Quando 15 anni fa sono andata a vedere Titanic al cinema, oltre a piangere come una fontana e sbavare su Leonardo di Caprio, mi sono detta: certo sarebbe bello andare a vedere un film così romantico con il proprio fidanzato.
Ebbene, oggi per l'appunto sono andata a vedere Titanic, versione 3D, con l'amore mio.
Preciso, per i maligni, che l'idea è stata sua perché non ci era mai capitato, finora, di vedere un film in 3D: e se l'amore tuo ti chiede "Ti va di andare a vedere Titanic?" tu, ovviamente, accetti. Non sia mai che io neghi qualcosa all'amore mio.
(Peraltro trovare la sala piena di ragazzine che quindici anni fa erano appena nate e vedono Titanic al cinema adesso per la prima volta mi ha fatto uno strano effetto.)
Vedere Titanic con l'amore mio, comunque, è stata - come mi aspettavo - un'esperienza esilarante. A parte la faccenda del 3D, che mi ha regalato poco a parte il mal di testa (quando le scene più rilevanti del film sono notturne, potete metterci tutte le D che volete, io non vedrò comunque niente: sono cieca come una talpa).
Immagino che tutti sappiate non dico come va a finire, ma che il diamante era ed è sempre stato, alla faccia della verosimiglianza, nella tasca del cappotto. Bene, l'amore mio ha iniziato a chiedere notizie del cappotto non appena i naufraghi sono arrivati sul Carpathia; dopo di che, sulla scena di Rose che butta la collana in mare, ha commentato sprezzante: "Io da mo' che me l'ero venduta"; infine mi ha spiegato in dettaglio come costruire una zattera di fortuna usando due-tre tavolini e vararla senza incidenti. In caso di naufragio, quindi, siamo a cavallo.
Immagino che tutti sappiate non dico come va a finire, ma che il diamante era ed è sempre stato, alla faccia della verosimiglianza, nella tasca del cappotto. Bene, l'amore mio ha iniziato a chiedere notizie del cappotto non appena i naufraghi sono arrivati sul Carpathia; dopo di che, sulla scena di Rose che butta la collana in mare, ha commentato sprezzante: "Io da mo' che me l'ero venduta"; infine mi ha spiegato in dettaglio come costruire una zattera di fortuna usando due-tre tavolini e vararla senza incidenti. In caso di naufragio, quindi, siamo a cavallo.
(Dal canto mio, come 15 anni fa così adesso sento il bisogno di dire che, se mi trovassi avvinghiata alla poppa di una nave che affonda, non mi verrebbe mai in mente di uscirmene con un "E' qui che ci siamo incontrati". E se qualcuno lo dicesse a me, lungi dal baciarlo in fronte, lo manderei all'istante affanculo.)
Nessun commento:
Posta un commento
Non voglio chiudere questo blog - spero di aver occasione per scrivere in futuro - ma chiudo temporaneamente i commenti, infestati dallo spam.
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.