Nell'attesa torno sull'argomento dei programmi TV, dato che ho l'approvazione delle
alte sfere (e dato anche che non mi viene in mente niente di meglio di cui scrivere). Ormai da lunga pezza mi sono rifugiata nel relativo empireo di Internet - o meglio, in programmi decenti che, in quanto tali, non vengono trasmessi dalla nostra televisione.
L'eccezione è Downton Abbey. Il fatto che Downton Abbey venga trasmessa in Italia (!) e su Rete4 (!!!!!) è un chiaro segno che la fine del mondo è vicina. Ed è anche un chiaro segno che il responsabile acquisti di Rete4, quando ha comprato Downton Abbey, non aveva la più pallida idea di che cosa stesse comprando. Probabilmente gliel'hanno spacciata come uno di quei film-tragedia ambientati per l'appunto nella campagna inglese, o in alta Baviera, che colonizzano il pomeriggio Mediaset. Invece è una soap opera inglese, il che significa che si tratta di un'opera di altissima qualità per regia, recitazione, scenografie, fotografia, costumi, cast (MAGGIE SMITH e non dico altro) e ovviamente la sceneggiatura che ha dei dialoghi talmente rutilanti da farti dimenticare l'obiettiva scontatezza della trama.
(Io sinceramente credo che la trama sia appositamente scontata, perché se fosse appena un po' più intrigante distoglierebbe l'attenzione dall'estrema raffinatezza dell'insieme.)
(Lo so che tutte queste cose le ho già dette e scritte, ma sto rivedendo 1a e 2a stagione nella versione originale inglese; e vi assicuro che anche a rivederla la cosa regge, il che mi ha confermato nel mio giudizio entusiasta. Specie considerando tagli, censure e adattamenti dei dialoghi operati nella versione italiana - quando, evidentemente, il responsabile programmazione di Rete4 si è reso conto di cosa stavano per trasmettere.)
Non è che io sia esterofila a prescindere: ci sono cose "straniere" che fanno piangere o gridare allo scandalo, tipo l'instant movie che è passato ieri sera ovviamente su Mediaset, dedicato a Amanda Knox. A parte la sciacallaggine dell'insieme, a parte che a ogni break pubblicitario compariva un cartello per avvertire che "questo film è basato sulle risultanze del primo processo, poi c'è stato l'appello che ha ribaltato la sentenza" (e quindi ti veniva fatto di chiederti "e allora che avete trasmesso a fare 'sto film?"), ma l'accrocchio in sé era brutto. Narrazione frammentaria, con flashback a incastro che nemmeno in Lost; trucco e costumi curati da qualcuno con seri problemi di daltonismo; sceneggiatura informe (l'Italia è tutta vicoletti, scalinate e vasi di gerani fioriti); attori totalmente fuori parte e regia non pervenuta.
D'altra parte, che una cosaccia del genere venga trasmessa in Italia, dove una delle fiction di maggior successo è Don Matteo, ha perfettamente senso.
Io mi consolo pensando che siamo quasi a Natale, e quindi tra poco cominceranno a girare la terza serie di Sherlock, e finalmente sapremo cos'è veramente successo alla fine di The Reichenbach Fall.
(Se Downton Abbey si fa perdonare ogni eventuale scivolone di sceneggiatura con l'altissima qualità ed eleganza del resto, Sherlock non ha assolutamente niente da farsi perdonare.)