venerdì 30 ottobre 2009

Sulla strada dello zen

Che bellezza, è venerdì. Mi aspetta il weekend, bello o brutto che sia, ancora appiedata e senza internet, ma sempre weekend.

Ieri, del tutto inaspettatamente, ho finito prima di lavorare. Per tutto il giorno non avevo fatto che pensare a quella riunione pomeridiana che, prevedevo, si sarebbe protratta fino a sera: e invece zac! è finita quasi prima di cominciare. Così sono arrivata a casa prestissimo e ho potuto fare un sacco di cose a ritmo rilassato, invece di scapicollarmi come mio solito.
Peraltro mi sono resa conto che, anche avendo molto tempo a disposizione, faccio sempre tutto a rotta di collo, come se fossi obbligata a finire i miei compiti il prima possibile. Retaggio di trauma infantile, secondo voi?

Comunque questa faccenda della riunione anzitempo finita mi ha illuminato. Non è utile stare troppo a preoccuparsi del futuro, dato che - essendo futuro - non possiamo sapere che cosa succederà.
(Tengo a precisare che comunque per la riunione mi ero preparata al meglio, recuperando documenti, studiandomeli etc.)

Forse nel blog ho già citato una fantastica vignetta dei Peanuts, in cui un compagno di classe racconta a Piperita Patty di come per settimane si sia preoccupato per un compito e che alla fine ha avuto un altissimo voto, concludendo: "Ho sprecato una buona preoccupazione!"
Morale: devo leggere più spesso i Peanuts.

mercoledì 28 ottobre 2009

No, non ho detto "gioia"

Brutta giornata, oggi. Problemi sul lavoro, discussioni a distanza con le sorelle, insoddisfazione e noia esistenziale a tremila. Oggi mi sento bloccata, come se sul film della mia vita qualcuno avesse premuto il tasto "pausa". Non riesco ad andare né avanti né indietro; ho la tentazione di alzarmi e andarmene, dove non lo so. Vorrei spaccare tutto: ma poi?

I soliti muri in cui ho fatto il nido mi stanno stretti, oggi. Mi sembra che tutto quello che ho io l'abbia trovato, e non voluto. Ora me lo tengo, ma non per scelta. Solo perchè sono bloccata.
Non riesco neanche a pensare bene: anche la mia testa, anche il mio corpo mi sta stretto.

martedì 27 ottobre 2009

Cura contro la depressione


In giornate come quella di oggi c'è proprio bisogno di rifarsi gli occhi. Non me ne voglia l'amore mio, ma questo ragazzo è troppo bello, mannaggia a lui.

venerdì 23 ottobre 2009

Programmi per il fine settimana




Tanto per completare il quadro delle rotture, la mia auto si è fermata di nuovo.

Ne deriva che in questo prossimo weekend sarò appiedata e senza internet. E' la volta che pulisco casa.

giovedì 22 ottobre 2009

Dedicato ai precari


In malattia

Sto covando l'influenza, il che è il meno visto il tempaccio infame di questi giorni e il fidanzato "untore". La cosa grave, gravissima, è che si è ammalato il computer e la prima diagnosi è allarmante: non virus ma difetto della RAM. Ohimè.

Mentre psicologicamente mi preparo al referto finale e al conto per la riparazione, ciò a cui non mi rassegno è la forzata astinenza: nei giorni lavorativi sono al PC per otto ore filate, e una capatina ai quotidiani on line, ai miei blog e a Facebook, non foss'altro che nella pausa pranzo, ci scappa. Ma come si fa nel weekend?

E soprattutto, per quanto tempo dovrò resistere? Centri d'assistenza in zona pare che non ce ne siano: dovrò mandare il computer chissà dove, e aspettare che mi torni chissà come... :(

lunedì 19 ottobre 2009

Marco on air / 70


Accesso vietato ai non addetti


Una cosa che mi piace follemente è seguire i lavori nei vari cantieri che si trovano sulla mia strada per l'ufficio.
Lo so, sono vecchia dentro. Che posso farci, amo vedere le cose che cambiano sotto i miei occhi (NB: gli insetti che mutano non sono inclusi).

Negli ultimi tempi sono stata fortunata, perchè stanno costruendo un mercato coperto e io ci passo davanti con l'autobus ogni mattina. Certo, i maledetti per prima cosa hanno realizzato il recinto perimetrale e così mi perdo gran parte del divertimento; ma una buona idea di come procedono me la riesco a fare lo stesso.
Stamattina, l'apoteosi: hanno iniziato i lavori nel mio ufficio.

E' fantastico, se si esclude il rumore del trapano elettrico nelle orecchie.

venerdì 16 ottobre 2009

Sconcezze

Non vedere i canali Mediaset mi evita numerosi travasi di bile, ma rischia di farmi sottovalutare lo schifo in cui è caduta l'Italia. Un truogolo è più pulito.

L'altro giorno, per esempio, i nostri hanno seguito di nascosto il giudice Mesiano, quello della maxi-multa per il Lodo Mondadori. Seguito e ripreso, naturalmente di nascosto, mentre andava dal barbiere e si sedeva su una panchina a fumare una sigaretta.
Che scoop, eh? Il tutto condito da commenti della "giornalista" sulla stranezza dei comportamenti del giudice. Che, in effetti, non era circondato da un codazzo di veline e servi prezzolati, il che a un "giornalista" di Canale 5 deve sembrare davvero strano.

Più ci penso e più mi imbufalisco: ma come si permettono di fare una cosa del genere? Facile: si permettono perché noi glielo permettiamo. Almeno una lettera di protesta, per poco che sia, gliela devo mandare. Che schifosi.

Gentile redazione,
cerco di preservare quel poco di intelligenza che Iddio mi ha dato evitando accuratamente di guardare i programmi Mediaset.
Lo stesso mi sento personalmente offesa dall'indegno "servizio giornalistico" che avete realizzato pedinando e riprendendo di nascosto il giudice Mesiano. Le ragioni di questo "scoop", affatto giornalistiche, sono fin troppo evidenti e non le sto qui a riportare, pregandovi di non tentare giustificazioni risibili. Si tratta di una vergognosa intrusione nella vita privata di un uomo che si cerca di ridicolizzare (forse perché, a differenza di altri, non ha scheletri nell'armadio con cui lo si possa ricattare). Il tutto mentre il vostro padrone ridicolizza l'Italia intera davanti al mondo, e minaccia i pochi che si ostinano a tenere la schiena dritta.

Voi, ovviamente, non siete del numero. Vorrei dirvi che dovreste vergognarvi, ma capisco che per provare vergogna occorre possedere un minimo di dignità, e quindi la cosa supera le vostre possibilità. Mi vergogno io per voi. Spero che almeno in piccola parte vi raggiunga il senso di profondo schifo che mi ha colto quando ho saputo di questo ultimo atto di servilismo.

giovedì 15 ottobre 2009

Tutto d'un fiato

Posto che mi rifiuto di andare a dormire alle 9 anche se già mi si chiudono gli occhi, e comunque prima mi devo lavare i capelli perché non esiste che io mi alzi mezz'ora prima domani mattina per lavarmeli, sarebbe troppo sibaritico secondo voi infilarmi a letto al caldo sotto il piumino, e con tanto di calzini ai piedi (dopo essermi lavata i capelli, è ovvio), a guardare Annozero?

martedì 13 ottobre 2009

Qualche riflessione mentre stiamo andando a rotoli

Il problema dell'Italia, a mio parere, è che siamo un popolo di furbi. Predichiamo bene e razzoliamo male: ci lamentiamo perché i nostri vicini tengono la radio a volume altissimo, e poi buttiamo le cicche di sigaretta sul loro bucato steso ad asciugare. Le regole devono valere per gli altri, non per noi che siamo più che autorizzati ad aggirarle.

Da qualche settimana Repubblica sta facendo un gran battage sul tema - sacrosanto - della libertà di informazione, reagendo agli attacchi che riceve da Berlusconi, e proclamando l'importanza di un giornalismo imparziale, "cane da guardia del potere", pronto a colpire a destra e a manca senza guardare in faccia a nessuno. Eppure proprio loro sono sempre stati, e sono tuttora, schieratissimi pro PD e  di conseguenza contro chiunque, anche all'opposizione (Di Pietro e Grillo in primis) possa dar fastidio all'establishment.

Ieri, a La7, Eugenio Scalfari ha dato bella prova di sé, citando le vittime dell'editto bulgaro: "Enzo Biagi, Santoro e un comico... adesso non mi viene il nome..." E il nome (ovviamente quello di Daniele Luttazzi, che dal video è ancora ostracizzato) non l'ha fatto nemmeno dopo che Gad Lerner gliel'ha suggerito.

Quando sento cose come queste mi convinco che non c'è più speranza.

"Sono come Superman" (cit.)


Comunicazione di servizio

Non sono scomparsa dalla faccia della terra: non ancora, almeno.
Ma è un periodo più frenetico del solito in ufficio, e quando torno a casa la mente ha ormai fatto il vuoto pneumatico: non ho energie per scrivere.
Non saprei neanche cosa scrivere, del resto: in ufficio lavoro, a casa - se non mi abbatto esausta sul divano - faccio la brava massaia (càpita di rado, ma càpita); insomma, tutta roba di pochissimo interesse per il blog.
E pensare di scrivere sulla deriva fascistoide che ha preso l'Italia mi fa sentire ancora più stanca.

Molti dei blog che seguo non si aggiornano da mesi, quindi pare che questa svogliatezza non sia solo mia; ma per quanto mi riguarda non intendo abbandonare questa bella abitudine che avevo preso, di buttar giù quando posso i miei pensieri.
Spero che presto, prestissimo arrivino tempi migliori, con più tempo e più voglia di scrivere. Nell'ottimistica attesa, qualche riga cercherò comunque di lasciarla il più spesso possibile.

giovedì 8 ottobre 2009

Ipotesi di complotto

sinistra

Il giorno dopo

Smaltito il sollievo, alcune considerazioni.
  • Con la reazione scomposta e iraconda di ieri, Berlusconi ha definitivamente ammesso che il Lodo Alfano era stato concepito a sua immagine e somiglianza, al solo scopo di salvargli la ghirba dai processi. Altro che esigenze di governabilità.

  • Sono inquietanti i messaggi in codice lanciati a Napolitano. "Mi sento preso in giro": quindi qualcuno gli aveva promesso qualcosa? Chi? E cosa gli aveva promesso? Viene in mente il Violante che in Parlamento afferma (più o meno) "a Berlusconi era stata garantita la salvezza delle sue TV".

  • Sono invece deprimenti le risposte di Napolitano: bocciando il Lodo Schifani la Consulta non aveva precisato che ci voleva una legge costituzionale. Quindi lui ha fatto il suo "dovere", e la colpa è tutta di quei cattivoni della Consulta. A parte il fatto che sulla legge costituzionale ci potevi arrivare da solo, Giorgio, che mi dici di quel piccolo negletto art. 3, "tutti sono uguali di fronte alla legge"?

  • "La firma del Presidente della Repubblica garantisce la costituzionalità della legge". E garantisce pure lo scudo fiscale. Qualcuno gli tolga quel timbro di mano!

  • Nessuno - tranne il solito Di Pietro - dice quello che a me pare pacifico, ossia che adesso Berlusconi si dovrebbe dimettere. In qualsiasi altro Paese non si sarebbe nemmeno candidato. Qui invece è una corsa a chi dice per primo che "il governo è comunque legittimato dal voto". Su Repubblica leggo addirittura che la reazione di Di Pietro è "chiassosa" (e fa un favore a Berlusconi, ça va sans dire).
    Update: anche il Times sostiene che Berlusconi si deve dimettere. Che chiassosi, questi inglesi.

mercoledì 7 ottobre 2009

Il Lodo Alfano è illegittimo


Una giornata tipica

Già avevo il mal di testa, e oggi hanno fatto di tutto, in ufficio, per farlo aumentare.
  1. Dopo mesi e mesi e vari solleciti ho avuto risposta da una grande azienda americana, che mi ha indicato un referente a cui rivolgere le mie richieste (in English, of course). Cosa che ho fatto; e il referente mi ha risposto, dicendomi che il referente non è più lui, ma un altro. A cui ho scritto (in English again, of course) ripetendo le mie domande; e lui mi ha risposto proponendomi una conference call per lunedì prossimo, alle 10 a.m. (ora di NY). Io leggo senza problemi l'inglese, lo scrivo passabilmente (avendo qualche giorno di tempo...), lo parlo maluccio, non lo capisco assolutamente quando mi parlano. Soprattutto in americano. Help me.
  2. Una collega che ha ricevuto p.c. tutto il carteggio di cui al punto 1 mi ha fermato in corridoio, mentre ero in tutt'altra faccenda affaccendata, per chiedermi di spiegarle il carteggio. Che era (vedi sempre il punto 1) solo e sempre la stessa mail, ripetuta per 3 volte e inviata a 3 referenti diversi.
  3. Il capo della collega mi ha fermato di nuovo, sempre nello stesso corridoio, per dirmi che secondo lui una delle 10 domande che facevo nella mail (in English) era "irrilevante". Con tutta la pazienza lasciatami dal mal di testa, ho aspettato che finisse di parlare per fargli notare che mesi fa avevo mandato a lui quelle domande, prima di spedirle agli americani, per chiedergli che cosa ne pensasse, e non mi aveva neanche risposto. Sua replica: "Questo non me lo ricordo; comunque secondo me quella domanda è irrilevante".
  4. Dalla sede di Roma, mi chiama un'altra collega a cui, su indicazioni di una dirigente, avevo chiesto notizie di un progetto. La collega mi dice che responsabile del progetto è proprio quella dirigente (che a me aveva detto di non saperne nulla), e si lamenta di essere stata interpellata inutilmente. Perché lo dice a me? Ovvio: io non sono una dirigente.
  5. Sempre la stessa collega mi tiene 10 minuti al telefono per dirmi come e qualmente un sacco di mattoidi inondino la sua mail di progetti editoriali bislacchi (il tutto per chiedermi di modificare la pagina dei Contatti sul sito web aziendale).
  6. Infine (si fa per dire, ma il post è già troppo lungo) mi avvisano che una collega di Roma mi sta cercando per mare, per terra e per cielo; quando la chiamo, mi chiede di richiamarla in presenza della mia dirigente (è giornata di conference call); recupero la dirigente, chiamiamo la collega romana, e lei ci legge in viva voce la mail che ci manderà non appena posata la cornetta.
Tremo al pensiero di quello che succederà domani.

martedì 6 ottobre 2009

Sarà colpa della crisi?

Giorni fa, in coda davanti a me alla cassa del supermarket c'era un signore che ha acquistato solo una confezione di wurstel.
Ho solidarizzato con lui: a me capita spesso di dover tornare al supermarket, dopo una spesa monstre, perchè - pur avendo comprato di tutto - scordo qualche cosa fondamentale.

Uscendo dal negozio, con la coda dell'occhio ho visto di nuovo quel signore; camminava su e giù nel parcheggio, allora mi sono incuriosita e ho guardato meglio. Aveva aperto la confezione e stava mangiando i wurstel lì nel parcheggio.
Questa cosa mi ha messo addosso una tristezza infinita.

lunedì 5 ottobre 2009

Volantinaggio

Se mi leggete da un po' e avete buona memoria, sapete che vado matta per i volantini pubblicitari e prendo tutti quelli che trovo nella cassetta condominiale.

Beh, oggi insieme con le offerte promozionali di vari ipermercati, ho trovato anche Libero.
Sì, il giornale (o presunto tale). In un'edizione speciale (immagino: non so come sia fatto normalmente Libero; mi guardo bene dal leggerlo, figurarsi dal comprarlo), poche pagine ma che... come dire? Rendono l'idea.

Nella cassetta ce n'erano almeno una ventina di copie. Il mio primo pensiero è stato: ma guarda questi farabutti (cit.), ora fanno propaganda porta a porta (cit.)! Il secondo pensiero è stato una domanda: quanti soldi avranno speso per una tiratura del genere?

Mi sono anche ricordata di quando, qualche settimana fa, sono andata a visitare la Fiera del Levante, e all'ingresso distribuivano per l'appunto Libero.
I cassonetti accanto all'ingresso erano stracolmi: peccato solo che non ci fosse la raccolta differenziata.

Marco on air / 68


venerdì 2 ottobre 2009

Preoccupazione legittima...

Renato Schifani dichiara:
Il servizio pubblico dovrebbe fare comunicazione nei limiti della decenza sopportabile dal Paese: temo che questo limite sia stato superato da un po' di tempo. Siamo nella palese indecenza.
Sono pienamente d'accordo con lui, devo preoccuparmi? *__*;