Cado sempre nei soliti vecchi errori... Tipo quello di sentire il bisogno di giustificarmi per le mie azioni, anche quando sono sicura che siano corrette e sensate, e di giustificarmi preventivamente, di mettere le mani avanti anticipando possibili obiezioni e critiche. Che poi non stiamo parlando di decidere, o meno, di scatenare una guerra nucleare, ma di cosa mangiare a cena, o poco di più. Coda di paglia di proporzioni enormi!
Ora, io capisco che tutto ciò deriva da quello che ho vissuto nell'infanzia e nell'adolescenza, e da come l'ho vissuto: il terrore di non fare bene le cose, di essere rimproverata dalla figura autorevole di turno, di non essere "brava". Il fatto però che lo riconosca non mi impedisce di persistere nello stesso comportamento, e ormai sono arrivata abbondantemente all'età adulta; temo perciò che il problema mi si riproporrà, come la peperonata, fino alla fine dei miei giorni (quando, probabilmente, sentirò la necessità di scusarmi perché starò morendo senza aver dato adeguato preavviso).
Adesso, per esempio, ho l'impulso di scusarmi con chi mi legge, perché mi sto ripetendo e questo brandello di psicanalisi l'avevo già messo giù (senza peraltro che la cosa abbia sortito effetto...). Beh, che almeno il blog mi serva da supporto psicologico (prometto solennemente che non me ne uscirò con una seconda Coscienza di Zeno, libro che non ho mai sopportato).
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