lunedì 12 dicembre 2011

Missing in action

Qui in ufficio si sta scatenando l'inferno, con tanto di crisi isteriche e minacce di omicidio/suicidio, per via di alcuni pacchi perduti.
Mi spiego meglio: la nostra azienda ha due sedi, in due città diverse, e siccome gli uffici di produzione sono sparsi tra le due, c'è un continuo andirivieni di pacchi tra l'una e l'altra. Perché, purtroppo, continuiamo a lavorare al 90% su cartaceo.
(Io lo dico sempre, di passare al digitale e nella cloud, ma nessuno mi dà retta.)

Per farla breve, la scorsa settimana dall'altra sede ci hanno mandato un paio di plichi, che come sempre avviene dovevano transitare da noi per essere inoltrati a un nostro fornitore. Della cosa mi occupo io: ricevo il plico e all'istante - per esser certa di non dimenticarmelo - lo metto in partenza, via fattorino, verso il fornitore.
Di solito tutto procede senza intoppi.
Venerdì, invece, i plichi - che manco a dirlo erano originali, unica copia, importantissimi - sono scomparsi.
Della cosa il fornitore ci ha informato solo il mercoledì successivo.

La mia memoria è tale che non ricordo cosa ho mangiato ieri sera a cena, figurarsi se mi ricordo cosa mi è arrivato in ufficio venerdì scorso. Però il corriere ha la mia firma sulla ricevuta di consegna, ergo i plichi ci sono effettivamente arrivati da Roma. E quindi al 99% (non dico 100% per scrupolo, perché non ho memoria del fatto) li ho istantaneamente messi in partenza per il fornitore. Che ha mosso mari e monti, ma non se li ritrova.
L'ipotesi più probabile, a questo punto, è che il fattorino - non famoso per la sua affidabilità - li abbia persi da qualche parte. Quello che non ci spieghiamo è come mai i plichi - corredati da mio nome, nome del fornitore originale destinatario, indicazione del contenuto - non siano almeno tornati indietro.

Assisto allo sviluppo della vicenda con una sorta di interessato distacco perché, obiettivamente, non posso fare nulla. Qua, però, c'è gente che si sta strappando i capelli - e non esagero.

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