giovedì 11 dicembre 2014

Mr. Yunioshi

Uso Tumblr praticamente solo per leggere gli spoiler sulle mie serie TV preferite. Ne deriva che praticamente tutti i blogger che seguo sono ragazzi tra i 17 e i 30 anni.

E mentre io, dall'alto della mia più che quarantenne adultità, mi occupo per l'appunto solo ed esclusivamente di serie TV, questi ragazzi bloggano dei più disparati argomenti. Mi colpisce in particolare, e mi fa ben sperare, quanto si appassionino di politica.

Molto spesso mi fanno riflettere su cose a cui non avevo prima dedicato neanche un fuggevole pensiero. Ad esempio su quello che, ho appreso, si definisce whitewashing, ossia la pratica di far interpretare, al cinema (soprattutto, ma mi figuro anche in teatro), ruoli di persone di colore ad attori "bianchi".

(Il fatto di dover, ancora alla fine del 2014, parlare di persone bianche o di colore, anziché di persone tout court, mi provoca grande disagio ma constato che non saprei come spiegarmi, altrimenti, in questa circostanza).

Avrete senz'altro visto, in TV, qualche vecchio western in cui il capo indiano della situazione era un attore ovviamente caucasico, equipaggiato con apposita parrucca, un paio di penne e chili di fondotinta. Altro esempio classico è il ruolo di Mickey Rooney in Colazione da Tiffany, stigmatizzato ben presto come razzista.

Bene, la pratica continua allegramente ancora oggi. In uno dei film in uscita più pompati, Exodus di Ridley Scott, i ruoli dei protagonisti sono tutti interpretati da attori bianchi (e, cosa che ha ulteriormente agitato gli animi, gli attori neri interpretano quasi esclusivamente schiavi e/o assassini).
Ridley Scott, nel difendersi dalle polemiche che in USA a quanto pare sono state roboanti, ha dichiarato che un film di quel genere non poteva poggiarsi su attori bravi ma sconosciuti, dunque urgeva che gli antichi egizi fossero interpretati da Christian Bale & consimili.
Stante che l'antagonista, il faraone, è interpretato da attore bravo ma sostanzialmente sconosciuto, la scusa non sta granché in piedi.

Devo dire che io a questa faccenda della rappresentazione razziale non avevo fatto neanche poi tanto caso, probabilmente anche perché fino a poco tempo fa in Italia c'era ben poco melting pot e quindi vedere solo facce bianche in TV non mi sembrava troppo strano. D'altro canto, ricordo di aver pensato ai tempi che era strano che la famiglia Robinson frequentasse esclusivamente altre famiglie afroamericane e non avesse amici bianchi o asiatici, per dire (eccezione alla regola una puntata in cui figurava come guest star Placido Domingo, ma era appunto Placido Domingo).

Stessa cosa va detta per le donne nei film che rappresentano una minoranza dei personaggi (e una minoranza ancora più esigua dei personaggi parlanti), di solito sono più giovani e meno vestite dei personaggi maschi, e risultano molto più stereotipate. Rarissimi sono poi i film (o telefilm) che superano il cosiddetto test di Bechdel, ossia:
1. tra i personaggi ci sono almeno due donne di cui si conosce il nome;
2. le due donne di cui si conosce il nome parlano almeno una volta tra di loro (e non solo con gli altri personaggi maschi);
3. le due donne di cui si conosce il nome parlano tra di loro ma non di uomini (non del figlio di una delle due, non del marito, non del capo in ufficio e così via).
E' stato uno choc per me rendermi conto che uno dei miei film preferiti, e in cui ritengo ci sia una rappresentazione tutto sommato onesta delle donne, Harry ti presento Sally, non supera il test di Bechdel (cade alla terza condizione).
(Devo però riesaminare la cosa perché mi sa che anche i due uomini di cui si conosce il nome parlano tra di loro solo di donne, quindi direi che siamo in pareggio.)

Sul tema mi diffondo, e mi piacerebbe che qualcuno lasciasse qui un commento per iniziare magari una discussione, perché ritengo estremamente importante la questione della rappresentazione di "razze" e "sessi" nei media. Magari tanti uomini ritengono di poter impunemente molestare le donne anche perché per anni le hanno viste ridotte in TV a poco più di bambole mute in bikini. E magari tanti nutrono pregiudizi sui gay anche perché per anni li hanno visti al cinema rappresentati come macchiette, se non proprio come pervertiti.

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