giovedì 25 febbraio 2010

+ 50 punti

Sono disordinatissima, ma su una cosa non transigo: prima di uscire di casa al mattino, devo rifare il letto. Lasciare il letto sfatto mi sembra una sciatteria imperdonabile, al pari del lavello ingombro di piatti sporchi. (Eh, addirittura?! Ebbene sì, ho una decina di libri sparsi per casa, bagno compreso, e una pila di bollette pagate/da pagare sul mobile in cucina, ma il letto sfatto no.)

Oggi, per l'appunto, sono andata in camera per rifare il letto e l'ho trovato già sistemato. Perché ci siamo alzati qualche minuto più tardi del solito, e allora l'amore mio, senza che gli si dicesse niente, ha pensato di darmi una mano.

Da fuori il letto sembra perfetto, stasera vedremo le condizioni di spiegazzamento del lenzuolo (di solito è qui che casca l'asino, pardon, l'uomo), però in questo caso è davvero il pensiero che conta.

giovedì 18 febbraio 2010

Primo esperimento nazionale di diffusione della lettura

Un po' per deformazione professionale, un po' per abitudine personale, rimango sempre stupita dinanzi alle statistiche che indicano come pochissimi italiani siano dediti alla lettura. Fortuna che ci sono io ad alzare drasticamente la media (e abbassare la mia vista).

Adesso, tramite Facebook, mi è giunta notizia di una bella iniziativa che, se stuzzica il mio amore per la lettura e la voglia di condividere con gli altri questa passione, d'altro canto mette a dura prova la mia timidezza. In poche parole, si tratta di uscire di casa il 26 marzo, fermare per la strada un perfetto estraneo (magari uno di quelli che incontriamo ogni giorno andando al lavoro, e con cui non abbiamo mai scambiato nemmeno un saluto) e regalargli un libro.

Liberi di scegliere: il nostro libro preferito, o uno che vorremmo leggere anche noi, o un "classico", o uno particolarmente attuale. Se dovessi regalarlo a un ragazzino, non avrei dubbi: L'isola del tesoro di Stevenson, il primo libro che ricordo di aver letto, anche se di sicuro non è stato proprio il primo. Ad un adulto, con scelta davvero non originale (ma spero comunque non scontata), regalerei Il buio oltre la siepe di Harper Lee, che ho scoperto relativamente di recente e che è subito entrato nella mia personale lista dei libri che vanno assolutamente posseduti.

Perché scrivo al condizionale? Perché non riesco ancora a entrare nell'ottica di idee di fermare un tizio (meglio una tizia, mi sa) per strada, e sopportare la sua reazione da "assecondiamo la pazza". Però l'iniziativa è bella e vale la pena di partecipare (Gandhi diceva più o meno "siate il cambiamento che volete nel mondo").
Mentre decido se aderire o meno, vi lascio con l'illustrazione di questo post, che poi raffigura i diritti del lettore secondo Pennac, uno che se ne intende.

mercoledì 17 febbraio 2010

Status

Vado a periodi. Ora sono in una fase di "bravamassaitudine" spinta: casa pulitissima e haute cuisine. Se siete nei pressi, vi conviene approfittarne perché non so quanto potrà durare (poco, immagino. Comunque lo scoglio più duro - spolverare - è stato brillantemente superato).

Ieri ho sperimentato la crema di zucca, e non fo per dire ma è venuta benissimo: nè troppo liquida nè troppo densa. Yum yum. La strada è aperta verso tutta una serie di potage che mi piacciono assai e non ho mai osato preparare. Chissà dove posso trovare dei porri.

Se non fossi a dieta (più o meno rigorosa: la "bravamassaitudine" si trova a coincidere con una fase "fitness", anche se contro la mia atavica golosità non c'è fase che tenga) proverei anche la Cheesecake. Ma me la lascio di riserva per una fase spinta di autoconsolazione.

martedì 16 febbraio 2010

Infantilismi?

Non so se credete all'imprinting, e in genere a tutte le teorie più o meno psicanalitiche secondo cui i nostri comportamenti sono indotti da meccanismi assimilati durante l'infanzia.
Io per esempio quando sento urlare mio padre ancora mi spavento, anche se ormai sono una donna di (quasi) 37 anni e lui è un vecchio di (quasi) 70.
E se sul lavoro i dirigenti mi rimbrottano, provo la stessa vergogna di quando stavo in piedi davanti alla cattedra, con indosso il grembiulino blu, e la maestra mi rimproverava perchè non avevo studiato.
Difatti per evitare rimproveri e vergogna studiavo sempre semprissimo (e tutti mi davano della secchiona).
E quando le mie sorelle (sorelle minori) mi criticano, io mi sento colpevole e mi si stringe la bocca dello stomaco (sì, perché somatizzo).
Per dire, ho dimenticato di telefonare a mia sorella in occasione di una sua sortita in Italia, lei se l'è presa, e ora io sto da due ore con l'angoscia.
Si può essere più cretini? Mi sa di no :(

domenica 14 febbraio 2010

San Valentino

Ecco il dolcetto di San Valentino che l'amore mio mi ha fatto oggi :)
La foto è orrida, ma l'ho fatta con il telefonino e ho penato mezz'ora per riuscire a caricarla sul computer...

giovedì 11 febbraio 2010

Piange il telefono

Di solito il telemarketing mi irrita vieppiù (è pur vero che non sono proprio la persona più placida e accomodante di questo mondo...), soprattutto perché le telefonate arrivano sempre quando mi sono appena seduta a tavola, o quando sono appena rientrata dal lavoro e anelo lavarmi cambiarmi e fare pipì (non necessariamente nell'ordine).

Ogni volta rispondo al telefono, se non altro per farlo smettere di squillare (e anche perché potrebbe essere un ladro che vuole scoprire se la casa è vuota. Vi sembro paranoica? Questa cosa l'ho letta anni e anni fa su "Topolino". Che storie per l'infanzia, eh? Altro che politically correct, noi sì che eravamo bimbi scafati. Su "Topolino" all'epoca ho anche imparato cos'è una supernova e come evadere le tasse. Alberto Angela, tiè! Fine della parentesi).

Insomma, l'altro giorno stranamente ho sentito un afflato di empatia verso i precari del telemarketing che, poveretti, non mi telefonano per scocciare ma perché non hanno di meglio da fare (letteralmente). Così, invece di liquidare il malcapitato di turno con un gelido "Grazie, ma non mi interessa" (gelido sì, ma l'educazione è sempre importante), ho deciso di dargli retta e starlo a sentire.

mercoledì 10 febbraio 2010

Quando ci vuole ci vuole

La mattina mi serve un caffè per svegliarmi del tutto. Ma poi di botto sono sveglissima, e questo è male, perché comincio inevitabilmente un comizio davanti alla TV (in effetti, l'accoppiata caffè - telegiornale non è l'optimum per propiziare una giornata tranquilla...).

Oggi argomento della concione è stata la letterina indirizzata dal nostro Amato Leader alle suore che hanno accudito Eluana Englaro, in occasione del primo anniversario della sua morte. Quanto le persone possano essere stronze e poco propense a farsi i cazzi loro è per me fonte di continuo stupore.
Sì, lo so che ho usato un po' di parolacce. Ma se non ora, quando?

(Povero l'amore mio che vorrebbe fare colazione in pace, e invece è costretto a sorbirsi le mie virulente filippiche...)

lunedì 8 febbraio 2010

Marco on air / 86

passaparola

Una doverosa precisazione

Cari signori uomini, ma sarebbe meglio dire cari signori maschi, ultimi rappresentanti della stirpe di Neanderthal che la mattina transitate in auto, in moto, in bici e su vari altri mezzi di locomozione (ambulanze comprese) dinanzi alla fermata dell'autobus dove io sono in attesa, vorrei precisare che se sono in attesa alla fermata dell'autobus è perchè attendo - appunto - l'autobus, e non  i vostri sguardi e fischi e richiami e colpi di clacson. Preciso altresì che i vostri sguardi, fischi, richiami e colpi di clacson non mi lusingano nè mi gratificano, nè punto nè poco; anzi, li considero alquanto beceri e umilianti, più adatti a un mercato delle vacche che a una donna (essere umano di sesso femminile) che attende l'autobus. Vorrei chiarire inoltre - poichè temo che una tale intuizione non vi abbia mai sfiorato - che se indosso una gonna lo faccio solo ed esclusivamente per soddisfare il mio proprio personale gusto estetico, non il vostro. E se alla gonna abbino un paio di stivali è per difendermi dal freddo, non per vostro ulteriore sollazzo.

Peraltro ruotare così tanto la testa in senso orario mentre transitate dinanzi alla mia fermata dell'autobus può essere deleterio per la vostra salute fisica, mettendovi a serio rischio di torcicolli e nevralgie varie, nonchè pericoloso per chi vi segue e/o vi precede nel traffico; voi stessi potreste (intendiamoci, non ve lo sto augurando, ma è un'eventualità da prendere in considerazione) perdere il controllo del veicolo e finire con lo schiantarvi contro il palo più vicino (che poi è quello della fermata dell'autobus).

giovedì 4 febbraio 2010

Verso l'infinito e oltre

E complimenti, complimentoni a Fitto, ministro pugliese (di Lecce, eh, tengo a precisare) che propone di impugnare le leggi regionali della Puglia dopo che la Regione si è opposta all'installazione di centrali nucleari.

In questi giorni stanno succedendo tante cose, una peggio dell'altra (e siccome al peggio non c'è mai limite mi sveglio ogni mattina con una vaga inquietudine). Non ne sto scrivendo perchè sono in una fase di estremo disfattismo: a che cosa serve che io scriva il mio bravo post (che se proprio ho fortuna sarà letto da una decina di persone), o che vada a manifestare per strada tutta bardata di viola con altri 50 illusi (a stare larghi), su una popolazione cittadina di 320.000 persone? A guadagnarmi la soddisfazione, quando saremo tutti obbligati a tesserarci PdL e a girare in orbace, di commentare "Io l'avevo detto"?