Questi ultimi giorni del 2010 si preannunciano... come posso dire? "interessanti".
Come sempre, tutte le cose da fare si concentrano alla fine, lo stress raggiunge l'apice e anche gli oggetti inanimati sembrano partecipare di sfavorevoli congiunture astrali. A parte vari furti di mobili e immobili che hanno recentemente funestato la mia famiglia, infatti, nelle ultime 48 ore io personalmente ho sperimentato inspiegabili e disastrosi malfunzionamenti, nell'ordine, dell'impianto elettrico e del frigorifero. I quali entrambi, subito dopo aver generato catastrofi (ne valga ad esempio lo scongelamento irreversibile di tutti i surgelati), hanno ripreso a funzionare perfettamente.
A ciò si aggiunga che, tra tutti gli addobbi natalizi tirati fuori dal ripostiglio per essere sciorinati, come tradizione vuole, mercoledì prossimo, proprio il mio preferito, l'alberello delizioso di vetro soffiato acquistato nel corso della prima vacanza cheek-to-cheek con l'amore mio, si è misteriosamente dissolto nel nulla. Nella desolazione massima, traggo conforto dal rivestire di patina letteraria questi miei patimenti.
(E appena torno dal lavoro, piuttosto ribalto casa ma l'alberello delizioso deve saltare fuori!)
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