venerdì 19 agosto 2011

Stauffemberg!

Non spaventatevi, non è una parolaccia teutonica. In effetti non è niente e nessuno: è semplicemente la "parola d'ordine" che l'amore mio ha inventato (non chiedetemi come e perché, e non chiedetelo nemmeno a lui: non ne ha la minima idea) e che ci ha seguito per tutta questa magnifica vacanza.

Tutto quello che so, e che vi posso dire (e scommetto che non ne vedevate l'ora) è che, nel bel mezzo di un sentiero sulle Alpi, l'amore mio se n'è uscito con questa roboante esclamazione: "STAUFFEMBERG!" (Poteva essere "Accidempoli" o "Corbezzolina". Invece, no.) Da quel momento in poi, o l'uno o l'altra ha dovuto pronunciare la parola d'ordine (variamente storpiata, perché non riuscivamo mai a ricordarcela) almeno ogni mezz'ora. Sì, noi ci divertiamo così. Mai preteso di essere normali.

Questi, se non lo sapere (e vi compiango),
sono gli strauben.
Cliccate sulla foto per la ricetta.
Con il passare dei giorni, "Stauffemberg" ha assunto contorni sempre più definiti, fino a diventare il Generale (e scusate se è poco) Georg Stauffemberg, mio uomo ideale e oggetto della feroce gelosia dell'amore mio. Di nuovo, non chiedetemi come e perchè. Probabilmente durante la vacanza abbiamo assunto troppi zuccheri (leggi: strauben e frittelle di mele ad libitum) e queste ne sono le deprecabili conseguenze.

Tra uno "Stauffemberg" e l'altro (e passando per innumeri frittelle di mele, nonché una paradisiaca fonduta al ginepro) abbiamo anche visitato la val di Fiemme e la val di Fassa. Tempo splendido, per fortuna, che ci ha permesso lunghe camminate e relativo smaltimento di grassi (per cui non siamo scesi rotolando dalle montagne, anche se poco c'è mancato. Del mio attacco di panico nel bel mezzo di un sentiero "facile" racconterò quando mi sarò ripresa dalla vergogna).

Stauffemberg, per la cronaca, è stato spudoratamente soppiantato da Ferrante Gonzaga non appena ho messo piede - sulla strada del ritorno - nel Palazzo ducale di Mantova (L'amore mio ci tiene a far sapere che, dal canto suo, preferisce di molto i Borgia. Lui li chiama "gli Sforza", ma tant'è).

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