Ritengo di possedere un livello di intelligenza medio-alto. Già di per sé la cosa non sempre è una fortuna; quando poi, come nel mio caso, è accoppiata a un livello di pazienza basso-inesistente, si trasforma in una iattura.
Dato che, di solito, afferro le cose al volo (metaforicamente parlando, perché da un punto di vista fisico sono invece imbranatissima), mi aspetto che anche chi mi sta vicino faccia lo stesso, e mi irrito assai quando - quasi sempre - ciò non avviene.
Sì, lo so, sono antipatica e supponente. Sto cercando di correggermi, quanto meno di non mostrare la mia irritazione in modo plateale e di mantenere un minimo di faccia da poker anche quando dentro di me non vorrei altro che l'oggetto contundente più a portata di mano. Anche perché il più delle volte la mia impazienza è del tutto ingiustificata e io ne sono perfettamente consapevole.
Poi però ci sono i casi in cui tu dici qualcosa di assolutamente, indiscutibilmente, oggettivamente ovvio, e il tuo interlocutore non ci arriva. Chessò, tipo "l'acqua è bagnata" e ti viene risposto "non potresti asciugarla"?
Non esagero: siamo a questi livelli.
In questi casi, non mi innervosisco tanto per l'idiozia in sé - e la stupidità è la cosa che più odio e temo al mondo -, quanto per la plateale assenza di un minimo di sforzo per capire. Non c'è niente da fare, certa gente ci fa e sfrutta la poca intelligenza, vera o presunta, per lasciare il lavoro agli altri. Perché spiegare le cose una, due, tre, quattro volte è sfibrante: io mi stanco molto di meno a fare tutto da me.
Motivo per cui odiavo i lavori di gruppo quando andavo a scuola.
Motivo per cui non potrei mai fare l'insegnante.
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