sabato 29 dicembre 2012

"Credo proprio che il peggio sia passato", ovvero Angelica commenta "L'Hobbit"

Ecco qua, l'ho visto. E in attesa della seconda parte potrei passare un intero anno a parlarne, ma cercherò di contenermi.

Per prima cosa è doveroso ringraziare Amica_G che, come promesso circa 10 anni fa, è venuta con me al cinema e ha sopportato la mia ansia pre-spettacolo (con un numero imbarazzante di messaggi ossessivi via telefono e Facebook per confermare l'appuntamento) e la mia eccitazione durante (ma non ho ancora dato il meglio di me stessa: l'anno prossimo sarà un massacro).

Anche questa volta, poi, esattamente come 10 anni fa, ero una dei pochi ad aver letto il libro, evidentemente, dato che quando il film è finito e le luci si sono accese ho raccolto le mie cose e me ne sono andata tranquillamente, mentre quasi tutti gli altri restavano basiti a fissare lo schermo, cercando di capacitarsi del fatto che il film in effetti non era finito e per sapere cosa succede toccherà aspettare un anno. Poi dice che leggere non serve.

(Tra un anno, comunque, spero di non essere costretta a vedere il film in 3D. Bello, per carità, ma la mia miopia non gradisce molto.)

Gli altri commenti li scrivo qua sotto, così non spoilero troppo.

mercoledì 19 dicembre 2012

Lavori in corso

Mi piace guardare il lavoro nei cantieri, gli aggiusti, le ristrutturazioni.
Sì, sono vecchia dentro.

Meno mi piace quando lavori, aggiusti e ristrutturazioni sono fatti con me dentro il locale in questione. Per due motivi: il primo è che ho sempre il sospetto che il tecnico di turno sia un raffazzonatore incompetente, e il secondo è che ho la sicurezza di essere io un'incompetente, per cui non sono in grado di accorgermi dei raffazzonamenti altrui se non quando è troppo tardi.

In altre, meno complicate parole: se il tecnico fa casino, io non me ne avvedo e finisce che mi tengo la cosa fatta male, oppure devo pagare un supplemento per farmela aggiustare.
Forte è la tentazione di sindacare durante i lavori in corso, ma siccome sono timida&cretina, non volendo passare per isterica rompiscatole (quando la gente si mette a sindacare sul mio lavoro mi irrito tantissimo, del resto) il più delle volte mi sto zitta.
Poi me ne pento, perché l'esperienza ha costantemente dimostrato che più rompi i cosiddetti, meglio viene il lavoro. Lo so che questa affermazione suona irrispettosa, demagogico-populista e chi più ne ha più ne metta, ma è vero.

Tutto ciò per dire che stamattina sono venuti a cambiarci il condizionatore in ufficio. E lo so che è meglio farlo in anticipo rispetto a quando il condizionatore servirà, e so anche che eravamo stati noi a chiedere di cambiarci il condizionatore (quello vecchio era davvero, davvero vecchio), ma rimane il fatto che sto al freddo e al gelo da più di un'ora - dato che per cambiare il condizionatore è stato ovviamente necessario smontarlo, il che mi ha lasciato con un bel buco aperto nel muro esterno, e ho dovuto aprire la finestra per contrastare la puzza del silicone, e oggi piove e tira vento.

mercoledì 12 dicembre 2012

I miei primi quasi 40 anni

L'altra sera ero alla festa per i 40 anni di un'amica, mia coetanea.
E anche questa, diciamolo, è stata un po' una doccia fredda: lei quarantenne, gli altri invitati tutti dai 40 in su, e per chiudere in bellezza il sillogismo quarantenne anche io. Poco ci manca, comunque.

Toccherà convincermi, meglio prima che poi, che sto invecchiando. O perlomeno che non ho più venticinque anni.
(Ma il caso è grave, se ogni volta che mi chiedono l'età devo pensarci a lungo prima di azzeccare la risposta giusta.)

Ad aggravare la crisi di coscienza, mentre ero alla festa sono stata apostrofata da un'altra invitata: "Ma non ci conosciamo?" "Non mi pare" ho risposto io, che pure dovrei ormai sapere a che livello sono capace di fare gaffe, ed aver quindi studiato apposite contromisure e/o risposte sufficientemente vaghe da non mettermi nei guai.

Infatti, la tizia in questione era men che meno una mia ex compagna di ginnasio la quale non solo mi aveva perfettamente riconosciuto, ma si ricordava perfino quali cartoni animati guardavo all'epoca. Il che fa capire due cose: la prima, che quando qualcosa mi piace non conosco mezze misure, e sono decisamente ossessiva e ossessionante; la seconda, che sono altresì inadatta a intrattenere rapporti sociali.

A mia difesa, va detto che avevo lasciato la tipa bruna e riccia, e l'ho ritrovata rossa e liscia (io invece non sono cambiata per niente, dixit). A mio detrimento, va invece che al ginnasio io, lei e altre due ragazze eravamo non dico amiche intime, ma "alleate" (questo è probabilmente il termine esatto) contro il vuoto pneumatico costituito dagli altri compagni.

Comunque, detto tra voi e me, io sembravo molto molto più giovane di tutti gli altri.

martedì 4 dicembre 2012

Tra 10 giorni esce L'Hobbit e non sarò capace di parlare d'altro

Nell'attesa torno sull'argomento dei programmi TV, dato che ho l'approvazione delle alte sfere (e dato anche che non mi viene in mente niente di meglio di cui scrivere). Ormai da lunga pezza mi sono rifugiata nel relativo empireo di Internet - o meglio, in programmi decenti che, in quanto tali, non vengono trasmessi dalla nostra televisione.

L'eccezione è Downton Abbey. Il fatto che Downton Abbey venga trasmessa in Italia (!) e su Rete4 (!!!!!) è un chiaro segno che la fine del mondo è vicina. Ed è anche un chiaro segno che il responsabile acquisti di Rete4, quando ha comprato Downton Abbey, non aveva la più pallida idea di che cosa stesse comprando. Probabilmente gliel'hanno spacciata come uno di quei film-tragedia ambientati per l'appunto nella campagna inglese, o in alta Baviera, che colonizzano il pomeriggio Mediaset. Invece è una soap opera inglese, il che significa che si tratta di un'opera di altissima qualità per regia, recitazione, scenografie, fotografia, costumi, cast (MAGGIE SMITH e non dico altro) e ovviamente la sceneggiatura che ha dei dialoghi talmente rutilanti da farti dimenticare l'obiettiva scontatezza della trama.

(Io sinceramente credo che la trama sia appositamente scontata, perché se fosse appena un po' più intrigante distoglierebbe l'attenzione dall'estrema raffinatezza dell'insieme.)

(Lo so che tutte queste cose le ho già dette e scritte, ma sto rivedendo 1a e 2a stagione nella versione originale inglese; e vi assicuro che anche a rivederla la cosa regge, il che mi ha confermato nel mio giudizio entusiasta. Specie considerando tagli, censure e adattamenti dei dialoghi operati nella versione italiana - quando, evidentemente, il responsabile programmazione di Rete4 si è reso conto di cosa stavano per trasmettere.)

Non è che io sia esterofila a prescindere: ci sono cose "straniere" che fanno piangere o gridare allo scandalo, tipo l'instant movie che è passato ieri sera ovviamente su Mediaset, dedicato a Amanda Knox. A parte la sciacallaggine dell'insieme, a parte che a ogni break pubblicitario compariva un cartello per avvertire che "questo film è basato sulle risultanze del primo processo, poi c'è stato l'appello che ha ribaltato la sentenza" (e quindi ti veniva fatto di chiederti "e allora che avete trasmesso a fare 'sto film?"), ma l'accrocchio in sé era brutto. Narrazione frammentaria, con flashback a incastro che nemmeno in Lost; trucco e costumi curati da qualcuno con seri problemi di daltonismo; sceneggiatura informe (l'Italia è tutta vicoletti, scalinate e vasi di gerani fioriti); attori totalmente fuori parte e regia non pervenuta.

D'altra parte, che una cosaccia del genere venga trasmessa in Italia, dove una delle fiction di maggior successo è Don Matteo, ha perfettamente senso.

Io mi consolo pensando che siamo quasi a Natale, e quindi tra poco cominceranno a girare la terza serie di Sherlock, e finalmente sapremo cos'è veramente successo alla fine di The Reichenbach Fall.

(Se Downton Abbey si fa perdonare ogni eventuale scivolone di sceneggiatura con l'altissima qualità ed eleganza del resto, Sherlock non ha assolutamente niente da farsi perdonare.)

lunedì 3 dicembre 2012

Mancava solo Miss Marple

Il clima freddo (eh sì, pare che anche qui alfine sia arrivato l'inverno) mi fa venir voglia di impegnarmi in attività casalinghe. La cosa è per me inusitata, quindi finché la voglia dura cerco di assecondarla, soprattutto quando si tratta di fare le pulizie. Pensate che sono finanche riuscita a convincermi a spolverare: mi stupisco di me stessa.

Ieri ho avuto un pomeriggio particolarmente produttivo. Senza farmi scoraggiare dal tentativo della scorsa settimana, che era miseramente fallito, ho riprovato a fare lo yogurt con la mia yogurtiera nuova di trinca. E stavolta CI SONO RIUSCITA (squilli di trombe, suono di fanfare, giubilo tra la popolazione). O almeno, lo yogurt si è addensato e non è rimasto allo stato liquido come la volta scorsa. Forse è addirittura troppo denso, a quel che si vede. La prova assaggio è prevista per oggi pomeriggio a merenda. Speremo ben.

Galvanizzata da questo successo, mi sono data alla pasticceria e ho sfornato un po' di muffin. E dato che la cosa in sé non presentava abbastanza sfide (i muffin sono uno dei miei cavalli di battaglia), ho deciso di essere audace apportando delle variazioni alla ricetta (suspance e rullo di tamburi). I muffin sono venuti benissimo (olè) e la mia autostima è salita di un'altra tacca.

(Essendo io notoriamente imbranata, riuscire in cose che richiedono sia pure un minimo di manualità mi galvanizza.)

Disgraziatamente, anche il mio peso segnato sulla bilancia è salito di un'altra tacca. Sfogare il mio impeto di casalinghitudine in cucina è deleterio: per fortuna mi sono trovata un altro hobby, meno ingrassante (spero), ossia l'uncinetto.

Ora, prima che inorridiate tacciandomi di vetero-qualcosa, di essermi appiattita nel ruolo di massaia, di non essere politically correct, sappiate che il lavoro all'uncinetto (per il momento) mi piace. Fondamentalmente perché non riesco a fare solo una cosa alla volta, ad esempio guardare la TV o leggere un libro. Credo che la cosa derivi dal fatto che le donne sono multitasking: ecco, io sono molto multitasking. Di solito mentre leggo un libro seguo distrattamente un programma TV e ogni tanto butto un occhio su Internet.

Il tutto, però, mi lascia le mani libere. Hence, l'uncinetto. Che ha inoltre il vantaggio di circondarmi di lana e quindi di tenermi calda. Ieri sera lavoravo all'uncinetto e guardavo Downton Abbey e, ditemi quello che volete, mi sentivo molto radical-chic.