La frequentazione intensiva di musei e pinacoteche di altissima qualità durante il viaggio di nozze (roba che ci siamo pure potuti permettere di storcere il naso davanti a un Pizarro, o di scegliere quali fra due Caravaggio ci piacesse di più) nonché il fatto che l'amore mio sa dipingere (vi direi che è pure bravo, ma io ovviamente sono di parte) mi fa venire voglia di cimentarmi pure io con tavolozza e pennello. E questo, nonostante il fatto che io sia del tutto negata, come mi disse in una memorabile occasione la mia insegnante di educazione artistica delle medie, in uno sfoggio di supreme competenze pedagogiche e didattiche, procurandomi l'ennesimo trauma infantile.
Ci sono in particolare due immagini che ho in mente in questi giorni, e mi piacerebbe provare a dipingere. Una è uno scorcio di campagna appena fuori da una delle stazioni per cui passo ogni mattina; un campo completamente coperto di erba e piante selvatiche, con vecchi binari sepolti nel verde e la città in lontananza.
L'altra, tipicamente primaverile, è un terreno arato e bagnato dalla pioggia, con poche gemme verdi che spiccano nel bruno della terra.
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