Non sono una psicologa, ma ugualmente (o forse proprio per questo!) nel sogno di stanotte riconosco vari appigli al mondo reale. Altre cose, invece, non so da dove vengano e le lascio quindi alla libera interpretazione.
Dunque ero a casa mia, in partenza per Roma per lavoro. Mia madre mi sollecitava: rischiavo di perdere l'aereo. Ma io, con inusitata sicumera (ah, come scrivo bene!), la rassicuravo: la navetta per l'aeroporto mi ci avrebbe condotto in pochi minuti, l'avevo già provata più volte e tutto era andato bene.
[E fin qui: l'interno della casa era simile al mio ufficio, l'esterno alla mia scuola media, a Roma per lavoro in aereo ci vado in effetti spesso, ma non con la navetta che è di là da venire. E di solito vado in aeroporto con ore di anticipo]
Uscivo quindi di casa, ma subito mi rendevo conto di aver dimenticato la borsa, e dovevo tornare indietro di corsa, con il timore di perdere la navetta e quindi l'aereo. Prendevo l'ascensore, già pieno di gente, che però invece di salire a casa scendeva, e si rivelava essere la famosa navetta viaggiando, come in un film di fantascienza retrò, in una specie di tubo pneumatico trasparente.
[Mi capita spesso di uscire di casa e tornare indietro perché ho dimenticato qualcosa, ma il peggio che mi può succedere è di perdere l'autobus! L'ascensore è quello della clinica in cui è ricoverato mio padre]
Nella navetta-ascensore cominciavo ad agitarmi: niente borsa, niente documenti e senza documenti come avrei fatto a prendere l'aereo? Chiamavo casa con il telefonino, nella speranza che qualcuno riuscisse a raggiungermi all'aeroporto con la borsa; ma mi rendevo conto che non ce l'avrebbero mai fatta, e comunque il traffico pauroso bloccava la navetta (alla faccia del tubo pneumatico), con il che potevo dare per perso l'aereo.
Allora dicevo a mia madre, al telefono, di chiamare il mio ufficio per avvertire che non sarei partita per Roma, e di millantare una mia malattia. Tornata mestamente a casa, mia madre si preoccupava che la menzogna potesse essere scoperta, ma io la rassicuravo mostrandole che non c'era verso che qualcuno potesse accorgersi che non ero malata.
[Mi agito sempre per la possibilità di inconvenienti, ma di solito li scongiuro sempre perché - essendo ansiosa - controllo e ricontrollo tutto al limite della paranoia. Non ho mai mentito sulle assenze dall'ufficio, sia perché mi assento di rado, sia perché per fortuna ho una "capa" molto comprensiva]
Credo che il sogno significhi qualcosa di preciso, non foss'altro che perché ne conservo un ricordo così vivido.
Nessun commento:
Posta un commento
Non voglio chiudere questo blog - spero di aver occasione per scrivere in futuro - ma chiudo temporaneamente i commenti, infestati dallo spam.
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.