Di ritorno da una rilassante, ingrassante, finita troppo presto, splendida settimana di vacanze, tanto per rientrare immediatamente nella normale routine siamo andati all'IKEA.
Tengo a precisare che l'idea di andare all'IKEA è venuta all'amore mio, e non a me (io ho entusiasticamente accettato, ma ciò è irrilevante). Tengo inoltre a sottolineare che fino a pochi mesi fa la soglia di tolleranza-IKEA dell'amore mio era nell'ordine dei 10 minuti; al ritorno dalle vacanze, sull'autostrada, ha avvistato un'IKEA e ha esclamato: "Quasi quasi ci farei un salto".
L'addestramento procede come da programma, niente da dire.
Va comunque detto che siamo andati all'IKEA con lo scopo preciso di acquistare un ben preciso mobile; l'avevamo visto sul sito, avevamo controllato le misure (due ore di discussione tra me che sostenevo che il mobile andava bene, e lui che sosteneva che era troppo grande. Avevo ragione io, ça va sans dire) e avevamo pure verificato che ci fosse disponibilità in negozio.
Ecco perché, arrivati in loco, ci ha stupito scoprire che il mobile non c'era.
Dato che nutro un'irragionevole fiducia nei sistemi informatici IKEA e in generale nella sua organizzazione aziendale, ho provato a interpellare un gentile commesso; il quale mi ha gentilmente comunicato che il mobile in questione era sì in magazzino, ma non ancora in vendita e che per comprarlo avremmo dovuto aspettare almeno un mese. Io, che avevo già iniziato a pregustare le fasi del montaggio e successiva sistemazione in casa, ho provato a impietosire il tipo millantando un viaggio lunghissimo (10 minuti in realtà) fatto apposta per arrivare in negozio, ma niente da fare. Al che, mesti e sconsolati (e con molta meno fiducia nei sistemi informatici IKEA e in generale nella sua organizzazione aziendale), ci siamo diretti all'uscita.
Tuttavia, dato che l'amore mio non faceva che mugugnare "Ecco, una mattinata persa, pensare che potevamo andarcene al mare", ma soprattutto dato che a quel punto io il mobile lo volevo per principio perché sul sito risultava disponibile, abbiamo provato a interpellare un altro gentile commesso. Peccato che vi siate persi la mia grande interpretazione di dolce e ingenua fanciulla appena giunta dal paesello apposta per fare spese all'IKEA.
Ebbene, con mia delizia e ripristinando all'istante tutta la mia fiducia nei sistemi informatici IKEA e in generale nella sua organizzazione aziendale, il secondo commesso ha verificato che effettivamente il mobile ci fosse, mi ha pregato di aspettare ("Mi ci vorrà parecchio tempo, però, signora." "Quanto?" "Eh, almeno 20 minuti.") ed è andato in magazzino a recuperare il mobile. E visto che l'attesa si stava protraendo oltre il previsto ci ha pure offerto caffè e dolcetto al bar.
(Un cinnamon roll, come se non bastasse, e io erano anni che lo volevo assaggiare.)
Inutile dire che, quando ho messo le mani sul mobile, mi sono profusa in ringraziamenti.
Inutile anche dire che, nel trasporto dalle casse all'auto, abbiamo perso un pezzo e siamo dovuti andare al banco Assistenza Clienti per cercare di recuperarlo, etc. etc.
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