mercoledì 24 settembre 2008

Epistolario

Micromega chiede a tutti i suoi lettori di scrivere a Riotta, Sassoli e alla redazione del TG1 per protestare su come è stata riportata la vicenda Alitalia (ne ha parlato anche Travaglio nel suo blog).

Ecco il testo suggerito:
Domenica 21 settembre, il TG1 delle 20 ha intervistato in studio, senza alcun contraddittorio, due lavoratrici Alitalia favorevoli all'ipotesi Cai sostenuta dal governo, presentandole come se tutti i lavoratori fossero in dissenso con i sindacati.
Questa non e' infomazione seria, corretta e imparziale. E' propaganda politica.
A cui ho aggiunto, di mio, questa chiosa:
Mi meraviglio di David Sassoli che credevo una persona onesta.
Sassoli mi ha risposto. Non riporto la sua mail perché non gli avevo chiesto l'autorizzazione a divulgare un'eventuale replica, ma in sostanza mi dice - citandomi il comunicato della redazione (lo trovate su Micromega on line) - che non sono stati di parte, perché anche la sera prima avevano dato voce ai sindacati antigovernativi, senza contraddittorio, quindi in quel caso, seguendo la mia logica, il governo avrebbe avuto ragione a protestare. Mi cita anche Unità e Repubblica, ma non capisco bene a che titolo (qui il suo discorso si fa un po' contorto).

Ecco la mia controreplica:
La ringrazio innanzitutto per avermi risposto. Onestamente, devo ammettere che non me l'aspettavo.
La sera della rottura della trattativa, immagino che - a fronte della posizione di Epifani - anche quella del governo, o filogovernativa, sia stata riportata, se non con interviste, con servizi filmati. Laddove invece a fronte di una maggioranza pro-rottura dell'accordo, far vedere due dipendenti Alitalia entrambi (guarda caso) in disaccordo con la maggioranza continua a non sembrarmi un'operazione limpidissima.
Questo perchè la RAI, essendo servizio pubblico, dovrebbe cercare sempre la massima obiettività nell'esposizione dei fatti e la "parità di trattamento" nel riferire le opinioni. Diverso è il caso di Unità e Repubblica, che non sono di proprietà pubblica.

1 commento:

  1. Contraddittorio. Che tremendo termine é diventato linguaggio comune.
    Trasportato in fisicitá suona come un oggetto strano, qualcosa di contorto semi-proibito. Le ‘doppie’ doppie lo rendono sofisticato, ma il ‘contra’ all’inizio lo rende tendenzioso e ordinario, di difficile collocazione.
    Ieri sera hanno trasmesso senza contraddittorio, poveracci!, chissà che freddo, di questa stagione un bel contraddittorio di lana non sta male, eppoi le stagioni non esistono più, non si sa mai come vestirsi. Oppure: ieri sera la fidanzata di Anselmo é uscita senza contraddittorio, quella troia!
    Invece é il fallimento di un Paese. Se in tivvú c’é bisogno del contraddittorio, sempre e comunque, vuol dire che l’informazione é faziosa sempre e comunque, vuol dire dare per scontato che – in qualsiasi caso – la verità non verrà detta. Vuol dire starsene seduti davanti alla televisione pagata dai cittadini, gestita da quelli che i cittadini hanno eletto a rappresentarli, sapendo di essere elettori idioti, paganti idioti, fessi e felici di essere tutto questo, visto che i ‘cittadini’ continuano a votare sempre per gli stessi individui (leggi ‘lo stesso’).
    In più il contraddittorio ha senso solo fra persone che sostengono posizioni decisamente contrarie - tutti ben sappiamo che ‘in medium stat virtus’ - e allora c’é la non remota possibilità che chi contraddice il mentitore menta a sua volta perché la semplice verità potrebbe dare poco vantaggio.
    Cosa fare? Semplice: é morta la verità, evviva la verità. Come dire, morta una veritá, se ne fa un’altra.

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