Undici morti (al momento) in un naufragio sulle coste del mar Tirreno, nell'anno di grazia 2012, sono una tragedia dell'assurdo che dovrebbe spingere tutti a riflettere. In silenzio. Ad esempio sul fatto che tutto è accaduto, pare, in pratica per fare e farsi pubblicità. O sul fatto che, sempre sulle nostre coste, naufragano e muoiono centinaia di migranti ogni anno (e quelli che non muoiono sono detenuti in centri "d'accoglienza" miserrimi). O sul fatto che è facile scagliarsi contro il codardo di turno, quando non si ha mai avuto la sfortuna di trovarsi in condizioni di emergenza (che poi Schettino dovesse come minimo rimanere a bordo, non ci piove).
Ovviamente, i media tutto fanno tranne che silenzio, e nella gara a chi attira di più l'attenzione sparano delle corbellerie inaudite. Tipo l'ultima, che ho letto or ora su Repubblica.it, circa la presenza a bordo di "nipoti di una vittima del Titanic" (questo il link in homepage, mi rifiuto di cliccarci sopra per approfondire).
Se per questo, a bordo quasi certamente c'erano anche i discendenti dei passeggeri dell'Arca di Noé. Buffoni.
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