mercoledì 14 luglio 2010

Il sogno di stanotte

Non sono una psicologa, ma ugualmente (o forse proprio per questo!) nel sogno di stanotte riconosco vari appigli al mondo reale. Altre cose, invece, non so da dove vengano e le lascio quindi alla libera interpretazione.

Dunque ero a casa mia, in partenza per Roma per lavoro. Mia madre mi sollecitava: rischiavo di perdere l'aereo. Ma io, con inusitata sicumera (ah, come scrivo bene!), la rassicuravo: la navetta per l'aeroporto mi ci avrebbe condotto in pochi minuti, l'avevo già provata più volte e tutto era andato bene.
[E fin qui: l'interno della casa era simile al mio ufficio, l'esterno alla mia scuola media, a Roma per lavoro in aereo ci vado in effetti spesso, ma non con la navetta che è di là da venire. E di solito vado in aeroporto con ore di anticipo]

Uscivo quindi di casa, ma subito mi rendevo conto di aver dimenticato la borsa, e dovevo tornare indietro di corsa, con il timore di perdere la navetta e quindi l'aereo. Prendevo l'ascensore, già pieno di gente, che però invece di salire a casa scendeva, e si rivelava essere la famosa navetta viaggiando, come in un film di fantascienza retrò, in una specie di tubo pneumatico trasparente.
[Mi capita spesso di uscire di casa e tornare indietro perché ho dimenticato qualcosa, ma il peggio che mi può succedere è di perdere l'autobus! L'ascensore è quello della clinica in cui è ricoverato mio padre]

Nella navetta-ascensore cominciavo ad agitarmi: niente borsa, niente documenti e senza documenti come avrei fatto a prendere l'aereo? Chiamavo casa con il telefonino, nella speranza che qualcuno riuscisse a raggiungermi all'aeroporto con la borsa; ma mi rendevo conto che non ce l'avrebbero mai fatta, e comunque il traffico pauroso bloccava la navetta (alla faccia del tubo pneumatico), con il che potevo dare per perso l'aereo.
Allora dicevo a mia madre, al telefono, di chiamare il mio ufficio per avvertire che non sarei partita per Roma, e di millantare una mia malattia. Tornata mestamente a casa, mia madre si preoccupava che la menzogna potesse essere scoperta, ma io la rassicuravo mostrandole che non c'era verso che qualcuno potesse accorgersi che non ero malata.
[Mi agito sempre per la possibilità di inconvenienti, ma di solito li scongiuro sempre perché - essendo ansiosa - controllo e ricontrollo tutto al limite della paranoia. Non ho mai mentito sulle assenze dall'ufficio, sia perché mi assento di rado, sia perché per fortuna ho una "capa" molto comprensiva]

Credo che il sogno significhi qualcosa di preciso, non foss'altro che perché ne conservo un ricordo così vivido.

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