giovedì 24 giugno 2010

Beni di largo consumo

Brano di conversazione colto fresco fresco per strada:
..."Delitto e Castigo" è bellissimo, l'ho letto tutto d'un fiato! E pensa che il libro l'ho comprato al supermercato, che poi comprare i libri al supermercato è uno spasso: è proprio la morte della letteratura...
Beh, io lavoro in una casa editrice e quindi forse questo post farei bene a pubblicarlo in forma anonima, però devo dire che non sono d'accordo: comprare un libro, dovunque lo si compri, secondo me è la vita della letteratura. A che serve un libro, se nessuno lo legge? Meglio un tascabile di seconda mano preso sulle bancarelle, che un'edizione extralusso rilegata in cuoio, usata solo per riempire uno scaffale e mai aperta.

Questa idea che il libro non è, né deve essere, un bene di largo consumo, qualcosa che si può correre a comprare al supermercato sotto casa come il pane e il latte ("uh, ho finito Orgoglio e Pregiudizio! Vai a vedere se per caso hanno Emma") alla fine, secondo me, è controproducente.

2 commenti:

  1. D'accordissimo! :-)
    Perchè mi devo sentire in colpa se acquisto un libro al supermercato?

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  2. Questa visione elitaria della lettura, anzi direi della cultura in genere, per cui la persona colta non si mischia con il profanus vulgus ma resta nella sua torre d'avorio, ci ha causato e ci sta causando un mare di guai :(

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