giovedì 29 luglio 2010

Cronachette dal Regime

Dunque la cosa funziona così: uno degli Alti Cortigiani sgomita scatenando il suo seguito, il Leader reagisce scatenando a sua volta il proprio seguito e in particolare i media; colpito dall'attacco l'Alto Cortigiano chiede perdono ma evidentemente non si è chinato abbastanza, il Leader respinge (fino a nuovo ordine).

Vi consiglio un libro, quello che sto leggendo adesso e che mi sembra esplicativo ed educativo: La libertà dei servi di Maurizio Viroli.

(Depressione passata, grazie a tutti per il sostegno morale)

mercoledì 28 luglio 2010

Mal comune un corno

Sono depressa. E in sindrome premestruale, il che mi fa sentire ancora più depressa. E come ogni volta in cui sono depressa e/o in sindrome premestruale, mi domando: ci sarà qualcuno la cui vita va avanti senza problemi, senza che ogni cosa che desidera sia fonte di difficoltà e grane infinite? Di solito mi rispondo che tutti hanno i loro problemi, più piccoli ma anche molto molto più gravi dei miei, e che tutto sommato non mi posso lamentare. Ma siccome oggi sono depressa assai, mi dico che decisamente la mia vita finora non è stata tutta rose e fiori, e che - cazzo - almeno una volta le cose potrebbero filare lisce, senza che io mi debba arrampicare sugli specchi e fare mille acrobazie per tenerle tutte assieme.

Sono depressa.

martedì 27 luglio 2010

Pericolo comunista

A proposito di fatti politici: tramite Facebook (che a qualcosa serve) scopro che gli autori del mitico Don Zauker erano stati invitati alla festa del PD di Zambra (dovrebbe trattarsi di una località presso Pisa, se GoogleMaps non mi inganna). Ma l'invito è stato ritirato, causa contrarietà del parroco del luogo (?) nonché dell'ala cattolica del partito (???).

E stiamo ancora a parlare di opposizione? Come si fa a parlare poi, mi domando io, se si striscia ventre a terra nella polvere?

Riporto uno stralcio del post con cui Pagani e Caluri annunciano la censura (questo è).
Vane sono state le nostre osservazioni circa lo squallore desolante della cosa in sé, sul fatto che non avremmo obbligato nessuno a venirci a vedere contro la propria volontà, e che si tratta di uno spettacolo di satira e non di una messa nera. La risposta è stata: “Sì, vabbè, ma qui non siamo da Santoro, qui siamo all’interno di un partito politico e bisogna tenere di conto di tante cose. Voi fate spettacolo e non capite le dinamiche della politica.”
A questo punto, con i coglioni a terra, non abbiamo potuto che replicare “Beh, mi sembra che anche voi non capiate bene certe dinamiche, visti i desolanti risultati degli ultimi anni.”
Per parte mia, adesso scrivo alla Serracchiani e a qualche altro piddino sparso.

Mancanza di argomenti

Ho l'intima certezza che vi stiate tutti chiedendo "Come mai Angelica non commenta più le vicende politiche?"
Bene, mi piacerebbe potervi rispondere che ho di meglio da fare. E questo, in un certo senso, è vero: anche se la mia vita per alcuni versi si è regolarizzata, per altri - come penso succeda a tutti - propone inciampi ad ogni passo e perciò, anche se per fortuna non si tratta di cose gravissime, richiede molta parte della mia attenzione.

D'altro canto, visto che ho studiato al Liceo classico e ho fatto tre anni di filosofia (e, nonostante una professoressa psicotica e nazistoide, l'ho molto amata - la filosofia, non quella psicotica della professoressa!), fatico a pensare che la politica sia qualcosa di cui ci si può impunemente disinteressare. Certo, sarei più incentivata a commentare i fatti politici se ci fossero dei fatti politici da commentare: ma qui, mentre la crisi economica coglie l'invito turistico del Presidente del Consiglio e si piazza comodamente nel nostro Bel Paese, la maggioranza (pfui) si ribalta su se stessa, l'UDC tenta l'inciucio più o meno sotterraneo e il PD si dissolve senza colpo ferire. Vi paiono fatti politici, questi?

domenica 25 luglio 2010

For dummies

Come responsabile - ancora per poco, per fortuna - del sito web aziendale, è mio compito far sì che per gli utenti sia facile navigare e acquistare (soprattutto acquistare!) dal sito. Quindi mi studio, con i tecnici, di scrivere pagine e procedure che siano di utilizzo semplice, evidente ed immediato.
A prova di scemo, insomma.
Lo scemo però mi batte sempre, a riprova del fatto che davanti allo schermo la persona normodotata non legge: compila campi a casaccio.

Un pezzo grosso dell'azienda mi ha chiesto aiuto per iscriversi a Facebook. Non per settare le impostazioni della privacy, cosa obiettivamente complicata (io ho cercato e seguito un tutorial), ma per iscriversi.
Ora, il form di iscrizione su Facebook è fatto così:
Vi sembra problematico?

(Che poi, con che faccia chiedi a una dipendente, in orario lavorativo, di aiutarti a iscriverti a un social network che userai ovviamente per farti i fatti tuoi? Sic, transeat.)

Naturalmente la storia non finisce qui, perché il tipo il giorno dopo è tornato: tentando di accedere al suo profilo, ne aveva "accidentalmente" creato un altro.
Cioè, invece di inserire email e password nei campi per il log in (come gli avevo spiegato), ha ricompilato daccapo il form di registrazione.
D'altro canto, come non sbagliarsi in presenza di una pagina così complicata e confusa?

venerdì 23 luglio 2010

Strategie di marketing

Il mese prossimo la mia città sarà teatro delle qualificazioni europee per il basket (incredibile dictu, qualcosa si muove nel sonnolento Sud-est?).

Per l'occasione, nelle strade al di sopra dei cestini dei rifiuti  sono stati montati dei cartelli che riproducono il tabellone del canestro, con slogan acconci quali "Questo non mancarlo".
Risultato: cestini strabocchevoli e strade mai così pulite.

Quando si dice: vogliamo essere presi per fessi.
Marketing, appunto.

giovedì 22 luglio 2010

Critica costruttiva

Ieri ben due persone mi hanno fatto i complimenti per l'ironia, le argomentazioni e il linguaggio ricercato che dispiego (appunto) in questo blog. Sono in brodo di giuggiole.

(Delle due persone, una è mia zia.
L'altra è mia cugina.
Ma cavolo, tutta l'Italia si regge sul nepotismo: mica possiamo sempre fare eccezione.)

venerdì 16 luglio 2010

Del perché dovrò farmi 1 km. sotto il sole, a piedi

Ho avviato una pratica presso il Comune.
Cinque mesi fa.
(Le ultime parole famose: - Ma quanto tempo ci vuole per chiudere la pratica? - Un paio di mesi, non di più...)

Il mese scorso - oh, stupore! - il funzionario addetto mi telefona, e mi avvisa che sta per inviarmi gli atti.
Due settimane dopo lo richiamo: non ho ancora ricevuto nulla, ci sono problemi? No, nessun problema, a giorni riceverò tutto.
La settimana scorsa sollecito di nuovo e chiedo di parlare con l'addetto al protocollo. Non si può, il protocollo è computerizzato - urca! - ma posso stare tranquilla, a giorni riceverò tutto.
Uhm, questa l'ho già sentita.

Oggi, alquanto alterata, sollecito di nuovo. Poi ho un lampo di genio: il Ministrino della Pubblica Amministrazione non ci ha rotto l'anima decantando le mirabilie della PEC, Posta Elettronica Certificata, con la quale si semplificano e velocizzano le pratiche burocratiche a tutto vantaggio del privato cittadino? E io, privata cittadina, non ho forse la mia brava PEC? Certo che ce l'ho! Ordunque, il funzionario addetto non può inviarmi la comunicazione via PEC?

No, perché quell'ufficio non è attrezzato con la PEC. Se proprio ho fretta posso passare io stessa a ritirare la pratica in ufficio.
(Fax? Non diciamo eresie, il fax non è un documento ufficiale.)

Ed ecco perché oggi, con 35°C all'ombra e umidità al 75%, dovrò fare circa 1Km. sotto il sole, a piedi.

mercoledì 14 luglio 2010

Il sogno di stanotte

Non sono una psicologa, ma ugualmente (o forse proprio per questo!) nel sogno di stanotte riconosco vari appigli al mondo reale. Altre cose, invece, non so da dove vengano e le lascio quindi alla libera interpretazione.

Dunque ero a casa mia, in partenza per Roma per lavoro. Mia madre mi sollecitava: rischiavo di perdere l'aereo. Ma io, con inusitata sicumera (ah, come scrivo bene!), la rassicuravo: la navetta per l'aeroporto mi ci avrebbe condotto in pochi minuti, l'avevo già provata più volte e tutto era andato bene.
[E fin qui: l'interno della casa era simile al mio ufficio, l'esterno alla mia scuola media, a Roma per lavoro in aereo ci vado in effetti spesso, ma non con la navetta che è di là da venire. E di solito vado in aeroporto con ore di anticipo]

Uscivo quindi di casa, ma subito mi rendevo conto di aver dimenticato la borsa, e dovevo tornare indietro di corsa, con il timore di perdere la navetta e quindi l'aereo. Prendevo l'ascensore, già pieno di gente, che però invece di salire a casa scendeva, e si rivelava essere la famosa navetta viaggiando, come in un film di fantascienza retrò, in una specie di tubo pneumatico trasparente.
[Mi capita spesso di uscire di casa e tornare indietro perché ho dimenticato qualcosa, ma il peggio che mi può succedere è di perdere l'autobus! L'ascensore è quello della clinica in cui è ricoverato mio padre]

Nella navetta-ascensore cominciavo ad agitarmi: niente borsa, niente documenti e senza documenti come avrei fatto a prendere l'aereo? Chiamavo casa con il telefonino, nella speranza che qualcuno riuscisse a raggiungermi all'aeroporto con la borsa; ma mi rendevo conto che non ce l'avrebbero mai fatta, e comunque il traffico pauroso bloccava la navetta (alla faccia del tubo pneumatico), con il che potevo dare per perso l'aereo.
Allora dicevo a mia madre, al telefono, di chiamare il mio ufficio per avvertire che non sarei partita per Roma, e di millantare una mia malattia. Tornata mestamente a casa, mia madre si preoccupava che la menzogna potesse essere scoperta, ma io la rassicuravo mostrandole che non c'era verso che qualcuno potesse accorgersi che non ero malata.
[Mi agito sempre per la possibilità di inconvenienti, ma di solito li scongiuro sempre perché - essendo ansiosa - controllo e ricontrollo tutto al limite della paranoia. Non ho mai mentito sulle assenze dall'ufficio, sia perché mi assento di rado, sia perché per fortuna ho una "capa" molto comprensiva]

Credo che il sogno significhi qualcosa di preciso, non foss'altro che perché ne conservo un ricordo così vivido.

martedì 13 luglio 2010

Coiffure

Avete presente quando la mattina vi pettinate, e avete i capelli pieni di nodi e allora dai e dai con il pettine, ma con metodo e delicatezza per non strapparsi i capelli, e pian pianino sentite che il nodo si sta sciogliendo; è ancora lì ma diventa sempre più piccolo, e sapete che tra poco scomparirà del tutto e sarete a posto?

Ecco, io oggi mi sento così.

mercoledì 7 luglio 2010

Punti di vista

Secondo voi, Berlusconi e i suoi accoliti che stanno mangiando e concertando nefandezze a palazzo Grazioli come vivono il sit-in degli aquilani che al grido di "Vergogna" si svolge proprio sotto le loro finestre? Se ne angosciano, chiedendosi come mai il popolo non li ama più? Ne ridono, godendo della loro situazione di privilegiati? Se ne saranno almeno accorti, secondo voi?

martedì 6 luglio 2010

Karma

Oggi giornata di telefonate assurde. L'ultimo interlocutore mi ha tenuto attaccata alla cornetta per almeno 10 minuti di orologio (non scherzo e mi tengo bassa: secondo me la telefonata è durata di più) per una faccenda che ne avrebbe richiesti al massimo 3. All'inizio ero perplessa, poi ho pensato a uno scherzo, poi ho cominciato a irritarmi, alla fine faticavo a non ridergli all'orecchio.
Spero per lui che non chiamasse dal cellulare, e immagino con orrore la sua bolletta! Ma magari era davvero uno scherzo telefonico, di quelli idioti che fanno alla radio (solo che ovviamente non potevo chiedergli se era uno scherzo).

Comunque, il tizio ha finito per chiedermi il recapito telefonico di un responsabile. Servendomi su un piatto d'argento l'opportunità di vendicarmi di uno dei più odiosi dirigenti di qui, scodellandogli il rompino caldo caldo. Non l'ho fatto perché in fondo sono una persona buona, e in fondo in fondo sono una persona seria, e le vendette lavorative non mi interessano. Spero che il mio karma ne tenga conto.

Update: pare che il karma ne abbia tenuto conto, e son passati neanche 10 minuti. Orpo!

Vendesi

Ho messo in vendita un appartamento di mia proprietà. Le telefonate dei potenziali acquirenti andrebbero scolpite su supporto aere perennius. Io poi, e questo va detto, non sono particolarmente paziente e/o diplomatica.
Comunque, ecco un campione rappresentativo delle telefonate in questione (io parlo in corsivo e penso fra parentesi):

- Buongiorno, ho visto un "Vendesi" in via XXX, posso chiederle alcune informazioni?
- Sì signora, buongiorno, mi dica.
- Quanto costa?
- Ecco signora (azz, badiamo al sodo, eh?), stiamo chiedendo XXX euro trattabili.
- Ah, ma mi pare troppo! Poi sarà sicuramente da ristrutturare, è da ristrutturare, vero?
- Verament...
- No no, sicuramente è da ristrutturare! E costa troppo, glielo dico io...
- Ma...
- ...abito in zona, sa? Il prezzo è troppo alto, e infatti l'annuncio di vendita c'è da tanto tempo...
- Veramente, signora, l'ho messo a metà della scorsa settimana.
- ...
- (eh eh eh)
- Sì, ma comunque è da ristrutturare, e costa troppo! Pensi che qui nel mio cortile c'è un appartamento più grande che viene a meno...
- Signora, che devo dirle? Allora le conviene comprare quello.

Eccheddiamine.

lunedì 5 luglio 2010

Marco on air / 107

passaparola

Reazione

Stavo scrivendo un post di lamentazione e sfogo: mi sento depressa.
Ma siccome scriverlo mi deprimeva ancora di più, cambio decisamente registro. Al diavolo! Va bene, ci sono un po' di problemi in questo periodo; ma passeranno, in un modo o nell'altro, e anche questa giornata iniziata a tambur battente finirà.
Ecco: e adesso con piglio deciso cominciamo a sgombrare la scrivania da un po' di rognette.
E manco lo rileggo, questo post, prima di pubblicarlo, per controllare che sia scritto decentemente. Anarchia!

venerdì 2 luglio 2010

Soddisfazioni

Esco di casa prima delle otto, vado in ufficio, esco dall'ufficio e (come ogni giorno da mesi a questa parte) vado a trovare mio padre. Che mi chiede se gli ho portato il Gatorade, ché l'ha finito. Purtroppo no, perché 1) non mi aveva detto di averlo finito e 2) in settimana non ho tempo per fare la spesa. Reagendo virilmente a cotanta delusione, il genitore (ma quando mai) mi intrattiene sui soliti temi della sua sfortuna e della sua miseria (sic. La sua pensione è il doppio del mio stipendio). Quando lo saluto, dicendogli che devo andare a casa a pulire un po', si stupisce che io non abbia una colf. Poi si stupisce della pochezza del mio stipendio. L'indomani, mentre sono in ufficio, mi fa uno squillo perché io lo richiami. Quando lo faccio, mi chiede se sono andata a comprargli il Gatorade. Gli dico di no, che in settimana non ho tempo di andare a fare la spesa. "Ah", è la risposta: un capolavoro monosillabico di delusione, rassegnazione e fastidio.

E poiché è malatissimo, non posso nemmeno mandarlo a quel paese.