mercoledì 29 giugno 2011

Pensieri di una giornata come tante (se non fosse che è quasi estate)

Oggi è una giornata di acuta consapevolezza di me stessa. E di soddisfazione per quello che sono, e per quello che sono diventata, e per la strada che ho ancora da fare. Forse è la limpidezza dell'aria, il cielo sereno e il sole, forse è per questo che mi sembra di intravedere una qualche certezza nel futuro, attraverso tutti i problemi e gli incidenti e le deviazioni del percorso che sicuramente mi aspettano, ma che - almeno oggi - non mi spaventano, e al contrario mi fanno sentire più reale, più viva. Forse, prosaicamente, è il fatto - il fatto minimo, il fatto stupido - che sono riuscita a infilarmi un paio di jeans che non mi entravano da almeno cinque anni, ma che ho sempre conservato sperando di riuscire a infilarmeli in futuro (e quel futuro è adesso, e questo fatto stupido mi aiuta a sentire più concreta la speranza che altri fatti meno minimi, meno stupidi si avverino in un futuro più futuro). Forse, prosaicamente, è il fatto di aver ricevuto una telefonata inaspettata e gradita, che mi ha fatto cominciare bene la mattinata. Forse, prosaicamente, è il fatto che il lavoro procede, e procede abbastanza bene, tanto da farmi respingere con disprezzo l'attacco d'ansia che mi prende, come al solito, quando il Capo dei Capi telefona per annunciarmi che vuole parlarmi, di qui a qualche ora. E forse di qui a qualche ora sarò in preda al mio solito attacco d'ansia, ma questo pensiero è quasi - stranamente - rassicurante, perché è un'altra prova di quanto bene mi conosco e mi accetto e sono capace, in qualche misura, di cambiare quello che di me non mi piace (ad esempio la velocità con cui cado in preda a inutili immotivati stati d'ansia) o comunque di venire a patti con quello che non posso cambiare.
E ci sono delle cose di me che sono strane, o comunque non-normali, per quanto si possa stabilire in questo mondo uno standard di normalità, ma sono cose strane che mi piacciono e di cui assolutamente non mi vergogno, anzi di cui sono fiera  - e anche questa probabilmente è una cosa strana, ma sono fiera di esserne fiera - come questo sproloquio quasi privo di virgole e punti fermi che è sostanzialmente illeggibile e quasi certamente incoerente, e quindi (quindi? i concetti sono, effettivamente, consequenziali?) impubblicabile, ma io lo pubblico lo stesso perché questo è il mio blog, ed è un'altra cosa strana, incoerente e mia di cui sono fiera.

lunedì 27 giugno 2011

Varie cose penose tutte assieme

Qui fa caldissimo. E le zanzare mi stanno massacrando. No, sul serio: sembra che abbia il vaiolo.
E l'unica cosa vagamente decente che ho trovato in TV è un telefilm in cui i protagonisti (una specie di versione riveduta e corretta di Lupin e Zenigata) si sono appena imbattuti nel tesoro di Priamo e nel bottino dei nazisti (sic). Contemporaneamente. A quanto pare, il tutto era conservato nella stessa stanza.
(Giuro, non me lo sto inventando. Non sarei capace di inventarmi roba del genere il che spiega, suppongo, perché sto soffrendo il caldo e le zanzare invece di lavorare a Los Angeles come sceneggiatrice.)

A pensarci bene, le punture di zanzara sono più divertenti. Penso che spegnerò la TV e mi metterò a navigare senza particolare costrutto su YouTube.

giovedì 23 giugno 2011

E questo è il motivo per cui, improvvisamente, mi è venuta la fissa di Harry Potter


Perché, alla tenera età di 38 anni (quasi), ho scoperto di appartenere alla Casa di Corvonero (per dirla con la volenterosa ma comunque inadeguata traduzione italiana).

(Vi avevo detto di prepararvi a uno tsunami di post, giusto?)

Idee regalo

Comincio (in anticipo) la wish list per il mio compleanno: vorrei tutti i volumi di Harry Potter (in italiano e/o in inglese).
E un e-reader. Preferibilmente il Kindle. (I libri di Harry Potter me li potete anche regalare in digitale, se mi regalate il Kindle.)
(Lo so. Compio 38 anni e quindi chiedere in regalo i libri di Harry Potter non è esattamente ragionevole. Né appropriato. Non me ne potrebbe importar di meno.)

Update - Seriamente. Lasciate perdere i libri di Harry Potter. Li ho già letti (ovviamente). Il primo mi è piaciuto, e anche parecchio. Il secondo e il terzo mi hanno divertito abbastanza. Dal quarto in poi, li ho trovati intollerabili.
Se le idee regalo sono utili, parenti all'ascolto, sarà mia cura postare quanto prima - o comunque in tempo utile - una wish list più credibile.
(Il lettore ebook rimane un'opzione valida.)
(Comunque, il 2 luglio cominciano i saldi. Just to let you know.)

mercoledì 22 giugno 2011

Segni

Non ho fatto in tempo a de-lurkarmi, e George Clooney ha annunciato di essere di nuovo single.
Ah, George. Arrivi tardi. Sono felicemente fidanzata.

Aggiornamento

Sì, sono ancora viva. No, non sono (ancora) emigrata in un luogo del mondo in cui Internet è sconosciuto (per quanto, la scorsa settimana, la mia linea telefonica ha dato improvvisamente forfait). 
(Mentre scrivo, la parte del mio cervello che è patologicamente ossessionata dalla grammatica si sta domandando: "Internet" è maschile o femminile?).

E' solo che sto attraversando un periodo di lurking. Immagino sappiate - io l'ho scoperto da poco - che un "lurker" è una persona che naviga in Internet, frequenta blog e/o forum e/o community, ma si limita a leggere i post altrui, senza pubblicare alcunché.
(Immagino lo sappiate, perché il numero di lettori di questo blog è a mio modo di vedere lusinghiero - sempre che questo lungo hiatus non l'abbia drasticamente ridotto - mentre il numero di commenti è vergognosamente basso. Me ne dolgo).
(Capirete come la scorsa settimana, priva di Internet, io sia rapidamente e pericolosamente scivolata verso una profonda psicosi.)
(L'abuso di parentesi e di avverbi è un altro segno inconfondibile del mio stato mentale alterato.)

Se la cosa può in qualche modo giustificarmi, sono assente anche da Facebook e dagli altri social network. Sto cercando di scrollarmi di dosso questa sorta di apatia informatica, anche perché è arrivata a ridosso della forzata pausa estiva (quando emigrerò in un luogo nel mondo in cui effettivamente Internet è sconosciuto/a), e la cosa non mi piace. Peraltro, sento qualcosa che si agita e lievita dentro la mia testa, ma non è ancora giunto a maturazione. O è il mostro parassita di Alien, oppure potete prepararvi a un prossimo streaming ininterrotto di post più o meno rantolanti.

venerdì 10 giugno 2011

Non ho paura di volare

No, non è un titolo metaforico (ultimamente sono stata un po' troppo metaforica e cogitativa, cosa che odio). E' che mi piace assai viaggiare in aereo, è una cosa che non mi spaventa per niente (ed è un po' strano, dopotutto soffro terribilmente di vertigini e quindi l'idea di essere sospesa nel vuoto a mila metri di altezza non dovrebbe lasciarmi così tranquilla).

Ieri sera volavamo tra nuvole piene di lampi e fulmini. Uno spettacolo meraviglioso.

giovedì 9 giugno 2011

Piccole vittorie

Una farfalla è entrata dalla finestra. L'ho vista, mi sono alzata, ho preso un foglio di carta, e con quello l'ho delicatamente spinta di nuovo verso la finestra, da cui è uscita.
E non ho neanche gridato.

In più, ho scritto una mail a una tizia inglese, in inglese, e lei mi ha risposto - in inglese - complimentandosi perché "molti inglesi non scrivono in inglese bene quanto te" (trad. mia).

Mi sento una specie di Wonder Woman, al momento. Meno male che dalla finestra non è entrata una vespa (ancora).

martedì 7 giugno 2011

Ottimista senza vergogna

Sono io. Perché lo so che i rapporti di lavoro sono rapporti di lavoro, ed è stupido da parte mia pensare che i rapporti di lavoro siano amicizie - OK, alcune sono amicizie, ma non è possibile che tutte siano amicizie, e un sorriso non è per forza una dichiarazione di amicizia o anche solo di apprezzamento ("Sei una brava persona, una persona perbene e simpatica e sono felice di lavorare con te"), può essere un semplice gesto di cortesia, più o meno inconsapevole, o anche un gesto di ipocrisia ("Ti sorrido ma sto lavorando per pugnalarti alle spalle"). Lo so. Ne sono consapevole. Ma il sorriso mi fa comunque sorridere, in risposta.

E lo so che tutti i vari casini della mia vita non si risolvono da soli e richiedono lavoro e fatica e noia e anche qualche pianto lì per lì, ma si risolveranno prima o poi, e non mi importa poi tanto che ci siano (certo, niente casini sarebbe meglio, ma non ho deciso io di averceli, posso solo decidere di infischiarmene) perché so che prima o poi si risolveranno.

E più passa il tempo, più trovo persone che mi vogliono bene, davvero, (davvero davvero), e il fatto che il numero cresca e non diminuisca è emozionante. No, la parola giusta è "sorprendente". Davvero, Angelica, meriti che tante persone ti vogliano davvero davvero bene? Evidentemente sì. Wow.