martedì 18 febbraio 2014

Manuali di sopravvivenza

Giorni fa minacciavo mi proponevo di scrivere un elenco dei libri secondo me imprescindibili. Ci ho provato, ma mi sono resa conto che la cosa è infattibile. In primo luogo, infatti, imporre un libro significa, nove volte su dieci, farlo odiare. In secondo luogo, che un libro piaccia o non piaccia è del tutto soggettivo e quindi la mia lista dei libri perfetti potrebbe non dire nulla a voi. In terzo luogo, è vero che ci sono classici da leggere anche solo per poter dire a ragion veduta "che schifo" (p.es. I promessi sposi), o "mah" (p.es. Guerra e pace); ma se dovessi fare una lista dei classici allora non sarebbe più la mia lista; e tanto varrebbe per voi scorrere l'indice della prima antologia che vi capita sottomano.

Per cui, più modestamente ma più onestamente, butto giù una lista di una ventina di libri che sono i miei preferiti. O meglio, fra i miei preferiti perché la lista dei miei libri preferiti è moooolto più lunga. Diciamo però che questi titoli, non a caso i primi che mi vengono in mente, danno una buona idea di chi io sia.

E posto questo post nel primo giorno di Sanremo, iattura nazionale, per invitarvi a passare in modo più sano e produttivo le prossime serate.

Harper Lee, Il buio oltre la siepe. Attualmente, il mio preferito in assoluto: se mi dicessero che siamo sull'orlo di una catastrofe nucleare e posso salvare un solo libro al mondo, sarebbe questo. Lo so che ho appena finito di dire che non si può imporre una lettura, ma questa è l'eccezione. Leggetelo. Più volte. Se possibile, leggetelo in lingua originale (è un premio Pulitzer e all'epoca la cosa aveva un significato e un perché). Se vi capita, guardate il film. In ogni caso leggete il libro perché è meraviglioso.

Jane Austen, Emma. A proposito di libri letti per forza e quindi odiati, questo romanzo era una delle letture obbligatorie del corso di letteratura inglese che ho seguito all'università e all'epoca, per quanto io già amassi la Austen, non mi piacque per niente. Anni dopo l'ho riletto - per fortuna ho l'abitudine di rileggere - e adesso è diventato il mio romanzo austeniano preferito, forse perché la trama è incentrata su una specie di "mistero" da risolvere e quindi si può assimilare alla lontana a un giallo, genere che adoro.

Alexandre Dumas, I tre moschettieri. Tutto il ciclo dei Moschettieri merita, ma il primo volume è di sicuro il più divertente. Di Dumas amo molto anche Il conte di Montecristo, ma non lo metto "ufficialmente" in lista perché sto cercando di limitarmi a un titolo per autore. Comunque, se volete avere un'idea di cosa erano i feuilleton, roba che Beautiful fa ridere i polli, dovete leggere Dumas.

Victor Hugo, I miserabili. Di nuovo, non cito Notre Dame de Paris perché mi limito a un titolo per autore, ma sono stata molto incerta su quale libro selezionare. Alla fine ho scelto I miserabili perché è il primo libro di Hugo che ho letto, e se non mi fosse piaciuto quello magari non avrei letto Notre Dame.

Ludovico Ariosto, Orlando furioso. Quanto mi piace questo libro, voi non ne avete idea. Toh, ve lo linko. Certo, va preso a piccole dosi perché non siamo abituati all'ottava e a lungo andare viene a noia. Ma il modo in cui Ariosto prende la tradizione epica e la ribalta, e l'autoironia con cui lo fa, è fenomenale. Le prime due ottave sono genio puro.

Alice Walker, Il colore viola. Altro premio Pulitzer, ha tra le altre cose il pregio - per me - di descrivere una realtà lontanissima dalla mia sotto tutti gli aspetti. E i libri a questo dovrebbero servire, a illuminarci. A proposito:

Jonathan Safran Foer, Ogni cosa è illuminata. Recentissimo e molto bello (ancorché angosciante), mi è piaciuta molto la scrittura, prima ancora della trama, il che è strano perché di solito mi concentro sullo stile solo dopo essermi fatta prendere dalla storia.

Elizabeth von Arnim, Un incantevole aprile. Non solo il libro è di una delicatezza fuori dal comune, ma il film che ne è stato tratto non sfigura.

Virginia Woolf, Una stanza tutta per sé. Ho scoperto questo libro da poco, grazie a un'amica che me lo ha consigliato, e ne sono rimasta affascinata. E' il testo di una conferenza, e si vede o meglio si sente, perché leggendolo hai la sensazione di ascoltare la voce dell'autrice. Nonché di passeggiare nella campagna inglese: le descrizioni sono vividissime.

Agatha Christie, L'assassinio di Roger Ackroyd.  I gialli della Christie li ho letti quasi tutti; se a voi non piace il genere fate uno sforzo almeno col titolo che vi segnalo, perché contiene un colpo di scena magistrale (tranquilli, niente spoiler). OK, la Christie non è Shakespeare, ma i suoi gialli sono da leggere se non altro perché, a differenza di altri autori, mette (quasi) tutti gli indizi sotto gli occhi del lettore. 

J.R.R.Tolkien, Il Signore degli Anelli. Perfetto esempio di libro che non vi posso costringere a farvi piacere! So che molti lo considerano un mattone, ma io non capisco davvero come si faccia a non amarlo. E' un archetipo: qua nasce il genere fantasy, signori miei.

Fred Uhlman, L'amico ritrovato. Non vi inganni il fatto che è un libro cortissimo. Piangerete. Assai. E, a proposito:

Primo Levi, Se questo è un uomo.

Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe. Altro libro corto, altri fiumi di lacrime.

Kazuo Ishiguro, Quel che resta del giorno. Nella lista non poteva mancare un romanzo di formazione. Eccovelo qua.

R. L. Stevenson, L'isola del tesoro. Ogni altra considerazione a parte, è il primo libro che ricordo di aver letto. Dopo l'angst dei quattro titoli precedenti, un po' di svago ci vuole. Comunque questo è un libro per ragazzi atipico, se l'avete letto sapete perché e se non l'avete letto non vi voglio spoilerare!

Patrick Süskind, Profumo. Uh, strano questo. Alla fine ho pensato che la storia era del tutto improbabile, ma è raccontata talmente bene che te ne accorgi solo alla fine, appunto. In pratica è il contrario di Dan Brown.

J.D. Salinger, Il giovane Holden. Quando mi viene in mente di scrivere un libro mi ricordo di questo, mi rendo conto che non sarò mai mai e poi mai capace di scrivere così, e lascio perdere.

Heinrich Schliemann, La scoperta di Troia. Autobiografia e diario di scavo di quest'uomo, che in gioventù si è fatto un mazzo tanto, è diventato miliardario e ha deciso di spendere i suoi soldi andando a cercare la Troia omerica. E l'ha pure trovata (più o meno). Un mito, che mi ha fatto decidere di studiare archeologia (io però non sono diventata miliardaria).

Ray Bradbury, Fahrenheit 451. Mi sembra il titolo perfetto per chiudere la lista, nonché il libro perfetto da leggere invece di guardare la TV.

2 commenti:

  1. Ah, inizia Sanremo? :o
    Che due palle!

    - "Il buio oltre la siepe" l'ha letto anche mio fratello (credo che quello ed il "Visconte dimezzato" siano gli unici due libri che abbia mai letto in vita sua), ed io ad essere sincera non so perchè ancora non l'ho fatto;

    - "Il giovane Holden" l'ho odiato tantissimo, anzi, lo aborro proprio e non so neanche il perchè;

    - di Schliemann ne sono innamorata, da piccola ho sempre desiderato diventare archeologa ma poi la vita va diversamente da come ci si immagina a volte;

    - per l'Orlando furioso ringrazierò per sempre i professori di italiano che me lo fecero davvero gustare;

    - di Jane Austen io amo tutto, ho divorato tutti i suoi romanzi e non riesco a trovarle un difetto (in più mi piace quel respiro di brughiera e di società inglese dell'800 che si respira ad ogni pagina);

    - su Tolkien niente da dire, è l'indiscusso padre del fantasy.

    Per il resto diciamo che mi hai dato uno spunto su cosa fare nelle prossime sere :)

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    1. Eri riuscita fino al mio post a evitare ogni promo e pubblicità più o meno occulta di Sanremo? + 500 punti per te!

      Certi libri si odiano per istinto, è una delle cose belle dei libri: che ci emozionano, nel bene o nel male. Non mi ricordo più chi ha detto che lo scrittore scrive il 50% del libro, l'altro 50% sta al lettore...

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