Iersera, mentre l'amore mio gridava al mondo le sue opinioni su Lippi&Co., io pensavo che le telecronache delle partite della Nazionale offrono interessanti spunti per un'analisi socio-antropologica, estensibile dalla categoria dei giornalisti al carattere degli italiani tutti.
Vediamo per l'appunto la partita di ieri: Italia-Paraguay 1-1.
Prima fase: l'esaltazione eroica (Punteggio: 0-0)
Siamo i campioni del mondo e nessuno è meglio di noi. Partendo da questo presupposto assiomatico, la telecronaca si sviluppa celebrando con toni epici qualsiasi nostro passaggio che superi, anche di poco, il centrocampo ("l'Italia domina - è un assedio - il nostro attacco giganteggia - si gioca solo nella metà campo avversaria - etc.") e trattando con fastidiosa supponenza l'altra squadra ("non sono male - badano a difendersi - evidentemente ci temono - etc.").
Seconda fase: l'elaborazione del lutto (Punteggio: 0-1)
Mentre siamo impegnati a dominare la partita (ma senza fare mai un tiro in porta o imbastire un'azione degna di tale nome), l'altra squadra segna un gol e si porta in vantaggio. La telecronaca si divide allora in due linee parallele: la prima, di incoraggiamento, utilizza tipicamente frasi fatte prese di peso, più che da un manuale di psicanalisi, dai dialoghi di Holly e Benji ("non possiamo mollare - bisogna reagire - abbiamo tempo - la partita è tutta da giocare - non dobbiamo aver fretta - etc."), la seconda, che si potrebbe definire "mettiamo-le-mani-avanti", elenca tutte le cause, rigorosamente esterne, di una a questo punto probabile disfatta, che - hai visto mai - sono state comunque astutamente anticipate nella prima fase ("piove tantissimo - le vuvuzelas fanno un rumore tremendo - arbitro cornuto - etc.").
Terza fase: limitare i danni (Punteggio: 1-1)
Raggiunto il pareggio, quello che nella prima fase era considerato l'obiettivo minimo vista la nostra grandiosità e la pochezza dell'avversario, ossia la vittoria di larga misura (volg. "goleada"), viene repentinamente dimenticato come se non fosse mai esistito neanche nei più reconditi ed ottimistici pensieri. Il pareggio è il miglior risultato possibile nel migliore dei mondi possibili, e va comunque considerato che pioveva tantissimo, che le vuvuzelas facevano tanto rumore (in quel rumore la Germania, per dire, ha vinto 4-0; ma la cosa passa sotto silenzio) e che abbiamo mostrato un ottimo gioco (ma dove? ma quando?) e un'ottima tenuta atletica (infatti il portiere titolare si è infortunato solo rimanendo immobile sotto la pioggia. Forse si è arrugginito).
Analisi rigorosamente corretta: aggiungo anche, semmai avessi visto la telecronaca della RAI, che Salvatore Bagni non ne azzecca una
RispondiEliminaRAI, imbarazzantemente RAI. Se qualcuno ha seguito la telecronaca SKY, un confronto di stile sarebbe interessante.
RispondiEliminaL'amore mio è stato più sintetico nella sua disamina. "In campo ci sono 11 cadaveri e in panchina 4 morti", ha detto.