Allora, io personalmente darò un premio al primo che si astiene dallo stigmatizzare il web come ricettacolo e crogiolo di insulti e violenza verbale. Mettetevi in mente una volta per tutte, per cortesia, che chi è violento sul web è violento anche nella vita reale; l'unica differenza è che, essendo un vigliacco, si trova bene sul web perché può nascondersi dietro un nickname (poi, essendo stupido - perché chi insulta è stupido - non capisce che a identificarlo ci vuole veramente molto poco).
Ma il web, in sé, non è violento o malvagio; siamo noi che lo disegniamo così. Per dire, quando non c'era il web c'erano le lettere o le telefonate anonime.
Dire che il web permette la violenza è solo un'utile pretesto per giustificarne la censura. Sono anni, ormai, che ci provano.
(L'altra sera ho sentito Fabio Fazio dire che se proprio ci teniamo a saperne di più sul decreto Imu-Bankitalia, possiamo sempre informarci sul web. E i giornalisti che ci stanno a fare, allora? Giustamente su Twitter qualcuno commentava: "E io ho pure pagato il canone!")
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