All'inizio lo odiavo: mi ci ero iscritta solo per motivi di lavoro (Vero! Mi avevano commissionato un'indagine sul funzionamento dei social network), ma lo reputavo un'emerita idiozia e mi ero ripromessa di cancellarmi al più presto. Poi ho traccheggiato per un po', dato che l'accrocco mi era comunque utile per tenere i contatti con il cuginame sparso per il mondo.
Quindi ho deciso di utilizzarlo a scopi propagandistici, postando link e commenti politici (="Berluska go home"). Adesso mi è utile non solo per fissare appuntamenti con gli amici, ma anche (direbbe Uòlter) come strumento informativo e - ebbene sì - a fini catartici: quando mi prende un attacco d'ansia, mi sfogo con criptici aggiornamenti di stato che nessun altro capisce (credo e spero!), ma che mi sollevano un po' (a volte sfogarsi è tutto).
Le nuove impostazioni della privacy, e qualche plug-in installato in maniera strategica, hanno fatto piazza pulita di quasi tutto il ciarpame; l'unica cosa che ancora non sono riuscita a esorcizzare è il tagging massivo. Ma tutto sommato, la cosa è tollerabile.
In conclusione, devo ricredermi: anche Facebook ha il suo perché. In fondo, la validità di una tecnologia dipende soprattutto dall'uso che se ne fa.
E adesso, parliamo della televisione italiana.
per il tag selvaggio avevo lo stesso problema. poi ho iniziato a staggarmi da ogni cavolata in cui venivo infilato e pare che il messaggio sia stato recepito. PARE.
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