giovedì 11 febbraio 2010

Piange il telefono

Di solito il telemarketing mi irrita vieppiù (è pur vero che non sono proprio la persona più placida e accomodante di questo mondo...), soprattutto perché le telefonate arrivano sempre quando mi sono appena seduta a tavola, o quando sono appena rientrata dal lavoro e anelo lavarmi cambiarmi e fare pipì (non necessariamente nell'ordine).

Ogni volta rispondo al telefono, se non altro per farlo smettere di squillare (e anche perché potrebbe essere un ladro che vuole scoprire se la casa è vuota. Vi sembro paranoica? Questa cosa l'ho letta anni e anni fa su "Topolino". Che storie per l'infanzia, eh? Altro che politically correct, noi sì che eravamo bimbi scafati. Su "Topolino" all'epoca ho anche imparato cos'è una supernova e come evadere le tasse. Alberto Angela, tiè! Fine della parentesi).

Insomma, l'altro giorno stranamente ho sentito un afflato di empatia verso i precari del telemarketing che, poveretti, non mi telefonano per scocciare ma perché non hanno di meglio da fare (letteralmente). Così, invece di liquidare il malcapitato di turno con un gelido "Grazie, ma non mi interessa" (gelido sì, ma l'educazione è sempre importante), ho deciso di dargli retta e starlo a sentire.

Il tizio ha esordito male: infatti chiamava da parte di un gestore di telefonia che non nomino per correttezza se non con l'iniziale, T (eh eh eh). Ora, con T ho avuto un lungo contenzioso perché alla disdetta di un abbonamento per telefono cellulare non solo non mi hanno restituito il credito residuo, ma hanno avuto la capacità di mandarmi per anni una bolletta in cui si certificava "nulla da pagare". Perché mi mandavano la bolletta? Ma per stornare ogni volta dal credito residuo 10 cent per le spese di spedizione della bolletta! Furbi, vero? Ovviamente ora ho un altro gestore.

Vabbeh, ero in giornata sì (quando sono in giornata molto molto no comincio a chiedere al mio interlocutore da chi ha avuto il mio numero di telefono e l'autorizzazione a usarlo, lo minaccio di ritorsioni legali etc.) e ho continuato ad ascoltare il tizio. Lui mi chiede qual è il mio attuale gestore di telefonia, io glielo dico, e fin qui stiamo seguendo esattamente il dialogo-tipo che devono avergli fornito durante la formazione (3 minuti scarsi, immagino). Poi il poveretto mi chiede: "Lei ha Internet?" "Sì", rispondo io che non potrei vivere senza (Certo che se ancora lo chiedono l'Italia è messa proprio male).

A questo punto il tizio va irrimediabilmente, definitivamente in bambola.
Ecco il dialogo che ne è seguito. Quelli in corsivo sono i miei pensieri in diretta.

- Ah. Ah... Quindi lei ha Internet... Ah... Bene (la voce torna sicura e decisa, deve aver ritrovato il segno sul foglio), lei sa che T ha abolito il canone?
- Era or... Cioè no, non lo sapevo.
- Ecco, sì, e quindi abbiamo tantissime favolose offerte da proporle! Le conosce?
- No (non dovresti dirmele tu?)
- Ah. Ah... Ecco... Ah, ecco, così per esempio mi viene subito in mente (??? Ma se le inventa lui sul momento le offerte? O ha qualcuno accanto che gli suggerisce?) che possiamo offrirle Internet 24 ore su 24 e le telefonate con scatto alla risposta a solo XX euro al mese!
- Scusi se la interrompo, ma l'offerta non mi conviene, perchè adesso pago di meno, ho Internet 24 ore su 24 e le telefonate senza scatto alla risposta.
- Ah. Ah... Ah, davvero?
- Eh sì...
- Ah... Va bene, grazie, buonasera.

Mi sa che l'ho convinto a cambiare gestore.

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