L'impegno concreto di questo weekend di riposo è stato il completamento del riassetto domestico. Ciò ha comportato:
- l'acquisto di due materassi
- la campagna fotografica completa della casa che sto cercando di affittare
- la ricerca di un qualsiasi accrocco (economico) idoneo come divisorio di balcone
- la pulizia del c.d. 'salotto buono', che dopo il passaggio dei muratori e vari traslochi di robaccia sembrava più l'incrocio fra un magazzino di rigattiere e un campo di battaglia dopo la battaglia
Galvanizzata oltre misura dal successo conseguito in tutte queste attività (sono anche riuscita a sostituire la vecchia scala a libretto che minacciava di farmi precipitare a terra al solo guardarla), ho deciso di fare le cose in grande e di cambiare completamente la disposizione dei mobili del suddetto 'salotto buono'.
E qui corre l'obbligo di precisare che i mobili in questione comprendono un divano, due poltrone, un tavolino (bello e con le ruote), un secondo tavolino (brutto e senza ruote), un tavolo da pranzo (a rotelle pure lui) e annesse sedie, un carrello, un cassettone con il ripiano di marmo e - udite udite - il credenzone con le ante a vetri (alto circa 2 metri e largo idem) che contiene il servizio buono di porcellane & cristalleria.
Dato che non sono del tutto incosciente, anche sull'onda dell'entusiasmo ho pensato bene - prima di procedere - di fare una prova e verificare di poter smuovere da sola il credenzone, con annessi e connessi - e soprattutto evitando di distruggere, nel passaggio, il lampadario di cristallo. Dio, che stanza problematica.
Allora, con estrema cautela, ho cercato di scostare il mammozzone dal muro. Si muoveva (mi sentivo tanto Galileo) e quindi ho continuato, tra scricchiolii - prevedibili - e tintinnii - preoccupanti... Finchè il mammozzone stesso si è bloccato irrevocabilmente di traverso nel bel mezzo della stanza.
Lì mi è venuto il dubbio che cercare di spostarlo da sola, e senza prima svuotarlo di tutto il suo fragilissimo contenuto, non fosse stata esattamente un'idea brillante.
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