non mantenerle!"

Sono relativamente di parte perché sono la prima a riconoscere gli errori di comunicazione, di strategia politica e anche solo di cattiva educazione che il M5S e Grillo hanno compiuto dal dopo-elezioni ad oggi.

Ma l'assedio mediatico che sta continuando, a reti unificate, contro i grillini mi pare ogni giorno più vergognoso. Ultima in ordine di tempo, ieri la Gruber su La7. A prescindere dal fatto che non mi pare professionale ridere e/o fare la faccia schifata di fronte a chi stai intervistando (Luigi Di Maio del M5S, per l'appunto), soprattutto se lo fai per nascondere il fatto che l'intervistato in questione ti sta mettendo sotto, ma poi perché la ficcante domanda "Le sembra giusto usare il turpiloquio nella comunicazione politica?" non l'hai fatta, a suo tempo, a Berlusconi, La Russa, Gasparri, Bossi & Co.? 

(Perdonatemi se torno per l'ennesima volta sull'argomento, ma la questione dell'imparzialità dell'informazione giornalistica mi sta molto a cuore)

venerdì 31 maggio 2013

Long Way to Tipperary / 5 - La Promessa

La promessa è un film con Jack Nicholson, la cui trama è infarcita di angoscia e serial killer. Mi sembra quindi una citazione calzante per il titolo di questo post visto che, per l'appunto, nei giorni scorsi io e l'amore mio siamo andati in parrocchia per La Promessa.
Nel nostro caso, la cosa è consistita nel fare due chiacchiere con il prete mentre lui compilava un cumulo di scartoffie (alcune delle quali vanno trasmesse al Comune, per via del matrimonio concordatario).

Comunque, ho capito per la prima volta a cosa serve, forse (e vi prego di leggere questo "forse" come la summa di tutte le dubitative del mondo), il corso prematrimoniale. Perché nel compilare le sue carte il parroco ci ha fatto un sacco di domande. Alcune erano francamente prevedibili: "Siete venuti qui a contrarre matrimonio liberamente, senza costrizioni?" (Qui mi è partita una serie di flash manzoniani e stavo per declamare "La sventurata rispose", ma mi sono trattenuta.) Oppure: "Siete consapevoli che finalità del matrimonio è il concepimento di figli?" (E non potete capire quanto avrei voluto avviare un dibattito sull'argomento, ma si stava facendo tardi e avevo fretta, per dirla in gergo tecnico, di "quagliare"; quindi mi sono limitata a rispondere "Se il Signore ce li manda...", al che il prete mi ha sorriso compiaciuto e l'amore mio mi ha dato un calcio negli stinchi.)

Altre domande, invece, non mi sarebbero mai venute in mente. Esempio: "Ponete delle condizioni al matrimonio?" Questa cosa mi ha preso totalmente alla sprovvista: avrei potuto porre condizioni e nessuno mi ha avvisato? Così non ho avuto la presenza di spirito di dire nulla, chessò, "Voglio essere portata al cinema almeno 2 volte al mese. E i film li scelgo io", oppure "Nessuna obiezione o interiezione di sorta ai miei acquisti compulsivi di scarpe". 
Se non altro, neanche l'amore mio è stato capace di farsi venire in mente qualcosa così su due piedi, quindi amen, matrimonio incondizionato.

Insomma, immagino che forse (vedi sopra) queste domande te le preannuncino nel corso del corso prematrimoniale.

Ad ogni modo adesso, a quanto pare, siamo vincolati per sei mesi. Termine fissato - ci ha spiegato il parroco - per verificare, in caso di rottura della Promessa, che la ex-sposa non sia incinta. 
(Anche qui avrei voluto chiedere "Ma non si suppone che ci manteniamo vergini e casti fino al matrimonio?", ma ho ritenuto più saggio tacere.)

Tutto sommato la cosa è andata via liscia in una mezz'oretta, e il prete è stato simpatico e cordiale. Pensare che all'inizio, quando siamo entrati nel suo ufficio, ci ha guardato con smarrimento perché si era completamente dimenticato che dovevamo fare La Promessa.
(Si è anche completamente dimenticato che NON abbiamo fatto il corso prematrimoniale. Shhhhh! Non glielo ricordate.)

martedì 28 maggio 2013

Sul risultato delle amministrative

Mettiamo dei punti fermi: anche se confrontare risultati delle elezioni politiche nazionali con quelli delle amministrative non è molto ortodosso, e anche se in questi mesi i media mainstream hanno fatto un battage impressionante contro il M5S, resta il fatto che lo stesso ha segnato un notevole flop in questa ultima occasione, e la cosa è senz'altro dovuta al comportamento dei neoeletti in Parlamento che non hanno brillato per coerenza ed incisività d'azione, dimostrando che l'inesperienza conta e facendo disamorare molti elettori (me compresa). Anche questa insistenza nel dire 'non abbiamo perso' ('abbiamo diversamente vinto'?) non depone a favore del senso di responsabilità e dell'intelligenza politica dei grillini. Senza arrivare alle autocritiche di antica memoria, non guasterebbe un minimo di riflessione e di presa di coscienza dei propri errori.

Nel mio piccolo, io mi sono chiesta se non abbia sbagliato a votare M5S alle politiche. E mi sono risposta che l'unica alternativa sarebbe stata l'astensionismo, perché di votare PD non se ne parlava proprio. In altre parole: se Bersani & Co. non mi hanno convinto che sarebbe stato meglio votare loro piuttosto che M5S, la colpa è loro, non mia.

Detto ciò, la cosa più preoccupante a mio giudizio è il trionfalismo con cui i media mainstream di cui sopra stanno annunciando, cum voce sola, il 'crollo di Grillo'. Il che mi fa pensare che in questo Grillo abbia ragione, ossia che PdL e PD siano in effetti la stessa cosa, che l'unica vera opposizione (ancorché inesperta ed inefficace) sia il M5S ed è per questo che il giornalismo 'embedded' le sta facendo fronte unico contro.

giovedì 23 maggio 2013

Fine di maggio (un post di atmosfera, una volta tanto)

Sono tre giorni che qui piove. E' una pioggia strana, stupida, né primaverile né autunnale: scrosci violentissimi che scoppiano all'improvviso, ti prendono alla sprovvista e smettono di colpo così come erano iniziati. Ma non sono i temporali estivi a goccioloni, quelli che lasciano nell'aria un odore buono di terra, di fresco, di nuovo; è una pioggia sottile, tanto che a guardare fuori dalla finestra sulle prime neanche ti accorgi che stia piovendo. E quando smette l'aria è ancora afosa e immobile.

Intanto nel cielo si affollano nuvoloni gonfi e lividi, che promettono nuove secchiate d'acqua; così l'unica cosa da fare è affrettare il passo per non farsi pescare per strada, allo scoperto. In lontananza si sente il brontolio dei tuoni.

Ora, mentre scrivo, si è alzato un po' di vento che fa svogliatamente ondeggiare le cime degli alberi. Le nuvole però sono sempre lì, e sembrano anche piuttosto basse; o forse è solo il loro colore plumbeo che le fa apparire più vicine ed opprimenti.

Ho dovuto accendere la luce in casa, e ho la sensazione che fuori sia ancora più buio.

mercoledì 15 maggio 2013

Malasanità

Mentre stava succedendo (mentre si stava risolvendo, per la verità, perché mentre stava succedendo non avrei potuto pensare a niente altro) mi dicevo che avrei dovuto scriverlo sul blog.
Adesso che è successo e si è risolto (al 90%, perché non credo che sarò tranquilla al 100% se non tra molto, molto tempo) non ho voglia di scriverlo. Non ho voglia di ripensarci, vorrei solo rimuovere la cosa.
Ma so che la rimozione è impossibile, so che raccontare mi fa bene, e so che aprendo questo blog mi ero ripromessa di non autocensurarmi.

Quindi, ecco, il fatto è che l'amore mio ha rischiato di morire. Intervento chirurgico 'di routine', complicanza sottovalutata (anzi, bellamente ignorata) dai medici, emorragia interna e conseguente corsa notturna in sala operatoria.
Quello che ho provato aspettando per tre ore fuori da quella porta è indescrivibile, nemmeno ci provo.

Poi, quando LA paura è passata, sono subentrate altre paure - non così terribili, ma comunque angoscianti: nell'ordine che non si svegliasse, che rimanessero degli strascichi a livello fisico, che rimanessero degli strascichi a livello neurologico, che avesse perso la memoria, che non si ricordasse più di me, che mi odiasse perché avevo insistito io per l'intervento 'di routine'.
Non sono paure razionali, ma vorrei vedere voi al mio posto. Pure l'intervento 'di routine' non avrebbe dovuto sortire problemi; a quel punto mi aspettavo di tutto.

Sono passati 10 giorni, ora è a casa e del tutto autosufficiente, ma io quando dorme ogni tanto vado a controllare che respiri.

martedì 23 aprile 2013

Tanto per chiarirci

La vittoria della Serracchiani in Friuli, e la contrazione dei voti per M5S, sono secondo me la dimostrazione che esiste un nutrito elettorato di sinistra pronto a votare per una persona che dica, con un minimo di credibilità, qualcosa di sinistra. Non a caso la Serracchiani, in questi giorni, ha chiesto a gran voce al PD di convergere su Rodotà. Ieri, intervistata mi pare da Formigli, ha spiegato - con estrema ragionevolezza, credo - che votare Rodotà avrebbe 'disarmato' immediatamente Grillo costringendo M5S ad assumersi la responsabilità del governo.

Poi oggi i media spacceranno che la carica eversiva del grillismo si è già spenta e che la rielezione di Napolitano ha pagato e incontra i favori del popolo, etc. etc.

giovedì 18 aprile 2013

Mentre procede la conta dei voti

Un sano post di commento all'attualità politica. Era da un po' che mi astenevo (sono già abbastanza stressata, mi sono fatta finanche venire la dermatite seborroica), ma devo parlarne con qualcuno, sennò mi viene un travaso di bile.

Dello scollamento totale dei vertici PD non dico dalla 'base', ma proprio dalla realtà, ho già scritto illo tempore. Questi non è che non vedono cosa sta succedendo in Italia mentre loro sragionano di 'strategie' e di 'larghe intese'; è che proprio non gliene potrebbe fregar di meno. Secondo me, vista la mala parata alle elezioni, l'idea di Bersani & Co. è di salvare il salvabile - non, ovviamente, in termini di consenso degli elettori (puah) ma in termini di prebende e poltrone. Ergo inciucione con il PdL, simil cum similibus.

Il prossimo che mi viene a dire che è stato sbagliato votare M5S, perché sono dei dilettanti e la politica la devono fare i professionisti, lo sbrano.

Dico io: Grillo ti fa un'apertura perfetta, candidando una figura specchiata che è peraltro anche un ex presidente PDS e dicendoti che se lo voti è anche possibile fare il governo, e tu non lo voti?
(Peraltro a me pare già una vergogna che la candidatura di Rodotà non sia venuta dal PD, mossa che avrebbe costretto Grillo a prendere una posizione.)

Btw, dando per scontato che venga eletto Marini (al momento in cui scrivo pare ce la faccia al primo scrutinio), lo scenario per il PD mi sembra comunque catastrofico. Perché a questo punto l'unico governo possibile è quello dell'inciucione, PD + PdL; il che significa, alle prossime elezioni, la morte del PD. Se poi non si riuscisse nemmeno a formare il governo dell'inciucione, si sciolgono le camere:  il che significa, alle prossime elezioni, la morte del PD.

Oddio: è pur vero che con l'elettorato italiano non si può mai dire mai...

mercoledì 17 aprile 2013

Spending review

Mi sa che devo cominciare a mettermi i soldi da parte, in un conto Paypal o in un molto più retrò salvadanaio, perché ho deciso che è necessario avere (e ovviamente leggere) tutti i premi Strega. Mio nonno li comprava sempre, ed è un'abitudine che ho sempre voluto ereditare. Certo, mio nonno non viveva in tempi di spending review (e neanche in tempi in cui il premio Strega lo vinceva quella gran bufala de La solitudine dei numeri primi. No, mio nonno comprava Il gattopardo. Quelli sì che erano tempi).

OK, due conti Paypal/salvadanai, perché voglio comprare anche i premi Pulitzer. Cominciando da quelli per la narrativa, ma ci sarebbero anche quelli di saggistica, per non dire quelli di storia. Urgh. Mi serve un altro stipendio.

lunedì 15 aprile 2013

Gruppi d'ascolto

La cosa brutta dell'essere l'unica a seguire una certa serie TV (o roba analoga) è che non c'è nessuno con cui  commentare gli sviluppi o a cui rivelare gli spoiler.
Meno male che c'è il web.

domenica 14 aprile 2013

La Desolazione di Smog

Su Tumblr stanno cominciando a circolare immagini dal set della Desolazione di Smog, ossia la seconda parte dell'Hobbit. I nani sono nelle botti, Thranduil è sul trono e Legolas c'è e tanto basta, e io non sto (ancora) zompando sul divano in preda all'eccitazione solo perché è domenica pomeriggio e sono abbrutita dal cibo.

martedì 9 aprile 2013

Cose di ieri sera

I nostri vicini (non ho ancora identificato i perpetratori ma lo farò, ah se lo farò) hanno deciso ieri sera di deliziarci con un concerto live di un cantante locale, a me ignoto in quanto neomelodico.
Il cantante era alquanto stonato, in compenso il sistema di amplificazione era ottimo e abbondante. Per fortuna l'happening si è chiuso intorno alle 11 (ma non prima di un giro di karaoke con esecuzione di 'Gangnam Style').
Per distrarci, l'amore mio e io ci siamo rifugiati sul (nel?) web, alla ricerca io di uno stendipanni e lui di un'auto nuova. Siamo anche incappati in un annuncio truffaldino, facilmente sgamato grazie a Google.
L'eccitazione per la sventata truffa ha fatto passare in secondo piano la nausea causata dal sottofondo musicale da incipiente influenza.
E niente, questo è tutto quello che è successo ieri sera.

venerdì 5 aprile 2013

Perché io somatizzo

Si ha un bel sentirsi ggiovani in spirito, poi ci pensa il corpo a riportarti bruscamente alla realtà.

Per dire, fino a poco tempo fa le pulizie di casa riuscivo a farle di slancio senza fermarmi un attimo, e ora dopo un'oretta la schiena chiede a gran voce una pausa.
Poi ci sono vari doloretti che ho dovuto riconoscere come ricorrenti, tipo il torcicollo che per me è diventato il sintomo per antonomasia di incipiente influenza.

Lo scorso inverno, più o meno sotto Natale, la pelle della guancia sinistra mi si è improvvisamente squamata. Così, senza un apparente perché. Dopo un paio di giorni sembrava che stesse tornando normale, poi si squamava e arrossava daccapo. La faccenda è durata per almeno tre settimane, poi - proprio quando mi stavo decidendo ad andare dal medico - è tutto passato, guancia liscia e rosea come se nulla fosse stato.

Ora siamo punto e daccapo. Guancia rossa, pelle squamata, intenzioni di guarire non pervenute.
Ho smesso di truccarmi, pensando a un problema allergico (ai prodotti che uso da sempre? E solo su una guancia?), ma non vedo miglioramenti. Tra l'altro, a parte l'estetica (sembra che qualcuno mi abbia dato un pugno), mi sento tutta pizzicare.

Quindi andrò dal medico. Nel frattempo, il dottor Google ha diagnosticato una dermatite seborroica, condizione non rara in soggetti con alta produzione di sebo (eccomi, sono piena di cisti dappertutto) soprattutto in periodo di cambio di stagione e/o di stress psicofisico. Riflettendoci, la cosa è iniziata sotto Natale ed è ritornata a bomba prima di Pasqua. Il tutto ha un senso.

Ciò che è drammatico, però, è che la dermatite si manifesta di solito nella prima infanzia - e non è il mio caso - o nell'adolescenza - e non è il mio caso.
O nella mezza età.

Stress, dicevamo.

giovedì 4 aprile 2013

Long Way to Tipperary / 4

Mi scuso per la lunga assenza, ringrazio chi si è preoccupato per me (a qualcuno mancano i miei post! That's incredibile) e spero di farmi perdonare con questa ennesima puntata delle mie tribolazioni matrimoniali.

Premetto che io e l'amore mio siamo stati bravissimi, e a quasi sei mesi dalla data fatidica abbiamo già organizzato tutto; mancano solo i fiori e l'abito per lui (ma è a dieta, quindi la faccenda va procrastinata fino al raggiungimento del peso-forma). Ogni suggerimento low cost in merito sarà il benvenuto.

(Io l'abito l'ho già acquistato, e quindi sono a dieta di mantenimento.)

Ora, ci sarebbe il trascurabile particolare che il parroco si è dimenticato di avvisarci dell'inizio del corso prematrimoniale, ma l'amore mio ha detto 'ci penso io, non preoccuparti' e quindi io non mi preoccupo (peraltro l'idea di non sposarmi in chiesa non mi sconvolge più di tanto).

L'ultimo atto che finora abbiamo adempiuto è stato l'acquisto delle fedi. Siamo andati in gioielleria, abbiamo esaminato vari modelli, abbiamo chiesto il consiglio della commessa infine optando per il modello 'comfort' (la cosa, non so perché, mi fa ridere), abbiamo misurato le dita e infine abbiamo acquistato.

Solo tornati a casa ci siamo resi conto che sulla ricevuta, dove era riportata l'iscrizione da incidere sugli anelli, il mio nome era scritto 'Angelico'.

Il che inevitabilmente ha dato la stura per la mia ennesima prolusione pro matrimoni gay.

giovedì 14 marzo 2013

Apologo minimo

Oggi, come al solito, in stazione a prendere il treno per arrivare in ufficio. Accanto a me due ragazzi che chiacchierano.
- "...sempre pieno."
- "Sì, ho letto lo status... Non si trova mai un posto a sedere".
Saliamo sul vagone. Nei pressi delle porte i posti sono tutti occupati; i ragazzi si fermano, si appoggiano ai sostegni e continuano a chiacchierare.
- "...ecco, vedi? Anche oggi non c'è posto. Noi poveri studenti..."
Io mi sposto verso la coda del vagone. I posti sembrano tutti occupati. Poi, in fondo, ne vedo un paio liberi. Mi siedo. Il treno parte.
Meno di un minuto dopo, quando ci stiamo avvicinando alla stazione successiva, la persona davanti a me si alza. Ora ci sono due posti liberi, uno accanto all'altro.
I due poveri studenti che non trovano mai un posto a sedere sono rimasti in piedi accanto alle porte del vagone per tutto il viaggio.

mercoledì 13 marzo 2013

O tempora

Dovete sapere che spesso e volentieri sono la prima ad arrivare in ufficio. Intorno a me, il deserto.
Dovete anche sapere che alcune colleghe partecipano alle campagne AIL; d'inverno ci chiedono di acquistare stelle di Natale, in primavera invece "smerciano" uova di Pasqua. Il tutto viene di solito depositato in una stanza vuota, in attesa che i legittimi proprietari provvedano a pagamento e ritiro dell'oggetto.

Per cui stamattina, passando davanti alla porta aperta della stanza di cui sopra, ho visto un enorme scatolone della [nota marca di cioccolato] con dentro ancora alcune uova non ritirate. Il mio pensiero immediato è stato: "Non dovrebbero conservare le uova qui, chiunque potrebbe passare e rubarsene una, io per esempio adesso sono completamente sola e potrei commettere il furto perfetto."

Dopo di che mi sono resa conto che in un mondo giusto (avevo scritto "normale", ma la normalità purtroppo è altra) non ci si dovrebbe preoccupare dei furti. Mentre invece siamo ormai talmente abituati al fatto che chiunque potrebbe rubare qualunque cosa (persino un uovo di cioccolato del valore di pochi euro) che il naturale, istintivo mind set è "come posso evitare che l'oggetto tot venga fatto sparire?"

Che tristezza.

lunedì 11 marzo 2013

Il valore di un libro

Ultimamente NewtonCompton ha pubblicato una nuova collana ("Live") in cui il prezzo di copertina dei libri (in cartaceo) è di 0,99 euro.
La lettrice accanita e vorace che è in me ha immediatamente esultato, programmando una giornata (per lo meno) di shopping compulsivo. La professionista (ahem) si è domandata come possa NC sostenere da un punto di vista economico l'offerta.

Altri editori stanno polemizzando con l'iniziativa, sostenendo che in questo modo si squalifica la cultura rafforzando nel pubblico l'idea che un libro non può costare (e quindi non vale) più di tanto (se vi interessa, una di queste discussioni è su Twitter con hashtag #menodizero).

Ora, io so - per viverci dentro - che produrre un libro, e farlo con i dovuti crismi, costa. Sono anche d'accordo sul fatto che un buon libro debba costare un prezzo congruo (ti fa passare piacevolmente il tempo, ti apre la mente, è un bene durevole nel senso che te lo puoi rileggere quante volte vuoi etc.).
D'altro canto, penso pure che un prezzo basso (o bassissimo, nella fattispecie) possa consentire l'acquisto di libri a chi soprattutto in questo periodo non può permettersi spese "voluttuarie" (per intenderci, parliamo di gente che ama leggere ma non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, non di chi si lamenta della crisi e poi p.es. fa la fila tutta la notte all'Apple Store per avere in anteprima l'ultimo costosissimo nato), o invogliare chi non è cliente abituale delle librerie.

Voi che ne pensate?

giovedì 28 febbraio 2013

Divide et impera

A me, la strategia di PD e PDL pare ovvia: stanno tentando di spaccare il fronte dei grillini, che già si stanno dividendo fra "duri e puri" (non si concede la fiducia a nessuno) e "responsabili" (bisogna permettere la nascita del Governo).

Ammetto che, a prima vista, concedere la fiducia sembra quasi una scelta obbligata. Invece è un trappolone, il cui segnale più evidente sono le ultime dichiarazioni di D'Alema. Ora, non c'è bisogno di essere fini politologi, basta solo un minimo di memoria storica per realizzare che quando D'Alema propone una cosa 1) c'è sotto la fregatura e 2) la fregatura è doppia, perché D'Alema è convinto di avere un piano infallibile per fregarti, invece poi rimane fregato pure lui. Di solito, da Berlusconi.

La faccenda è semplice: se i grillini accettano di allearsi con il PD, o addirittura di passare da un gruppo all'altro, in primo luogo tradiscono il mandato degli elettori che hanno votato M5S, e non PD; in secondo luogo si dimostrano inaffidabili, perché per tutta la campagna elettorale hanno detto peste e corna dei partiti "tradizionali", e ora ci fanno il Governo insieme; in terzo luogo, si troveranno bloccati nella loro azione perché il PD (e il PDL in caso di "governissimo") mai e poi mai permetterà loro anche solo di discutere delle proposte contenute nel programma M5S; in ultimo, dovranno condividere con PD e PDL la responsabilità di un Governo fallimentare e ulteriormente distruttivo per l'Italia, con il danno collaterale che alle prossime elezioni non saranno più credibili.

Secondo me ha ragione Grillo: la cosa migliore è che il M5S si mantenga indipendente, lasciando la responsabilità di governo a PD e PDL. Sarà un governo brevissimo, al termine del quale il M5S farà il pienone di voti. Poi toccherà vedere se i grillini si riveleranno i nuovi fascisti, come molti paventano; ma è un rischio calcolato che dobbiamo correre, perché siamo già alla canna del gas. Se non altro, dopo il nuovo Ventennio (e relativa guerra) potremo avviare la ricostruzione.

Quindi, secondo me, dobbiamo sperare che i neoeletti grillini siano abbastanza scafati da fiutare la trappola, e abbastanza intelligenti da schivare le avances; peraltro, che il PDL sia già in piena modalità "campagna acquisti" è poco ma sicuro.

lunedì 25 febbraio 2013

Si prospetta una lunga nottata

La prova che i nostri esimi politici non abbiano ancora capito niente, o che fingano di non capire, è che si ostinano a parlare di "rifiuto della politica" o di "antipolitica". Io vorrei tanto che qualcuno gli dicesse che non si tratta affatto di rifiuto della politica, ma di rifiuto di questi politici e di questi partiti.

Felice notte, venerabile Jorge

- Ecco amore, finalmente ho messo in ordine tutti i libri negli scaffali!
- Ah, e fammi vedere?
- Dunque, ho messo qui i libri di storia e qua quelli di archeologia... qui gialli e thriller... lì i libri di attualità e politica, sotto i romanzi... qua la letteratura italiana, e là quella straniera, e in quell'angolo in particolare ho piazzato i feuilleton.
- ...
- Che ne dici?
- ...I feuilleche?

mercoledì 20 febbraio 2013

Sapere è potere, volere è potere

Che lo si voglia o no, i social network hanno cambiato le regole e le strategie di comunicazione, e prima giornalisti e politici lo capiranno, meglio sarà per tutti. Oggi, ad esempio, Monti se ne è uscito dicendo che la Merkel non vuole Bersani al governo. Qualcuno (non un esponente dei media, a quanto ho capito, ma un privato cittadino) ha pensato di interpellare in merito, via Twitter, direttamente il portavoce della Merkel che ha seccamente smentito.

Ora i cittadini, se vogliono, possono verificare in prima persona chi mente, e perché. Se vogliono, naturalmente.

giovedì 14 febbraio 2013

Forzatori del blocco

Aggiorno la situazione. Tumblr è di nuovo fungibile al 100%, almeno per il momento: quindi parrebbe che il blocco sul server, dovuto a presunta detenzione di immagini pedopornografiche e ancora attivo questa mattina presto, sia stato rimosso.

Per quanto non è dato saperlo, dato che se ben capisco il Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia sulla rete (che ha avviato la procedura) non dispone di proprio sito web (e già questo è emblematico), e men che meno di recapiti di contatto (idem), ma solo di questa poco utile paginetta dove si legge fra l'altro:
Per ciò che concerne i siti pedopornografici, la legge istitutiva individua nel Centro il punto di raccordo per la trattazione delle segnalazioni, provenienti sia da altre Forze di Polizia anche straniere, sia da cittadini, da Associazioni di volontariato e da Provider.
Da tutta questa attività il Centro provvede a ricavare l'elenco dei siti pedopornografici della Rete, la c.d. "black list", che viene fornito agli "Internet Service Provider" perché ne venga inibita la navigazione, attraverso sistemi tecnici di filtraggio.
Se navigando ci si imbatte, anche involontariamente, in uno di questi siti interdetti appare un'apposita "stop page" , pagina di blocco, contenente l'avviso di interdizione.
Insomma, qualcuno (non è dato sapere chi) ha segnalato qualcosa (non è dato sapere cosa) su un server, e la Polizia ha provveduto a bloccare l'intero server. Così, tanto per andare sul sicuro. Che poi sicuro non è per niente, dato che immediatamente si sono diffuse le istruzioni per cambiare DNS o mascherare l'indirizzo IP (in modo da "non sembrare italiani") e riuscire così ad accedere ai contenuti bloccati.

Ora il blocco è sparito così come era apparso, cioè senza un perché. Ma io, da utente di siti "tranquillissimi", questo perché vorrei saperlo. Se il "sequestro" (o quel che è) non aveva fondamento, e così pare visto che è durato circa 24 ore, su che basi è stato disposto? Sul principio del "prevenire è meglio che curare"? E se invece aveva - purtroppo - fondamento, come mai è durato così poco? Forse tutte le immagini incriminate sono state già rintracciate e rimosse? Possibile, in sole 24 ore?

E che diamine di segnalazione è stata fatta, per bloccare un intero server di una piattaforma internazionale?

mercoledì 13 febbraio 2013

Non è un paese per vecchi

Seguitemi con un po' di pazienza, perché questo post parte con un aneddoto se vogliamo irrilevante, ma ne trae una lezione significativa (almeno, questa è l'intenzione).

Ordunque, per seguire più dappresso le vicende del suo telefilm preferito, la sottoscritta si è iscritta a Tumblr.  Se conoscete Tumblr, saprete che vi permette di aprire uno o più blog, seguirne degli altri e visualizzare tutti i post vostri e dei vostri 'following' in una stessa schermata (o dashboard). Un po' come Twitter, per quel che posso capirne, ma senza il vincolo dei 140 caratteri. I post di Tumblr, infatti, possono contenere testo, link, immagini, video, audio e chi più ne ha...

Tutto questo spiegone (peraltro quasi certamente poco corretto, ma se volete approfondire c'è sempre Google) per arrivare al fatto: stamattina ho aperto la mia dashboard scoprendo che alcune immagini non si vedevano. Non tutte le immagini, ma un buon 50-60%.

Ho aspettato con pazienza che la situazione si risistemasse, ho disattivato qualche plug-in di Chrome nel caso fossero quelli a creare problemi, poi ho scritto un paio di mail al supporto tecnico di Tumblr e in attesa della risposta ho avuto l'idea geniale di verificare le URL delle immagini 'rotte'. Così ho scoperto che facevano tutte riferimento allo stesso server, e quando ho provato a digitare il solo indirizzo della root, sorpresa sorpresa! E' comparsa una schermata piena di loghi: della Repubblica italiana, della polizia postale e non so più che altro. E c'era pure una enorme scritta in rosso, che diceva grosso modo "Questo server è stato bloccato perché conservava materiale pedopornografico".

(Ho fatto un grave errore: non ho salvato uno screenshot del messaggio, che ora è sparito)

A questo punto ho avuto una seconda idea geniale, mi sono cioè fiondata su Twitter e là, in mezzo a torme di tweet di ragazzine fan degli One Direction (e non negherò il mio imbarazzo nel trovarmi, quarantenne e buona, in tale compagnia), ho trovato le istruzioni per riconfigurare i DNS e ripristinare le immagini perdute.

Ed ecco la morale: per un manipolo di teenager è stata cosa da niente bypassare un blocco della polizia postale. Chi dirige questo paese è vecchio, non sa usare le risorse che possiede e spesso non sa neanche di possedere delle risorse, figuriamoci usarle.

(E adesso vado a cercare qualche notizia in più su questo blocco e su chi ha denunciato Tumblr)

martedì 12 febbraio 2013

Famiglia Auditel

- ...ma tu stasera vuoi vedere Sanremo?
- ...mmssì...
- ...vabbeh, non c'è problema, io posso sempre attaccarmi a Internet.
- Sì, io in effetti ci terrei a seguirlo... Sono solo le canzoni che non mi interessano...

lunedì 11 febbraio 2013

Dimesso un papa se ne fa un altro

Io, quando Giovanni Paolo I e Giovanni Paolo II furono eletti, ero piccolina e di queste cose non me ne importava granché. Quindi il primo conclave che ricordi è l'ultimo, in cui è stato eletto Benedetto XVI.

Sette anni fa ero grandicella, e anche se di quelle cose teoricamente continuava a non importarmene granché in quanto agnostica ed anticlericale, purtuttavia sempre di evento storico si trattava e quindi, quando si è diffusa la notizia della fumata bianca, mi sono attaccata alla TV per seguire la proclamazione del nuovo papa. E mi sono sorpresa di sentirmi emozionata e commossa. Ma soprattutto ero preoccupata: perché la vita nello Stato pontificio non è facile, in primis ma non solo per chi è agnostico ed anticlericale, e un papa invece di un altro può fare una bella differenza, che ve lo dico a fare.

Sicché fino all'ultimo ho sperato, con tutto il cuore, che non fosse stato eletto proprio Ratzinger. E mi è andata male.

Ora che il papa si è 'dimesso' (e mi domando cosa ci sia sotto, a queste dimissioni così impreviste e affrettate, e se mai sapremo cosa c'è sotto), chissà chi verrà eletto. Inutile dirlo, io spero in un papa possibilmente giovane, progressista, che si renda conto di vivere nel terzo millennio. E magari che non vesta Prada. 

martedì 5 febbraio 2013

Logiche aristoteliche nello Stato pontificio

Che la Chiesa cattolica sia contraria alle nozze gay, o meglio all'estensione dei pieni diritti civili anche agli omosessuali (perché questo è), in fondo a me pare logico. Cioè: la logica conseguenza tratta da premesse sbagliate, ossia che l'omosessualità sia contro natura e contraria alla legge divina.

Tralascio qui tutte le considerazioni che potrei fare sul dilaniamento interiore a cui la Chiesa costringe, a causa di queste premesse sbagliate, chi è gay e credente. Mi concentro invece, appunto, sulla questione del matrimonio.

E ritorno alla logica (distorta) di cui sopra. Se la mia religione consacra il matrimonio, e sempre la mia religione crede che essere gay sia contro natura, allora è chiaro che non posso approvare né accettare i matrimoni gay.

Ma si parla, ovviamente, di matrimoni religiosi; sui matrimoni civili la Chiesa non ha titolo, né competenza, né diritto di dire o vietare alcunché. Au contraire, dato che ogni democrazia degna di questo nome riconosce uguali diritti a tutti i suoi cittadini (anzi, dovrebbe battersi per riconoscere uguali diritti a tutti i suoi cittadini), uno Stato che volesse dirsi democratico dovrebbe obbligatoriamente, di default, senza manco starci a pensare, rendere legittimi i matrimoni gay.

(Poi, è chiaro, il problema sta nel fatto che quando Bagnasco apre bocca Hollande manco se ne accorge, mentre qua noi stiamo già tutti a tappetino. L'altro giorno, celebrazione ufficiale in pompa magna dei Patti Lateranensi, con Napolitano e compagnia cantante. No, vabbeh.)

venerdì 1 febbraio 2013

Sono stata censurata

Una cosa che non pensavo potesse mai succedere, dato il ristrettissimo numero di lettori di questo blog (pochi ma ottimi, tengo a precisare): mi hanno censurato un post.

Non vi metto il link perché il post al momento è stato spostato in bozze dai signori di Blogger (e là intendo lasciarlo come memento, anche se potrei modificarlo e ripubblicarlo), ma comunque si trattava di un post pre-natalizio consistente in una sola immagine, linkata da un altro blog. E il bello è che nemmeno mi ricordo che immagine fosse.

In ogni caso, immagine rimossa alla fonte e segnalazione per me.
Per la prima volta sento il peso del Grande Fratello.

mercoledì 30 gennaio 2013

Cose che non vorresti sentirti dire di ritorno dal parrucchiere (e che l'amore mio mi ha detto oggi in rapida successione)

- Ah, quindi non sei più andata dal parrucchiere?

- Ma perché non ti fai fare i capelli un po' diversi? Che so, magari mossi...

- Vabbeh, tanto ormai mi sono abituato a vederti così.

martedì 29 gennaio 2013

Mary Poppins

Sono disordinata, imbranata e ansiosa.
Il che significa che nella mia borsa c'è di tutto, letteralmente in ordine sparso, e quindi quando cerco qualcosa 9 volte su 10 non riesco a trovarla. Ora, capisco perdere le chiavi nel marasma, ma il cellulare è già un po' più grandicello, dovrebbe saltar fuori con facilità, nevvero? Bene, io sono capace di non trovare il portafogli. Eppure è lì.

A quel punto, va da sé, sono costretta a devo svuotare completamente la borsa. Quando l'oggetto scomparso decide di palesarsi, io sono già caduta in preda di una decina di crisi di panico in rapida successione. E ogni volta, dopo l'obbligatorio sospiro di sollievo, mi dico che è da stupidi farsi prendere da crisi di panico, perché la cosa deve essere nella borsa, so che c'è ed è solo questione di trovarla, dato che non perdo mai niente.

Quasi.

Ieri sera prendo la borsa per recuperare il libretto degli assegni e rimetterlo a posto (normalmente infatti non lo porto con me), il che è già di per sé strano perché di solito le cose restano in giacenza nella mia borsa, anche se inutili, per mesi (vedi occhiali da sole in pieno piovoso inverno). Come da copione, il libretto degli assegni risulta M.I.A. Come da copione, maledicendo il mio disordine e ripetendo come un mantra "Stai calma ché tanto è in borsa, stai calma ché tanto...", tiro fuori tutto: portafogli, occhiali da sole (sic), fazzoletti, sportina di tela, altra sportina rimasta inutilmente in borsa (arisic), astuccio con penna pendrive burrocacao assorbenti pillole antiallergiche, scontrini e monetine sparse, fodero dell'ombrello.

Il libretto degli assegni rimane M.I.A.
OK, forse adesso un minimo di panico è giustificato.

A quel punto, nella mia testa bacata si svolge il seguente flashback; io, in treno, che sento dire "toh, piove" e quindi tiro fuori l'ombrello dalla borsa.
E qui ho il lampo: con assoluta certezza, so che togliendo l'ombrello devo inavvertitamente aver fatto scivolare fuori il libretto.

Segue frettolosa e ansiosa telefonata al numero verde della Banca per bloccare gli assegni. L'operatore, gentilmente, mi ricorda che dovrò fare anche una denuncia di smarrimento alla polizia, il che è un'immane seccatura e mi farà perdere un sacco di tempo. Ma tant'è: maledicendo di nuovo (e a maggior ragione) il mio disordine e la mia sventatezza, mi rassegno alla bisogna. Per puro scrupolo chiamo in stazione, avessero mai ritrovato il libretto... Non ho molte speranze: una volta dimenticai l'ombrello sul bus, e quando telefonai per chiedere se ci fosse un ufficio oggetti smarriti, mi risero in faccia (davvero!).

Invece qui scatta il miracolo: fortunatamente il treno che avevo preso "moriva" alla mia fermata, ed era pure semivuoto; qualcuno aveva trovato il libretto e l'aveva consegnato al capostazione, e stamattina l'ho felicemente recuperato.

Dirò che ho avuto un momento di incertezza nel rimetterlo in borsa, anche se sono stata bene attenta a ficcarlo in un angoletto, così appena ho potuto ho deciso di sistemarlo meglio, in una taschina fornita di zip.

Beh, voi non ci crederete, ma quando ho riaperto la borsa in un primo momento il libretto non si trovava.
(Poi c'era, lo sapevo che c'era ed era solo questione di trovarlo.)