lunedì 31 marzo 2014

Election Day: friendly reminder

Come annunciavo un mesetto fa, a inizi maggio pubblicherò un vademecum elettorale: tips&tricks per far sì che il vostro voto conti e sia contato per quelle che sono effettivamente le vostre intenzioni.
Se avete info utili o suggerimenti (tipo non sovrapporre le schede: ne avremo più d'una, dato che sono state accorpate elezioni europee e amministrative) lasciateli nei commenti, o mandatemeli via twitter. Insomma, fatemi sapere.

Dal canto mio, anticipo una raccomandazione a cui tengo molto: andate a votare. So che non è facile, che la tentazione di mandare tutti a quel paese è fortissima, io per prima davvero sono incerta. Ma ricordatevi che il voto è un vostro diritto: un sacco di gente è morta pur di assicurarvelo. E ricordatevi che il voto è un dovere; e a meno di non fare la rivoluzione (che essendo italiani non faremo mai), è l'unico modo per far sentire la nostra voce. L'astensione non basta perché politici e commentatori sono abilissimi a fare i salti mortali e attribuirle tutti i significati possibili e immaginabili, tranne quello effettivo che è ovviamente "fanc***". E a mio parere, se nemmeno fai lo sforzo di andare al seggio, poi non hai diritto di lamentarti e dire che "vincono sempre gli stessi".

Se pensate di astenervi perché non c'è nessuno che valga la pena di votare, avete tutta la mia comprensione ma per favore: andate lo stesso a votare e votate scheda bianca (pare che rifiutare la scheda non serva). Ricordatevi però di scarabocchiare tutta la scheda in modo da evitare che sia "riciclata" nel computo dei voti! Magari potete scriverci su "non mi sento rappresentato da nessuno dei candidati, perché io sono una persona onesta", o qualcosa del genere.

domenica 30 marzo 2014

Panico tra i socialisti

Una delle varie cose che mi fa sentire davvero cretina è che non mi ricordo mai se con l'ora legale le lancette si spostano in avanti o indietro. Idem per l'ora solare, ovviamente. Per fortuna giornali e TV non fanno che ripetercelo ossessivamente, come se fossimo davvero cretini.

Immagino che in mancanza di tutti questi avvisi qualcuno (io) potrebbe in effetti dimenticarsi della faccenda; ma dato che il cambio avviene tra il sabato e la domenica c'è un'intera giornata per rendersi conto che qualcosa non torna.
OK, qualcuno (non io: non arrivo a tanto) potrebbe comunque passare tutta la domenica senza rendersi conto che qualcosa non torna.

Quindi posso capire la necessità di tutti questi servizi "giornalistici" per ricordarci che dormiremo un'ora di meno. Se non altro, sono più utili di quelli che ci becchiamo a luglio per ricordarci che d'estate fa caldo, e a dicembre per ricordarci che potrebbe nevicare.

Quello che non capisco è la necessità di altrettanti servizi "giornalistici" per esplorare le conseguenze psicofisiche del cambio d'orario. Dormiamo un'ora di meno: quali determinanti conseguenze psicofisiche ne potranno mai derivare? E se sono così notevoli, come mai non ci becchiamo gli stessi servizi il primo dell'anno, quando abbiamo dormito tutti molto meno (e con ogni probabilità ci siamo pure ubriacati)?

Eppure, ieri hanno intervistato una psicoterapeuta che ha elencato una serie di effetti collaterali allucinanti tra cui stress, cefalea, depressione, moria delle vacche e invasione delle locuste.
Però, ha aggiunto serissima, ci sono anche effetti benefici a lungo andare per la salute generale, perché l'ora legale ci permette di godere di più sole e il sole fa bene, sapevatelo.

Per quanto mi riguarda, l'unico effetto collaterale che prevedo è che domani, arrivando in ufficio, timbrerò l'entrata alle sette di mattina perché il marcatempo non si rimette a posto da solo. Ma a questo abbiamo fatto l'abitudine: mail su mail al responsabile del personale per avvisarlo che no, non siamo stati colti tutti improvvisamente da insonnia.

venerdì 28 marzo 2014

Inclinazioni artistiche

La frequentazione intensiva di musei e pinacoteche di altissima qualità durante il viaggio di nozze (roba che ci siamo pure potuti permettere di storcere il naso davanti a un Pizarro, o di scegliere quali fra due Caravaggio ci piacesse di più) nonché il fatto che l'amore mio sa dipingere (vi direi che è pure bravo, ma io ovviamente sono di parte) mi fa venire voglia di cimentarmi pure io con tavolozza e pennello. E questo, nonostante il fatto che io sia del tutto negata, come mi disse in una memorabile occasione la mia insegnante di educazione artistica delle medie, in uno sfoggio di supreme competenze pedagogiche e didattiche, procurandomi l'ennesimo trauma infantile.

Ci sono in particolare due immagini che ho in mente in questi giorni, e mi piacerebbe provare a dipingere. Una è uno scorcio di campagna appena fuori da una delle stazioni per cui passo ogni mattina; un campo completamente coperto di erba e piante selvatiche, con vecchi binari sepolti nel verde e la città in lontananza.
L'altra, tipicamente primaverile, è un terreno arato e bagnato dalla pioggia, con poche gemme verdi che spiccano nel bruno della terra.

giovedì 27 marzo 2014

Comizi improvvisati

In coda dietro la porta (chiusa) di un ufficio comunale.

Probabilmente a fini statistici la cosa non ha nessunissimo valore, ma su cinque persone in attesa tre sostenevano che Renzi è un bluff, quattro che l'unica soluzione è scendere in piazza e cinque che i media la stanno facendo sporchissima contro il M5S.

Io ovviamente non mi sono fatta scrupoli nel sostenere perentoriamente la mia opinione, e nella mezzora abbondante di attesa ho avuto modo, tra le altre cose, di scagliarmi con dovizia di esempi contro i privilegi ecclesiastici. Un paio degli astanti ignorava che gli insegnanti di religione sono nominati dalla Curia: la notizia li ha scioccati. Insomma, una mezzora ben spesa.

mercoledì 26 marzo 2014

Tentazioni

Ieri arrivo in stazione e noto un capannello di gente intorno a una ragazza. Sbircio un po': la ragazza ha in mano un cestino con dentro un paio di gattini. Non capisco niente di cuccioli (umani e non), ma i gattini non mi sembrano appena nati: comunque sono molto piccoli, e molto belli.

Mi disinteresso apposta della cosa e salgo sul treno, ma quando faccio per scendere alla mia fermata scopro che la ragazza, con annessi gattini, è li e sta per scendere pure lei. Sul marciapiede una signora con un paio di bambini fa per salire sul treno, ma poi nota il cestino ed esclama: "Che belli! Posso far vedere i gattini ai bambini?" "Certo" risponde la ragazza "anzi, li vuole? Io li ho trovati..." e non sento altro perché di nuovo mi disinteresso apposta della cosa.

Il fatto è che i gattini erano bellissimi, bianchi e grigi con gli occhi azzurri, e mi è venuta una tentazione folle di portarmeli a casa. Tutti, ovviamente, perché con che cuore li separi? Per fortuna in certe cose sono molto cerebrale, e così nel giro di pochi decimi di secondo mi sono ricordata che non ho idea di come si allevi un gatto, non avrei saputo nemmeno cosa dare da mangiare ai cuccioli, non posso permettermi di mantenerli, non avrei potuto lasciarli soli in casa ma nemmeno portarmeli al lavoro, e mi avrebbero distrutto tende e mobili. Quindi, come dicevo, me ne sono andata senza guardarmi indietro.

Andando verso casa non ho fatto che pensare a come li avrei potuti chiamare.

martedì 25 marzo 2014

Ecco perché non vedrete mai le foto ufficiali del mio matrimonio

Lui: - Ah, amore, dimenticavo: mercoledì mi ha chiamato il fotografo! Mi ha detto che possiamo andare a scegliere...
Lei: - ...l'album del matrimonio, è vero, aveva detto che ci avrebbe chiamato in questo periodo! Bravo, puntualissimo! E quando dobbiamo andare?
Lui: - ...Mi ha detto di passare da lui venerdì...
Lei: - ...
Lui: - ...
Lei: - ...Amore, oggi è sabato. Pomeriggio. Inoltrato.
Lui: - ...Lo so *faccina triste*

lunedì 24 marzo 2014

Serata dentro

(in realtà è una mattina dentro, ma mi prendo una licenza poetica per mantenere il pendant con il post precedente)

Nel weekend abbiamo organizzato un pranzo a casetta con gli amici. Eravamo una ciurma di gente, ma come dicevo a un'amica via Facebook "fino a 12 persone siamo omologati". Ormai la nostra organizzazione è collaudatissima.

Infatti il pranzo è filato liscio, se non si considerano piccoli problemi logistici (tipo sbagliare a calcolare i tempi di riscaldamento della lasagna e servirla fredda, *ahem*) e gag degne di Benny Hill più che dei Monty Python (tipo andare sul terrazzo per cuocere la carne alla brace e farsi accidentalmente chiudere fuori).

Ma abbiamo di buono che impariamo dai nostri errori, e quindi difficilmente qualcosa del genere ricapiterà in futuro. Io, ad esempio, stavolta ho vigilato come un falco per evitare che qualche posata (placcata d'argento!) finisse buttata per errore nella spazzatura.

venerdì 21 marzo 2014

Serata fuori

- Allora, birretta con gli amici stasera?
- Volentieri! Non facciamo troppo tardi però, domani si lavora...
- Tranquilla, ci vediamo alle 21, al massimo entro le 23 siamo a casa!
E così fu che ci ritrovammo a #birreria con gli amici. E mal ce ne incolse.

Siccome sono abitudinaria e timida, mi piace frequentare sempre gli stessi posti. La familiarità mi rassicura. Sogno di trovare, ad esempio, la "mia" boutique con commesse che mi conoscono per nome e sono pronte a consigliarmi e propormi abiti, scarpe e accessori di mio gusto.
La "mia" libreria sarebbe il paradiso.

#birreria aveva tutto il potenziale per diventare il "mio" locale; in primo luogo serve la mia birra preferita, poi è un ambiente caldo e informale, pavimenti di pietra e tavoli e sedie di legno, salette non enormi ma nemmeno minuscole.

Ieri siamo entrati, come da programma, alle 21.15 circa e abbiamo ordinato. Birra, ovviamente, un paio di piadine, un paio di bruschette e qualche panzerotto, specialità della casa. Dopo una decina di minuti sono arrivate le birre che abbiamo iniziato prudentemente a centellinare, essendo a stomaco vuoto, in attesa delle vivande.

La conversazione era tranquilla e allegra come di norma tra amici che si conoscono bene, e ci ha tenuti piacevolmente impegnati per un'oretta. Ma a quel punto è stato impossibile ignorare il brontolio dei nostri stomaci e ci siamo dovuti rendere conto che delle nostre ordinazioni non si vedeva traccia.

Ancora più preoccupante, nessuno dei tavoli intorno a noi aveva ricevuto alcunché.
Rimarchevole eccezione, un paio di gruppi capeggiati da presunti "VIP" del paesello.
Uhm.

Già di norma ho poca comprensione per l'inefficienza altrui, la disparità di trattamento poi ha aggiunto benzina al fuoco e ho cominciato a guardarmi in giro per cercare di attirare l'attenzione di qualche cameriere. Macché: camerieri dispersi in guerra pure loro. E sì che il locale era affollato, ma non certo pienissimo!
Amico_M, volonterosamente, si è diretto al bar per chiedere notizie del nostro cibo: gli hanno detto "un paio di minuti e vi facciamo sapere quando sarà pronto".
Eh?

Essendo per miracolo ricomparsa la nostra cameriera (non sono fisionomista, ma mi pareva proprio quella che un'ora e mezza prima era venuta a prendere le ordinazioni), l'amore mio - che in certi casi è addirittura meno tollerante di me - le ha signorilmente detto: "Senti, non vogliamo fare alcuna polemica: portaci il conto."
Avevamo sul tavolo i nostri bicchieri, ancora pieni a metà di birra ormai calda e insipida.

Abbiamo pagato - perché sì, hanno avuto il coraggio di farci pagare il conto: questi sì che sono imprenditori! - e ci siamo diretti verso altri e più promettenti lidi. Ormai si erano fatte le 22.40.
E come eloquentemente ha commentato amico_D su Facebook, poi dice che c'è la crisi.

giovedì 20 marzo 2014

Ma non era il 21?

Pare che l'equinozio di primavera sia oggi. Eeeeh, qua ci crollano tutte le certezze, signora mia! 
In effetti da queste parti la primavera sembra arrivata già da un paio di giorni, con corollario di fiori in boccio e annesse allergie, ma io sono scettica. Perché da qualche anno funziona così, intorno alla metà marzo sole, caldo e gente che se ne va al mare alla faccia mia, poi all'improvviso ritorna l'inverno - di solito in perfetto orario per funestare la Pasquetta - e ci ammaliamo tutti quanti.

Io quindi resisto impavida con i miei vestiti invernali: unica concessione, lascio il piumino nell'armadio optando per un soprabito più leggero. Comunque, quando esco di casa la mattina fa ancora il suo bel freschino (stavo per dire che c'è molta umidità ma già solo a pensarlo mi sono sentita vecchia).

E soprattutto comunque, anche se per il momento c'è il sole e fa caldo, le tizie che già sfoggiano pantaloni bianchi e scarpe in tinta a me danno sui nervi. 

mercoledì 19 marzo 2014

Serial

Siccome so che non vivevate più in attesa della prossima puntata, vi racconto come sta continuando la saga dei nostri problemi domestici di navigazione in Internet.

Dunque, eravamo rimasti al tentativo di reset del modem che non aveva sortito effetti, se non che il mattino dopo senza cause apparenti la connessione era bel bella tornata.
L'idillio è durato due giorni; dopo di che l'amore mio, rientrato a casa per la meritata e agognata pausa pranzo, ha scoperto che Internet era di nuovo kaputt. Allora, come nelle migliori tradizioni informatiche, ha provato a spegnere e riaccendere il modem. Solo che il modem non si è riacceso.

Mesto e desolato, mi ha telefonato per comunicarmi il decesso ed entrambi ci siamo rassegnati ad almeno un paio di giorni isolati dal mondo, visto che entrambi lavoriamo e quindi non avremmo avuto il tempo per prendere informazioni, esaminare eventuali offerte e quindi andare a comprare il modem dei nostri sogni prima del weekend.

(Per inciso: la richiesta d'aiuto da me prontamente lanciata via Twitter e Facebook non ha avuto uno straccio di risposta. Vergognatevi tutti indistintamente, almeno un "ti siamo vicini nella sventura" potevate lanciarlo, e vabbé che senza Internet non avrei potuto leggerlo.)

A dire il vero, io mi sono velocemente rassegnata all'evenienza e non nascondo che tanto autocontrollo mi ha stupito perché di solito la mia reazione è molto meno razionale. Semplicemente, mi dà fastidio che le cose si rompano o - peggio - che non funzionino come è previsto che facciano. Ma in questo periodo, sarà l'incipiente primavera, non sono al massimo della forma e quindi non mi dispiaceva del tutto l'idea di passare un paio di giorni a leggere un libro, o a guardare Real Time TV (quel canale è la mia droga; in un'altra vita dovevo essere un architetto d'interni) o a fare l'uncinetto.

Difatti, quando quella sera è rientrato a casa, l'amore mio mi ha ritrovato sul divano a fare l'uncinetto. Mi ha lanciato uno sguardo, ha girato sui tacchi e ha reinfilato la porta, annunciando "Vado a comprare il modem nuovo".

Ora, probabilmente un'altra moglie si sarebbe offesa per il fatto che il marito evidentemente non è in grado di tollerare la prospettiva di una serata con lei invece che con Candy Crush; non io, perché io sono una moglie comprensiva tollerante e praticamente perfetta. E appena il modem è arrivato ed è stato configurato mi sono attaccata a Internet pure io. 

(La sera ognuno di noi si dedica al suo computer. Ogni tanto però ci lanciamo dei richiami, come le oche selvatiche, per assicurarci reciprocamente che siamo ancora lì. Poi, quando uno non risponde, l'altro lo sveglia e ce ne andiamo a letto. E' un matrimonio perfettamente funzionale!)

martedì 18 marzo 2014

Doverosa comunicazione di servizio

Giusto per informarvi che la sparizione dell'header qui sopra non è dovuta a una ponderata scelta grafico-estetica. E' solo che stavo spippolando con lo smartphone, e mi sono accorta che in memoria comparivano tutte le immagini caricate qui sul blog, e non riuscivo a eliminarle. Allora ho fatto un po' di ricerche in Internet e ho scoperto che le immagini mi finivano sullo smartphone perché erano caricate sul blog, e da qui finivano automaticamente (WTF?) su Google+, a sua volta sincronizzato "con il dispositivo Android", ossia il telefono cellulare.

Allora, genialmente, ho eliminato le gallerie di immagini da Google+ ignorando i vari avvisi del tipo "guarda che se elimini le immagini da qui le cancellerai per sempre e non le potrai recuperare mai mai mai mai più".
Ancora più genialmente, dopo aver eliminato le immagini mi sono accorta di non averne conservato il backup.
Per dire, ho il backup di vecchi header e anche di header creati per errore e mai usati, ma non dell'header giusto. Ma lo so, che voi mi amate proprio perché sono fatta così.

In conclusione, teniamoci l'intestazione di default finché non troverò tempo, voglia e mezzi per creare un nuovo header. A meno che qualcuno di voi, più dotato della sottoscritta (non ci vuole molto), non si offra volontario per provvedere alla bisogna!

lunedì 17 marzo 2014

Ovviamente tutto succede nel weekend

Continuano le mie tribolazioni informatiche domestiche, o per dirla in altre parole la connessione a Internet in casa continua ad andare a singhiozzo. Ricorderete che poche settimane fa, convinta che il problema risiedesse nel mio PC, l'avevo riformattato. Bene, oggi penso di poter dire con sicurezza e gioia che l'ho riformattato inutilmente. 

Fatto sta che, dopo giorni e giorni di calma piatta, ieri sera all'improvviso e finché non ce ne siamo andati mestamente a dormire entrambi i PC di casa si sono di nuovo rifiutati di navigare in Internet. "Impossibile caricare la pagina", e tanti saluti. Unite le nostre (scarse ed empiriche) conoscenze informatiche, io e l'amore mio siamo addivenuti alla conclusione che il problema fosse il modem visto che, scusate i termini tecnici, tutte le lucette erano verdi mentre se il problema fosse stato nella linea dati, abbiamo ragionato, una delle lucette avrebbe dovuto essere rossa.

Abbiamo allora provato a resettare e riconfigurare il modem e l'operazione è sembrata riuscire al primo colpo, il che ha del miracoloso. Ancora più inaudito il fatto che avessimo salvato le istruzioni di configurazione, con annesse credenziali di accesso, e soprattutto che le avessimo conservate nella scatola del modem, ossia in un posto logico dove fosse possibile ritrovarle subito. Poi tutto è tornato alla normalità, nel senso che anche dopo il reset la navigazione Internet non si è ripristinata.

Ce ne siamo andati a dormire, dunque, ipotizzando che il modem si fosse guastato a causa di uno dei numerosi sbalzi di corrente che funestano la nostra casa, e programmando l'acquisto di un nuovo modem già per il giorno dopo, ché non potevamo rimanere a lungo orfani di Tumblr (io) e Candy Crush (lui).

Stamattina, giusto per scrupolo, mentre aspettavo il caffè ho provato a riaprire il browser e - scusate sempre i termini tecnici - Internet funzionava. Siccome ormai ho deciso che il mio atteggiamento nei confronti dell'informatica non può che essere di tipo fatalista, ossia "finché funziona inutile starci a pensare su", mi sono messa allegramente a navigare. Non appena anche l'amore mio mi ha raggiunto per il caffè, però, la linea è caduta: il che ha generato l'ipotesi che fosse il suo campo elettromagnetico a interferire con la connessione Internet (l'ipotesi non era del tutto peregrina dato che l'amore mio sviluppa calore in modo abnorme; ma è stata smentita 10 minuti dopo quando, nonostante la sua presenza, la linea è tornata). 

Insomma, continuiamo a non capire se il problema è del provider o del nostro modem. Certo, il fatto che stamattina si potesse di nuovo navigare fa propendere per la prima che ho detto; tuttavia, adesso che ho preso il caffè e quindi sono un tantinello più lucida, mi è venuto un dubbio: se ieri sera, riconfigurando il modem, abbiamo cambiato la password, come mai oggi il mio PC (su cui era memorizzata la vecchia password) si è connesso immediatamente, senza bisogno di inserire credenziali di sorta?

venerdì 14 marzo 2014

Pii desideri

L'altro giorno pensavo a quali riforme attuerei io se fossi al governo (tempo fa, del resto, già scrissi una bozza di piattaforma politica che registrò enormi consensi; il primo che la ritrova e me la linka nei commenti vince un premio). Bene, l'altro giorno pensavo che il problema principale è quello di reperire risorse e probabilmente anche abbassare gli stipendi di parlamentari funzionari e dirigenti, equiparandoli a quelli di noi poveri mortali, non sarebbe sufficiente. 

Così mi è venuta l'idea di recuperare fondi per l'istruzione appaltando ai produttori di condom la possibilità di piazzare distributori nelle scuole: chi offre di più ha l'esclusiva per tutto il territorio italiano, e i soldi servirebbero per esempio a comprare qualche computer. 
Ovviamente la Chiesa si lamenterebbe, ma uno dei primi punti della mia piattaforma è il ridimensionamento delle ingerenze clericali nella vita dello Stato sovrano, repubblicano e laico. Niente esenzioni fiscali, niente finanziamenti alle scuole private e niente obiettori di coscienza nelle strutture pubbliche.

giovedì 13 marzo 2014

E mi illudo che sia ottimismo perché appunto sono ottimista

Riflettevo sul fatto che un finale triste non mi sembra un vero finale; evidentemente sono rimasta ferma al falso mito che alla fine tutti debbano vivere felici e contenti.

mercoledì 12 marzo 2014

Chiamatemi col fischio (cit.)

Sono ufficialmente orfana di smartphone.

L'attrezzo stava dando episodici ma preoccupanti segni di squilibrio già da un po', tipo chiudere all'improvviso le app o bloccarsi nel bel mezzo di un'operazione, costringendomi a spegnerlo o riaccenderlo, o andare lentissimo (mi sembrava di usare il PC dell'ufficio). Poi a metà della scorsa settimana ha cominciato a spegnersi da solo, e - cosa più inquietante - a riaccendersi da solo, a cambiare la suoneria e varie amenità.

Esclusa a priori l'idea di praticargli un esorcismo, e dismessa con sdegno l'illazione dell'amore mio secondo cui avrei guastato la batteria caricandola in modo improprio (non credo che una batteria guasta possa cambiare la suoneria del telefonino), ho deciso di provare a ripristinare l'aggeggio. Ovviamente previo back up. Anzi, conoscendo me e Murphy, previo quattro back up.

All'inizio pareva che in effetti i problemi si fossero risolti, ma dopo un paio di ore gli spegnimenti misteriosi sono ricominciati come e più di prima. Al che mi sono arresa, risolvendomi (previo altri due back up) a portare lo smartphone in assistenza.
Ovviamente si era ormai arrivati alle soglie del weekend.

Per fortuna il mio punto vendita mi ha fornito un telefonino di cortesia (o "muletto", come l'han chiamato loro, il che mi fa molto ridere) con il quale cercherò di affrontare le due settimane di attesa trascorse le quali dovrei (condizionale sottolineato mille volte) riavere il mio smartphone indietro, possibilmente aggiustato. Per ulteriore fortuna uso pochissimo il cellulare, preferendo comunicare aggratis via social network, e siccome tra casa e ufficio sono perennemente connessa non dovrei sentirne troppo la mancanza. Per sfortuna, perché Murphy e io abbiamo una relazione complicata, alcuni numeri di telefono sono inspiegabilmente scomparsi dalla mia SIM. No, non sono numeri aggiunti di recente e per errore solo sulla memoria del telefono; si tratta di tutti i numeri compresi tra la L e la M, gruppo al quale appartiene tra gli altri - e come ti sbagli? - l'amore mio.

Speriamo nel back up...

martedì 11 marzo 2014

Ancora sulle quote rosa, o presunte tali

Non mi dite che sono ripetitiva, eh? (so che lo sono) ma torno sulla faccenda delle quote rosa, perché leggendo questo post di Alessandro Gilioli ho avuto un'illuminazione e ho capito che tutto questo casino è in realtà l'ennesima arma di distrazione di massa. Davvero vi sembra credibile che i parlamentari italiani si stiano scannando da giorni su una questione di principio? Che per di più riguarda la rappresentanza femminile e la parità di genere? Ed è plausibile che i media italiani diano a un tale argomento una copertura 24/24?

Seriamente: è ovvio che ai nostri delle quote rosa, in realtà, non gliene potrebbe importare di meno e che non è nemmeno una questione di poltrone dato che quelle sono abituati a dividersele (e se se le litigano non è certamente perché uno è maschietto e l'altra è femminuccia). La verità è che tutto questo clamore ha fatto passare in secondissimo piano il fatto che la nuova legge elettorale, a prescindere dalle quote rosa, fa veramente schifo.

lunedì 10 marzo 2014

Spunti da romanziera, se romanziera io fossi

Spesso mi capita di notare, per la strada, strani oggetti che non avrebbero ragione di stare lì. Oddio, "strani" non è il termine giusto perché si tratta in effetti di oggetti comunissimi: un calzino, un berretto, cose così abbandonate sul marciapiede o sull'asfalto.

OK, l'ipotesi più probabile è che fossero stesi ad asciugare e il vento li abbia strappati via. Ma cosa dovrei pensare quando mi trovo davanti una scarpa - una soltanto - non particolarmente nuova, ma neanche rotta?

domenica 9 marzo 2014

Auguri a tutte le donne

Che vanno rispettate e trattate come persone e non come cose tutti i giorni, non soltanto l'8 marzo.

sabato 8 marzo 2014

Tanto lo sapete che sono acida, inutile fingere

Da qualche anno collaboro con un'associazione di volontariato, curando la redazione del giornalino mensile. Mi pagano, anche; poco, quasi un pro-forma (ma sempre meglio di niente) che ho chiesto solo perché un tirocinio pagato di almeno due anni in un giornale fa titolo ai fini dell'iscrizione all'Albo dei Giornalisti. In realtà, la cosa non mi impegna più di tanto; alla fine della fiera, si tratta di mettere qualche congiuntivo e spostare qualche virgola, e poco altro.

Il problema è che questa associazione è decisamente cattolica, e quindi molti articoli che mi tocca leggere sono, come dire? non perfettamente affini alle mie convinzioni morali ed etiche. Per fortuna (loro) sono una professionista e quindi redaziono i testi nel totale rispetto dei concetti espressi. Però è dura.

Altra controindicazione è che molti dei volontari sono, come dire? non perfettamente versati nell'arte di inviare e ricevere email, per cui - a parte facezie come spedire mail prive di allegati, spedire tre email identiche in rapida successione, diffondere spam - in presenza di mail circolari, mandate a millemila indirizzi, senza pensarci due volte rispondono a tutti.
Ciò avviene anche quando i messaggi inviati non sono di carattere lavorativo, ma personale, e sono comunque inviati a tutta la rubrica del mittente, senza eccezioni o discrimini di sorta.

E' capitato quindi che una dei volontari (che io non conosco, in quanto non faccio parte dell'associazione) abbia inviato al mondo - e anche a me - l'annuncio del suo matrimonio, e la mia casella di posta ha così dovuto subire l'entusiasmo e gli auguri di centinaia di sconosciuti.
Adesso la tipa ha figliato; vi lascio solo immaginare cosa stia succedendo.


venerdì 7 marzo 2014

Lascio la cosa qui alla vostra considerazione

Sentita con le mie orecchie oggi in treno, giuro. Chi parla è una studentessa universitaria.

- ...Davvero, una lezione tremenda, me la ricordo ancora! Il prof ha tirato una linea alla lavagna, da una parte ha scritto 'AZIONI BUONE' e dall'altra 'AZIONI CATTOLICHE', e poi ci ha spiegato che un'azione buona non vale nulla, valgono solo le azioni cattoliche. Allora io ho alzato la mano e ho chiesto: "Scusi professore, io non sono credente quindi non faccio azioni 'cattoliche', ma solo azioni 'buone'. Cosa vuol dire questo, che andrò lo stesso all'inferno?" E lui mi  ha risposto: "Sì".

mercoledì 5 marzo 2014

Senza critica

Frank Abagnale Jr., il truffatore interpretato da Leonardo di Caprio in Prova a prendermi, dice di averla potuta sfangare grazie alla naivetè della gente che, negli anni '50 e '60, era propensa a credere senz'altro a quanto veniva raccontato loro. Dice anche che, al giorno d'oggi, non potrebbe più ripetere la sua "carriera", perché la gente ha imparato ad essere diffidente.

Io non so quanto questo sia vero. Basti pensare a quanti ancora sono pronti a fornire le loro credenziali d'accesso all'home banking in risposta alla prima mail (pure sgrammaticata) che gli arriva. L'altra sera, alla cerimonia degli Oscar, Ellen de Generes ha scattato un "selfie" che è subito diventato il più ritwittato di sempre. Credevate davvero che fosse un gesto spontaneo? Pare che la Samsung, produttrice del telefonino usato da Ellen (la quale peraltro nel backstage usava un iPhone), abbia pagato 20 milioni di euro per quello scatto. Evidentemente c'è chi è pronto almeno a considerare l'acquisto di un Samsung solo perché l'ha visto in TV alla cerimonia degli Oscar.

Sempre agli Oscar, Ellen ha fatto arrivare qualche pizza in platea per sfamare i poveri divi. Di nuovo, gesto non spontaneo ma premeditato visto che le pizze erano state ordinate il giorno prima (in effetti mi ero chiesta: come avranno fatto a ordinare e farsi arrivare nel giro di mezz'ora 20 pizze a Los Angeles nella notte degli Oscar, visto che io non riesco a ordinare una pizza di sabato sera qui al paesello?)

Quante volte, sulla vostra bacheca di Facebook, sono comparsi messaggi allarmistici o appelli per qualche malato terminale che si sono diffusi in modo virale senza che nessuno si preoccupasse di verificarli? Ecco, a me pare che dai tempi di Frank Abagnale nulla sia davvero cambiato, e che la gente sia sempre pronta a credere acriticamente a quanto viene messo loro sotto gli occhi.

(Più o meno off topic: ieri ho discusso un po' con i miei giovani cugini, via Facebook, sul diritto all'aborto. Io sono favorevole, cugino A - maschio, sarà un caso? - è ferocemente contrario, cugina B sostiene il diritto dei medici all'obiezione di coscienza. Forse è vero che, come dice cugina B, la complessità dell'argomento non può essere adeguatamente sviscerata in una chat. In ogni caso, a prescindere dalle rispettive posizioni - e dal fatto che ho ragione io - è impressionante come le nostre madri abbiano combattuto per dei diritti che, solo un paio di generazioni dopo, non vengono più non dico sostenuti, ma nemmeno compresi. Anche questa è una conseguenza, e il prezzo da pagare, dell'incultura in cui siamo sprofondati da un paio di decenni a questa parte.)

martedì 4 marzo 2014

Martedì grasso

Stava quasi per sfuggirmi il fatto che oggi è Martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale.
Il Carnevale in sé no, non mi era sfuggito, non foss'altro che per i bambini vestiti a maschera per strada e i coriandoli che mi si incollano alle suole delle scarpe, e così me li ritrovo in casa (sul pavimento appena lavato, no comment).

Comunque devo dire che così, a naso, ormai sembra più "sentito" Halloween che il nostrano Carnevale. Conseguenze della globalizzazione.
Fino a qualche anno fa, in effetti, mi ero sempre rifiutata di festeggiare Halloween considerandola una tradizione "importata" per biechi fini commerciali. Adesso la resistenza mi sembra futile, visto come fin da settembre tutti i negozi si riempiano di zucche e affini. A febbraio invece si riempiono di stelle filanti e quindi diciamo che la cosa finisce in pareggio.

A me non dispiacerebbe, a conti fatti, organizzare una festa in maschera ma come sempre i miei progetti partono troppo ambiziosi e finiscono in una bolla di sapone. L'idea della festa in maschera, ad esempio, si scontra con il fatto che vorrei mascherarmi in tema steampunk, e non ho assolutamente né i mezzi né le capacità per mettere insieme un costume decente. Quindi archiviamo il tutto sotto "vorrei ma non posso", e pensiamo ad altro.

Ossia al fatto che facendo ricerche per questo post (non sembra, ma faccio ricerche prima di scrivere i miei post!) ho scoperto che oggi in America si festeggia il Pancake Day. Ricorrenza non solo appetitosa, ma anche commisurata alle mie forze: ho pure lo sciroppo d'acero in dispensa! Ora, io mi sveglio e faccio colazione intorno alle 6.30 del mattino e col cavolo mi metto a cucinare pancake all'alba; però se ne può sicuramente riparlare nel weekend. Vorrà dire che festeggerò il Pancake Day con rito ambrosiano. 

lunedì 3 marzo 2014

And the Oscar goes to...

Io l'avevo detto da prima e c'ho i testimoni: l'incolpevole amore mio, al quale degli Oscar non gliene potrebbe fregar di meno, ma che comunque ieri sera alle ore 20 (quindi in tempi abbondantemente non sospetti) ho tediato con le mie previsioni sulla lista dei vincitori. Tutte puntualmente rispettate. Magari fossi così brava con il Superenalotto.

Il fatto è che, nell'assegnare i premi, l'Academy segue delle regole non ufficiali ma comunque granitiche, all'insegna dell' extra-politically correct. E quindi verrà sicuramente premiato ogni film che difenda ed esalti minoranze perseguitate, che siano gli Ebrei durante l'Olocausto o gli schiavi africani di quest'anno. Verrà inoltre sicuramente premiato l'attore (o l'attrice) che interpreti la parte di un malato terminale, o di un disabile, o che comunque gli richieda un notevole sforzo di trasformazione (ore e ore di trucco e/o diete drastiche per salire o scendere di peso). In mancanza di simili caratterizzazioni, vince chi interpreta il film di Woody Allen perché così si può premiare Woody Allen senza premiarlo.

Leonardo di Caprio non può vincere, punto.

Una volta considerate queste regole, vedrete che i vincitori di ieri erano in effetti facilissimamente prevedibili.