venerdì 11 luglio 2014

Cinefilia

Ricordo con piacere il periodo trascorso a C*** non solo perché lì ho conosciuto varie persone perbene, con le quali sono ancora oggi in contatto, ma soprattutto perché era un paese civile. Per dire, potevo in tutta sicurezza andare da sola al cinema la domenica pomeriggio.
(Triste ma vero, dalle mie parti non è sicuro, per una donna, andare da sola al cinema, che sia domenica pomeriggio oppure no.)

Dunque spesso e volentieri approfittavo della civiltà di C*** per indulgere alla mia passione per le americanate, ovvero film totalmente assurdi (ma con attori piacenti e/o surplus di effetti speciali) per vedere i quali nessun essere umano senziente avrebbe mai acconsentito a pagare un biglietto.

Per capirci, la domenica pomeriggio a C*** ho visto capolavori del calibro di Indipendence Day e Air Force One. Entrambi, appunto, americanate. Sempre per capirci, per definirsi tale un'americanata deve contemplare i seguenti snodi della trama:
1) gli americani sono buoni e combattono contro cattivi politically correct, tipo terroristi o alieni (l'optimum è dato da terroristi alieni);
2) l'eroe affronta da solo millemila nemici (gli altri buoni possono fornirgli supporto, ma solo a distanza) e li sconfigge in primo luogo con la sua superiore intelligenza e intraprendenza che gli fa concepire piani strategici degni di MacGyver;
3) intelligenza superiore a parte, a un certo punto l'eroe mette le mani su qualche arma da fuoco supertecnologica che egli sa usare con perizia, poiché anche le armi sono buone (infatti non sono capaci di fare del male all'eroe, che esce da qualunque sparatoria intonso, al limite solo un po' spettinato e impolverato e con la cravatta storta);
4) verso la fine del film, quando sembra che i cattivi stiano per vincere, qualcuno declama un monologo ispiratore sulla linea "non possiamo cedere - il nostro Paese è fondato sulla perseveranza - lo dobbiamo ai nostri figli - l'unione fa la forza - ho fiducia in te", al che i buoni serrano le fila e vincono.

In altre parole, la sceneggiatura ha più buchi di un colapasta, ma per parecchio tempo ho preso atto della cosa con occhio abbastanza bovino, nel senso che mi bastava che l'eroe fosse tutto sommato guardabile e che ci fossero un po' di acrobazie aeree. In fondo era pur sempre domenica pomeriggio, e il mio senso critico (aka "ti sto giudicando con il sopracciglio alzato") era in fase di abbiocco.

Però, quando in pieno Air Force One Harrison Ford deve tipo disinnescare una bomba, e gli danno istruzioni via telefonino (cfr. punto 2), e la batteria del telefonino si scarica sicché cade la linea, e lui deve decidere da solo qual è l'ultimo filo da tagliare tra uno rosso, uno giallo, uno blu e uno bianco, e allora dice "non mi tradite, bianco rosso e blu" e rischiando di far esplodere un aereo pieno di gente sceglie di tagliare il filo giallo solo perché nella bandiera USA non c'è il giallo, e il giallo era effettivamente quello da tagliare, ecco: in quel momento tutta la mia coscienza critica si è improvvisamente risvegliata e ho iniziato a riconsiderare molte delle mie idee sugli americani, sulle americanate e sui film che vale la pena di andare a vedere da soli al cinema.
(Oggi, difatti, continuo a bearmi di americanate ma aspetto che le trasmettano in TV.)

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