Cito (non potevo farne a meno) Marco Travaglio nel Carta Canta di oggi.
Io mi metto nei panni di un padre. Se uno dei miei figli fosse vivo e anche con un bell'aspetto, mi dicono, con delle funzioni come il ciclo mestruale attivo, con la capacità di potersi svegliare e passare dal sonno ad un'altra fase, con un cervello che trasmette ancora segnali elettrici, io non me la sentirei proprio di staccare la spina...[...] A me sembra che non ci sia altro che la volontà di togliersi da mezzo una scomodità. Tutto qui. Credo che la vita però sia più importante...
(Silvio Berlusconi, Agi, 7 febbraio 2009)
Se si chiede a un cittadino di esprimersi su questi argomenti, credo che la prima, istintiva, reazione, sia di guardare alle proprie personali esperienze o di immedesimarsi in quelle degli altri. Per quanto mi riguarda, c'è un'esperienza personale che mi fa riflettere. Ho avuto un aborto terapeutico, molti anni fa. Al quinto mese di gravidanza ho saputo che il bambino che aspettavo era malformato e per i due mesi successivi ho cercato di capire, con l'aiuto dei medici, che cosa potevo fare, che cosa fosse più giusto fare. Al settimo mese di gravidanza sono dolorosamente arrivata alla conclusione di dover abortire.
(Veronica Berlusconi, Corriere della Sera, 8 aprile 2005)
Nessun commento:
Posta un commento
Non voglio chiudere questo blog - spero di aver occasione per scrivere in futuro - ma chiudo temporaneamente i commenti, infestati dallo spam.
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.