Hanno arrestato il presunto assassino di Yara Gambirasio.
In casi come questi ci si rende conto che l'espressione "gogna mediatica" sarà pure una frase fatta e abusata, però è calzante. Giornali e TV, infatti, stanno facendo a gara nel pubblicare dettagli sull'accusato: come si chiama, quanti anni ha, che mestiere fa, quanti figli ha, dove vive. Repubblica precisa nome e indirizzo della madre.
Ora, secondo la mia modesta opinione chi commette delitti del genere va preso, mutilato e poi esposto al pubblico ludibrio, perché in carcere si mandano le persone e queste non sono persone e nemmeno animali, sono peggio.
Al momento in cui scrivo, tuttavia, mi risulta che l'unica prova a carico dell'accusato sia un campione di DNA prelevato su un cadavere mesi dopo il suo rinvenimento. E siccome non è che non ci siano stati casi in cui i nostri periti scientifici non abbiano fatto pasticci, io sarei un po' più cauta nello scatenare la folla. Proprio nel caso di Yara, per dire, all'inizio furono tutti pronti a puntare il dito contro un ragazzo, sospetto perché straniero, salvo poi scoprire che l'intercettazione telefonica incriminante era stata tradotta male. E di recente un altro tizio, a cui era stata sterminata la famiglia, era stato accusato urbi et orbi salvo poi scoprire che era innocente, in possesso di un alibi inattaccabile. Il vero colpevole aveva confessato poche settimane dopo, ma intanto il povero tizio era stato allegramente processato e insultato in pubblica piazza.
E quand'anche il presunto assassino di Yara avesse confessato (cosa che mentre scrivo non ha fatto), che cosa c'entrano la mamma, la moglie e i figli? C'era proprio bisogno di sbatterli in vetrina, con tutto quello che certamente già stanno passando in queste ore?
Come mai quando si processano ladri, corrotti e corruttori siamo tutti ultra-garantisti, anche in presenza di intercettazioni in cui si ammette chiaro e forte il reato, e quando c'è da solleticare gli istinti pruriginosi della gente il garantismo se ne vola fuori dalla finestra?
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