martedì 31 luglio 2012

Sempre sui Giochi

Quando ci sono competizioni internazionali (e la TV "generalista" ci fa la grazia di trasmetterle per intero), e l'Italia è tra i partecipanti, me le guardo sempre facendo un tifo sfegatato. A volte tiro anche fuori il bandierone.
Ne deriva che conosco le regole di quasi tutti gli sport che la mente umana è stata capace di inventare: mi sfuggono le arti marziali e il cricket (che in TV non si vedono mai), ma per il resto "copro" praticamente tutto, carambola, dressage e curling (d'inverno) compresi.

In questi giorni di Olimpiade (ovviamente seguo i Giochi ogniqualvolta ne ho l'occasione) sto sfoggiando le mie conoscenze con l'amore mio. Se è costretto a guardare le eliminatorie di skeet, mi pare giusto che almeno sia messo in grado di capire cosa sta succedendo, e devo dire che questi briefing in genere filano via molto più lisci del mio spiegone su trama, personaggi e interpretazione allegorica de Il Signore degli Anelli ("...allora Frodo, che è l'hobbit, perde l'anello, ma Sam, che è l'altro hobbit, lo ritrova; intanto Merry, l'altro hobbit - non quello, l'altro - è a Edoras, hai presente dove c'erano tutti quei cavalli? Invece Pipino, sì in italiano sembra un nome stupido ma non lo è, sì anche Pipino è un hobbit, no, ce ne sono solo quattro, beh se non conti Bilbo naturalmente, e pure Gollum che tecnicamente è un hobbit, e poi Fredegario, e Lobelia... Nella Compagnia, comunque, sono solo quattro; oh, dove ero rimasta? ...Ma amore, dove vai?").

L'altra sera stavamo guardando il nuoto facendo il tifo contro la Pellegrini, e gli dicevo della giovanissima cinese su cui pendono sospetti di doping perché ha fatto meglio dei maschi. Allora mi ha chiesto se esistono delle gare "miste", ossia in cui competono contemporaneamente uomini e donne, e io ho risposto che non mi pare (a parte ovviamente il doppio misto di tennis che però non so se figura alle Olimpiadi), perché in genere i risultati non sono comparabili. "Mah", ha commentato lui, con chiaro disappunto.

In effetti, magari nell'atletica non avrebbe molto senso, ma perché, ad esempio, c'è il tiro a volo maschile e quello femminile?

lunedì 30 luglio 2012

Ogni lasciata è persa

Che nervi! In questi ultimi mesi, tra il lavoro e l'imminenza del trasloco, ho dovuto abbandonare quasi del tutto la lettura: non avevo mai tempo, e quando ce l'avevo ero troppo stanca per scegliermi un libro. Adesso il tempo ce l'ho, o meglio a breve ce l'avrò: sto per andare in ferie, e come sempre intendo caricarmi di libri; in più, il trasloco ha implicato spostamenti quotidiani in treno, per fortuna con un'azienda privata che garantisce rispetto degli orari, posto a sedere, aria condizionata e quindi facoltà di lettura.

Insomma, condizioni ideali per andare in libreria e uscirne carica di meraviglie. Invece, niente. Sarò troppo esigente, che volete che vi dica, ma non riesco a trovare un libro che mi attiri. La narrativa italiana in genere manco la guardo, tutti credono di essere grandi psicologi e si lanciano nell'introspezione dei personaggi: io mi annoio, quando va bene, se va male mi innervosisco. Narrativa straniera, allora: ma niente mi invoglia, non trovo neanche rifugio in qualche legal thriller malloppazzo da spiaggia. Si vede che sono mentalmente più stanca di quanto credessi.

Frugando frugando, mi sono ricordata che, mesi (per non dire anni) fa, avevo in effetti intravisto un libro che mi intrigava: poi, valutando che l'intrigamento non valesse il prezzo di copertina, avevo lasciato perdere. Ora voglio quel libro, ma ovviamente non ricordo né titolo né autore, e anche la trama mi rimane nebulosa. Era la ricostruzione di un delitto effettivamente avvenuto nell'Inghilterra vittoriana? O una sorta di alternate universe, con Sherlock Holmes o chi per lui che interagiva nel mondo reale? (L'estate mi spinge al giallo.) Non sono nemmeno sicura che di Inghilterra si trattasse (- Caspita, meno male che il libro ti aveva colpito! - Ehi, sono passati mesi, e poi l'ho detto che sono stanca).

Insomma, credo proprio di non aver speranze di rintracciare questo libro misterioso. Urgh.

sabato 28 luglio 2012

Spirito olimpico

Ha vinto il bronzo, facendo la sua parte per un podio tutto azzurro, e io ho fatto doverosamente il tifo. Ma adesso che è tutto finito posso dirlo, senza essere accusata di gufare: sono contenta che Valentina Vezzali non sia arrivata all'oro.

Per due motivi: il primo è che, secondo me, l'hanno pompata troppo. Va beh che era la portabandiera e quindi la rappresentante di tutta la delegazione italiana, ma a sentire i giornalisti pareva che alle Olimpiadi avessimo spedito solo lei (e la Pellegrini, altra per cui toccherà fare il tifo anche se mi è antipaticissima). Anche durante la semifinale, contro un'altra atleta italiana, i telecronisti hanno spudoratamente preso le parti della Vezzali senza neanche preoccuparsi di far finta di essere imparziali.

Il secondo motivo è l'imbarazzante e inopportuno siparietto con Berlusconi a Porta a porta: sono passati anni, ma io per certe cose ho memoria lunghissima.

(Poi c'è il terzo motivo, ossia il fiero sospetto che il primo motivo derivi dal secondo, ma sto cercando di smettere con la dietrologia.)

(A proposito di professionalità della TV italiana: stavo scrivendo questo post quando alle orecchie mi è arrivata la colonna sonora di Robin Hood. Ho alzato gli occhi: era una delle ormai abituali clip che vengono dedicate ai nostri atleti medagliati. Difatti, la squadra di tiro con l'arco ha vinto l'oro. Capita l'arguta e originalissima associazione d'idee? Bravi arcieri -> Robin Hood. No, non ce la posso fare.)

venerdì 27 luglio 2012

E ora non posso più dire di non aver mai visto Londra

Ogni volta che seguo la cerimonia di apertura delle Olimpiadi mi delizio nell'ammirare gli abiti tipici dei vari Paesi. Chissà se agli scozzesi è permesso indossare il kilt.

La cerimonia di chiusura è bellissima perché gli atleti sono tutti mischiati tra di loro, sfilano in totale disordine, corrono qua e là a fare foto, non gliene frega più niente. Ma anche la cerimonia di apertura è emozionante. Se fossi un'olimpionica, cercherei di convincere i miei compagni di squadra ad organizzare un'apposita coreografia per la marcia della sfilata.

Ci sono un sacco di portabandiera donne: speriamo non sia solo un'operazione di facciata, per strizzare l'occhio al politically correct. I telecronisti italiani non fanno che sbavare davanti alla bellezza di queste atlete. Che squallore.

A proposito, chissà se Iker Casillas è nella squadra spagnola.

Siamo qui per servirvi

Tempo addietro ho attivato, sostanzialmente per fare acquisti sul web, una carta PostePay. Poi ho smesso di utilizzarla, perché per ricaricarla negli Uffici Postali ci voleva del bello e del buono.

Oggi, per puro caso, ho scoperto che finalmente le Poste hanno attivato un servizio di ricarica via web. OK, fare una PostePay per evitare di esporre la carta di credito via web, e poi ricaricare la PostePay con la carta di credito via web non è la cosa più coerente dell'universo, ma apprezziamo lo sforzo. Inoltre, per curiosità sia personale che professionale, mi interessa vedere come sono costruite queste procedure informatiche. Proviamo quindi a fare 'sta ricarica.

Primo inciampo: occorre essere registrati al sito delle Poste. Ora, ci sarà sicuramente un motivo che mi sfugge dato che il sistema mi permette di mettere soldi sulla carta, non di toglierli, quindi se io per ipotesi fossi un multimilionario benefattore che vuole ricaricare anonimamente carte di credito random non potrei farlo. Peraltro per ricaricare una carta dovrei conoscerne, suppongo, perlomeno il codice e quello potrebbe già essere un utile sbarramento di sicurezza e identificazione. Ma, come dicevo, deve esserci qualche altro motivo che mi sfugge (quale? suggerite) e comunque non posso che apprezzare la ridondanza nei sistemi di sicurezza quando, per un verso o per l'altro, si tratta di soldi.

Quello che non proprio non capisco è perché il modulo di registrazione mi chieda di indicare, obbligatoriamente, sesso e professione. La data di nascita può servire per un controllo incrociato sul codice fiscale, ma sesso e professione? Comincio a innervosirmi, ma andiamo avanti.

Solo che non posso andare avanti, perché il sistema mi segnala che il mio codice fiscale risulta già registrato. In effetti, illo tempore mi registrai al sito delle Poste, sempre per poter accedere a qualche altro servizio, ma poi - annoiata dall'estrema complicatezza delle procedure (da fare in due tempi: dopo la registrazione on line bisognava attendere, se non ricordo male, addirittura un telegramma!) - abbandonai l'account, e con esso le credenziali d'accesso, al triste destino dell'oblio.

Dato che è basato sul codice fiscale, univoco, il sistema non mi permette di procedere a una nuova registrazione. Pertanto non mi resta che chiamare il call center: fortunatamente, e stranamente, è un numero di telefono gratuito. Qui espongo la situazione, ma l'operatrice (gentilissima) mi spiega che dalla loro anagrafica risultano mancanti alcuni dati, per cui non può mandarmi una password provvisoria (mi servirebbe anche l'username, comunque). A quanto pare, è indispensabile che io mi rechi presso un Ufficio Postale, chieda di parlare con il Direttore (!) e proceda quindi a un "riconoscimento forte". 

Urca. Cos'è, mi domando, un "riconoscimento forte"? Mi prendono l'impronta dell'indice destro, dell'iride e del DNA? No, mi spiega l'operatrice gentile, devo fornire un numero di telefono.

PERCHE'? Cosa c'entrano le Poste con il mio numero di telefono?

Ho spiegato alla gentile operatrice che la procedura indicatomi mi sembrava troppo (inutilmente) complessa, anche considerando le mie precedenti esperienze, e le ho quindi chiesto se non fosse possibile cancellare del tutto la mia registrazione, in modo da permettermi di farne una nuova. La mia interlocutrice, pur solidarizzando pienamente con me, mi ha ulteriormente spiegato che, per annullare la registrazione, dovrei inviare domanda scritta alle Poste (e, mi ha precisato con rammarico, "attendere i tempi di gestione").

Insomma, "una volta dei nostri, per sempre dei nostri". Come la CIA.

Sul serio, la cosa è talmente irritante che diventa divertente. La prossima settimana sarò (grazie al cielo) in ferie: quasi quasi vado in Posta, giusto per vedere che faccia fa il Direttore quando gli chiedo il "riconoscimento forte".

Non tengono lontano solo le zanzare

Sopra e intorno alla casa nuova c'è un gran passaggio di rondini e piccioni. Per fortuna le rondini tengono più o meno alla larga i piccioni; in ogni caso, eventuali piccoli "inconvenienti" sono largamente compensati dal piacere di svegliarsi, ogni mattina, con i rumori della natura.

Oggi, tuttavia, invece di un gentile tubare o di un poetico frullo d'ali, siamo stati strappati al sonno da un sonoro "THUMP!" Eravamo ancora mezzi addormentati, ma abbiamo comunque potuto ricostruire con una certa sicurezza che un piccione, cercando di entrare in casa dalla finestra aperta, si è schiantato contro la zanzariera.

Non so di preciso che fine abbia fatto il piccione: di sicuro, se mi avesse rotto la zanzariera, l'avrei fatto fuori con le mie mani. Io amo gli animali! (cit.)

giovedì 26 luglio 2012

Il silenzio è d'oro

Non avevo detto, solo poche ore fa, che tutti i miei casini tecnologico-informatici si erano risolti? Bene, quando ho riacceso il computer ho scoperto che non riusciva a connettersi al modem perché, a quanto sosteneva l'irritante messaggio comparso sul desktop, mancava la chiave di protezione della rete. Ma se l'ho impostata in memoria! (E' una sequenza alfanumerica random, starei fresca se dovessi immetterla ogni volta).

Ovviamente, dato che sono ansiogena, stavo già per cedere al panico; ma mi sono imposta di procedere per gradi, quindi ho per prima cosa riavviato la macchina (il che in linea teorica non dovrebbe servire a nulla, ma di solito risolve tutto) e intanto ho cominciato a pensare alle possibili cause del problema. L'amore mio ha resettato il modem in mia assenza, cambiando la password senza aver modo di avvisarmi? Il computer si è rotto? Il modem si è rotto? Computer e modem si sono rotti entrambi contemporaneamente? Gli alieni si apprestano ad invaderci e impadronirsi dei nostri sistemi di comunicazione e di sicurezza è solo il primo passo del loro piano strategico di conquista?

Fortunatamente, soprattutto perché tutte queste ipotesi mi sembravano ugualmente ragionevoli e plausibili e non avrei quindi saputo quale scegliere, a questo punto il computer si è riavviato connettendosi automaticamente e regolarmente alla Rete, senza messaggi di sorta (che so, qualcosa del tipo "scusa, mi ero distratto. Stavamo dicendo?"). Ho tirato il sospiro di sollievo di prammatica, pur continuando a chiedermi che diavolo gli avesse preso prima,  poi ho notato che Messenger non si era altrettanto automaticamente autenticato (scusate l'allitterazione), come pure temporibus illis gli avevo imposto di fare. Stessa cosa dicasi per Skype.

Ora, io lo so che è una cosa assurdissima e pericolosissima da fare, ma ho salvato in Rete un elenco delle password di tutti gli accidenti di servizi a cui sono registrata. Non mi dite niente, perché in primis non ho segreti di Stato e/o codici nucleari da conservare (i codici della banca non sono nella lista, comunque), in secundis la cosa si è rivelata utile dato che, avendo impostato l'accesso automatico anni fa, col cavolo che mi  sarei potuta ricordare username e password varie senza averle scritte da qualche parte. (Sì, potrei tenere la lista in remoto sul computer, ma se poi il computer si guasta?)

Comunque, al momento, il punto non è questo. Il punto è: perché il computer perde a caso tutte le impostazioni che gli ho faticosamente dato? Non sarà mica il segno che sta esalando l'ultimo respiro?
Ma perché non imparo mai a starmi zitta, invece di aprire bocca e attirare la sfiga?

Prima dell'alba

Tanto casino per rimediare ai guasti tecnologico-informatici che hanno afflitto il blog (tutto a posto, adesso, comunque) e poi non trovo nulla da dire. Sul serio, invidio chi riesce a pubblicare con puntuale cadenza quotidiana. (Trovare una tematica specifica aiuterebbe, ma è un discorso che ho già affrontato e non ci torno sopra).

Peraltro dicono che scrivere è un muscolo che deve essere allenato e che è un utile esercizio imporsi di scrivere con costanza. Io posso essere tante cose ma decisamente non sono costante, ergo ha senso che non riesca a postare ogni giorno. Perlomeno sono coerente.

Poi nelle ultime settimane mi è venuto lo sghiribizzo di scrivere in inglese (beh, semmai in quello che a me pare inglese). Non so perché, è un ticchio che ogni tanto mi prende. Il bello è che poi rileggo quello che ho scritto e sono fiera di me dato che mi pare tutto corretto. Ovvio che paia così, l'hai scritto tu, allocca!

By the way (appunto), qui tira decisamente aria di ferie, in ufficio i ritmi si sono rilassati e anche la piccola parte di blogosfera che seguo sta a quanto pare tirando i remi in barca. A me, di solito, piace buttar giù qualche post "di scorta" per le vacanze, tanto per non lasciare il blog a prender polvere più del solito in mia assenza, ma questo imporrebbe 1 - che mi venisse in mente qualcosa (preferibilmente qualcosa di sensato) da scrivere e 2 - che il tool di programmazione post di Blogger riprendesse a funzionare. Vedremo. (Più probabile la prima della seconda, comunque.)

venerdì 20 luglio 2012

Noioso post di prova

Ricorderete tutti (uh, come no) che ho penato non poco per migrare questo blog su Tumblr (poi sto continuando a scrivere qui e non su Tumblr, ma questa è un'altra storia *).
Alla fine il problema si è più o meno risolto quando ho trovato un servizio che, tramite RSS, trasferisce i post di Blogger su Tumblr. Così mi sono iscritta, ed è tutto andato liscio fino ad oggi, quando questo servizio RSS mi ha comunicato che non riusciva più a raggiungere Tumblr.

Quando ho controllato, ho scoperto due cose: la prima, che il mio account su Tumblr era stato "sospeso"; la seconda, che Gmail non riusciva più ad accedere all'email con cui mi ero iscritta a Tumblr.
(Sono pigra: non mi va di aprire due schede di browser per controllare la posta, quindi ho importato in Gmail tutti i miei indirizzi, compreso quello che uso per registrazioni sparse.)

Sulle prime ho pensato che le due cose fossero collegate, ma poi ho scartato l'ipotesi dato che l'email bloccata era raggiungibile tramite il relativo provider. A quel punto ho contattato gli helpdesk di entrambe le piattaforme, Tumblr e email.

In attesa di risposta, mi sono messa in caccia su Google appurando con gioia altre due cose: la prima, che quando Tumblr ti sospende l'account (di solito per motivi imperscrutabili) è difficile che te lo riattivi; la seconda, che il provider email aveva deciso di impedire l'accesso al suo server POP3 da parte di Gmail.
(Se non sapete cosa sia un server POP3 siete in ottima compagnia: io ne ho un'idea molto vaga, che però di solito mi basta a risolvere eventuali casini, per cui non mi impegno più di tanto ad approfondire.)

Sempre in attesa di risposta dagli helpdesk, mi sono ri-messa in caccia su Google. Avevo infatti da risolvere due problemi: il primo, trovare un modo per risincronizzare l'indirizzo email bloccato con Gmail; il secondo, trovare un modo per sincronizzare Blogger con Twitter, in attesa dell'auspicato ripristino di Tumblr (sono complicata: i miei post vanno da Blogger a Tumblr, di qui a Twitter, di lì a Facebook. Si trattava quindi di bypassare Tumblr).

Alla fine, la soluzione al primo problema si è rivelata la banale impostazione di un filtro che inoltrasse in automatico tutti i messaggi dalla email bloccata a Gmail. Il secondo problema si è invece risolto con l'iscrizione all'ennesimo servizio di sincronizzazione fra social network. Questo funziona con Blogger, Twitter, Facebook e LinkedIn, per cui teoricamente potrei usarlo per collegare questo blog con Twitter e Facebook, e mantenere l'altro servizio RSS solo per sincronizzarmi con Tumblr (che nel frattempo mi hanno ripristinato, giustificando il disguido con un "probabile glitch del server". Vabbeh, allora ditelo che non volete spiegarmi cos'è successo).

Questa soluzione mi pare meno macchinosa della precedente, ma ha il difetto di poggiarsi su due diversi servizi feed. E poi adesso non mi va di smanettare e configurare, quindi, come Rossella, ci penserò domani.
Intanto ho disabilitato il nuovo RSS, controllato che il vecchio abbia ripreso a funzionare, e sto scrivendo questo inutile quanto lungo post per verificare che tutto vada come deve andare. Se sì, potete consolarvi con il pensiero che anche i miei followers/amici di Twitter/Facebook saranno infelicitati dalla comparsa di questo fiume di parole.


* L'altra storia è questa: ci sono delle features su Blogger che mi dispiace perdere, ad esempio il blogroll (e i miei fedeli lettori, ça va sans dire). Per il momento, quindi, resto qui ma continuo a tenere sincronizzato in automatico il blog su Tumblr. Così, se una delle piattaforme fa i capricci, ho l'altra come paracadute. Almeno in teoria.

Nat Geo

L'antennista ci ha di nuovo bidonato e siamo ancora senza TV, ma questo non ci impedisce di assistere ad entusiasmanti documentari sulla natura - live. Giorni fa è stata la volta di "Il meraviglioso mondo delle formiche", e stamattina è toccato agli scorpioni. 

Beh, uno scorpione e piccolo, e per una fortunata congiuntura avevo appena preso il caffè ed ero senza occhiali, quindi ero abbastanza sveglia da non camminarci sopra ma anche abbastanza cecata per non provare troppo schifo.
(Non che lo scorpione facesse poi tanto schifo, era abbastanza elegante, requiescat - incidentalmente, le racchette elettriche di gran moda per ammazzare zanzare funzionano anche con formiche e scorpioni, come da collaudo dell'amore mio - e comunque, mille volte meglio gli scorpioni degli scarrafoni. OK, adesso me la sono chiamata.)

Ora mi sorge il dubbio che gli scorpioni si nutrano di formiche, e che stiamo quindi assistendo a un'emozionante messa in scena della catena alimentare. Il che mi fa pensare che farei bene ad informarmi su che cosa è ghiotto di scorpioni, prima di ritrovarmi un boa constrictor in soggiorno.

mercoledì 18 luglio 2012

Fonti di energia alternativa

L'ultima volta che sono andata al mare ho incocciato un lido con ombrelloni dotati di pannello solare. Ogni ombrellone, cioè, portava in testa il suo bravo mini-pannello solare.

Al di là del risultato estetico opinabile e della supponenza fighetta della cosa, l'amore mio e io abbiamo cominciato a dibattere sulla sua funzione pratica. Io sostenevo (ma sono fissata) che l'accrocco fosse collegato ad un alimentatore per PC, tablet et similia (se li può mettere Trenitalia nei suoi vagoni, li può mettere chiunque dovunque - che poi effettivamente gli aggeggi funzionano, è un altro paio di maniche).
L'amore mio, invece, è convinto che servissero a trasmettere ordini al bar.

Ora mi piazzo su Google e verifico. Non che la cosa mi interessi poi troppo, dato che io non vado mai in quel lido (peraltro un lido ipertecnologico piazzato, come era quello, praticamente nel bel mezzo del deserto dei tartari appare quanto mai incongruo)

venerdì 6 luglio 2012

Non hai vinto, ritenta

- Amore, ho comprato tutto l'occorrente, lampadine comprese: ti va se montiamo le appliques?
- OK, ma quelle non sono le appliques del soggiorno.
- Sì che sono queste!
- No, non sono queste.
- Ti dico di sì! Vedi? Hanno i fiori rossi.
- Quello non è rosso, è rosso cardinale, quindi quelle sono le appliques della camera da letto. Queste sono le appliques del soggiorno.
- Ah. Beh, allora le montiamo. Tieni, intanto che prendo gli attrezzi puoi mettere la lampadina allo specchio del bagno?
- Uhm.
- Che c'è?
- Vieni a vedere.
- ...Ah, sì, ho preso le lampadine a luce fredda.
- ...Sembrano ultravioletti.
- ...Forse la lampadina si deve riscaldare...
- ...Aspettiamo.
- Intanto montiamo le appliques del soggiorno, dai!
- ...Uhm.
- Che c'è?
- L'attacco elettrico non è al centro del muro!
- ...Ah. Va bene, possiamo centrare comunque l'applique, abbiamo un po' di gioco! Ecco, vedi?
- ...Ma così si vede il buco nel muro.
- ...Ah. E vabbeh, l'applique non sarà proprio al centro, pazienza. Intanto la lampadina del bagno si è scaldata?
- ... Sembra di essere all'ingresso di una discoteca.
- Eh sì, in effetti... OK, nel bagno va meglio una luce calda. Non preoccuparti, domani vado a cambiare la lampadina. Ma vedrai che in soggiorno la luce fredda andrà bene. Mettiamo le lampadine...
- ...Queste hanno l'attacco piccolo, non ci vanno.
- ...Ops. Aspetta: faccio una corsa al negozio e vado a cambiarle.
[Intervallo]
- Ecco qui! Ora le mettiamo e vedrai.
- ...
- ...
- ...Sembra di essere in sala operatoria...
- ...Ma forse le lampadine si devono ancora riscaldare...
- ...
- No, eh?

giovedì 5 luglio 2012

Servizio al pubblico

E' bello sapere che ci sono persone comprensive, disponibili ed efficienti, a questo mondo.

Dall'Ufficio Personale mi fanno sapere che la visita medica da me sostenuta il mese scorso dovrà essermi scalata dalle ferie, dato che non ho prodotto il relativo certificato.
Vabbeh, colpa mia che nella fretta avevo dimenticato di richiederlo, ma accorgersene un po' prima, magari...

Comunque. Il problema contingente è che l'ospedale in questione è a casadidio, il reparto in questione è oberato di lavoro a dir poco (è uno di quelli con liste d'attesa ad infinitum), la situazione insomma non è delle più semplici. Tanto che per un po' mi sono anche gingillata con l'idea di produrre un certificato tarocco (a partire dalla fotocopia di quello dell'anno scorso, che mi ero ricordata di chiedere).

Poi, essendo onesta e ottimista, ho telefonato in reparto.
Primo miracolo: mi hanno risposto.
- Buongiorno, reparto X.
- Buongiorno, mi scusi ma avrei bisogno di un favore: bla, bla... il certificato...
- Non c'è problema signora, quando vuole può passare e glielo facciamo.
- Mi perdoni, ma non potreste mandarmelo via fax o per email? Sono lontana dall'ospedale, per venire fin lì dovrei prendermi delle ore di ferie, a questo punto inutile chiedere il certificato... So che siete pieni di lavoro...
- Sì signora, lei è nostra paziente e sa come funziona qui, poi è estate e siamo anche in carenza di personale...
- Lo so, lo so perfettamente, è un fastidio, ma se poteste farmi il favore...
- ...Mi dia il numero di fax.

Dopo 5 minuti avevo in mano il certificato.
(E' triste che in Italia nel 2012 ricevere un certificato per fax nel giro di 5 minuti dalla richiesta suoni come un miracolo? Sì, probabilmente è triste)

Ripensamento/Update. Mi sovviene che potrei legittimamente essere accusata di sperperare risorse pubbliche (segnatamente toner e corrente elettrica, per tacer dell'usura dello strumento) avendo chiesto a una dipendente sempre pubblica di usare in modo improprio un fax pubblico. Se tutti facessero così... etc. etc.
Vero. D'altra parte, la mia prima richiesta era stata di mandarmi una mail (il resoconto della telefonata, su questo punto, è imprecisa).

Sistemi accessibili

Gentile sviluppatore dei nuovi captcha di Blogger, quelli che tipicamente ti propinano una sequenza alfanumerica comprensiva di caratteri speciali e/o in cirillico, più uno screenshot a pessima risoluzione di quelli che hanno tutto l'aspetto di numeri civici rubacchiati da Google Maps e pertanto il più delle volte distorti da una ripresa di sguincio, tengo a precisarti che il motivo per cui non riesco a riprodurre le scritte di cui sopra non è che sono un robot. E' che sono miope.
E tu non mi aiuti.

Puoi escogitare qualcosa di più semplice? Che so, riprodurre la Gioconda con Paint?

mercoledì 4 luglio 2012

Grande Fratello

Ai "suggerimenti" che Facebook pianta sulla mia homepage, si sono aggiunte da qualche giorno a questa parte varie e reiterate pubblicità di diete dimagranti.

Brutti screanzati.

(Ve le raccomando, poi, queste diete. "Riesco a perdere 3 kili e mezzo ogni settimana! Sai come faccio?" Vado a intuito: non mangi. Si chiama anoressia, è un serio disturbo alimentare, dovresti curarti.)

lunedì 2 luglio 2012

Un tranquillo weekend di paura (AKA trasloco)

Ebbene sì: la nuova casa NON è finita, ma io e l'amore mio ci siamo scocciati di aspettare, quindi visto che l'essenziale c'è (leggi: acqua calda, zanzariere, gas, Internet, non necessariamente in ordine di necessità) abbiamo deciso di tagliare la testa al toro e trasferirci.

Manco a dirlo, il weekend prescelto per l'operazione ha coinciso con l'arrivo di Caronte e con i due giorni più caldi degli ultimi dieci giorni (siamo al Sud: checché ne dicano i TG è normale che a fine giugno faccia caldo).

Ecco la cronistoria fedele, seppur sintetica (credetemi: non sembra, ma lo è), delle nostre avventure.

...e il quarto vien da sé

Pare brutto dirlo e infatti non l'ho detto a nessuno, prima (anche per non gufare), e ho anche un po' di ritegno a dirlo adesso, cioé dopo; e poi nonostante tutto, probabilmente anche a causa della mia innata e inveterata stupidità, c'è che io sono patriottica.
"L'Italia è il Paese che amo" (cit.)
E ciò comporta che quando si tratta di sport tifo la qualunque, basket, ping-pong, curling, palla prigioniera, tiro al piattello, boccette, basta che ci sia una maglia azzurra in campo.

Però ieri un po' (molto) ci speravo che l'Italia perdesse. Non che vincesse la Spagna, proprio che perdesse l'Italia. Perché questo Paese che amo tende a nascondere molta sporcizia sotto il tappeto delle vittorie sportive, meritate o meno che siano. Perché una vittoria agli Europei avrebbe cancellato meglio di un'amnistia tutto lo schifo dello scandalo scommesse (per tacere d'altro, perché io non me lo spiego come mai giocatori giovani e professionisti, che dovrebbero essere al top della forma, si rompono come e peggio dei pensionati ultrasettantenni mentre i loro omologhi spagnoli, reduci peraltro da una stagione lunga di coppe e scudetti, hanno corso come dannati, maledetti loro, per 90 minuti di fila e Buffon ne sa qualcosa).
Perché la sigletta anticipatoria di RaiUno mescolava Zoff e Mennea e l'alluvione di Genova e la Pennetta e Falcone e Grosso e il terremoto e Pertini, e a me è sembrato ridicolo, grottesco e vergognoso.
Perché i giornalisti italiani, l'ho detto e lo ripeto, sono intollerabili: una partita vinta (con due episodi fortunati due) e parlano di "università del calcio", all'inizio della finale sono già pronti con i peana di gloria, alla fine commentano "beh, avevamo contro la migliore squadra del mondo", e abbiamo perso 4-0, mica 2-1, e per risultati molto meno catastrofici altri allenatori ed altre compagini sono stati crocifissi, ma questi no perché questi sono simpatici, o chissà perché.