martedì 25 febbraio 2014

Spoiler (ovvero le mie recensioni cinematografiche)

In fatto di cinema sono ipercritica; una specie di Anna Wintour della celluloide (e dei poveri).
Ordunque vi delizierò adesso con la mia recensione a Monuments Men, ultima pompatissima fatica di George Clooney. La recensione è fatta per punti perché mi è venuta così.

Il film, come immagino ormai sappiano anche i sassi, è tratto dalla storia vera di un drappello di soldati americani che vanno in Europa a recuperare i tesori artistici trafugati dai nazisti; e io volevo andarlo a vedere per tutta una serie di motivi:
- mi piace la storia dell'arte
- la seconda guerra mondiale è un periodo storico che mi intriga assai
- avevo molto apprezzato Good Night, and Good Luck
- John Goodman e Bill Murray sono tra i miei attori preferiti

Un'altra serie di motivi, invece, mi spingeva a non andarlo a vedere:
- le critiche non erano buone
- odio Matt Damon
- il cast era stato ospitato a Che tempo che fa per un'intervista promozionale
- odio Matt Damon

Alla fine ho deciso di vedere il film per farmi una mia opinione, che non è favorevole. Ecco perché:
- la sceneggiatura non rende assolutamente giustizia a una storia che invece aveva tutti gli ingredienti per essere molto coinvolgente (una specie di caccia al tesoro, contro i cattivi per antonomasia);
- manca un punto focale attrattivo per il grosso pubblico (la Pala di Gand che i nostri cercano per ogni dove è meravigliosa, ma la regia non ci dà il tempo di apprezzarla; idem per la Madonna di Michelangelo; centrare la recherche su un'opera più nota, tipo ad esempio la Dama con l'ermellino di Leonardo, forse avrebbe aiutato);
- abbondano invece i luoghi comuni (gli americani sono bravi buoni e vogliono restituire tutto ai legittimi proprietari, mentre al contrario i russi comunisti vogliono impadronirsi del tesoro e quindi bisogna batterli sul tempo; l'eroe mette il piede sulla mina e gli amici invece di scappare rimangono con lui a rischio della vita; il finale è lo stesso di circa 1543 film di guerra);
- la trama è telefonatissima: appena una scena inizia sai già come andrà a finire (il che per me è un vantaggio visto che con la vecchiaia sono diventata incapace di reggere la tensione);
- nonostante ciò, molti punti rimangono oscuri. Il personaggio di Cate Blanchett è una collaborazionista con scrupoli di coscienza o un membro della Resistenza che fa il doppio gioco? E a che diavolo servono i pallini rossi? Mistero;
- la regia e il montaggio non aiutano affatto la comprensione della storia (vedi la lunga carrellata muta su un plastico che solo dopo una mezz'ora abbondante, quando ci siamo dimenticati di averlo visto, ci viene più o meno spiegato cosa sia);
- molti dialoghi sono inutili e/o scontati;
- caratterizzazione dei personaggi, questa sconosciuta: il cast "stellare" è del tutto sottoutilizzato.

Insomma, tutto sommato un'occasione persa prima ancora che una delusione. 

2 commenti:

  1. Grazie! Questo rafforza in me la convinzione che lo guarderò in maniera diversamente legale fra un paio di anni, quando una sera non avrò film da guardare

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    1. A me viene la tentazione di provare a riscrivere la sceneggiatura, ma so già che verrei risucchiata nel vortice della ricerca storica. Però potrei intanto procurarmi il libro che ha ispirato il film

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