Facendo un giro per i miei negozi preferiti, quelli vorrei-ma-non-posso, quelli insomma dove spenderei cifre astronomiche se le avessi, ho notato su una vetrina un cartello: "Non mancate l'appuntamento con il vostro personal shopper!"
Ora, ammetto che certe persone hanno bisogno di qualcuno che dica loro come vestirsi e cosa comprare (io, ad esempio, sono penosamente banale: maglia golfino pantalone, sempre negli stessi abbinamenti, ignoro cosa sia un accessorio), ma da questo ad assumere un personal shopper direi che ce ne corre. In primo luogo, se c'è grossa crisi e non ho i soldi per comprare i vestiti, figuriamoci se ce li ho per pagare qualcuno che me li faccia comprare.
Secondariamente, uno dei grandi piaceri dell'esistenza è andare a fare shopping per proprio conto o meglio ancora con un'amica, ravanare nei negozi, scoprire qualcosa di particolare che neanche sapevamo ci piacesse, comprare cose che non ci servono, confrontare i prezzi (a cose fatte, io amo vantarmi di quanto poco ho pagato per i miei acquisti). Che gusto c'è se qualcuno ci punta nella giusta direzione? Viene meno tutta l'emozione della ricerca.
(Un po' come quando mia zia, che lavorava a Modena, andò alla fabbrica Panini e mi portò in regalo un album con tutte le figurine, in ordine dalla prima all'ultima; passai il pomeriggio in letizia ad appiccicarle, dopo di che rimasi con un album completato, niente altro da fare e nessun doppione da scambiare.)
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