mercoledì 25 giugno 2014

Meno male che non avevo steso il bucato

Ieri dalle mie parti c'era un'afa cosmica. Sperando di suscitare un minimo di ventilazione, abbiamo spalancato tutte le finestre di casa.

Manco a dirlo, i vicini hanno deciso di fare un bel barbecue. Così, quando sono andata a letto, mi è sembrato di stendermi in una costoletta. Ben cotta.

lunedì 23 giugno 2014

E continuo a ricaricare la pagina

Io sono proprio l'ultima al mondo a poter parlare, visto che latito. Sarà lo stress da fine d'anno lavorativo, sarà che le belle giornate (finalmente, era ora) spingono ad uscire di casa invece di rimanere incollati allo schermo del PC, fatto sta che molti dei miei blogger preferiti, ivi compresa per l'appunto la sottoscritta medesima, da settimane e settimane non pubblicano nuovi post.

Personalmente mi ritrovo divisa fra la preoccupazione ("Speriamo che non sia successo nulla di grave...") e l'irritazione ("Certo che se hanno deciso di non scrivere più avrebbero potuto almeno avvisare"). A pensarci mi rendo conto che, con ogni probabilità, non è successo loro nulla di grave ma, più semplicemente, hanno nuovi impegni e/o nuovi interessi che li tengono lontani dal blog e - spero - senza rimpianti di sorta. Il mio lato razionale, quindi, capisce perfettamente la situazione.

Il mio lato emotivo continuerà per lunga pezza a sperare nel loro ritorno, o quantomeno in un post d'addio tranquillizzante. Di quasi tutti non conosco nulla se non quanto hanno voluto condividere, eppure il fatto di aver scambiato qualche commento me li fa sentire vicini. Alcuni, in realtà, avrei anche modo di contattarli per vie traverse, ma non voglio farlo per non spezzare quella quasi anonimità che all'inizio, almeno per parte mia, ha favorito una comunicazione senza autocensure e barriere.

Certo, dispiace aver seguito una storia (stavo per scrivere "una traiettoria di vita" ma mi sono fermata in tempo) per tanti anni, e trovarsela interrotta senza una conclusione, anche forzata. Lascio questo mio post anche come appello ai colleghi blogger: avvisate quando ve ne andate!

martedì 17 giugno 2014

Garantismo selettivo

Hanno arrestato il presunto assassino di Yara Gambirasio.

In casi come questi ci si rende conto che l'espressione "gogna mediatica" sarà pure una frase fatta e abusata, però è calzante. Giornali e TV, infatti, stanno facendo a gara nel pubblicare dettagli sull'accusato: come si chiama, quanti anni ha, che mestiere fa, quanti figli ha, dove vive. Repubblica precisa nome e indirizzo della madre.

Ora, secondo la mia modesta opinione chi commette delitti del genere va preso, mutilato e poi esposto al pubblico ludibrio, perché in carcere si mandano le persone e queste non sono persone e nemmeno animali, sono peggio.

Al momento in cui scrivo, tuttavia, mi risulta che l'unica prova a carico dell'accusato sia un campione di DNA prelevato su un cadavere mesi dopo il suo rinvenimento. E siccome non è che non ci siano stati casi in cui i nostri periti scientifici non abbiano fatto pasticci, io sarei un po' più cauta nello scatenare la folla. Proprio nel caso di Yara, per dire, all'inizio furono tutti pronti a puntare il dito contro un ragazzo, sospetto perché straniero, salvo poi scoprire che l'intercettazione telefonica incriminante era stata tradotta male. E di recente un altro tizio, a cui era stata sterminata la famiglia, era stato accusato urbi et orbi salvo poi scoprire che era innocente, in possesso di un alibi inattaccabile. Il vero colpevole aveva confessato poche settimane dopo, ma intanto il povero tizio era stato allegramente processato e insultato in pubblica piazza.

E quand'anche il presunto assassino di Yara avesse confessato (cosa che mentre scrivo non ha fatto), che cosa c'entrano la mamma, la moglie e i figli? C'era proprio bisogno di sbatterli in vetrina, con tutto quello che certamente già stanno passando in queste ore?

Come mai quando si processano ladri, corrotti e corruttori siamo tutti ultra-garantisti, anche in presenza di intercettazioni in cui si ammette chiaro e forte il reato, e quando c'è da solleticare gli istinti pruriginosi della gente il garantismo se ne vola fuori dalla finestra?

mercoledì 11 giugno 2014

Usate la PEC, dicevano; vedrete quanto è comoda, dicevano

Arrivare al lavoro alle 8, uscire alle 9 (dopo aver regolarmente timbrato l'uscita) per scapicollarsi verso un ufficio pubblico che è aperto solo in determinati giorni e rigorosamente in orario lavorativo (genio), trovare l'ufficio pubblico chiuso senza un perché, ri-scapicollarsi al lavoro, incocciare sulla soglia il Mega-Capo e leggergli negli occhi "Ma costei cosa fa in giro per strada invece di essere al lavoro?" non ha prezzo.

Specie perché io non prendo MAI permessi dal lavoro (a meno di non dover andare, ovviamente, in un ufficio pubblico dove la PEC non sanno nemmeno cosa sia).

martedì 10 giugno 2014

L'esaltazione

A sera, quando finalmente ho chiuso con la mia quota giornaliera di faccende domestiche e stramazzo sul divano, non chiedo niente di meglio che disconnettere il cervello. Quindi mi attacco a Cielo, un canale TV (anzi, come si usa dire, "del digitale terrestre") i cui programmi hanno un livello di insulsaggine secondo solo, probabilmente, a Rete4.
(E Rete4 per me non è un'opzione trattandosi di roba Mediaset, quindi da boicottare).

Stiamo parlando, per capirci, di tizi che ristrutturano case, o tizi che cucinano, o tizi che cercano di vendere oggetti improbabili ad altri tizi (pure loro improbabili). Roba, insomma, che in me scatena questa reazione.
Aaahh, relax.

Tra un programma insulso e l'altro, purtroppo, c'è la pubblicità. E in questi giorni è martellante la pubblicità di un reality show che si chiama "Calzedonia Ocean Girls". Ora, per quanto possa essere difficile crederlo, il problema non è il reality show chiaramente idiota in sé. No, il problema è lo spot, per la precisione il punto dello spot in cui una delle concorrenti, manco a dirlo in bikini e credendosi a torto assai faiga, proclama: "Io sono trascinata dall'esaltazione".

Ecco, questa frase ha il potere di annullare all'istante lo stato di beota rilassatezza in cui sono caduta, trasformandomi in una biscia isterica. Toh, vi linko il video perché non è giusto che debba soffrire solo io.

Analizziamo con pacatezza, per quanto possibile, la frase in questione. Cosa, in nome del cielo, dovrebbe significare "sono trascinata dall'esaltazione"? La signorina forse vuol farci intendere che quando si entusiasma perde completamente la trebisonda? Perché se è così, non mi pare cosa di cui vantarsi. A parte il fatto che se uno si entusiasma (anzi, pardon: "si esalta") è ovvio che si fa trascinare: non è che uno, preso dall'entusiasmo, si siede in poltrona a rifilarsi le unghie.

Avesse detto "Sono trascinata dal brivido dell'imprevisto" o "Mi esalta la vita avventurosa", ci sarebbe stato un senso. Ma "Sono trascinata dall'esaltazione", semplicemente, non significa un accidenti di niente. E quei geni della produzione, che il vocabolario non sanno nemmeno dove stia di casa, avranno pensato "Anvedi che frase epica, mettiamola nello spot!"

A me tutto questo fa venire l'orticaria. E sono trascinata dall'orticaria a tirare qualcosa contro il TV ogni volta che va in onda il dannatissimo spot.

lunedì 9 giugno 2014

Grrr.

Com'è intuibile, e come era prevedibile, il mio voto di scrivere un post al giorno anche questa volta è andato a farsi benedire. Portate pazienza con me: sono molto stressata.
Dico davvero, anche se cerco di razionalizzare e dire a me stessa che è inutile angosciarmi per cose che sono al di là del mio controllo (vedi il famoso proverbio zen che sono certa di aver stracitato qui, quindi non mi ripeto così almeno non stresso voi) comunque mi angoscio lo stesso.

E siccome piove sempre sul bagnato, il mio corpo che cambia (cit.) ha deciso che è divertente somatizzare lo stress: quindi dermatite seborroica (sembra che qualcuno mi abbia dato un bel cazzotto in pieno volto) e ancora, perché sennò pareva poco, bruxismo e conseguente infiammazione dell'articolazione della mandibola. Quest'ultima, a dire il vero, autodiagnosticata via Google, ma resta il fatto che quando cerco di aprire la bocca (per sbadigliare, per esempio, o per mangiare, sempre per esempio) il dolore è assai.

Il molto utile consiglio che mi è arrivato, quando ho avuto la felice pensata di condividere al mondo i miei problemi, è stata quella di mettere un bite notturno. Che, a parte il dispendio di soldi e il fastidio di portare l'apparecchio, curerebbe il sintomo ma non il problema. Per quello, purtroppo, non vedo che due soluzioni: ma, ancora purtroppo, l'omicidio è tuttora considerato reato in questo arretratissimo Paese, e il lavaggio del cervello (il mio) sembra per il momento impraticabile.

Quindi, digrigno.