Se non fosse che coinvolge me direttamente, e con ogni probabilità mi coinvolgerà in futuro, il che è peggio, direi che la situazione politica italiana attuale è tragicomica.
Sì, in effetti non è una novità.
Una delle cose che mi preoccupano di più è l'abbattimento a zerbino dei media. Ormai sono talmente appiattiti a terra da aver raggiunto uno spessore di micron. Mi viene in mente la scena di Non ci resta che piangere, in cui Benigni si dice disposto a farsi camminare sopra da un Savonarola.
Ecco, quando si dice la coincidenza, c'è sempre un fiorentino di mezzo. L'altro giorno mi ha allucinato leggere i titoli delle news che scorrono durante il TG di RaiNews24 (in altri tempi un'oasi giornalistica), e imbattermi nella seguente perla: "L'Italia del rugby batte la Scozia. Tweet di Renzi."
Sarò io che giornalista non sono, ma a me sarebbe sembrato più ovvio dare, che so, il risultato della partita e non menzionare il nostro caro premier che si è degnato di lasciare un commento.
(Siccome non c'è mai limite al peggio, poche ore dopo la perla di cui sopra è stata surclassata dalla notizia che Renzi si recherà a deporre una rosa sul luogo dell'assassinio di Boris Nemtsov. Chi fosse Nemtsov, perché l'abbiano ucciso, come stiano procedendo le indagini, come abbia reagito Putin, cosa stia succedendo di conseguenza a Mosca in queste ore è irrilevante al cospetto di cotanto evento.)
Poi c'è il fatto che se lo si cita su Twitter, immediatamente si scatena la canea dei fan che si sdegnano, pare, perché hai osato nominare il suo nome invano. Roba che manco i bimbiminkia adoratori degli One Direction o del Bieber di turno.
Cicci, calmatevi perché criticare Renzi non è (ancora) un reato.
Durante il ventennio si mise in cantiere un vocabolario enciclopedico italiano in cui ogni lemma era la scusa buona per citare il Duce. Per fortuna la degna impresa si interruppe - causa sconfitta in guerra - alla lettera A.
Nel frattempo, per non farci mancare niente, siccome le scuole pubbliche italiane continuano a cadere letteralmente a pezzi in testa agli studenti, una quarantina di deputati (sic) hanno ritenuto necessario mettere in giro un appello per la parità delle scuole private.
(Nel senso di aumentargli i fondi, non nel senso che devono crollare pure quelle.)
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