martedì 30 novembre 2010

Morto Mario Monicelli

Con due genitori morti di cancro, di sicuro non posso conservare la giusta obiettività né la giusta lucidità, ma lo stesso fatemi dire che costringere un uomo di novantacinque anni a suicidarsi - e in malissimo modo - non è cosa degna di un Paese sedicente civile.

Se oggi mi capitasse vicino uno del movimento pro-vita (ma che razza di nome è?), penso che lo prenderei a schiaffi.

giovedì 25 novembre 2010

Rispettosi e rispettati

Fini e Schifani hanno stigmatizzato l'assalto di ieri degli studenti al Senato, invitandoli ad essere più rispettosi delle sedi istituzionali, e dicendo più o meno che quelle sedi sono rappresentative della democrazia, che è una cosa duramente conquistata.

Ma che, ma quando? Cominciassero Fini e Schifani a rispettarle, le istituzioni e relative sedi, togliendo di mezzo tutti gli inquisiti e condannati che le bazzicano, invece di pontificare con una faccia di tolla da record!

martedì 23 novembre 2010

Autobus bipartizan

Ve lo dico subito, così poi non potete lamentarvi che non vi ho avvisato: questo post è molto scemo.

Dunque dovete sapere, e forse lo sapete perché tendo a ripetermi, che da casa mia passano due linee dell'autobus. Uno da un lato dell'isolato, e uno dall'altro (per par condicio). Entrambi portano nei pressi del mio ufficio.
Da un lato l'autobus passa (o almeno dovrebbe) con un intervallo più ridotto, circa 10 minuti; inoltre, anche se è sempre molto affollato (= carro bestiame), segue un percorso più diretto, meno tortuoso, impiegando meno tempo per giungere a destinazione. Di norma, quindi, mi apposto da quel lato dell'isolato. 
Fino a pochi mesi fa, il bus passava intorno alle 7.50 (l'orario ufficiale riportava in effetti 7.47, per cui il bus poteva passare in un momento qualsiasi tra le 7.40 e le 8.10, ma generalmente intorno alle 7.50 passava) e io riuscivo quindi ad essere in ufficio intorno alle 8.15.
Negli ultimi tempi, invece, il bus delle 7.47 passa poco dopo le 7.30 (a quell'ora, di solito, sono ancora in deshabillè). Per cui, quando arrivo alla fermata, devo aspettare almeno fino alle 8.05 e il risultato è che arrivo in ufficio non prima delle 8.30.
(Lo so che non è una questione di vita o di morte, ma ve l'avevo detto o no che questo post è scemo?)

Oggi, allora, animata da spirito scientifico, mi sono detta: proviamo a piazzarci dall'altro lato dell'isolato, prendiamo l'altro autobus (se non salta la corsa) e vediamo a che ora si arriva.
L'altro autobus dovrebbe, da orario, passare alle 7.51 (mi astengo dal commentare la genialità di chi struttura gli orari facendo passare, a 3 minuti di distanza l'uno dall'altro, due autobus che portano dalla stessa parte) e siccome casa mia è vicina al capolinea, di solito è piuttosto affidabile (quando non salta la corsa). Difatti oggi è passato poco dopo le 7.50. Ero in ufficio alle 8.15.

Fine. No, non c'è nessuna morale né un profondo significato recondito in questo sproloquio. Lo volete capire o no, che questo è un post scemo?

venerdì 19 novembre 2010

Gli Antenati

E' da quando ho letto per la prima volta Radici, che mi è venuta la fissa della genealogia. All'epoca la mia bisnonna materna era ancora viva, e grazie a lei ero riuscita a risalire piuttosto lontano nel tempo. Da qualche parte conservo ancora l'albero genealogico che facemmo insieme, e spero di riuscire a ritrovarlo adesso che i potenti mezzi di Internet hanno rinfocolato questa mia ossessione.

Dovete infatti sapere (scommetto che non desideravate altro!) che in Rete ci sono parecchi siti dedicati agli alberi genealogici, che permettono di sviluppare i vari rami aggiungendo foto, video e documenti, chattando con il parentado, insomma costituendo un vero e proprio family network. Come se non bastasse, la Chiesa dei Santi dell'Ultimo Giorno (che poi sarebbero i Mormoni, credo) si è data la pena di digitalizzare un sacco di schede anagrafiche, mettendo on line il relativo database. Non chiedevo di meglio!

E infine, ovviamente, c'è Facebook grazie al quale posso restare in contatto "con le persone della mia vita", o più prosaicamente con i miei parenti sparsi per l'universo mondo. Il risultato di tutta questa tecnologia collaborativa lo vedete qui: il tizio nella foto (dagherrotipo?), con quel pizzetto da antologia, è nientepopodimeno che il nonno della mia bisnonna, nonché sindaco della mia città a cavallo tra Regno delle Due Sicilie e Regno d'Italia (poi la famiglia, come suol dirsi, è lievemente decaduta).
(Sarò grata in perenne alla procugina che ha scovato - non so come - l'immagine e me l'ha postata)

Come primo risultato, direi che è soddisfacente: abbastanza per ingolosirmi e spingermi ad andare avanti... o meglio, indietro. Siamo appena agli inizi dell'Ottocento, c'è tutto il ramo paterno ancora da esplorare... Devo solo trovare tempo e modo di mettere il naso negli archivi dell'anagrafe (che saranno cartacei e polverosi, altro che Santi dell'Ultimo Giorno...)

giovedì 18 novembre 2010

Dieci ragioni per essere felice oggi / 2

1. sono ben vestita (in effetti, forse gli stivali sarebbero stati meglio delle francesine, ma nel complesso faccio la mia porca figura)
2. mi sto prendendo cura di me stessa
3. sono andata a prendere il caffè con un'amica
4. in una mattinata di intenso lavoro sono riuscita a (quasi) concludere varie faccende "pendenti"
5. ho comprato il 50% dei regali di Natale...
6. ...e lo passerò con le mie sorelline
7. piove, ma sono al coperto e al calduccio
8. mi sento tranquilla (nonostante il mondo intorno, e nonostante caffè di cui al punto 3)
9. su Facebook tutti gli avatar stanno diventando personaggi dei cartoni animati
10. ne ho trovati 10 anche stavolta!

giovedì 11 novembre 2010

Apprezzate se non altro il tentativo

Feste, viaggi, tappeti rossi, uomini a bizzeffe*, certo; ma ho deciso che nella mia vita c'è bisogno anche di un po' di cultura. Così mi sono iscritta a un servizio di newsletter che mi avvisi dei prossimi appuntamenti teatrali nella mia città.

Il primo memo che mi arriva è quello di un concerto di Grignani.
Poi dice che il nostro è un paese di ignoranti.

* (leggi: ufficio, casa, casa, ufficio, supermercato)

martedì 9 novembre 2010

Tutto questo, perché ho un po' di mal di gola

Quando si è bambini, non si vede l'ora di crescere. Ricordo l'eccitazione il giorno del mio decimo compleanno, quando finalmente avevo raggiunto un'età a due cifre. E ricordo il mio primo reggiseno, che portai anche la notte perché credevo che le donne, una volta messo, non se lo togliessero più (nessuno mi aveva spiegato che me lo potevo togliere per dormire).

Nell'adolescenza il tuo corpo cambia; ti può provocare imbarazzo, insoddisfazione, persino momenti di disperazione ma è comunque un cambiamento in avanti, un progresso. Da un certo punto in poi, però, comincia il regresso. Potrei dire l'invecchiamento, ma non nascondiamoci dietro un dito: il termine più esatto, quasi certamente, è "decadimento". Se sono costante preda di raffreddori e influenze, dopo anni privi anche solo di uno starnuto; se mi scopro allergie sopra allergie; se al minimo accenno di umidità il mio ginocchio comincia a cigolare; se ora so cosa vuol dire avere il torcicollo, un motivo ci sarà.

domenica 7 novembre 2010

In poche parole

Fini ha fatto il discorso che Bersani non ha avuto le palle per fare.
(E comunque, sono tutte chiacchiere)

venerdì 5 novembre 2010

Avremmo tutti bisogno di un bravo psicanalista

Cado sempre nei soliti vecchi errori... Tipo quello di sentire il bisogno di giustificarmi per le mie azioni, anche quando sono sicura che siano corrette e sensate, e di giustificarmi preventivamente, di mettere le mani avanti anticipando possibili obiezioni e critiche. Che poi non stiamo parlando di decidere, o meno, di scatenare una guerra nucleare, ma di cosa mangiare a cena, o poco di più. Coda di paglia di proporzioni enormi!

Ora, io capisco che tutto ciò deriva da quello che ho vissuto nell'infanzia e nell'adolescenza, e da come l'ho vissuto: il terrore di non fare bene le cose, di essere rimproverata dalla figura autorevole di turno, di non essere "brava". Il fatto però che lo riconosca non mi impedisce di persistere nello stesso comportamento, e ormai sono arrivata abbondantemente all'età adulta; temo perciò che il problema mi si riproporrà, come la peperonata, fino alla fine dei miei giorni (quando, probabilmente, sentirò la necessità di scusarmi perché starò morendo senza aver dato adeguato preavviso).

Adesso, per esempio, ho l'impulso di scusarmi con chi mi legge, perché mi sto ripetendo e questo brandello di psicanalisi l'avevo già messo giù (senza peraltro che la cosa abbia sortito effetto...). Beh, che almeno il blog mi serva da supporto psicologico (prometto solennemente che non me ne uscirò con una seconda Coscienza di Zeno, libro che non ho mai sopportato).

giovedì 4 novembre 2010

Indietro nel tempo

Prendendo spunto dalle mie ultimissime vicissitudini... Abbiamo il telefono, il fax, l'email, la posta elettronica certificata; via web è possibile consultare archivi, compilare e scambiare documenti di ogni tipo; vi pare normale che, nell'anno del Signore 2010, un povero cristo (io, per esempio) debba prendere un permesso (non retribuito) dal lavoro per andare in un ufficio pubblico aperto al pubblico - il che è già un controsenso - solo tre ore al giorno, dalle 9 (!) alle 12, a ritirare un pezzo di carta che differisce da altri pezzi di carta solo per una firma scarabocchiata (tempo di esecuzione 30 secondi, tempo di attesa 1h30') e per la marca da bollo (altri soldi spesi)?

Autoconsolazioni e autoconvincimenti

Mi aspettano, tanto per cambiare, giornate assai impegnative. Molte delle quali perse, già lo so, per rintracciare scartoffie e inseguire, suddette scartoffie alla mano, più o meno irraggiungibili funzionari comunali.
Per fortuna c'è l'amore mio che, senza battere ciglio e senza aspettare nemmeno che io glielo chieda, si accolla almeno il 50% di queste incombenze. Ciò detto, potrei anche evitare di lamentarmi.

Per autoconsolarmi dall'ennesima rogna che mi è piombata tra capo e collo, mi sono concessa un notevole cornetto alla crema; gli zuccheri in circolo hanno immediatamente frenato l'incipiente crisi depressiva.
E poi si avvicina Natale: questo è il periodo che preferisco, tempo di girare per i negozi alla ricerca di ninnoli, decori e regali. Tutto ciò, a torto o ragione, mi fa pensare positivo: le scartoffie salteranno fuori, ogni problema ha la sua soluzione e pian pianino tutte le cose andranno al loro posto.

martedì 2 novembre 2010

Cuore di tenebra

Tralascio le battute sull'ora "legale", ormai inflazionate ma purtroppo sempre attuali, fin dai memorabili tempi di Cuore (lo leggevo il lunedì mattina, in Università, prima della lezione di Numismatica. Il prof mi aveva soprannominato "la cuorista". Dio, ma quanto tempo è passato?)

Battute a parte, quindi, quest'anno l'ora legale è coincisa con il ponte lungo di Ognissanti, quindi l'effetto "jet lag" è stato scongiurato; per me, comunque, è sempre uno shock accorgermi che, a las cinco de la tarde, è già buio. Oggi uscirò dall'ufficio e sarò nelle tenebre. Brrr!