giovedì 23 luglio 2009

Investimenti

Per carità, non sono un imprenditore: anzi, penso proprio che il mio spirito imprenditoriale sia quasi inesistente. Sono una brava esecutrice, ma è raro che mi vengano idee. In altre parole: ditemi cosa devo fare e ve la farò presto e bene.

Quindi non pretendo certo di dare lezioni di intraprendenza. Però, con i tempi che corrono, un capo d'azienda che rinuncia a priori a partecipare a progetti finanziati, perchè gli enti ti pagano a babbo morto, non so: mi sembra un'opportunità persa. Specie se poi, dall'altro lato, si è alla ricerca di tutti i modi possibili e immaginabili per non cacciar fuori soldi.

martedì 21 luglio 2009

Rai via!

Se non lo sapete ve lo dico io: Rai, Mediaset e La7 si sono messe d'accordo (all'anima del fair play...) per finire tutte su una nuova piattaforma satellitare (non digitale terrestre: grazie a Lucio per la correzione), visibile solo per chi ha l'apposito decoder: TivuSat.
Dal 31 luglio (quindi fra pochissimi giorni) o ci si attrezza con questo decoder, o non si vedono più i canali "tradizionali", quelli che in quasi tutte le case occupano i primi 7 tasti del telecomando. Il decoder Sky non vale: o TivuSat o niente.

Dovete sapere inoltre che tra qualche settimana Sky aumenterà i prezzi, talchè - non disponendo di risorse economiche illimitate - mi stavo seriamente interrogando sull'opportunità di disdire l'abbonamento. L'arrivo di TivuSat mi fa ricredere: figurarsi se vado a comprarmi un decoder berlusconiano, io che mi sono rifiutata di prenderlo anche quando lo davano gratis (in teoria: in pratica ci avevano aumentato le tasse per pagarlo).

Va da sè che in questo stato di cose, i miei sforzi per disdire il canone Rai mi sembrano doppiamente legittimati. Sono in attesa del duplicato del libretto di abbonamento, richiesto lo scorso ottobre (che efficienza, ragazzi). Appena rientro dalle ferie, che sia arrivato o no, io disdico tutto. Tanto la Rai e Mediaset è una vita che non le vedo.

lunedì 20 luglio 2009

Marco on air / 57

passaparola

... e poi li accoppia!

"Amore, ma hai tu i miei occhiali da sole?"
"No tesoro, non li hai dati a me..."

E così fu che i due dovettero tornare a Maratea, da dove erano appena ripartiti, rifacendosi una buona mezz'ora di strada, per scoprire che quando erano andati al bar a mangiare un panino lui si era alzato e aveva preso telefonino e chiavi dell'auto; lei si era alzata e aveva preso lo zainetto; erano rimasti lì qualche secondo a decidere se portar via la bottiglia dell'acqua mezza vuota; poi se ne erano andati beatamente a passeggio, e gli occhiali da sole erano rimasti sul tavolino, e nessuno dei due distrattoni se n'era accorto.

giovedì 16 luglio 2009

Piccoli arredatori crescono

Con l'avanzare dell'età mi scopro sempre più attratta da sfere di interesse tipicamente femminili, che prima tendevo a trascurare e anzi a guardare con aria di sufficienza e malcelato disprezzo. Penso a cose tipo lo shopping: fino a qualche anno fa possedevo due paia di scarpe, aperte e chiuse, e stop. Adesso sto diventando ossessivo compulsiva al riguardo.
(E almeno le scarpe le compro e le indosso; con le borse sono ancora a mezza strada, per cui le compro e poi me le dimentico nell'armadio.)

Un'altra cosa che secondo me è tipicamente femminile è l'istinto arredatorio: io che in gioventù mi davo alla fuga quando mamma decretava che era tempo di cambiare disposizione ai mobili, adesso sfoglio con voluttà i cataloghi IKEA (gli unici alla mia portata, ahimè).

Adesso ho scoperto questo sito, che è meglio di Tetris e mi regalerà, già lo so, molte notti insonni. Ecco un primo risultato della mia attività compulsiva, che indulge anche alla nostalgia del bel tempo che fu.

mercoledì 15 luglio 2009

Lettera a Massimo Cacciari

Egregio prof. Cacciari,
mi permetto di rispondere alla sua dichiarazione che leggo su Affaritaliani.it in data odierna ("Non si deve permettere a una persona di partecipare alle primarie soltanto per sputtanare il partito") e riferita all'autocandidatura di Beppe Grillo alle primarie del Partito Democratico.

Date le posizioni assunte negli ultimi anni, su diverse tematiche (conflitto di interessi, laicità dello Stato, questione morale solo per citarne alcune) da vari esponenti del PD, personalmente ritengo che il partito si sia sputtanato da solo prima e meglio dell'intervento di Beppe Grillo.

Ecco perché, avendo ideali di sinistra, dal 2008 voto IDV. Semplicemente, non mi pare di avere altra scelta.

Distinti saluti.

lunedì 13 luglio 2009

Marco on air / 56

passaparola

Puzzle

Da qualche settimana mi sembra di avere tempo per tutto. E' come se la mia vita fosse un puzzle con tutti i pezzettini che si incastrano pian pianino al loro posto. Il che potrebbe anche essere angosciante (più i pezzetti si incastrano, più un puzzle è vicino alla sua fine), ma la sensazione che mi appartiene, in questo momento, è la serenità. O meglio, la consapevolezza di me stessa.

Di fronte a questa consapevolezza, tutto ciò che arriva dal di fuori, aspettato o inaspettato, trova la sua collocazione. Il che mi suona strano, visto che di solito qualsiasi evento fuori dall'ordinario, anche minimo, mi generava un'ansia sproporzionata.

Non credo di aver raggiunto il Nirvana; forse sto solo estremizzando la mia propensione al fatalismo. E in effetti, essere fatalista e ansiosa era una bella contraddizione: alla fine dovevo pur scegliere, da una parte o dall'altra.

venerdì 10 luglio 2009

Una vita per una vita

Non vorrei sembrare (essere?) troppo cinica, ma spero che il ragazzo di soli 27 anni morto oggi a Pamplona, nella tradizionale corsa dei tori, sapesse di partecipare a un evento pericoloso e fosse pronto a sacrificare la sua vita pur di esserci.

Ognuno decide per sè, almeno così dovrebbe essere, e stabilisce le priorità della propria vita; ma in confronto ai ragazzi morti in Iran per manifestare contro il regime, questa di Pamplona mi pare proprio una morte inutile.

mercoledì 8 luglio 2009

Fare o non fare

Sabato scorso, qui da noi, sono iniziati i saldi. Io ho passato il weekend fuori (mare, finalmente!) e lunedì ero impegnata, così solo ieri sono riuscita a fare un giro per negozi. Giovedì devo andare dal dentista; meditavo quindi di concedermi una seconda sessione di shopping oggi pomeriggio, per non più di un'ora in modo da poter tornare a casa (in bus), andare a fare la spesa (in auto), cucinare.

Un po' in affanno, ma potevo farcela.

Però l'amore mio mi ha avvisato che oggi può accompagnarmi al centro commerciale, per approfittare di una particolare offerta.
Ora, io potrei ugualmente concedermi mezz'ora di shopping, prendere il bus e tornare a casa in tempo per l'appuntamento con l'amore mio.
Questo se:
1) stamattina non avessi indossato tacchi alti che mi rallentano notevolmente rispetto alla mia solita andatura di marcia "ho-i-minuti-contati-per-fare-spese";
2) avessi la certezza di imbroccare una congiuntura astrale favorevole, per cui il bus passi immediatamente dopo il mio arrivo alla fermata (e non immediatamente prima, come di solito avviene).

Ergo, penso che mi manterrò sul sicuro e lascerò perdere lo shopping. Speriamo che fino a venerdì sia rimasto qualcosa nei negozi.

Non se ne può parlar di meno

Una collega, che di recente ha partorito, è passata oggi in ufficio con il pupo. Il quale per un po' ha dormito, poi ha frignato, poi si è riaddormentato. Insomma, ha fatto quello che ci si aspettava da lui.

Le altre colleghe - e anche qualche collega maschio - sono andati in visibilio. Io, come al solito (quasi tutte le donne ancora fertili in azienda hanno avuto la bella idea di restare incinte nell'arco di un anno e mezzo, e di portare poi la creatura in ufficio) ho finto doveroso interesse, ma dentro di me non ci ho trovato proprio niente di straordinario o di emozionante. La verità è che dei bambini appena nati mi dà fastidio anche l'odore. Guardavo la collega col bebè in braccio e pensavo: "Meno male che non sono io!"

Ora, io ho sempre sostenuto che non sarei mai stata la tipica fanciulla innamorata che affibbia nomignoli zuccherosi al suo "lui" e lo tempesta di messaggini... E adesso sono così melensa da farmi schifo.
Ma da questo a ricredermi sui bambini, ce ne corre.

martedì 7 luglio 2009

Scrittura creativa

E' un'idea ricorrente, che a intervalli più o meno regolari e più o meno ravvicinati mi rimbalza in testa: mi piacerebbe scrivere un libro.
E più vado in libreria, più vedo libri di Moccia (ma anche Corona ha scritto un libro, l'ho visto una volta in edicola - il libro, non Corona) e più mi dico che in effetti se l'ha fatto lui, perchè io no?

Ogni tanto comincio: mi frugo in testa alla ricerca di un'idea, almeno di uno spunto vagamente originale che non sia platealmente scopiazzato dai miei libri preferiti. Di solito non mi viene in mente NIENTE; allora comincio a scrivere pensieri sconnessi, dicendomi che l'essenziale è cominciare, superare il blocco della pagina bianca e vedere dove mi porta il flusso della scrittura stessa.

Flusso un corno: resisto per pochi paragrafi, due o tre al massimo, prima di rendermi conto che sono estremamente banale e per nulla interessante. La verità è che non sono brava a raccontare, le mie descrizioni sono scontate, i dialoghi forzati e gli anni dell'Università - quando era vitale "allungare il brodo" - hanno lasciato il segno; se non uso tre aggettivi alla volta (rafforzativi, verbosi e inutilmente ripetitivi) mi sembra che alla frase manchi un pezzo.
Forse il mio è un eccesso di autocritica, ma sic stantibus rebus mi sembra davvero improbabile che io arrivi a scrivere un libro.

Comunque ci tengo a rassicurarvi su un punto: non tenterò mai di pubblicare i post di questo blog.

venerdì 3 luglio 2009

Colte al volo

- E tu, sei fidanzata?
- Io sono sempre single d'estate, ricordati!

Avrei voluto dirlo io!

Ai clandestini colpevoli di essere uomini e donne in cerca di dignità e agli Italiani e Italiane che hanno ancora il senso del diritto, diciamo due cose: noi speriamo che muoiano presto coloro che li perseguitano e da parte nostra combatteremo questa ignominia di cui proviamo vergogna e che disprezziamo come disprezziamo coloro che l’hanno votata.
don Paolo Farinella, Genova
(la versione integrale è qui)

giovedì 2 luglio 2009

Airport 2009

Ammetto che, se si è soprappensiero e di fretta, ci si possa sbagliare, per una volta, e prendere al volo l'autobus sbagliato. O anche il treno sbagliato. Tu arrivi in stazione, vedi il treno che si mette in moto, lo rincorri e ci sali, e ti rendi conto solo dopo che non era il tuo in orario, ma quello prima in straritardo.

L'aereo, ecco, quello mi sembrava impossibile da mancare. In primo luogo si suppone che uno arrivi con largo anticipo in aeroporto, tra check in e controlli di sicurezza etc. Quindi dovrebbe avere il tempo per controllare la carta d'imbarco, verificare sul tabellone dei voli che il gate non sia nel frattempo cambiato (a me una volta è successo e sono stata io ad avvisare la signorina al gate!), andare al gate giusto e verificare ancora sul monitor del gate.

Monitor che è siffatto (almeno a Fiumicino): in alto, in grande, c'è la destinazione dell'aereo che sta per partire: c'è l'orario dell'imbarco; e quando l'imbarco comincia, accanto alla destinazione compare anche una simpatica vignetta di omini che salgono a bordo.
Difficile confondersi con la destinazione successiva che compare, con relativo orario, negletta e piccola in basso nel monitor.
Almeno così credevo.

Eppure ieri una signorina (straniera, ma che Bari non sia Ancona mi pare evidente in qualsiasi lingua) si è sbagliata, all'imbarco la cosa è sfuggita e l'hostess è dovuta venire a tirar giù la malcapitata dalla navetta.

mercoledì 1 luglio 2009

Come eravamo

In trasferta di lavoro a Roma.

E come sempre lungo il tragitto da Fiumicino mi ritrovo a chiedermi come fossero, all'epoca degli antichi Romani, i luoghi che attraverso. C'erano piccole casuzze di campagna o ville aristocratiche? Erano campi coltivati o pascoli, o zone totalmente abbandonate e incolte? Il piccolo avvallamento tra due alture, a un certo punto della strada, poteva essere un tempo il letto di un fiumiciattolo?

Le stesse cose che mi domando, del resto, quando sono a casa mia: in un quartiere che ancora 50, 60 anni fa era "come si dice" tutto campagna. A voi non piacerebbe poter viaggiare nel tempo per vedere come si presentavano i paraggi di casa vostra secoli fa? E' un'idea che mi ha sempre affascinato (non per niente, dopo tutto, ho studiato archeologia).