Con i milioni di bei sogni che si potrebbero fare in una notte primaverile piena di stelle, io questa notte ho sognato le elezioni.
Giravo fra i seggi elettorali, non si capisce bene a che titolo. Ce n’erano tre vicinissimi tra di loro, allestiti in case private (uno era a casa di mia zia, una via di mezzo fra un seggio elettorale e un circolo di burraco), e io mi spostavo tra l’uno e l’altro.
Bene, al momento di contare i voti Berlusconi vinceva (ecco che il sogno all’improvviso diventa plausibile!), ma nel mio vagare mi rendevo conto che otteneva lo stesso numero di voti in tutti i seggi; allora, insospettita, andavo ad avvisare Antonio di Pietro il quale, però, aveva già le valige in mano e, tutto sorridente, mi diceva che ormai non c’era più niente da fare.
Decisamente, non sono normale.
Giravo fra i seggi elettorali, non si capisce bene a che titolo. Ce n’erano tre vicinissimi tra di loro, allestiti in case private (uno era a casa di mia zia, una via di mezzo fra un seggio elettorale e un circolo di burraco), e io mi spostavo tra l’uno e l’altro.
Bene, al momento di contare i voti Berlusconi vinceva (ecco che il sogno all’improvviso diventa plausibile!), ma nel mio vagare mi rendevo conto che otteneva lo stesso numero di voti in tutti i seggi; allora, insospettita, andavo ad avvisare Antonio di Pietro il quale, però, aveva già le valige in mano e, tutto sorridente, mi diceva che ormai non c’era più niente da fare.
Decisamente, non sono normale.
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