mercoledì 27 maggio 2015

E dire che sembrava tanto una persona perbene

Anni fa, quando ancora giocavo a fare l'archeologa, mi imbucai a un convegno internazionale. Sola e spaesata, non conoscendo nessuno mi appiccicai come una cozza a un architetto che scoprii provenire dal mio stesso paesello.
Di ritorno dal convegno, arricchita da questa nuova conoscenza (oltre che da due ottime bottiglie di vino graziosamente offerte a tutti i convegnisti dal sindaco del luogo in odor di rielezione, tutto il mondo è paese), continuai a frequentarla e insieme elaborammo un paio di progetti di collaborazione scientifica, poi purtroppo finiti nel nulla a parte qualche articolo presentato all'ennesimo convegno (questo, ahimé, privo di cadeau enogastronomico).

Per forza di cose con il tempo persi di vista il tizio, anche se il paesello è piccolo e quindi ogni tanto capitava di incontrarci, con annesso scambio di convenevoli ("come va, cosa stai facendo adesso, che progetti hai per il prossimo futuro, beh tanti auguri allora"), o di sentire voci sulla sua carriera.
Ad esempio, dopo qualche anno venni a sapere che era stato amenamente trombato in un concorso universitario, e me ne dispiacqui perché stimavo il soggetto e lo ritenevo persona pacata, competente e disponibile; gli ero grata, peraltro, della cortesia con cui mi aveva accolto all'epoca, anche se ero praticamente priva di esperienza e di credenziali (o almeno così mi giudicavo, si sa che in quanto ad autostima non sono seconda a nessuno).

Oggi, in maniera del tutto fortuita, scopro che ha partecipato all'ultima "manifestazione" delle sentinelle in piedi.
La stima nei suoi confronti è precipitata più in basso e più velocemente dei mercati dopo le ultime esternazioni del ministro delle finanze greco.

domenica 24 maggio 2015

Ironie involontarie (ma ugualmente poco opportune)

Ieri festa patronale qui al paesello, in onore dell'Immacolata. Discorsi, preci, applausi e, a coronamento del tutto, luminarie sul corso accese a suon di musica.
L'effetto delle luminarie, se non si considera un certo numero di led fulminati, è stato davvero notevole.
Quel che mi ha lasciato perplessa è stata la scelta dei brani musicali (registrati) che hanno accompagnato l'accensione.

Il primo brano era infatti la colonna sonora di Game of Thrones, celebre serie TV ad altissimo tasso di squartamenti, stupri, atti di sadismo e incesti assortiti (eccovi una scena esemplificativa e assai truculenta, non cliccate sul link se certe cose vi fanno impressione).
(Mi domando poi se qualcuno si sia premurato di chiedere il permesso per riprodurre la sigla, ma questo è un altro discorso e comunque io sono contro la SIAE.)

Il terzo e ultimo brano era la Marcia di Radetzky, che - a parte le ovvie associazioni, ormai automatiche, con il Capodanno - commemora uno degli irriducibili avversari dell'indipendenza d'Italia a cent'anni esatti dall'inizio della prima Guerra mondiale e anzi, a dirla tutta, fu composta in onore del nostro proprio dopo la battaglia di Custoza (che per noi italiani, giova ricordarlo, fu una solenne sconfitta e ci condusse alla fine disastrosa della prima guerra d'indipendenza).

Il secondo brano, mea culpa, non l'ho riconosciuto ma se tanto mi dà tanto doveva essere un Inno a Satana, o giù di lì.

venerdì 22 maggio 2015

La grande americanata

Ieri, complice il passaggio televisivo, riflettevo su La grande bellezza che (forse l'avevo già scritto) a me non piace per niente. Lo trovo un film privo di senso, con una sceneggiatura banalissima. Credo che sia piaciuto tanto all'estero, fino a vincere vari premioni (Oscar, Golden Globe etc.), perché promuove una rappresentazione dell'Italia come un paese pieno di luoghi e monumenti meravigliosi, ma popolato di cialtroni. Cioè esattamente come ci vedono all'estero.

(Non che la rappresentazione sia del tutto falsa, eh. Ma decisamente semplifica la realtà, non per nulla gli americani ci sono andati a nozze)

L'ulteriore riflessione che ho fatto leggendo la sinossi su Wikipedia (ché a vedere il film fino alla fine non ce l'ho fatta nemmeno stavolta, la sovraesposizione di Servillo mi dà sui nervi) è che in questo film gli unici personaggi degni di redenzione sono gli uomini: Servillo, appunto, e Verdone. Le donne, vedasi la semplificazione di cui sopra, o sono zoccole o sono sante: per assumere una connotazione positiva devono morire o farsi suore. Tertium non datur.

Tanto basta, secondo me, per bocciare il film inderogabilmente.

giovedì 21 maggio 2015

Madeleine, ovvero della funzione terapeutico-catartica di questo blog

Stanotte ho sognato che dovevamo dar via la pelliccia di mamma, ma a me dispiaceva assai perché ci sentivo sopra ancora il suo odore.
Mi sono svegliata piangendo.

venerdì 15 maggio 2015

It's my life

Iersera, festa di compleanno di una cugina acquisita.
La fanciulla compie 30 anni, io mi sento decrepita, ma tant'è.
Sostengo la mia autostima infilando un paio di pantaloni taglia 42 (OK, erano stretti a malapena respiravo e per tutta la sera mi sono seduta con estrema cautela onde evitare sfracelli alla Hulk, ma comunque si sono chiusi ed è questo che conta, sapevatelo).

La serata così si è svolta:
- tutte le altre donne a vezzeggiare i pargoli presenti e parlare dell'incipiente matrimonio della festeggiata;
- tutti gli uomini (compreso il fidanzato e futuro marito della festeggiata) ed io a guardare la partita della Juventus;
- metà degli uomini ed io a tifare contro la Juventus (io per nessun particolare motivo se non per puro spirito di contraddizione).

mercoledì 13 maggio 2015

Conflitti interiori

Presa dal solito sconforto post-cambio di stagione ("Cazzo, non mi entra più niente, sono praticamente deforme") ho deciso di ricominciare a fare un po' di ginnastica.
Avevo iniziato, con le migliori intenzioni, con l'anno nuovo (altro momento topico), seguendo delle lezioni di fitness on line; per quasi due mesi ho fatto ginnastica ogni giorno, sorprendendo per prima me stessa della mia costanza. Poi però ho smesso, un po' per pigrizia e un po' per effettivi impedimenti. Il fatto è che la ginnastica a casa è comoda, perché eviti di perdere tempo andando e venendo da una palestra; ma è scomoda perché si rischiano continue interruzioni (il telefono squilla, arrivano visite inaspettate, tuo marito torna dal lavoro, ti trova a fare addominali e fa una faccia strana: allora tu, prima che si metta a sghignazzare sguaiatamente dando il via a un'epica litigata, smetti di fare ginnastica).

Stavolta, per evitare interruzioni, ho pensato di alzarmi prima al mattino per fare almeno 20 minuti di cyclette. 
Ho resistito due giorni (e il primo ho seriamente rischiato di addormentarmi pedalando, o di pedalare dormendo, fate voi). Oggi, quando la sveglia si è fatta sentire alle 6, l'ho spenta e mi sono ributtata sotto le coperte.

Mi consolo dicendomi che comunque ho in programma una lunga passeggiata nel pomeriggio, ma so che è solo una goccia nel mio deserto di cellulite. E so anche che il pensiero di abituarmi a svegliarmi alle 6 per fare ginnastica è una pura utopia.

Insomma, sono divisa tra la voglia di dimagrire e la voglia di dormire.
(E so già chi vincerà)

martedì 12 maggio 2015