RaiTre ha provato a mandare in onda The Newsroom, serie TV americana incentrata sulla redazione di un telegiornale (in effetti sembra più un programma di approfondimento, nel senso che l'anchorman è uno solo e non si fa mancare qualche pepato editoriale di tanto in tanto).
In patria, la serie ha mietuto larghi consensi e vinto numerosi premi. In Italia, la prima puntata ha fatto miseramente flop (è stata poi mandata in replica il sabato pomeriggio, non capisco bene perché; se era un tentativo di ramazzare audience, l'orario mi pare alquanto infelice). Al momento in cui scrivo non so se la serie continuerà ad andare in onda, sinceramente ne dubito.
Anche a me la prima puntata non è che sia piaciuta granché; troppo verbosa, con una serie di pistolotti sull'etica e la morale del giornalismo che agli yankees tanto garbano, ma da noi non fanno presa (strano, uno si domanda come mai!). Anche il montaggio era approssimativo. Per non emettere un giudizio frettoloso, tuttavia, e anche perché il panorama televisivo nostrano è più desolante del deserto del Gobi e sono sempre alla spasmodica ricerca di qualcosa di decente da vedere, mi sono "procurata" tutta la prima stagione della serie.
Di solito guardo film e telefilm in lingua originale, per fare pratica; capisco il senso generale, ma non posso dire di cogliere tutte tutte le parole, e quindi mi scarico anche i sottotitoli. Ecco, nel caso di Newsroom i sottotitoli sono davvero necessari, perché lo script è molto dialogato e infarcito di gergo tecnico e riferimenti all'attualità USA, ai meccanismi di voto, alle correnti interne ai partiti. Non si fatica, quindi, a capire come mai il pubblico americano ci si sia appassionato; ma neanche come mai per il pubblico italiano tutto ciò risulti ostico, e alla fine noioso.
(Ad esempio, è ovvio che per un americano la puntata in cui [SPOILER] i giornalisti ricevono in anteprima la notizia della morte di Osama bin Laden, e debbano decidere di darla in anteprima o attendere una conferma, [/SPOILER] abbia un appeal superiore che per noi.)
(Comunque, va detto che pure The West Wing - stesso autore di Newsroom - era incentrata sui meccanismi più interni e farraginosi dell'amministrazione americana e suoi rapporti con i media, ma non risultava noiosa per niente. Almeno per me. Merito anche della regia, che era decisamente più creativa.)
(Comunque, va detto che pure The West Wing - stesso autore di Newsroom - era incentrata sui meccanismi più interni e farraginosi dell'amministrazione americana e suoi rapporti con i media, ma non risultava noiosa per niente. Almeno per me. Merito anche della regia, che era decisamente più creativa.)
Insomma, come già feci quando Rete4 comprò Downton Abbey io mi domando se chi fa i nostri palinsesti guardi un programma, prima di comprarlo e decidere quando metterlo in onda, o se gli basta sapere che ha vinto X premi da qualche parte nel mondo.
Peraltro, qualcuno ha pensato bene di far precedere la messa in onda della prima puntata da un pistolotto autocelebrativo in cui il direttore del TG3 (credo) spiegava quanto è importante fare un TG imparziale e cazzuto, e quanto erano fighi e cazzuti quelli di RaiTre non per fare un TG siffatto, attenzione! bensì per osare trasmettere una siffatta serie TV sul loro canale.
Grazie che poi nessuno si è visto la puntata.
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