martedì 19 febbraio 2008

Voto: istruzioni per l'uso

La legge elettorale italiana attualmente in vigore, si sa, richiede - per essere correttamente interpretata - un'esperienza pluriennale in giurisprudenza, biochimica molecolare, filosofia metafisica e fisica quantistica.
Non per niente l'ha fatta Calderoli.

Ora, io ho sempre sostenuto l'importanza di esercitare il proprio diritto/dovere di voto datosi che c'è gente che è morta per assicurarcelo. Ma di fronte all'attuale panorama, cresce sempre più la tentazione di astenersi o, al massimo, votare scheda bianca.

Bene, ho scoperto che è proprio quello che non bisogna fare, in quanto anche le schede bianche o nulle vengono conteggiate per il calcolo del premio di maggioranza. In parole povere, chi ha vinto di un'unghia le elezioni si cucca anche i "voti" delle bianche e delle nulle. Capita la furbata?

Ne deriva che, se entrambi gli schieramenti dovessero farvi altamente schifo (come è probabile), le alternative sono due:
1) versione comoda: non si va a votare
2) versione scomoda: si va al seggio, ci si fa registrare, si rifiuta la scheda, si fa mettere a verbale il rifiuto e la motivazione del medesimo. In questo modo la nostra scheda (pare) non entrerà nel calderone delle bianche/nulle.

Vale la pena di fare tutta questa manfrina per quattro scalzacani di strada? Non lo so. Davvero non so che fare, questa volta.

Nessun commento:

Posta un commento

Non voglio chiudere questo blog - spero di aver occasione per scrivere in futuro - ma chiudo temporaneamente i commenti, infestati dallo spam.

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.