Sono tre giorni che qui piove. E' una pioggia strana, stupida, né primaverile né autunnale: scrosci violentissimi che scoppiano all'improvviso, ti prendono alla sprovvista e smettono di colpo così come erano iniziati. Ma non sono i temporali estivi a goccioloni, quelli che lasciano nell'aria un odore buono di terra, di fresco, di nuovo; è una pioggia sottile, tanto che a guardare fuori dalla finestra sulle prime neanche ti accorgi che stia piovendo. E quando smette l'aria è ancora afosa e immobile.
Intanto nel cielo si affollano nuvoloni gonfi e lividi, che promettono nuove secchiate d'acqua; così l'unica cosa da fare è affrettare il passo per non farsi pescare per strada, allo scoperto. In lontananza si sente il brontolio dei tuoni.
Ora, mentre scrivo, si è alzato un po' di vento che fa svogliatamente ondeggiare le cime degli alberi. Le nuvole però sono sempre lì, e sembrano anche piuttosto basse; o forse è solo il loro colore plumbeo che le fa apparire più vicine ed opprimenti.
Ho dovuto accendere la luce in casa, e ho la sensazione che fuori sia ancora più buio.
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