sabato 29 dicembre 2012

"Credo proprio che il peggio sia passato", ovvero Angelica commenta "L'Hobbit"

Ecco qua, l'ho visto. E in attesa della seconda parte potrei passare un intero anno a parlarne, ma cercherò di contenermi.

Per prima cosa è doveroso ringraziare Amica_G che, come promesso circa 10 anni fa, è venuta con me al cinema e ha sopportato la mia ansia pre-spettacolo (con un numero imbarazzante di messaggi ossessivi via telefono e Facebook per confermare l'appuntamento) e la mia eccitazione durante (ma non ho ancora dato il meglio di me stessa: l'anno prossimo sarà un massacro).

Anche questa volta, poi, esattamente come 10 anni fa, ero una dei pochi ad aver letto il libro, evidentemente, dato che quando il film è finito e le luci si sono accese ho raccolto le mie cose e me ne sono andata tranquillamente, mentre quasi tutti gli altri restavano basiti a fissare lo schermo, cercando di capacitarsi del fatto che il film in effetti non era finito e per sapere cosa succede toccherà aspettare un anno. Poi dice che leggere non serve.

(Tra un anno, comunque, spero di non essere costretta a vedere il film in 3D. Bello, per carità, ma la mia miopia non gradisce molto.)

Gli altri commenti li scrivo qua sotto, così non spoilero troppo.

mercoledì 19 dicembre 2012

Lavori in corso

Mi piace guardare il lavoro nei cantieri, gli aggiusti, le ristrutturazioni.
Sì, sono vecchia dentro.

Meno mi piace quando lavori, aggiusti e ristrutturazioni sono fatti con me dentro il locale in questione. Per due motivi: il primo è che ho sempre il sospetto che il tecnico di turno sia un raffazzonatore incompetente, e il secondo è che ho la sicurezza di essere io un'incompetente, per cui non sono in grado di accorgermi dei raffazzonamenti altrui se non quando è troppo tardi.

In altre, meno complicate parole: se il tecnico fa casino, io non me ne avvedo e finisce che mi tengo la cosa fatta male, oppure devo pagare un supplemento per farmela aggiustare.
Forte è la tentazione di sindacare durante i lavori in corso, ma siccome sono timida&cretina, non volendo passare per isterica rompiscatole (quando la gente si mette a sindacare sul mio lavoro mi irrito tantissimo, del resto) il più delle volte mi sto zitta.
Poi me ne pento, perché l'esperienza ha costantemente dimostrato che più rompi i cosiddetti, meglio viene il lavoro. Lo so che questa affermazione suona irrispettosa, demagogico-populista e chi più ne ha più ne metta, ma è vero.

Tutto ciò per dire che stamattina sono venuti a cambiarci il condizionatore in ufficio. E lo so che è meglio farlo in anticipo rispetto a quando il condizionatore servirà, e so anche che eravamo stati noi a chiedere di cambiarci il condizionatore (quello vecchio era davvero, davvero vecchio), ma rimane il fatto che sto al freddo e al gelo da più di un'ora - dato che per cambiare il condizionatore è stato ovviamente necessario smontarlo, il che mi ha lasciato con un bel buco aperto nel muro esterno, e ho dovuto aprire la finestra per contrastare la puzza del silicone, e oggi piove e tira vento.

mercoledì 12 dicembre 2012

I miei primi quasi 40 anni

L'altra sera ero alla festa per i 40 anni di un'amica, mia coetanea.
E anche questa, diciamolo, è stata un po' una doccia fredda: lei quarantenne, gli altri invitati tutti dai 40 in su, e per chiudere in bellezza il sillogismo quarantenne anche io. Poco ci manca, comunque.

Toccherà convincermi, meglio prima che poi, che sto invecchiando. O perlomeno che non ho più venticinque anni.
(Ma il caso è grave, se ogni volta che mi chiedono l'età devo pensarci a lungo prima di azzeccare la risposta giusta.)

Ad aggravare la crisi di coscienza, mentre ero alla festa sono stata apostrofata da un'altra invitata: "Ma non ci conosciamo?" "Non mi pare" ho risposto io, che pure dovrei ormai sapere a che livello sono capace di fare gaffe, ed aver quindi studiato apposite contromisure e/o risposte sufficientemente vaghe da non mettermi nei guai.

Infatti, la tizia in questione era men che meno una mia ex compagna di ginnasio la quale non solo mi aveva perfettamente riconosciuto, ma si ricordava perfino quali cartoni animati guardavo all'epoca. Il che fa capire due cose: la prima, che quando qualcosa mi piace non conosco mezze misure, e sono decisamente ossessiva e ossessionante; la seconda, che sono altresì inadatta a intrattenere rapporti sociali.

A mia difesa, va detto che avevo lasciato la tipa bruna e riccia, e l'ho ritrovata rossa e liscia (io invece non sono cambiata per niente, dixit). A mio detrimento, va invece che al ginnasio io, lei e altre due ragazze eravamo non dico amiche intime, ma "alleate" (questo è probabilmente il termine esatto) contro il vuoto pneumatico costituito dagli altri compagni.

Comunque, detto tra voi e me, io sembravo molto molto più giovane di tutti gli altri.

martedì 4 dicembre 2012

Tra 10 giorni esce L'Hobbit e non sarò capace di parlare d'altro

Nell'attesa torno sull'argomento dei programmi TV, dato che ho l'approvazione delle alte sfere (e dato anche che non mi viene in mente niente di meglio di cui scrivere). Ormai da lunga pezza mi sono rifugiata nel relativo empireo di Internet - o meglio, in programmi decenti che, in quanto tali, non vengono trasmessi dalla nostra televisione.

L'eccezione è Downton Abbey. Il fatto che Downton Abbey venga trasmessa in Italia (!) e su Rete4 (!!!!!) è un chiaro segno che la fine del mondo è vicina. Ed è anche un chiaro segno che il responsabile acquisti di Rete4, quando ha comprato Downton Abbey, non aveva la più pallida idea di che cosa stesse comprando. Probabilmente gliel'hanno spacciata come uno di quei film-tragedia ambientati per l'appunto nella campagna inglese, o in alta Baviera, che colonizzano il pomeriggio Mediaset. Invece è una soap opera inglese, il che significa che si tratta di un'opera di altissima qualità per regia, recitazione, scenografie, fotografia, costumi, cast (MAGGIE SMITH e non dico altro) e ovviamente la sceneggiatura che ha dei dialoghi talmente rutilanti da farti dimenticare l'obiettiva scontatezza della trama.

(Io sinceramente credo che la trama sia appositamente scontata, perché se fosse appena un po' più intrigante distoglierebbe l'attenzione dall'estrema raffinatezza dell'insieme.)

(Lo so che tutte queste cose le ho già dette e scritte, ma sto rivedendo 1a e 2a stagione nella versione originale inglese; e vi assicuro che anche a rivederla la cosa regge, il che mi ha confermato nel mio giudizio entusiasta. Specie considerando tagli, censure e adattamenti dei dialoghi operati nella versione italiana - quando, evidentemente, il responsabile programmazione di Rete4 si è reso conto di cosa stavano per trasmettere.)

Non è che io sia esterofila a prescindere: ci sono cose "straniere" che fanno piangere o gridare allo scandalo, tipo l'instant movie che è passato ieri sera ovviamente su Mediaset, dedicato a Amanda Knox. A parte la sciacallaggine dell'insieme, a parte che a ogni break pubblicitario compariva un cartello per avvertire che "questo film è basato sulle risultanze del primo processo, poi c'è stato l'appello che ha ribaltato la sentenza" (e quindi ti veniva fatto di chiederti "e allora che avete trasmesso a fare 'sto film?"), ma l'accrocchio in sé era brutto. Narrazione frammentaria, con flashback a incastro che nemmeno in Lost; trucco e costumi curati da qualcuno con seri problemi di daltonismo; sceneggiatura informe (l'Italia è tutta vicoletti, scalinate e vasi di gerani fioriti); attori totalmente fuori parte e regia non pervenuta.

D'altra parte, che una cosaccia del genere venga trasmessa in Italia, dove una delle fiction di maggior successo è Don Matteo, ha perfettamente senso.

Io mi consolo pensando che siamo quasi a Natale, e quindi tra poco cominceranno a girare la terza serie di Sherlock, e finalmente sapremo cos'è veramente successo alla fine di The Reichenbach Fall.

(Se Downton Abbey si fa perdonare ogni eventuale scivolone di sceneggiatura con l'altissima qualità ed eleganza del resto, Sherlock non ha assolutamente niente da farsi perdonare.)

lunedì 3 dicembre 2012

Mancava solo Miss Marple

Il clima freddo (eh sì, pare che anche qui alfine sia arrivato l'inverno) mi fa venir voglia di impegnarmi in attività casalinghe. La cosa è per me inusitata, quindi finché la voglia dura cerco di assecondarla, soprattutto quando si tratta di fare le pulizie. Pensate che sono finanche riuscita a convincermi a spolverare: mi stupisco di me stessa.

Ieri ho avuto un pomeriggio particolarmente produttivo. Senza farmi scoraggiare dal tentativo della scorsa settimana, che era miseramente fallito, ho riprovato a fare lo yogurt con la mia yogurtiera nuova di trinca. E stavolta CI SONO RIUSCITA (squilli di trombe, suono di fanfare, giubilo tra la popolazione). O almeno, lo yogurt si è addensato e non è rimasto allo stato liquido come la volta scorsa. Forse è addirittura troppo denso, a quel che si vede. La prova assaggio è prevista per oggi pomeriggio a merenda. Speremo ben.

Galvanizzata da questo successo, mi sono data alla pasticceria e ho sfornato un po' di muffin. E dato che la cosa in sé non presentava abbastanza sfide (i muffin sono uno dei miei cavalli di battaglia), ho deciso di essere audace apportando delle variazioni alla ricetta (suspance e rullo di tamburi). I muffin sono venuti benissimo (olè) e la mia autostima è salita di un'altra tacca.

(Essendo io notoriamente imbranata, riuscire in cose che richiedono sia pure un minimo di manualità mi galvanizza.)

Disgraziatamente, anche il mio peso segnato sulla bilancia è salito di un'altra tacca. Sfogare il mio impeto di casalinghitudine in cucina è deleterio: per fortuna mi sono trovata un altro hobby, meno ingrassante (spero), ossia l'uncinetto.

Ora, prima che inorridiate tacciandomi di vetero-qualcosa, di essermi appiattita nel ruolo di massaia, di non essere politically correct, sappiate che il lavoro all'uncinetto (per il momento) mi piace. Fondamentalmente perché non riesco a fare solo una cosa alla volta, ad esempio guardare la TV o leggere un libro. Credo che la cosa derivi dal fatto che le donne sono multitasking: ecco, io sono molto multitasking. Di solito mentre leggo un libro seguo distrattamente un programma TV e ogni tanto butto un occhio su Internet.

Il tutto, però, mi lascia le mani libere. Hence, l'uncinetto. Che ha inoltre il vantaggio di circondarmi di lana e quindi di tenermi calda. Ieri sera lavoravo all'uncinetto e guardavo Downton Abbey e, ditemi quello che volete, mi sentivo molto radical-chic.


mercoledì 28 novembre 2012

Due arcobaleni

Giorni e settimane che non scrivo, e se ve ne siete accorti penserete che non mi sta succedendo niente.

Invece ho cambiato ufficio, non lavoro ma stanza, e sono nel mezzo del trasloco; guardandomi allo specchio ho constatato con orrore che ho un sedere enorme, e ho quindi preso la decisione drastica di mettermi a dieta, decisione immediatamente celebrata con un'infornata di muffin; ho rischiato la vita in un centro commerciale, quando due bastoni per le tende completi di anelli e finali, mal sistemati su di uno scaffale, hanno optato per il suicidio buttandosi a terra e per fortuna limitandosi a sfiorare la mia capoccia; ho letto un paio di libri decenti e visto un film passabile; ho festeggiato i quattro anni di relazione, e tre di fidanzamento ufficiale (aka anello) con l'amore mio; ho scoperto un'insana passione per il tricot, che per fortuna il prezzo osceno dei filati mi sta facendo tenere a bada.

E oggi ho visto due arcobaleni nello spazio di tre ore scarse. E neanche pioveva. 

mercoledì 14 novembre 2012

Con qualche precisazione

1) non ho intenzione di andare a votare alle primarie (anche perché non ho mai votato PD in vita mia);
2) sono convintissima che test come questo siano pilotati;
3) mi scocciava rifare tutto usando il mio nickname, quindi potrete leggere il mio vero nome (uuuh, sorpresona! Scommetto che non aspettavate altro): non ve ne approfittate;

ma comunque, secondo l'ultimo giochino di Repubblica, il mio "posizionamento" rispetto ai candidati alle Primarie è:



(avrei detto più tra Puppato e Vendola, in effetti, e spostata decisamente verso Puppato)

lunedì 12 novembre 2012

Prima o poi riuscirò ad assumere la forma mentis di una persona adulta

... ma per il momento continuo, imperterrita, ad angosciarmi quando devo discutere con qualcuno, anche se sono al 150% convinta di avere ragione (casus belli, questioni di politica aziendale), e mi sento in colpa e mi faccio venire l'ansia aspettandomi di essere rimproverata, manco avessi ancora 5 anni.

Meno male che scrivere qui mi aiuta a rimettere le cose in prospettiva.

domenica 11 novembre 2012

Devo premettere che io amo l'estate, anche quando fa caldissimo (quest'anno nelle giornate che toccavano i 35° abbiamo detto "meno male che oggi è fresco"), perché ho problemi di circolazione e da fine settembre a fine maggio ho mani e piedi perennemente gelati.

Però quando comincia a far freddo, e ti fai una doccia bollente e subito dopo ti metti un pigiama pulito, pesante e morbido, e il calore ti rimane addosso e ti pare addirittura di riuscire a percepire il sangue che ti scorre veloce nelle vene, ecco: questa è una delle sensazioni che preferisco in assoluto.

sabato 10 novembre 2012

Long Way To Tipperary / 2

Il fatto che non ne stia parlando non significa (purtroppo) che l'organizzazione del matrimonio non stia andando avanti. Oggi, per dar prova di impegno e non farci mancare niente, io e l'amore mio siamo volenterosamente andati a visitare una fiera tutta dedicata alle nozze, dal creativissimo titolo "Promessi sposi".

Per fortuna era possibile ottenere il biglietto omaggio via Internet, perché l'idea di dover pagare per essere assediati da rappresentanti di sale ricevimenti / wedding planner / agenzie di gruppi musicali / fotografi / pasticcieri / confettieri / bombonieri etc. ci rendeva abbastanza nervosi.

Poi il biglietto omaggio nemmeno ci è servito, visto che accanto alla biglietteria c'era un ingresso aperto e non presidiato, di cui tutti si sono serviti con aria di suprema indifferenza (tutti tranne una coppia di anziani che stavano facendo il biglietto mentre noi uscivamo, e pareva brutto andargli a dire davanti al bigliettaio "Guardate che da lì si può entrare senza pagare").

Comunque, già questo fatto dell'ingresso alla portoghese deponeva male. Io credo ai segni, anche se credo di più alla mia capacità sovrannaturale di leggere quelli sbagliati ignorando quelli giusti, ma quando tu metti piede in un posto e immediatamente scatta l'allarme antincendio con relativo ordine di evacuazione, beh, c'è poco spazio per l'equivoco: l'ordine cosmico non ti vuole lì.

Stoicamente, io e l'amore mio siamo rimasti per ben mezz'ora a gironzolare fra gli stand, accumulando circa 3 chili di cartaccdepliant informativi e il dubbio privilegio di ammirare alcuni fra i più orridi abiti da sposa che mente umana abbia mai potuto concepire. Non abbiamo chiesto quanto costassero perché non siamo poi masochisti fino a questo punto.

In compenso, abbiamo incontrato un conoscente come noi in visita alla fiera e molto più di noi carico di brochure, cataloghi, biglietti da visita et similia. Non ci ha chiesto cosa ci facessimo lì, dato che il motivo (ahimé) era ovvio. Meno ovvio cosa ci facesse lui lì, da solo. Specie considerando che è già sposato, da anni.

Dopo questo incontro, l'amore mio ed io unanimemente abbiamo deciso che avevamo visto abbastanza, e ci siamo ritirati in buon'ordine. Comunque non è stato tempo speso invano, perché mi ha dato la riprova che lui è la mia anima gemella. Entrambi, andandocene, abbiamo esclamato: "Ma che siamo venuti a fare?!")

(In realtà ho detto "Che c@**o siamo venuti a fare", ma io sono scurrile) 

martedì 30 ottobre 2012

Media mainstream

Guardare solo telefilm inglesi e/o americani via web *cough cough* offre sostanzialmente due vantaggi: il primo è che posso fare la superiore, pavoneggiandomi per il fatto che IO seguo i telefilm della BBC in lingua originale e snobbando tronfia le fiction e i reality show di casa nostra. Il secondo è che, obiettivamente, non c'è confronto e le produzioni inglesi e americane (ultimamente soprattutto quelle inglesi) sono di un livello lontano anni luce da quelle italiane per qualità della regia, della recitazione, della fotografia, di scene e costumi (si vede che anche i budget sono lontani anni luce) ma, soprattutto, per la qualità della sceneggiatura.

C'è però l'indubbio svantaggio di non conoscere praticamente nessuno che segue gli stessi programmi che vedo io, e quindi di non avere nessuno con cui commentarli, interpretarli, dissezionarli fino alla nausea (avrete notato che, quando qualcosa mi piace, tendo a diventare leggermente monomaniaca).

Magari, se avessi dedicato questo blog a commentare/criticare i programmi TV, nella vastità di Internet avrei trovato qualcuno con cui condividere le mie ossesspassioni. D'altro canto, considerando che di solito i miei giudizi sono estremamente tranchant e lasciano poco spazio alla discussione, probabilmente pochissime persone sarebbero state interessate a leggermi. 

Comunque, Fringe è noioso.

lunedì 29 ottobre 2012

Abilitazione scientifica nazionale

L'Abilitazione scientifica nazionale (ASN: usiamo anche noi gli acronimi che fa tanto Ammerica, anzi USA) è, in parole povere, un concorsone bandito dal MIUR (aridaje) per il passaggio di grado dei professori universitari. I quali devono sottoporre a valutazione le loro pubblicazioni scientifiche, dato che teoricamente se tu sei un professore universitario sei tenuto a fare ricerca scientifica (e magari anche su qualche argomento utile e serio, non su questioni di lana caprina, direi così en passant).

Non mi risulta però che i professori universitari debbano essere valutati anche sul fronte della didattica: sono capaci di fare lezione, di spiegare la loro materia, di assistere gli studenti? In altri termini, sono capaci di fare i professori?

(Il concorsone per i docenti di scuola superiore, invece, l'esame di didattica lo prevede eccome. Viva l'Italia.)

venerdì 26 ottobre 2012

Yawn.

Avere la prova che, dopo quattro anni, l'amore tuo ancora ti sogna la notte è una bella cosa.

Meno bello è quando l'amore tuo comincia a parlare nel sonno, o più specificamente a chiamarti e scuoterti nel sonno, al che tu emergi dal letargo convinta di non aver sentito la sveglia, ti dici "Mamma mia, ho ancora un sonno mostruoso: devo andare a letto prima, la sera", vai in bagno, fai colazione, ti lavi, ti vesti, ti trucchi, fai per metterti l'orologio al polso e solo a quel punto realizzi che sono LE CINQUE DEL MATTINO.

giovedì 25 ottobre 2012

Adesso però non riempitemi di spam...

Il nuovo (beh, recente) sistema di captcha di Blogger è improponibile. Da un po' meditavo di rimuoverlo dal blog.

Poi ho letto questo.

lunedì 22 ottobre 2012

Come Linus

Da queste parti l'autunno è arrivato a mezzo servizio. Nel senso che al mattino presto, e appena cala il sole, fa freschetto. Di giorno, invece, fa ancora caldo. Ieri, ad esempio, le temperature erano quasi estive e qualcuno è anche andato al mare.

Non so se si siano arrischiati addirittura a fare il bagno perché, per mio conto, ho assunto l'assetto invernale. Quasi del tutto: la giacca è ancora quella leggera, i maglioncini pure, ma le calze e le scarpe decisamente non lo sono.

(E anche quest'anno è ricominciato il dramma delle calze: la ricerca nei cassetti prima, le sfilature poi.)

Tra poco verrà il momento di accendere i termosifoni, per la prima volta nella casa nuova. E sarà il momento della verità, per me che sono freddolosissima: la casa resterà accogliente come quest'estate, o si trasformerà in una trappola ghiacciolosa che mi costringe a deambulare imbozzolata in plaid e coperte? Mi ti voglio, a salire e scendere la scala trascinandomi dietro una coperta: tutte le cadute che ho evitato miracolosamente finora, le sconterò adesso.


giovedì 18 ottobre 2012

Cluedo

Ci sono degli episodi, sul lavoro, che mi viene voglia di qualificare come mobbing. Poi il mio senso del ridicolo ha la meglio, e le qualifico semplicemente come stupidità altrui.

Qualche anno fa, dati vari pensionamenti e (poche) assunzioni, si impose una redistribuzione del personale nei nostri uffici. Io, che ero stata inizialmente piazzata da sola in una stanzetta di risulta, fui trasferita nell'ufficio che occupo attualmente, con un'altra collega.

La cosa mi lasciò abbastanza indifferente perché, se da un lato mi sono sempre trovata bene da sola, dall'altro mi faceva piacere l'idea di avere qualcuno vicino con cui scambiare quattro chiacchiere. La collega, peraltro, era persona simpatica.

Rimasi molto stupita quando il mio capo si venne a scusare con me del fatto di avermi dovuto spostare in una "doppia", rivelandomi che altri dirigenti avevano sottolineato che io non ero abbastanza alta in grado per meritarmi una stanza "singola".

Seppi poi che si stavano scatenando lotte intestine per il possesso degli uffici d'angolo / più spaziosi, non per la loro comodità ma per il loro valore di status. Io, nella mia ingenuità, avrei assegnato gli uffici in base a considerazioni esclusivamente logistiche, ma si sa che vivo fuori dal mondo. A parte innescare in me una serie di riflessioni sulle miserie umane, comunque, la cosa non mi turbò più di tanto.

Anche perché dopo pochi mesi la mia compagna di stanza andò in pensione, lasciando l'ufficio tutto per me.

Adesso, come si dice, la storia si ripete perché nuove redistribuzioni del personale impongono nuovi traslochi e il mio capo poco fa è venuto da me armato di pianta dell'ufficio. Giuro: la prima associazione mentale che mi è venuto di fare è stata con i gialli di Agatha Christie, quelli in cui è immancabile uno schema della scena del delitto.

Orbene, a quanto pare i poteri che presiedono al trasloco (credetemi, non li invidio) hanno deliberato di spostare la nostra Divisione in un'altra ala dello stabile. Tutti tranne me, che sarò dislocata altrove: non troppo lontano, ma comunque non in posizione comoda dato che, per lavoro, devo spesso discutere in presenza con gli altri colleghi.

Ah, e ovviamente non sarò in una "singola", ma insieme a un'altra persona.

Di nuovo, la cosa non mi turba se non per questioni logistiche: non ha molto senso che il mio capo si ritrovi fisicamente separato dalla sua unica collaboratrice. Per il resto, la collega che sarà in stanza con me è tranquilla e più o meno mia coetanea, per cui è lecito prevedere una serena convivenza.

Se poi sarò costretta più volte, nel corso della giornata, a fare su e giù per i corridoi con i miei rumorosissimi tacchi, non posso farci proprio niente.

martedì 16 ottobre 2012

Lei non sa chi sono io

Siccome è da parecchio che non scrivo, e invece tutti dicono che bisogna essere costanti e costringersi a scrivere qualcosa ogni giorno per migliorarsi, e io sono sempre speranzosa di riuscire, un giorno, a scrivere un romanzo, ripesco un aneddoto dal mio lontano e turbolento (si fa per dire) passato.

Orbene, non poi tanto tempo fa stavo frequentando la SSIS. Perché, sappiatelo, ho frequentato anche la SSIS, così per non farmi mancare niente. 

Un giorno, uno dei docenti che avrebbe dovuto insegnarci didattica della letteratura italiana, ma in realtà stava biecamente ricicciando il suo corso universitario di letteratura italiana, decise che aveva bisogno di rimpolpare il pubblico di una conferenza che aveva organizzato all'Università. Per cui entrò in aula e ci comunicò serafico che la lezione prevista per quel giorno era sostituita, per l'appunto, dalla conferenza.

Sconcerto e scompiglio, dato che le lezioni della SSIS si tenevano a distanza pedonale sì, ma comunque a distanza dalla sede del convegno. Proteste mie e di un'altra malcapitata collega per l'illegittimità della cosa (oltre tutto, l'assicurazione della SSIS non avrebbe coperto qualunque eventuale incidente fosse capitato durante il trasferimento). Tentativo mio e della suddetta malcapitata di sobillare gli altri colleghi a diserzione e rivolta - finito nel nulla, essendo gli altri colleghi più che condizionati ad abbassare il capino e subire.

Insomma, alla fine ci ritroviamo tutti all'ingresso della sala conferenze. Alcuni cominciano a entrare, altri (tra cui la sottoscritta) si pongono un interrogativo essenziale: che fine avrà fatto il registro delle presenze che la SSIS ci obbliga a firmare?

Nel mentre ci agitiamo un po'per cercare il registro, senza filare di pezza la conferenza, dalla sala esce un ragazzotto che con aria di dubbia autorità ci intima di fare silenzio e prendere posto senza disturbare ulteriormente il relatore. Siccome la qui presente paladina della giustizia non ha mai sopportato la spocchia, si fa avanti e chiede al ragazzotto (in modo abbastanza secco, bisogna ammetterlo) dove sia il registro. Ce l'ho io, dice lui. Bene, daccelo, rispondo io.
- No, non potete averlo. Il professore ha detto che devo tenerlo io: a fine conferenza potrete firmare.
- Ma quello è il registro della SSIS. A che titolo dovresti custodirlo tu? Sei della SSIS, tu?
- Non sono della SSIS, ma sono un dottorando del professore: quindi comincia a darmi del "Lei".

Errore, piccolo.
- Senti, ragazzino, se dobbiamo fare il gioco dei titoli, io sono dottore di ricerca e specializzata. Comincia tu a dare del "Lei" a me.

Chissà cosa hanno pensato nella sala conferenze quando hanno sentito che fuori era scoppiato l'applauso.

venerdì 5 ottobre 2012

Siparietti

Sono reduce da una settimana che definire "di cacca" è poco (e non è ancora finita!), il che ha abbassato ulteriormente la mia soglia di tolleranza alla stupidità umana, già bassa di suo (la mia tolleranza, ché la stupidità disgraziatamente è assai).

Ierlaltro, per cercare di combattere un attacco depressivo acuto, ho deciso di farmi un giro di window shopping; solo window, perché le cose esposte in vetrina da un po' di tempo in qua (dalle mie parti, almeno, da voi non so: nel caso, segnalate negozi degni e possibilmente attrezzati per la vendita on line) fanno pena e costano una cifra. Qualcuno avvisi i negozianti che c'è la crisi.

(Off topic, che fin qui non sembra off ma poi capirete che questo post ha un altro topic: da parecchio tempo, ormai, i negozi sono pieni di ciarpame venduto a carissimo prezzo. Io ve lo dico: se non mi date altra scelta che comprare maglioncini rifaldi di acrilico, perché quando vi chiedo roba di lana/cotone/fibre naturali in genere mi ridete in faccia, io piuttosto che comprarli da voi pagandoli millemila euro li compro dai cinesi pagandoli quattro soldi. Ecco, l'ho detto.)

Comunque, come sempre mi avviene quando decido di fare un giro per negozi, sono finita in libreria. Una di quelle librerie che ti offrono uno spazio per leggere, con divanetti discretamente comodi. Io ho accolto di buon grado l'invito, ho scelto un libro che pareva intrigante e poi visto l'affollamento ai divanetti mi sono diretta a quello che pareva più sgombro, occupato solo da due signore con assortimento di varie borse e sacchette sparse.

Però, quando ho chiesto educatamente a una delle signore se il posto accanto a lei fosse libero (con ciò sottintendendo "leva l'ennesimo sacchetto e fammi sedere"), lei mi ha guardato in faccia e mi ha risposto testualmente: "ti spiace sederti da un'altra parte? Noi abbiamo bisogno di spazio."

L'ho guardata basita per qualche secondo, poi mi sono girata e sono andata da un'altra parte, ossia al divanetto accanto occupato da due ragazze che gentilmente si sono strette per farmi posto. Al mio sguardo apologetico, una ragazza ha sorriso come per dire "ho capito, non preoccuparti". Al che la "signora" di prima ha ritenuto necessario ribadire "Scusa eh, ma noi abbiamo bisogno di spazio".

"Signora, se avete bisogno di spazio, lungi da me il togliervelo" ho ribattuto a voce altissima.
A voi sembra normale andare a sedersi in libreria per fare pettegolezzi con le amiche? A me, no.

martedì 25 settembre 2012

Riepiloghiamo i fatti salienti degli ultimi giorni

Allora: che la corruzione nella politica sia, da tempo, a livelli intollerabili e che sia vergognoso come i politici svicolino dal problema, è sacrosanto. Bagnasco, comunque, ogni tanto un po' di c***i suoi potrebbe anche farseli.

(Due giorni fa se ne sono usciti con l'appello ai politici cattolici a combattere per "la santità del matrimonio", o simili, e contro l'aborto. Casini che da divorziato combatte per la santità del matrimonio, a me sembra un lievissimo controsenso. Rimane il fatto che si tratterebbe di ingerenza di rappresentanti di Stato estero - il Vaticano - nella politica di uno Stato sovrano, per cui una protesta per vie diplomatiche sarebbe di rigore. Ma tant'è, altro che Stato estero o sovrano, noi viviamo nello Stato pontificio, con il Papa Re che non paga le tasse e quant'altro. Che pena.)

Infine, sulla vicenda Fiorito: non per fare il bastian contrario, ma io gli credo. Io credo che abbia operato nella legalità, nel senso che tutti quei soldi gli spettavano per legge dato che le leggi sui compensi dei politici sono fatte appunto dai politici (vedi tutti gli aumenti di stipendio dei parlamentari, proposti regolarmente e regolarmente approvati a larghissima maggioranza, per non dire all'unanimità).

Né credo che Fiorito sia stato l'unico ad aver rubato, se ha rubato. E tutti quelli che adesso fanno le verginelle violate, i consiglieri PD che si dimettono, dove erano quando si deliberava una regalia di 100mila euro a consigliere? Allora la cosa non pareva indegna?

La Santanché, poi, che strilla a destra e a manca che sono tutti dei delinquenti e se ne devono andare a casa, come se lei non fosse una dei delinquenti che se ne deve andare a casa, sarebbe ridicola se non fosse che per il particolare che nessuno le fa notare la piccola contraddizione.

giovedì 20 settembre 2012

Long Way To Tipperary

L'amore mio ha deciso: è venuto il momento di sposarci!

Le mie obiezioni, basate sul fatto che 1) ci siamo appena trasferiti a casa nuova 2) causa suddetto trasloco, siamo esausti fisicamente, emotivamente, psicologicamente e finanziariamente 3) non ho la minima voglia di organizzare un matrimonio e 4) non ho la minima voglia di organizzare un matrimonio in chiesa, sono state tutte elegantemente, affettuosamente e implacabilmente rigettate.
Ora so cosa prova il procuratore distrettuale dei telefilm di Perry Mason.

martedì 18 settembre 2012

Spiacevoli coincidenze

Scenetta a cui ho avuto la fortuna di assistere stamattina. Un camion della nettezza urbana percorre una strada laterale piuttosto stretta (in pratica, c'era spazio per il camion e basta) e al momento di svoltare nella via principale si ritrova bloccato da un'auto parcheggiata proprio all'angolo.

Per cui si ferma. Le auto in fila dietro il camion cominciano istantaneamente a suonare il clacson. In risposta, un tizio si affretta (ma neanche poi troppo) a uscire dal bar di fronte, tirando fuori dalla tasca le chiavi della macchina e brontolando fra i denti "Che cavolo, pare che abbia l'orario..."

Eh sì, ciccio, il camion probabilmente ce l'ha, l'orario. L'orario del suo percorso per ritirare la spazzatura, che incidentalmente coincide con l'orario in cui tu fai colazione al bar.

(All'inizio volevo intitolare questo post "Sud", ma penso che ormai certe cose succedano senza distinzione di punti cardinali.)

lunedì 17 settembre 2012

Giochi semantici stupidi (si fa quel che si può)

Sentir parlare di "fiscal compact" mi fa infallibilmente pensare al cerone, poi leggere che Berlusconi ne parla non può che rafforzare il preconcetto.

venerdì 14 settembre 2012

In heaven and earth

Ho cominciato a leggere un libro di filosofia. Ma farei meglio a dire: ho ricominciato a leggere libri di filosofia. Perché, se le buone stelle mi assistono, non ho intenzione di smettere.

La filosofia mi è sempre piaciuta, fin da quando ho iniziato a studiarla al liceo (e nonostante una professoressa psicotica). Ricordo il mio trionfo intellettuale quando ho capito che cosa diavolo significasse "L'essere è, e non può non essere". Il fatto che "L'uomo è misura di tutte le cose" è diventato il mio motto personale, a livello ontologico, etico ed estetico.

Avevo dimenticato la sensazione di leggere un buon libro di filosofia. E' come se il mio cervello, dopo essere rimasto tanto (troppo) tempo in una stanza chiusa, aprisse le finestre e ricominciasse a respirare l'aria della primavera. 

giovedì 13 settembre 2012

Qualunque titolo mi pare inappropriato

Con molto, moltissimo ritegno, dato che l'episodio è gravissimo e di certo io non ho le conoscenze necessarie a comprenderne le motivazioni e le implicazioni, ho deciso di scrivere un post sulla tragedia di Bengasi.

Le mie parole saranno sicuramente banalissime (spero solo che non siano offensive), ma sento davvero il bisogno di fermarmi a riflettere su quello che è successo, senza farmelo scivolare addosso distraendomi con tutto quello che succede intorno a me (e qui arriva la prima banalità, della serie "la vita continua").

Innanzitutto ci tengo a premettere che, inevitabilmente, la mia percezione dei fatti è distorta dalla rappresentazione che ne stanno dando i media. Ci tengo a mettere questo come primo punto fermo.

Paranoia!

Mi sono appena resa conto che la finestra di guida all'uso della "Visualizzazione in incognito" di Chrome indica quali potenziali pericoli, tra le altre cose, "Agenti segreti che ti sorvegliano".

Perlomeno (ancora) non si parla di alieni che ti leggono nella mente.

(Il pensiero corre al mitico formulario di ingresso negli USA, quello in cui ti chiedono se sei un terrorista e/o hai problemi psichiatrici e/o trasporti esplosivi e/o armi batteriologiche.)

mercoledì 12 settembre 2012

Piaceri proibiti

Io amo leggere. Amo molto leggere. Negli ultimi tempi, in altre faccende affaccendata, non sono riuscita a indulgere molto alla mia passione; adesso, però, ho trovato il timeframe perfetto: in treno, andando e tornando dall'ufficio (treno NON Trenitalia, vagoni nuovi, aria condizionata e su alcune corse persino la filodiffusione con una discreta selezione musicale. Invidiatemi pure).

Gli ostacoli alla lettura, stando così le cose, restano essenzialmente due: il primo è di ordine economico, dato che non posso comprare tutti i libri che vorrei leggere (lasciata a me stessa divoro più o meno un libro a settimana), il secondo è di ordine logistico dato che a casa non ho spazio per tutti i libri che leggo. La soluzione ovvia sarebbe dunque quella di individuare la Biblioteca più vicina a me, fare la tessera del prestito, e via.

E adesso vi spiego il condizionale.

lunedì 10 settembre 2012

Dopo i 18 anni le connessioni neuronali muoiono e non vengono rimpiazzate

Mancano 3 minuti alla pausa pranzo, la mia stanza è piena dell'odore della pasta al forno che si sta riscaldando per l'appunto nel forn(ett)o, ma io sono lo stesso capace di girarmi e, non vedendo la lucetta accesa, balzare verso l'aggeggio medesimo al grido di "Oddio non è acceso, e come mangio io adesso?"

Non sono normale.

venerdì 7 settembre 2012

Personal shopper

Facendo un giro per i miei negozi preferiti, quelli vorrei-ma-non-posso, quelli insomma dove spenderei cifre astronomiche se le avessi, ho notato su una vetrina un cartello: "Non mancate l'appuntamento con il vostro personal shopper!"

Ora, ammetto che certe persone hanno bisogno di qualcuno che dica loro come vestirsi e cosa comprare (io, ad esempio, sono penosamente banale: maglia golfino pantalone, sempre negli stessi abbinamenti, ignoro cosa sia un accessorio), ma da questo ad assumere un personal shopper direi che ce ne corre. In primo luogo, se c'è grossa crisi e non ho i soldi per comprare i vestiti, figuriamoci se ce li ho per pagare qualcuno che me li faccia comprare.

Secondariamente, uno dei grandi piaceri dell'esistenza è andare a fare shopping per proprio conto o meglio ancora con un'amica, ravanare nei negozi, scoprire qualcosa di particolare che neanche sapevamo ci piacesse, comprare cose che non ci servono, confrontare i prezzi (a cose fatte, io amo vantarmi di quanto poco ho pagato per i miei acquisti). Che gusto c'è se qualcuno ci punta nella giusta direzione? Viene meno tutta l'emozione della ricerca.

(Un po' come quando mia zia, che lavorava a Modena, andò alla fabbrica Panini e mi portò in regalo un album con tutte le figurine, in ordine dalla prima all'ultima; passai il pomeriggio in letizia ad appiccicarle, dopo di che rimasi con un album completato, niente altro da fare e nessun doppione da scambiare.)

mercoledì 5 settembre 2012

Prospettive

Warning/disclaimer: questo post potrebbe risultare offensivo per qualcuno. Io però lo scrivo lo stesso.

Oggi è stata una giornata del cavolo (non per niente stamattina non ne volevo sapere di svegliarmi!) cominciata male in ufficio con uno scontro, per interposta persona e mail, con il solito collega e proseguita peggio quando, per rilassarmi, ho deciso di concedermi un po' di window shopping e ho finito con lo scoprire che uno dei miei negozi preferiti ha chiuso.

Come degna conclusione avevo in programma una riunione di condominio. Mentre ero per la strada, ho incrociato una collega di liceo e università che non vedevo da secoli.
Preciso: ho incrociato lei e i suoi due figli (non mi intendo di bambini, ma penso che il più grande non potesse avere più di cinque anni).

Dopo un saluto affettuoso quanto affrettato, ognuno ha ripreso la sua via e io ho cominciato a pensare che le ragazze - oddio: le donne - della mia età, normalmente, a quest'ora hanno realizzato una famiglia e occupano il loro tempo (anche) nell'accudire i figli mentre io, invece, mi occupo di vicende amministrativo-condominiali et similia.

Improvvisamente mi sono sentita meglio e la giornata non mi è più parsa tanto del cavolo.

martedì 28 agosto 2012

Pure Federica Pellegrini si era "chiusa nella bolla" e si sono poi visti i bei risultati alle Olimpiadi

Mi pare inutile continuare a seguire la politica, finché si tratterà delle solite facce di tolla che continuano a ripetere i soliti paroloni che non significano nulla, cercando di spacciare per "dibattito democratico" la solita compravendita di poltrone.

Quando (e se) arriveremo alle elezioni mi impegnerò (eh sì, ci vorrà impegno) per cercare un partito e/o un candidato che non sia totalmente repulsivo. Oppure voterò scheda bianca: c'è sempre una prima volta e sono stanca di essere sempre costretta a scegliere il male minore.

(Mi rifiuto di astenermi perché sono profondamente convinta che il voto sia un dovere prima ancora che un diritto, ma stanno rendendo davvero difficile la vita della mia coscienza civile.)

Di votare PD, ovviamente, non mi passa nemmeno per la testa e quindi, in linea teorica, Bersani che lancia proclami su come sceglierà di allearsi con Vendola piuttosto che con Casini (come se fosse un emiro che deve scegliere la sua favorita per la notte, come se la cosa non riguardasse magari un pochettino anche noi) non dovrebbe farmi né caldo né freddo. Invece questo atteggiamento spocchioso e autoreferenziale, e devo purtroppo dire tipicamente piddino, di chi si chiude nelle sue stanze con pochi intimi a prendere decisioni, senza minimamente considerare anzi avendo perso del tutto la capacità di capire che cosa sta succedendo fuori, ecco questo atteggiamento mi dà parecchio sui nervi. Io lo prenderei a ceffoni, Bersani.

(Nota di servizio per gli opinionisti sapientini: dire "sono tutti uguali" non è qualunquismo. E' realismo.)

lunedì 27 agosto 2012

Il ritorno

Dunque si torna in ufficio. Sono sincera, la cosa non mi dispiace: le vacanze sono belle, ma il lavoro dà le sue soddisfazioni.
(Primo giorno. Da domani, mi rivedrete a sbuffare e sacramentare sui soggetti disturbati con cui devo avere a che fare.)

Scherzi a parte, il ritorno non sta andando malissimo, almeno finora. Stamattina sono riuscita a svegliarmi presto, anche se ero andata a letto tardi (lo so, non proprio una mossa astuta da parte mia), e a prendere il solito treno nonostante tre utOnti avessero unito le loro forze per occupare la biglietteria indefinitamente.
Meno male che, causa ansia congenita, arrivo in stazione con eoni di anticipo.

Poi qui in ufficio, durante le ferie, hanno sostituito i server e "riconfigurato" tutte le postazioni. Il che, tradotto in linguaggio non tecnico, significa molto semplicemente il caos. Metà di noi non accede alla posta elettronica, l'altra metà (tra cui la sottoscritta) non accede ai suoi file. In queste condizioni, va da sé, l'attività è giocoforza limitata.

In teoria, questo aggiornamento dei sistemi dovrebbe servire a migliorare i lumacheschi tempi di risposta delle macchine. Nella pratica, almeno per il momento, il mio PC è più lento che pria e sembra aver cancellato parecchia della mia roba. Spero davvero - per la sua salute - che chiunque abbia smanettato qui in mia assenza abbia avuto l'accortezza di fare un backup.

D'altra parte, in questi ultimi giorni di agosto il ritmo è ancora blando. Ieri un tipico acquazzone estivo ha abbassato la temperatura (mi ha pure allagato mezza casa, ma vabbeh), per cui si sta qui, si fa quel che si può, l'aria è fresca e la giornata sta scivolando via.

giovedì 23 agosto 2012

Prove di stalking

Saprete che, qualche settimana fa, sul web si è diffusa la notizia (con conseguente allarme e minaccia di rivolta degli utenti) che i maggiori social network avrebbero chiesto ai propri utenti una conferma di identità. Niente più pseudonimi, in altre parole.

Personalmente, ritengo che usare un nickname sia una delle cose più divertenti di Internet; scegliere un alter ego in base al proprio carattere, ai propri interessi, in fondo è sì un modo di nascondersi, ma anche di rivelare una parte di se stessi che si ha qualche ritegno a manifestare "in chiaro". D'altro canto, così vivo io il mio nickname ma capisco che ci sono altri utilizzi, molto meno "benevoli", di fronte ai quali misure più o meno restrittive della privacy appaiono ragionevoli, se non addirittura necessarie.

Queste considerazioni sull'uso dei nickname mi hanno condotto a riflettere su quanto, consapevolmente o meno, riveliamo di noi anche quando ci nascondiamo dietro un avatar.
Ad esempio, uno dei blogger che seguo dice spesso di avere un cognome insolito, senza però mai citarlo, e si è meravigliato quando più di uno tra i suoi lettori lo ha rintracciato in Rete. Forte delle mie letture "gialle", mi sono cimentata anche io nell'indagine e mi ci è voluta non più di mezz'ora per individuare curriculum vitae, foto e profilo Facebook del soggetto in questione.

Quali indizi ho seguito? Beh, innanzitutto l'anagramma di nome e cognome che il malcapitato aveva incautamente diffuso in un post. Non sono brava con gli anagrammi (ho troppa poca pazienza), ma certe lettere permettono ben pochi accostamenti; inoltre altri post mi avevano fornito importanti indicazioni sulla presenza o meno di consonanti raddoppiate. E' stata quindi solo questione di pochi tentativi, e ovviamente di Google.
Ma avrei potuto seguire anche altre strade, visto che del blogger conoscevo, ad esempio, professione ed area geografica di residenza; anzi, qualunque altra persona più ferrata di me in geografia (e non è difficile) avrebbe cominciato senz'altro di lì visto che il blogger è generoso in fatto di menzione (ancorché criptata) e descrizione di luoghi.

Ora sto resistendo alla tentazione di andarmi a rileggere i miei vecchi post, e verificare quanto sarebbe facile risalire alla mia identità solo basandosi su quello che ho scritto. Facilissimo, immagino, dato che non ho il proposito di nascondermi e ho scelto un nickname, per l'appunto, solo perché mi divertiva l'idea. Non per niente ho collegato il blog al mio profilo Facebook, in cui mi presento con nome e cognome "anagrafici".

Quello che potrei fare, invece, è rintracciare amici parenti e conoscenti del blogger di cui sopra. Anche su questi ho tante informazioni, non penso mi ci vorrebbe molto. E, ecco, questa è una cosa che mi preoccupa perché io ho scelto di "espormi" sul web, ma le persone di cui parlo non hanno fatto la stessa scelta, e l'idea di averli inconsapevolmente messi in piazza, loro malgrado, mi scatena tutta una serie di problemi etici.

mercoledì 22 agosto 2012

Alice nel Paese delle Meraviglie

Di ritorno da una rilassante, ingrassante, finita troppo presto, splendida settimana di vacanze, tanto per rientrare immediatamente nella normale routine siamo andati all'IKEA.

Tengo a precisare che l'idea di andare all'IKEA è venuta all'amore mio, e non a me (io ho entusiasticamente accettato, ma ciò è irrilevante). Tengo inoltre a sottolineare che fino a pochi mesi fa la soglia di tolleranza-IKEA dell'amore mio era nell'ordine dei 10 minuti; al ritorno dalle vacanze, sull'autostrada, ha avvistato un'IKEA e ha esclamato: "Quasi quasi ci farei un salto".
L'addestramento procede come da programma, niente da dire.

Va comunque detto che siamo andati all'IKEA con lo scopo preciso di acquistare un ben preciso mobile; l'avevamo visto sul sito, avevamo controllato le misure (due ore di discussione tra me che sostenevo che il mobile andava bene, e lui che sosteneva che era troppo grande. Avevo ragione io, ça va sans dire) e avevamo pure verificato che ci fosse disponibilità in negozio.
Ecco perché, arrivati in loco, ci ha stupito scoprire che il mobile non c'era.

Dato che nutro un'irragionevole fiducia nei sistemi informatici IKEA e in generale nella sua organizzazione aziendale, ho provato a interpellare un gentile commesso; il quale mi ha gentilmente comunicato che il mobile in questione era sì in magazzino, ma non ancora in vendita e che per comprarlo avremmo dovuto aspettare almeno un mese. Io, che avevo già iniziato a pregustare le fasi del montaggio e successiva sistemazione in casa, ho provato a impietosire il tipo millantando un viaggio lunghissimo (10 minuti in realtà) fatto apposta per arrivare in negozio, ma niente da fare. Al che, mesti e sconsolati (e con molta meno fiducia nei sistemi informatici IKEA e in generale nella sua organizzazione aziendale), ci siamo diretti all'uscita.

Tuttavia, dato che l'amore mio non faceva che mugugnare "Ecco, una mattinata persa, pensare che potevamo andarcene al mare", ma soprattutto dato che a quel punto io il mobile lo volevo per principio perché sul sito risultava disponibile, abbiamo provato a interpellare un altro gentile commesso. Peccato che vi siate persi la mia grande interpretazione di dolce e ingenua fanciulla appena giunta dal paesello apposta per fare spese all'IKEA.

Ebbene, con mia delizia e ripristinando all'istante tutta la mia fiducia nei sistemi informatici IKEA e in generale nella sua organizzazione aziendale, il secondo commesso ha verificato che effettivamente il mobile ci fosse, mi ha pregato di aspettare ("Mi ci vorrà parecchio tempo, però, signora." "Quanto?" "Eh, almeno 20 minuti.") ed è andato in magazzino a recuperare il mobile. E visto che l'attesa si stava protraendo oltre il previsto ci ha pure offerto caffè e dolcetto al bar.
(Un cinnamon roll, come se non bastasse, e io erano anni che lo volevo assaggiare.)

Inutile dire che, quando ho messo le mani sul mobile, mi sono profusa in ringraziamenti.
Inutile anche dire che, nel trasporto dalle casse all'auto, abbiamo perso un pezzo e siamo dovuti andare al banco Assistenza Clienti per cercare di recuperarlo, etc. etc.

venerdì 3 agosto 2012

Chi si contenta...

Mi sono ricordata come mai avevo smesso di fare ordini IBS: due giorni di giacenza inutile nel loro magazzino, e così i libri che avevo faticosamente scelto (avevo anche rintracciato il libro misterioso, mannaggia) non mi arriveranno in tempo per portarmeli in vacanza.

In compenso, sono arrivate in tempo altre cose che quindi non dovrò portarmi in vacanza. Direi perciò che il bilancio è sostanzialmente in attivo.

giovedì 2 agosto 2012

Compensazioni

Ieri sera sono andata a dormire ancora inc***ata per aver visto un dibattito, su La7, a proposito delle unioni civili. Non so come abbia fatto Paola Concia a trattenersi dal prendere a schiaffi la ventinovenne bigotta pidiellina che ci rappresenta (!!!) al Parlamento Europeo e che se ne è uscita con posizioni che definire "retrive" è poco.

Ma questa mattina, quando proprio non me l'aspettavo, anzi come scrivevo solo ieri non avevo la minima speranza in merito, la famosa e famigerata "scena dell'anello" è stata rilasciata a furor di popolo (piccola, marginalissima lezione su come bisogna combattere per ciò che si ama e si vuole, e su come l'unione fa la forza).

(Ditemi poi voi se non è stato stupido tagliare una scena come questa.)

mercoledì 1 agosto 2012

Nativi digitali

Questo post ha bisogno di una lunga premessa che, oltre ad annoiarvi, mostrerà una volta di più lo stadio acuto di infantilismo in cui mi crogiolo. Chissene.

Dunque, Premessa. Seguo assiduamente (e come sapete ne vado fiera) un telefilm americano per teenager, in cui da un po' di tempo in qua ogni scena romantica della mia coppia preferita, benché scritta e filmata, viene sistematicamente tagliata dalla versione definitiva degli episodi, quasi certamente perché si dà il caso che la suddetta coppia sia gay.

La comunità dei fan, fortemente urtata dalla cosa, sta protestando da mesi con il network, chiedendo in particolare il rilascio via web di una specifica scena, per l'appunto girata e poi tagliata, in cui uno dei ragazzi regalava all'altro un anello. Come sappiamo, noi fan, dell'esistenza di questa scena? Semplice: il network, che è perfettamente conscio di quanto questa coppia sia amata, per promuovere l'episodio in questione ha usato un paio di screenshot della suddetta scena, con il risultato che abbiamo tutti guardato ansiosamente la puntata come allocchi per poi scoprire, alla fine, che non c'era niente da vedere.

(Incidentalmente, converrete con me che la cosa è irritante e sa parecchio di presa per i fondelli. Il fatto che si pensi di potersi impunemente fare gioco dei ragazzini perché sono ragazzini, per esempio tagliuzzando senza freni i cartoni animati senza preoccupazione per la coerenza del racconto, "tanto so' bambini e non capiscono", mi ha sempre fatto inferocire.)

Dato che, periodicamente, i copioni del telefilm sono venduti all'asta, i fan si sono coalizzati per acquistare il copione di quel particolare episodio (che ovviamente includeva la scena), scoprendo che il famoso anello era un "promise ring", ossia in pratica un pre-anello di fidanzamento, peraltro donato con il contorno di un discorso che suonava paro paro come voti nuziali. Dato che si tratta di un passo notevole nella storia della coppia, ciò non fa che rendere più grave la censura. 

Ora il creatore e produttore dello show si è iscritto a Twitter ed ha promesso ai fan, che hanno immediatamente colto l'occasione per chiedergli conto della faccenda, che rilascerà la famigerata scena se gli stessi fan gli faranno raggiungere 500.000 follower. Sì, la cosa è ricattatoria come sembra; peraltro, essendo il tipo un notorio mentitore, tutti dubitano che manterrà la parola. Qui finisce la Premessa.

La cosa che per me è fantastica, ed è il motivo per cui sto scrivendo questo post, è che la comunità dei fan (in larga parte, ovviamente, teenager), con quella che a me pare una mossa geniale, si è immediatamente attivata per creare migliaia di falsi account su Twitter e usarli per incrementare il parco-follower del produttore. L'inespressa consegna, peraltro, è che se e non appena il tizio si deciderà a rilasciare la sospirata scena, i falsi follower saranno immediatamente cancellati: in modo da dare un segnale forte e chiaro, almeno per chi vuole capirlo.

La prontezza di questi ragazzi nell'escogitare un sistema per piegare ai loro scopi la tecnologia di cui dispongono (e che evidentemente padroneggiano alla perfezione) è a mio parere mirabile.

martedì 31 luglio 2012

Sempre sui Giochi

Quando ci sono competizioni internazionali (e la TV "generalista" ci fa la grazia di trasmetterle per intero), e l'Italia è tra i partecipanti, me le guardo sempre facendo un tifo sfegatato. A volte tiro anche fuori il bandierone.
Ne deriva che conosco le regole di quasi tutti gli sport che la mente umana è stata capace di inventare: mi sfuggono le arti marziali e il cricket (che in TV non si vedono mai), ma per il resto "copro" praticamente tutto, carambola, dressage e curling (d'inverno) compresi.

In questi giorni di Olimpiade (ovviamente seguo i Giochi ogniqualvolta ne ho l'occasione) sto sfoggiando le mie conoscenze con l'amore mio. Se è costretto a guardare le eliminatorie di skeet, mi pare giusto che almeno sia messo in grado di capire cosa sta succedendo, e devo dire che questi briefing in genere filano via molto più lisci del mio spiegone su trama, personaggi e interpretazione allegorica de Il Signore degli Anelli ("...allora Frodo, che è l'hobbit, perde l'anello, ma Sam, che è l'altro hobbit, lo ritrova; intanto Merry, l'altro hobbit - non quello, l'altro - è a Edoras, hai presente dove c'erano tutti quei cavalli? Invece Pipino, sì in italiano sembra un nome stupido ma non lo è, sì anche Pipino è un hobbit, no, ce ne sono solo quattro, beh se non conti Bilbo naturalmente, e pure Gollum che tecnicamente è un hobbit, e poi Fredegario, e Lobelia... Nella Compagnia, comunque, sono solo quattro; oh, dove ero rimasta? ...Ma amore, dove vai?").

L'altra sera stavamo guardando il nuoto facendo il tifo contro la Pellegrini, e gli dicevo della giovanissima cinese su cui pendono sospetti di doping perché ha fatto meglio dei maschi. Allora mi ha chiesto se esistono delle gare "miste", ossia in cui competono contemporaneamente uomini e donne, e io ho risposto che non mi pare (a parte ovviamente il doppio misto di tennis che però non so se figura alle Olimpiadi), perché in genere i risultati non sono comparabili. "Mah", ha commentato lui, con chiaro disappunto.

In effetti, magari nell'atletica non avrebbe molto senso, ma perché, ad esempio, c'è il tiro a volo maschile e quello femminile?

lunedì 30 luglio 2012

Ogni lasciata è persa

Che nervi! In questi ultimi mesi, tra il lavoro e l'imminenza del trasloco, ho dovuto abbandonare quasi del tutto la lettura: non avevo mai tempo, e quando ce l'avevo ero troppo stanca per scegliermi un libro. Adesso il tempo ce l'ho, o meglio a breve ce l'avrò: sto per andare in ferie, e come sempre intendo caricarmi di libri; in più, il trasloco ha implicato spostamenti quotidiani in treno, per fortuna con un'azienda privata che garantisce rispetto degli orari, posto a sedere, aria condizionata e quindi facoltà di lettura.

Insomma, condizioni ideali per andare in libreria e uscirne carica di meraviglie. Invece, niente. Sarò troppo esigente, che volete che vi dica, ma non riesco a trovare un libro che mi attiri. La narrativa italiana in genere manco la guardo, tutti credono di essere grandi psicologi e si lanciano nell'introspezione dei personaggi: io mi annoio, quando va bene, se va male mi innervosisco. Narrativa straniera, allora: ma niente mi invoglia, non trovo neanche rifugio in qualche legal thriller malloppazzo da spiaggia. Si vede che sono mentalmente più stanca di quanto credessi.

Frugando frugando, mi sono ricordata che, mesi (per non dire anni) fa, avevo in effetti intravisto un libro che mi intrigava: poi, valutando che l'intrigamento non valesse il prezzo di copertina, avevo lasciato perdere. Ora voglio quel libro, ma ovviamente non ricordo né titolo né autore, e anche la trama mi rimane nebulosa. Era la ricostruzione di un delitto effettivamente avvenuto nell'Inghilterra vittoriana? O una sorta di alternate universe, con Sherlock Holmes o chi per lui che interagiva nel mondo reale? (L'estate mi spinge al giallo.) Non sono nemmeno sicura che di Inghilterra si trattasse (- Caspita, meno male che il libro ti aveva colpito! - Ehi, sono passati mesi, e poi l'ho detto che sono stanca).

Insomma, credo proprio di non aver speranze di rintracciare questo libro misterioso. Urgh.

sabato 28 luglio 2012

Spirito olimpico

Ha vinto il bronzo, facendo la sua parte per un podio tutto azzurro, e io ho fatto doverosamente il tifo. Ma adesso che è tutto finito posso dirlo, senza essere accusata di gufare: sono contenta che Valentina Vezzali non sia arrivata all'oro.

Per due motivi: il primo è che, secondo me, l'hanno pompata troppo. Va beh che era la portabandiera e quindi la rappresentante di tutta la delegazione italiana, ma a sentire i giornalisti pareva che alle Olimpiadi avessimo spedito solo lei (e la Pellegrini, altra per cui toccherà fare il tifo anche se mi è antipaticissima). Anche durante la semifinale, contro un'altra atleta italiana, i telecronisti hanno spudoratamente preso le parti della Vezzali senza neanche preoccuparsi di far finta di essere imparziali.

Il secondo motivo è l'imbarazzante e inopportuno siparietto con Berlusconi a Porta a porta: sono passati anni, ma io per certe cose ho memoria lunghissima.

(Poi c'è il terzo motivo, ossia il fiero sospetto che il primo motivo derivi dal secondo, ma sto cercando di smettere con la dietrologia.)

(A proposito di professionalità della TV italiana: stavo scrivendo questo post quando alle orecchie mi è arrivata la colonna sonora di Robin Hood. Ho alzato gli occhi: era una delle ormai abituali clip che vengono dedicate ai nostri atleti medagliati. Difatti, la squadra di tiro con l'arco ha vinto l'oro. Capita l'arguta e originalissima associazione d'idee? Bravi arcieri -> Robin Hood. No, non ce la posso fare.)

venerdì 27 luglio 2012

E ora non posso più dire di non aver mai visto Londra

Ogni volta che seguo la cerimonia di apertura delle Olimpiadi mi delizio nell'ammirare gli abiti tipici dei vari Paesi. Chissà se agli scozzesi è permesso indossare il kilt.

La cerimonia di chiusura è bellissima perché gli atleti sono tutti mischiati tra di loro, sfilano in totale disordine, corrono qua e là a fare foto, non gliene frega più niente. Ma anche la cerimonia di apertura è emozionante. Se fossi un'olimpionica, cercherei di convincere i miei compagni di squadra ad organizzare un'apposita coreografia per la marcia della sfilata.

Ci sono un sacco di portabandiera donne: speriamo non sia solo un'operazione di facciata, per strizzare l'occhio al politically correct. I telecronisti italiani non fanno che sbavare davanti alla bellezza di queste atlete. Che squallore.

A proposito, chissà se Iker Casillas è nella squadra spagnola.

Siamo qui per servirvi

Tempo addietro ho attivato, sostanzialmente per fare acquisti sul web, una carta PostePay. Poi ho smesso di utilizzarla, perché per ricaricarla negli Uffici Postali ci voleva del bello e del buono.

Oggi, per puro caso, ho scoperto che finalmente le Poste hanno attivato un servizio di ricarica via web. OK, fare una PostePay per evitare di esporre la carta di credito via web, e poi ricaricare la PostePay con la carta di credito via web non è la cosa più coerente dell'universo, ma apprezziamo lo sforzo. Inoltre, per curiosità sia personale che professionale, mi interessa vedere come sono costruite queste procedure informatiche. Proviamo quindi a fare 'sta ricarica.

Primo inciampo: occorre essere registrati al sito delle Poste. Ora, ci sarà sicuramente un motivo che mi sfugge dato che il sistema mi permette di mettere soldi sulla carta, non di toglierli, quindi se io per ipotesi fossi un multimilionario benefattore che vuole ricaricare anonimamente carte di credito random non potrei farlo. Peraltro per ricaricare una carta dovrei conoscerne, suppongo, perlomeno il codice e quello potrebbe già essere un utile sbarramento di sicurezza e identificazione. Ma, come dicevo, deve esserci qualche altro motivo che mi sfugge (quale? suggerite) e comunque non posso che apprezzare la ridondanza nei sistemi di sicurezza quando, per un verso o per l'altro, si tratta di soldi.

Quello che non proprio non capisco è perché il modulo di registrazione mi chieda di indicare, obbligatoriamente, sesso e professione. La data di nascita può servire per un controllo incrociato sul codice fiscale, ma sesso e professione? Comincio a innervosirmi, ma andiamo avanti.

Solo che non posso andare avanti, perché il sistema mi segnala che il mio codice fiscale risulta già registrato. In effetti, illo tempore mi registrai al sito delle Poste, sempre per poter accedere a qualche altro servizio, ma poi - annoiata dall'estrema complicatezza delle procedure (da fare in due tempi: dopo la registrazione on line bisognava attendere, se non ricordo male, addirittura un telegramma!) - abbandonai l'account, e con esso le credenziali d'accesso, al triste destino dell'oblio.

Dato che è basato sul codice fiscale, univoco, il sistema non mi permette di procedere a una nuova registrazione. Pertanto non mi resta che chiamare il call center: fortunatamente, e stranamente, è un numero di telefono gratuito. Qui espongo la situazione, ma l'operatrice (gentilissima) mi spiega che dalla loro anagrafica risultano mancanti alcuni dati, per cui non può mandarmi una password provvisoria (mi servirebbe anche l'username, comunque). A quanto pare, è indispensabile che io mi rechi presso un Ufficio Postale, chieda di parlare con il Direttore (!) e proceda quindi a un "riconoscimento forte". 

Urca. Cos'è, mi domando, un "riconoscimento forte"? Mi prendono l'impronta dell'indice destro, dell'iride e del DNA? No, mi spiega l'operatrice gentile, devo fornire un numero di telefono.

PERCHE'? Cosa c'entrano le Poste con il mio numero di telefono?

Ho spiegato alla gentile operatrice che la procedura indicatomi mi sembrava troppo (inutilmente) complessa, anche considerando le mie precedenti esperienze, e le ho quindi chiesto se non fosse possibile cancellare del tutto la mia registrazione, in modo da permettermi di farne una nuova. La mia interlocutrice, pur solidarizzando pienamente con me, mi ha ulteriormente spiegato che, per annullare la registrazione, dovrei inviare domanda scritta alle Poste (e, mi ha precisato con rammarico, "attendere i tempi di gestione").

Insomma, "una volta dei nostri, per sempre dei nostri". Come la CIA.

Sul serio, la cosa è talmente irritante che diventa divertente. La prossima settimana sarò (grazie al cielo) in ferie: quasi quasi vado in Posta, giusto per vedere che faccia fa il Direttore quando gli chiedo il "riconoscimento forte".

Non tengono lontano solo le zanzare

Sopra e intorno alla casa nuova c'è un gran passaggio di rondini e piccioni. Per fortuna le rondini tengono più o meno alla larga i piccioni; in ogni caso, eventuali piccoli "inconvenienti" sono largamente compensati dal piacere di svegliarsi, ogni mattina, con i rumori della natura.

Oggi, tuttavia, invece di un gentile tubare o di un poetico frullo d'ali, siamo stati strappati al sonno da un sonoro "THUMP!" Eravamo ancora mezzi addormentati, ma abbiamo comunque potuto ricostruire con una certa sicurezza che un piccione, cercando di entrare in casa dalla finestra aperta, si è schiantato contro la zanzariera.

Non so di preciso che fine abbia fatto il piccione: di sicuro, se mi avesse rotto la zanzariera, l'avrei fatto fuori con le mie mani. Io amo gli animali! (cit.)

giovedì 26 luglio 2012

Il silenzio è d'oro

Non avevo detto, solo poche ore fa, che tutti i miei casini tecnologico-informatici si erano risolti? Bene, quando ho riacceso il computer ho scoperto che non riusciva a connettersi al modem perché, a quanto sosteneva l'irritante messaggio comparso sul desktop, mancava la chiave di protezione della rete. Ma se l'ho impostata in memoria! (E' una sequenza alfanumerica random, starei fresca se dovessi immetterla ogni volta).

Ovviamente, dato che sono ansiogena, stavo già per cedere al panico; ma mi sono imposta di procedere per gradi, quindi ho per prima cosa riavviato la macchina (il che in linea teorica non dovrebbe servire a nulla, ma di solito risolve tutto) e intanto ho cominciato a pensare alle possibili cause del problema. L'amore mio ha resettato il modem in mia assenza, cambiando la password senza aver modo di avvisarmi? Il computer si è rotto? Il modem si è rotto? Computer e modem si sono rotti entrambi contemporaneamente? Gli alieni si apprestano ad invaderci e impadronirsi dei nostri sistemi di comunicazione e di sicurezza è solo il primo passo del loro piano strategico di conquista?

Fortunatamente, soprattutto perché tutte queste ipotesi mi sembravano ugualmente ragionevoli e plausibili e non avrei quindi saputo quale scegliere, a questo punto il computer si è riavviato connettendosi automaticamente e regolarmente alla Rete, senza messaggi di sorta (che so, qualcosa del tipo "scusa, mi ero distratto. Stavamo dicendo?"). Ho tirato il sospiro di sollievo di prammatica, pur continuando a chiedermi che diavolo gli avesse preso prima,  poi ho notato che Messenger non si era altrettanto automaticamente autenticato (scusate l'allitterazione), come pure temporibus illis gli avevo imposto di fare. Stessa cosa dicasi per Skype.

Ora, io lo so che è una cosa assurdissima e pericolosissima da fare, ma ho salvato in Rete un elenco delle password di tutti gli accidenti di servizi a cui sono registrata. Non mi dite niente, perché in primis non ho segreti di Stato e/o codici nucleari da conservare (i codici della banca non sono nella lista, comunque), in secundis la cosa si è rivelata utile dato che, avendo impostato l'accesso automatico anni fa, col cavolo che mi  sarei potuta ricordare username e password varie senza averle scritte da qualche parte. (Sì, potrei tenere la lista in remoto sul computer, ma se poi il computer si guasta?)

Comunque, al momento, il punto non è questo. Il punto è: perché il computer perde a caso tutte le impostazioni che gli ho faticosamente dato? Non sarà mica il segno che sta esalando l'ultimo respiro?
Ma perché non imparo mai a starmi zitta, invece di aprire bocca e attirare la sfiga?

Prima dell'alba

Tanto casino per rimediare ai guasti tecnologico-informatici che hanno afflitto il blog (tutto a posto, adesso, comunque) e poi non trovo nulla da dire. Sul serio, invidio chi riesce a pubblicare con puntuale cadenza quotidiana. (Trovare una tematica specifica aiuterebbe, ma è un discorso che ho già affrontato e non ci torno sopra).

Peraltro dicono che scrivere è un muscolo che deve essere allenato e che è un utile esercizio imporsi di scrivere con costanza. Io posso essere tante cose ma decisamente non sono costante, ergo ha senso che non riesca a postare ogni giorno. Perlomeno sono coerente.

Poi nelle ultime settimane mi è venuto lo sghiribizzo di scrivere in inglese (beh, semmai in quello che a me pare inglese). Non so perché, è un ticchio che ogni tanto mi prende. Il bello è che poi rileggo quello che ho scritto e sono fiera di me dato che mi pare tutto corretto. Ovvio che paia così, l'hai scritto tu, allocca!

By the way (appunto), qui tira decisamente aria di ferie, in ufficio i ritmi si sono rilassati e anche la piccola parte di blogosfera che seguo sta a quanto pare tirando i remi in barca. A me, di solito, piace buttar giù qualche post "di scorta" per le vacanze, tanto per non lasciare il blog a prender polvere più del solito in mia assenza, ma questo imporrebbe 1 - che mi venisse in mente qualcosa (preferibilmente qualcosa di sensato) da scrivere e 2 - che il tool di programmazione post di Blogger riprendesse a funzionare. Vedremo. (Più probabile la prima della seconda, comunque.)

venerdì 20 luglio 2012

Noioso post di prova

Ricorderete tutti (uh, come no) che ho penato non poco per migrare questo blog su Tumblr (poi sto continuando a scrivere qui e non su Tumblr, ma questa è un'altra storia *).
Alla fine il problema si è più o meno risolto quando ho trovato un servizio che, tramite RSS, trasferisce i post di Blogger su Tumblr. Così mi sono iscritta, ed è tutto andato liscio fino ad oggi, quando questo servizio RSS mi ha comunicato che non riusciva più a raggiungere Tumblr.

Quando ho controllato, ho scoperto due cose: la prima, che il mio account su Tumblr era stato "sospeso"; la seconda, che Gmail non riusciva più ad accedere all'email con cui mi ero iscritta a Tumblr.
(Sono pigra: non mi va di aprire due schede di browser per controllare la posta, quindi ho importato in Gmail tutti i miei indirizzi, compreso quello che uso per registrazioni sparse.)

Sulle prime ho pensato che le due cose fossero collegate, ma poi ho scartato l'ipotesi dato che l'email bloccata era raggiungibile tramite il relativo provider. A quel punto ho contattato gli helpdesk di entrambe le piattaforme, Tumblr e email.

In attesa di risposta, mi sono messa in caccia su Google appurando con gioia altre due cose: la prima, che quando Tumblr ti sospende l'account (di solito per motivi imperscrutabili) è difficile che te lo riattivi; la seconda, che il provider email aveva deciso di impedire l'accesso al suo server POP3 da parte di Gmail.
(Se non sapete cosa sia un server POP3 siete in ottima compagnia: io ne ho un'idea molto vaga, che però di solito mi basta a risolvere eventuali casini, per cui non mi impegno più di tanto ad approfondire.)

Sempre in attesa di risposta dagli helpdesk, mi sono ri-messa in caccia su Google. Avevo infatti da risolvere due problemi: il primo, trovare un modo per risincronizzare l'indirizzo email bloccato con Gmail; il secondo, trovare un modo per sincronizzare Blogger con Twitter, in attesa dell'auspicato ripristino di Tumblr (sono complicata: i miei post vanno da Blogger a Tumblr, di qui a Twitter, di lì a Facebook. Si trattava quindi di bypassare Tumblr).

Alla fine, la soluzione al primo problema si è rivelata la banale impostazione di un filtro che inoltrasse in automatico tutti i messaggi dalla email bloccata a Gmail. Il secondo problema si è invece risolto con l'iscrizione all'ennesimo servizio di sincronizzazione fra social network. Questo funziona con Blogger, Twitter, Facebook e LinkedIn, per cui teoricamente potrei usarlo per collegare questo blog con Twitter e Facebook, e mantenere l'altro servizio RSS solo per sincronizzarmi con Tumblr (che nel frattempo mi hanno ripristinato, giustificando il disguido con un "probabile glitch del server". Vabbeh, allora ditelo che non volete spiegarmi cos'è successo).

Questa soluzione mi pare meno macchinosa della precedente, ma ha il difetto di poggiarsi su due diversi servizi feed. E poi adesso non mi va di smanettare e configurare, quindi, come Rossella, ci penserò domani.
Intanto ho disabilitato il nuovo RSS, controllato che il vecchio abbia ripreso a funzionare, e sto scrivendo questo inutile quanto lungo post per verificare che tutto vada come deve andare. Se sì, potete consolarvi con il pensiero che anche i miei followers/amici di Twitter/Facebook saranno infelicitati dalla comparsa di questo fiume di parole.


* L'altra storia è questa: ci sono delle features su Blogger che mi dispiace perdere, ad esempio il blogroll (e i miei fedeli lettori, ça va sans dire). Per il momento, quindi, resto qui ma continuo a tenere sincronizzato in automatico il blog su Tumblr. Così, se una delle piattaforme fa i capricci, ho l'altra come paracadute. Almeno in teoria.

Nat Geo

L'antennista ci ha di nuovo bidonato e siamo ancora senza TV, ma questo non ci impedisce di assistere ad entusiasmanti documentari sulla natura - live. Giorni fa è stata la volta di "Il meraviglioso mondo delle formiche", e stamattina è toccato agli scorpioni. 

Beh, uno scorpione e piccolo, e per una fortunata congiuntura avevo appena preso il caffè ed ero senza occhiali, quindi ero abbastanza sveglia da non camminarci sopra ma anche abbastanza cecata per non provare troppo schifo.
(Non che lo scorpione facesse poi tanto schifo, era abbastanza elegante, requiescat - incidentalmente, le racchette elettriche di gran moda per ammazzare zanzare funzionano anche con formiche e scorpioni, come da collaudo dell'amore mio - e comunque, mille volte meglio gli scorpioni degli scarrafoni. OK, adesso me la sono chiamata.)

Ora mi sorge il dubbio che gli scorpioni si nutrano di formiche, e che stiamo quindi assistendo a un'emozionante messa in scena della catena alimentare. Il che mi fa pensare che farei bene ad informarmi su che cosa è ghiotto di scorpioni, prima di ritrovarmi un boa constrictor in soggiorno.

mercoledì 18 luglio 2012

Fonti di energia alternativa

L'ultima volta che sono andata al mare ho incocciato un lido con ombrelloni dotati di pannello solare. Ogni ombrellone, cioè, portava in testa il suo bravo mini-pannello solare.

Al di là del risultato estetico opinabile e della supponenza fighetta della cosa, l'amore mio e io abbiamo cominciato a dibattere sulla sua funzione pratica. Io sostenevo (ma sono fissata) che l'accrocco fosse collegato ad un alimentatore per PC, tablet et similia (se li può mettere Trenitalia nei suoi vagoni, li può mettere chiunque dovunque - che poi effettivamente gli aggeggi funzionano, è un altro paio di maniche).
L'amore mio, invece, è convinto che servissero a trasmettere ordini al bar.

Ora mi piazzo su Google e verifico. Non che la cosa mi interessi poi troppo, dato che io non vado mai in quel lido (peraltro un lido ipertecnologico piazzato, come era quello, praticamente nel bel mezzo del deserto dei tartari appare quanto mai incongruo)

venerdì 6 luglio 2012

Non hai vinto, ritenta

- Amore, ho comprato tutto l'occorrente, lampadine comprese: ti va se montiamo le appliques?
- OK, ma quelle non sono le appliques del soggiorno.
- Sì che sono queste!
- No, non sono queste.
- Ti dico di sì! Vedi? Hanno i fiori rossi.
- Quello non è rosso, è rosso cardinale, quindi quelle sono le appliques della camera da letto. Queste sono le appliques del soggiorno.
- Ah. Beh, allora le montiamo. Tieni, intanto che prendo gli attrezzi puoi mettere la lampadina allo specchio del bagno?
- Uhm.
- Che c'è?
- Vieni a vedere.
- ...Ah, sì, ho preso le lampadine a luce fredda.
- ...Sembrano ultravioletti.
- ...Forse la lampadina si deve riscaldare...
- ...Aspettiamo.
- Intanto montiamo le appliques del soggiorno, dai!
- ...Uhm.
- Che c'è?
- L'attacco elettrico non è al centro del muro!
- ...Ah. Va bene, possiamo centrare comunque l'applique, abbiamo un po' di gioco! Ecco, vedi?
- ...Ma così si vede il buco nel muro.
- ...Ah. E vabbeh, l'applique non sarà proprio al centro, pazienza. Intanto la lampadina del bagno si è scaldata?
- ... Sembra di essere all'ingresso di una discoteca.
- Eh sì, in effetti... OK, nel bagno va meglio una luce calda. Non preoccuparti, domani vado a cambiare la lampadina. Ma vedrai che in soggiorno la luce fredda andrà bene. Mettiamo le lampadine...
- ...Queste hanno l'attacco piccolo, non ci vanno.
- ...Ops. Aspetta: faccio una corsa al negozio e vado a cambiarle.
[Intervallo]
- Ecco qui! Ora le mettiamo e vedrai.
- ...
- ...
- ...Sembra di essere in sala operatoria...
- ...Ma forse le lampadine si devono ancora riscaldare...
- ...
- No, eh?

giovedì 5 luglio 2012

Servizio al pubblico

E' bello sapere che ci sono persone comprensive, disponibili ed efficienti, a questo mondo.

Dall'Ufficio Personale mi fanno sapere che la visita medica da me sostenuta il mese scorso dovrà essermi scalata dalle ferie, dato che non ho prodotto il relativo certificato.
Vabbeh, colpa mia che nella fretta avevo dimenticato di richiederlo, ma accorgersene un po' prima, magari...

Comunque. Il problema contingente è che l'ospedale in questione è a casadidio, il reparto in questione è oberato di lavoro a dir poco (è uno di quelli con liste d'attesa ad infinitum), la situazione insomma non è delle più semplici. Tanto che per un po' mi sono anche gingillata con l'idea di produrre un certificato tarocco (a partire dalla fotocopia di quello dell'anno scorso, che mi ero ricordata di chiedere).

Poi, essendo onesta e ottimista, ho telefonato in reparto.
Primo miracolo: mi hanno risposto.
- Buongiorno, reparto X.
- Buongiorno, mi scusi ma avrei bisogno di un favore: bla, bla... il certificato...
- Non c'è problema signora, quando vuole può passare e glielo facciamo.
- Mi perdoni, ma non potreste mandarmelo via fax o per email? Sono lontana dall'ospedale, per venire fin lì dovrei prendermi delle ore di ferie, a questo punto inutile chiedere il certificato... So che siete pieni di lavoro...
- Sì signora, lei è nostra paziente e sa come funziona qui, poi è estate e siamo anche in carenza di personale...
- Lo so, lo so perfettamente, è un fastidio, ma se poteste farmi il favore...
- ...Mi dia il numero di fax.

Dopo 5 minuti avevo in mano il certificato.
(E' triste che in Italia nel 2012 ricevere un certificato per fax nel giro di 5 minuti dalla richiesta suoni come un miracolo? Sì, probabilmente è triste)

Ripensamento/Update. Mi sovviene che potrei legittimamente essere accusata di sperperare risorse pubbliche (segnatamente toner e corrente elettrica, per tacer dell'usura dello strumento) avendo chiesto a una dipendente sempre pubblica di usare in modo improprio un fax pubblico. Se tutti facessero così... etc. etc.
Vero. D'altra parte, la mia prima richiesta era stata di mandarmi una mail (il resoconto della telefonata, su questo punto, è imprecisa).

Sistemi accessibili

Gentile sviluppatore dei nuovi captcha di Blogger, quelli che tipicamente ti propinano una sequenza alfanumerica comprensiva di caratteri speciali e/o in cirillico, più uno screenshot a pessima risoluzione di quelli che hanno tutto l'aspetto di numeri civici rubacchiati da Google Maps e pertanto il più delle volte distorti da una ripresa di sguincio, tengo a precisarti che il motivo per cui non riesco a riprodurre le scritte di cui sopra non è che sono un robot. E' che sono miope.
E tu non mi aiuti.

Puoi escogitare qualcosa di più semplice? Che so, riprodurre la Gioconda con Paint?