Il problema dell'Italia, a mio parere, è che siamo un popolo di furbi. Predichiamo bene e razzoliamo male: ci lamentiamo perché i nostri vicini tengono la radio a volume altissimo, e poi buttiamo le cicche di sigaretta sul loro bucato steso ad asciugare. Le regole devono valere per gli altri, non per noi che siamo più che autorizzati ad aggirarle.
Da qualche settimana Repubblica sta facendo un gran battage sul tema - sacrosanto - della libertà di informazione, reagendo agli attacchi che riceve da Berlusconi, e proclamando l'importanza di un giornalismo imparziale, "cane da guardia del potere", pronto a colpire a destra e a manca senza guardare in faccia a nessuno. Eppure proprio loro sono sempre stati, e sono tuttora, schieratissimi pro PD e di conseguenza contro chiunque, anche all'opposizione (Di Pietro e Grillo in primis) possa dar fastidio all'establishment.
Ieri, a La7, Eugenio Scalfari ha dato bella prova di sé, citando le vittime dell'editto bulgaro: "Enzo Biagi, Santoro e un comico... adesso non mi viene il nome..." E il nome (ovviamente quello di Daniele Luttazzi, che dal video è ancora ostracizzato) non l'ha fatto nemmeno dopo che Gad Lerner gliel'ha suggerito.
Quando sento cose come queste mi convinco che non c'è più speranza.
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